Le Fasi del Restauro

2- Smontaggio del mobile

Vediamo insieme come procedere per un corretto Smontaggio del mobile, tenendo conto che lo Smontaggio va effettuato solo se strettamente necessario.

Fonte: ha collaborato il restauratore Fabio del sito Il Restauro del Mobile

Di seguito, in questa Seconda Parte, vediamo insieme come procedere per un corretto Smontaggio del mobile, tenendo conto che lo Smontaggio va effettuato solo se strettamente necessario.

Nella Prima Parte, invece, abbiamo affrontato la fase del Disassemblaggio del mobile alla quale vi rimandiamo per una completa lettura.

Disassemblaggio

Focus:  Si descrive dettagliatamente come smontare correttamente un mobile, sottolineando l’importanza di farlo solo se strettamente necessario.

Esistono infinite varietà di mobili, sistemi costruttivi e tipi di legno utilizzati. Di conseguenza, esiste un’ampia gamma di possibili usure o danni: ogni intervento di restauro presenta specificità uniche, rendendo impossibile riassumere o semplificare operazioni come smontaggio, incollaggio, ricostruzione o riparazione.

Questa pagina si propone di trattare adeguatamente questa parte cruciale del restauro del legno, riguardante la cosiddetta “meccanica”, la “statica” di un mobile e la sua funzionalità. Un intervento di restauro riuscito è sempre preceduto da un’attenta osservazione e valutazione dell’ampiezza e dell’importanza del lavoro da svolgere.

Un aspetto fondamentale nel restauro è saper “comprendere” il mobile in questione e le sue condizioni generali. La prima valutazione riguarda lo stato delle strutture e delle carcasse di armadi, credenze, ecc.

Il principio base è quello di non separare le parti a meno che non sia strettamente necessario.

Se molti giunti sono completamente scollati, non si può evitare di intervenire, ma bisogna tenere presente che staccare parti incollate allenta sempre gli incastri, specialmente quelli a coda di rondine, e può causare ulteriori danni.
Smontare completamente un mobile richiede molto lavoro: non si tratta solo di separare e reincollare le parti, ma anche di rimuovere ogni residuo di colla vecchia.
È un vantaggio se la carcassa mostra solo scollamenti in alcuni giunti. L’intervento si limiterà all’applicazione di nuova colla calda. In altri casi, potrebbe essere necessario scollare parti ancora ben attaccate per poter agire su una specifica area del mobile.

Nello smontare un mobile, molto spesso ci si rende conto che i danni maggiori derivano da precedenti restauri non correttamente eseguiti o addirittura da interventi fatti da persone totalmente prive delle necessaria competenze.

In particolare, seri danni possono essere stati provocati dall’uso di collanti non adatti (Bostik e adesivi similari, silicone etc) e dall’utilizzo improprio di chiodi, conficcati nel vano tentativo di tenere unite parti che si erano scollate o in sostituzione di viti o cavicchi.

Quest’ultima pratica, mai sufficientemente deprecata, causa dei danni, sia nel momento in cui i chiodi vengono piantati nel legno, sia successivamente, quando si dovranno smontare i singoli pezzi, ragion per cui, prima di procedere nello smontaggio, onde limitare i danni, tali chiodi andranno individuati e tolti.

Si farà, inoltre, attenzione alla presenza di viti e cavicchi che, anche essi, possono essere più o meno nascosti.

Si dovranno inoltre esaminare attentamente quale siano i giunti, le unioni o gli attacchi che tengono uniti i vari pezzi.

Infatti, se questi vengono forzati nella maniera sbagliata o nel verso errato, possono rompersi.

Lo scollaggio.

Focus: Si spiegano le tecniche per scollare le parti del mobile, utilizzando vari liquidi e strumenti per facilitare il processo.

Generalmente, si smonta un mobile nelle sue componenti perché queste sono state malamente incollate a seguito del cedimento dell’unione originale. Tuttavia, può accadere che la scollatura sia solo parziale o che sia necessario distaccare anche parti incollate per poter riparare quelle scollate.

Il primo passo consiste nell’accertarsi dell’eventuale presenza di chiodi, viti o spine da rimuovere come descritto successivamente.

Fino ai primi decenni del XX secolo, nella costruzione di mobili si utilizzavano colle animali “a caldo”, disciolte dall’acqua calda e dal vapore. È possibile ottenere lo stesso risultato a freddo con l’alcool, anche se richiede più tempo. Per le colle viniliche, l’uso di acqua calda o alcool è possibile, ma il risultato è meno immediato.

Per rimuovere il Bostik e adesivi simili, il diluente nitro è abbastanza efficace.

Le spatole sono molto utili per inserirsi negli interstizi tra le superfici da scollare.

L’uso di siringhe comuni può essere utile, specialmente per iniettare il liquido direttamente all’interno di una cavità, come un canale o una mortasa.

Rimozione dei chiodi e delle viti

Focus: Vengono forniti metodi per rimuovere chiodi e viti senza danneggiare il legno, utilizzando strumenti specifici e tecniche precise.

Spesso, ciò rappresenta un problema serio, specialmente quando i chiodi sono stati inseriti in un giunto a tenone e mortasa che si è allentato nel tentativo maldestro di rafforzarlo (fig. 1). È frequente che la testa del chiodo si spezzi o che i chiodi abbiano una testa così piccola da non poter essere rimossi con un estrattore. In questi casi, sarà necessario adottare un metodo alternativo.

