25 – Cinque minuti di Antiquariato: Giuseppe Maria Bonzanigo
Giuseppe Maria Bonzanigo nella sua lunga attività a corte ebbe sostanzialmente il ruolo di “maȋtre sculpteur” che disegnava ed eseguiva le decorazioni intagliate e scolpite sui mobili.
Fonte: Sergio Salomone collaboratore esterno della ditta Studio Laboratorio di Antichità s.a.s.
Giuseppe Maria Bonzanigo nato ad Asti il 6 settembre 1745, appartiene a famiglia di intagliatori in legno e costruttori d’organo; l’origine della famiglia è probabilmente lombarda o ticinese, stabilitasi in Piemonte nel XVIII secolo.
La prima formazione avviene presumibilmente in ambito dell’impresa paterna, poi la probabile parentela con Pietro Piffetti, lo porterà presso la di Lui bottega.
Nei conti della Real Casa di Torino, compare per la prima volta nel 1773; l’anno dopo entra a far parte della Compagnia di San Luca: l’Accademia dei Pittori, Scultori e Architetti di Torino.
Fu tra i protagonisti, nel suo ambito, della scena culturale subalpina e italiana fra Sette e Ottocento. La sua produzione, con centinaia di opere realizzate nell’arco di quasi sessant’anni di attività, va dai prestigiosi mobili per la corte sabauda alle micro sculture per l’aristocrazia e la borghesia torinese.
L’attività di Giuseppe Maria quale intagliatore di ornati lignei e mobiliere si colloca, come già detto, a partire dal 1775, mentre nel 1787 una regia patente lo nominò scultore in legno di Vittorio Amedeo III di Savoia; ricoprirà questa funzione fino all’invasione francese del Ducato nel 1796.
Negli anni ‘80 Bonzanigo fu direttamente coinvolto nell’architettura degli interni, a capo di una bottega ben organizzata e impegnata nel Palazzo Reale di Torino e nelle residenze di Moncalieri, Stupinigi, Rivoli e Venaria.
Grande fama il Bonzanigo l’ottenne nella produzione delle microsculture, spesso rappresentanti veri e propri ritratti. La notorietà dell’intaglio minuto si consolida nell’ultima parte del Settecento, durante la fioritura dell’arte Ancien Règime in Piemonte.
Durante la dominazione francese il Bonzanigo lavora per Napoleone e l’Imperatrice Giuseppina. Con la caduta di Napoleone e il ritorno della famiglia Savoia, riprenderà le sue funzioni di ebanista reale.
Nei suoi lavori Bonzanigo conferma la dichiarata adesione al gusto francese Luigi XVI, che nei mobili intagliati e scolpiti degli anni Settanta si rifà, secondo l’imperante gusto neoclassico, al repertorio ornamentale antico (ovoli, perlinature, greche, trofei, falci, faretre, rosoni, foglie d’acanto e d’alloro, festoni vegetali). Nella sua lunga attività a corte ebbe sostanzialmente il ruolo di “maȋtre sculpteur” che disegnava ed eseguiva le decorazioni intagliate e scolpite sui mobili, secondo modelli più o meno direttamente ispirati ai repertori degli ornamentisti, che tanta parte ebbero, soprattutto nel Settecento maturo, nella formazione e nella diffusione di quello che a Parigi era definito il “nouveau gout”, con la frequente aggiunta dell’espressione “à la grecque”. Per gli esemplari di maggior pregio Bonzanigo seguiva le varie fasi di lavorazione del pezzo da parte di artigiani diversi e per alcuni modelli di corte preparava modelli a cera, creta, legno che venivano mostrati al committente, diventando, una volta approvati, punto di riferimento per la realizzazione del lavoro.
Con la caduta di Napoleone e il ritorno della famiglia Savoia, riprenderà le sue funzioni di ebanista reale. Si spegne a Torino il 18 dicembre 1820.
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