La Certosa di Padula
La Certosa è monumento Nazionale dal 1882 è patrimonio dell’Umanità dal 1995, sorge ai piedi di Padula, situato nella parte sud del Vallo di Diano, 100 Km a sud di Salerno. La Certosa di San Lorenzo, costituita da chiesa, conventi, chiostri, cortili e giardini, rappresenta uno dei più importanti complessi monastici d Italia. |
La Certosa
Approfondimenti: Restauro del Coro
La Certosa è monumento Nazionale dal 1882 è patrimonio dell’Umanità dal 1995, sorge ai piedi di Padula, situato nella parte sud del Vallo di Diano, 100 Km a sud di Salerno.
La Certosa di San Lorenzo, costituita da chiesa, conventi, chiostri, cortili e giardini, rappresenta uno dei più importanti complessi monastici d Italia.
La Certosa di Padula, anche se meno armoniosa e bella di altre, come quella di Pavia, è però la più grande d Europa.
Essa ha un area di venticinque ettari e le mura che la recingono misurano oltre due chilometri.
La pianta è a forma di una graticola per ricordare la morte del martire Lorenzo: la facciata è barocca del 1718, ma si ignora chi sia stato l’architetto per quanto l’opera sia dai più attribuita ad Antonio Baccaro .
Viene fondata nel 1306 da Tommaso Sanseverino, conte di Marsico e connestabile del Regno di Napoli.
A Tommaso Sanseverino doveva stare molto a cure la fondazione del complesso certosino proprio in un territorio di sua proprietà e per ragioni che vanno ben oltre la calda devozione e la pietà religiosa.
I certosini erano un ordine francese, la casa generalizia fondata nel 1084 da San Brunone era a Grenoble e non poteva che essere graditissimo al sovrano angioino di cui il Sanseverino era un fedelissimo.
Il Vallo era nell’alto medioevo una campagna paludosa e malsana; lo stesso nome (Padula) indica un territorio di acque stagnanti, di corsi d acqua lenti e non regolamentati.
Sul finire del XIII secolo e all’inizio del secolo successivo, gli angioini e con loro i potenti principi Sanseverino, intrapresero opere di bonifica del Vallo.
Bonificare le terre incolte e paludose era, nel medioevo, un servizio reso dalle grandi organizzazioni monastiche, per questo i Sanseverino chiamarono i Certosini.
Il 27 aprile del 1306, il Re Carlo II, lo Zoppo, confermò l’atto di fondazione e di donazione della Certosa ed il 16 settembre dello stesso anno l’abate di Montevergine concesse alla Certosa anche la chiesa di San Lorenzo non compresa nell’atto di permuta del 1306.
Il complesso, ubicato su un area pianeggiante molto vasta, si sviluppa su una superficie di 5100 mq.
Come nelle altre Certose, anche a Padula la successione degli spazi corrisponde alla sua organizzazione religiosa e amministrativa.
Gli spazi principali orientati parallelamente e collegati da percorsi coperti ortogonali tra loro, sono gli spazi per la vita comunitaria e di rappresentanza.
Questi sono separati nettamente sia da gli ambienti di servizio siti all’esterno che da quelli di stretta clausura.
Un lunghissimo muro conventuale attrezzato anche a difesa verso l’esterno cinge sia la parte costruita che lo spazio retrostante gli orti e i campi coltivati .
Il portale d ingresso immette attraverso un passaggio voltato a botte in una grande corte delimitata da quattro bracci di fabbrica.
Nel grande spazio rettangolare prospettano locali di servizio funzionali alla vita della Certosa: i mulini, le stalle, le scuderie ed i frantoi.
Nel corpo di fabbrica parallelo alla facciata principale, dove si apre il portale d ingresso, sono situate le torri armigeri, la cappella della Maddalena, alle estremità orientali la chiesa dedicata a San Lorenzo e la spezieria, decorata da affreschi settecenteschi.
La facciata della Certosa chiude, lungo il lato opposto al portale d ingresso, lo spazio della corte esterna.
Questa, iniziata nel 1718 e terminata nel 1723, ha una forte connotazione barocca conferitale soprattutto dalla presenza di statue e pinnacoli.
Si compone di due ordini sovrapposti in pesanti colonne. |
Nelle nicchie sono inserite quattro sculture a tutta figura raffigurante San Pietro e Paolo, San Bruno e San Lorenzo.
Notevoli sono il pavimento maiolicato e gli altari settecenteschi presenti sia nella chiesa che negli ambienti ad essa adiacenti.
Alle spalle dell’altare maggiore è ubicato l’accesso alla sacrestia.
Dalla chiesa si accede direttamente al Capitolo dei Padri e della Cappella del Tesoro.
Nella sala del Capitolo, ricco di stucchi, venivano prese le decisioni più importanti; nella Cappella del Tesoro venivano conservate le reliquie più preziose. Vero cuore della Certosa era il Chiostro del Cimitero antico, intorno ad esso vi si svolgeva la vita dei monaci; inoltre vi sono la cucina, il refettorio e la sala delle campane.
Al centro del Chiostro si trova una fontana circolare ornata da un delfino e da animali marini fantastici.
L’ appartamento del Priore, più complesso di quello destinato agli altri certosini, si compone di dieci stanze che comprendono la biblioteca della cappella personale del Priore.
Durante il corso dei secoli, questo immenso complesso monumentale ha subito numerose ristrutturazioni, tra cui quelle più radicali del XV e XVIII secolo. |
All’ interno della chiesa della Certosa di Padula, ad un unica navata, il coro dei Conversi si trova vicino alla porta di ingresso che dà sul Chiostro della foresteria.
Più vicino al presbiterio è il coro dei Padri.
Entrambi i cori sono decorati da tarsie in legni pregiati con architetture, scene del Nuovo Testamento e Santi.
Importante è anche il grande salone attribuito a Gaetano Barba, che collega il portico alla passeggiata coperta che si sviluppa sui quattro bracci del Chiostro.
Ogni cella dei Certosini è costituita da un corridoio posto all’entrata, da due stanze, da un portichetto, da una loggia coperta e da un giardinetto con fontana da cui si accede al parco comune.
Depauperata di gran parte dei suoi tesori nel corso dell’800, la Certosa fu soppressa una prima volta nel 1807 e aperta durante la restaurazione, fu definitivamente chiusa nel 1866.
Nel giugno del 1982 è stata presa in consegna dal Ministero dei Beni Culturali ed ambientali.
L’ ordine dei Certosini
Costituiscono l’ordine religioso eremitico, fondato nel 1084 da San Brunone di Colonia. La preghiera vocale e mentale forma l’occupazione precipua dei certosini che vi dedicano lunghe ore del giorno e, pressoché, interamente la notte. Alle costumanze fondamentali della eremitica associano qualche esercizio dei cenobiti escludendo sempre qualsiasi ministero esteriore e praticano rigide penitenze fra cui l’astensione perpetua dai cibi grassi e un rigoroso silenzio.
Si applicano anche allo studio e ai lavori manuali; vivono in piccole celle separate; vestono rozza tonaca di lana bianca con cintura di cuoio e scapolare con cappuccio.
I padri certosini si recavano in chiesa due volte nel corso del giorno, per la messa conventuale, per i vespri ed una volta durante la notte per cantare il mattutino e le lodi. Per adempiere a questi uffici i monaci si ritrovavano nel coro, uno dei pochi momenti di incontro la cui solennità era sottolineata dalla imponenza della struttura e dagli elaborati motivi decorativi.