Tecnica di smontaggio del Mobile
Fig. 1
Tecnica di smontaggio del Mobile
Fig. 2

Per rimuovere i chiodi a testa piatta, si può utilizzare una cacciachiodi da tappezziere per sollevare il chiodo abbastanza da poterlo afferrare con delle tenaglie (fig. 2). Utilizzando le tenaglie, si dovrà fare attenzione a interporre un pezzetto di compensato per non danneggiare il legno circostante il chiodo. Con uno scalpello semicircolare, si scaverà una piccola fossa intorno al chiodo, poi si proverà ad afferrarlo con la punta di una tronchesina (fig. 3) e, facendo leva, si cercherà di estrarlo.

Tecnica di smontaggio del Mobile Fig. 3Tecnica di smontaggio del Mobile Fig. 4

Se risulta impossibile rimuovere un chiodo spezzato o troppo duro, è possibile scavare il legno circostante con una trivella fatta su misura, da applicare al trapano. Questo strumento può essere creato da una comune chiave a tubo, come una 6/7 (fig. 4-a). Si inizia modellando l’esterno dell’estremità da esagonale a circolare (fig. 4-b), poi, utilizzando una sega per metallo e una lima triangolare, si formano tre dentini sul bordo, distanziati di 60° l’uno dall’altro (fig. 4c). Potrebbe essere necessario “temperare” l’estremità, cioè ammorbidirla tramite riscaldamento e raffreddamento lento, per cui basta un comune fornello da campeggio.

Successivamente, si indurisce l’utensile tramite tempra, riscaldandolo fino al “color rosso” e raffreddandolo velocemente in olio o acqua.

L’uso di questa trivella permette di realizzare un foro di circa 10mm di diametro intorno al chiodo, facilitandone l’estrazione. Naturalmente, il foro dovrà essere poi chiuso con un tassello dello stesso diametro.

Quando è necessario rimuovere chiodi non accessibili con le tenaglie, può essere essenziale segarli, se possibile. Si prende la lama di una sega per metallo e si utilizza senza il telaio. Si fa spazio tra i due elementi inchiodati, separandoli leggermente con uno scalpello quanto basta per far passare la lama. Poi si impugna la lama con un guanto da lavoro o avvolta in un panno e si sega il chiodo. Esistono anche manici specifici per impugnare la lama della sega a questo scopo.

Quando è necessario smontare parti di un mobile, è essenziale esaminare prima il sistema di assemblaggio e marcare le parti per assicurarsi di rimontarle correttamente senza errori, comprendendo l’ordine di separazione. È possibile che una sezione non si possa rimuovere finché non si è rimossa un’altra. L’uso di fotocamere digitali può facilitare la documentazione del processo.

Prima di tutto, è consigliabile utilizzare coperte o cartoni per appoggiare il mobile durante lo smontaggio, per prevenire graffi o danni.

Durante lo smontaggio, alcuni pezzi possono staccarsi facilmente, mentre per altri potrebbe essere necessario applicare più forza, magari battendo leggermente con un mazzuolo di gomma o di legno (vedi figura 5).

Se si utilizza un martello, è importante interporre un pezzo di legno per non danneggiare il mobile.

Tecnica di smontaggio del Mobile

Fig. 5

Tecnica di smontaggio del Mobile
Fig. 6
Tecnica di smontaggio del Mobile


Fig. 7

L’uso di cunei di legno può essere utile per inserirli tra i pezzi da separare, così come l’impiego di vecchi scalpelli e lame di pialle per fare leva (fig. 6).

Se il mobile ha elementi particolarmente delicati che potrebbero danneggiarsi a causa dei contraccolpi dello smontaggio, è necessario “ingessarli”, come si esprime nel linguaggio tecnico. Questo processo prevede di posizionare la parte da proteggere tra due listelli o tavole, fissandoli insieme con degli strettoi (fig. 7).

Nel caso in cui siano presenti cavicchi, questi devono essere rimossi in anticipo. Se sono stati realizzati a mano, è preferibile estrarli intatti, numerarli e poi reinserirli nella loro posizione originale una volta terminato il lavoro.

Per le giunzioni angolari con tenoni ridotti o trapezoidali, è importante ricordare che possono essere smontate solo in una direzione. Questo vale anche per tutte le giunzioni a coda di rondine.

Tecnica di smontaggio del Mobile
Fig. 8
Tecnica di smontaggio del Mobile
Fig. 9
Tecnica di smontaggio del Mobile

 Fig. 10

Quando si trovano cunei utilizzati per rinforzare (Fig. 8 e Fig. 9), se non è possibile rimuoverli direttamente, bisogna estrarre il più possibile il tenone e successivamente tagliarlo di qualche millimetro proprio in corrispondenza della spalla (fig. 11).

Tecnica di smontaggio del Mobile

Fig. 11

quindi, inserendo un cacciavite tra il montante e  la spalla, si provocherà il distacco di di una piccola parte del tenone; ciò consentirà, durante lo sfilamento, di preservarne intatta la restante parte. Ovviamente, il tutto potrà essere successivamente reincollato.

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