29 – Cinque minuti di Antiquariato: Rembrandt Bugatti
Rembrandt è figlio di Carlo Bugatti, diventa già in tenera età uno scultore affermato, le Sue pregevoli opere ne esprimono la grande travagliata, sensibilità
Fonte: Sergio Salomone collaboratore esterno della ditta Studio Laboratorio di Antichità s.a.s.
Figlio cadetto di Carlo Bugatti, di cui abbiamo parlato nella puntata n.13, Rembrandt è nato a Milano il 16 ottobre 1884, circa tre anni dopo il Suo celebre fratello Ettore, fondatore della famosa casa produttrice di automobili.
Fu Suo zio, Giovanni Segantini che scelse per Lui, come portafortuna, il nome del famoso pittore seicentesco.
Dal 1896 il ragazzo lavora metallo e legno presso il laboratorio di Suo padre e impara i rudimenti del mestiere.
Si racconta che un giorno del 1899, Carlo Bugatti e il Suo amico, lo scultore Troubetzkoi, scopersero nell’atelier di famiglia una scultura in creta, celata sotto ad un panno inumidito, rappresentante un contadino nell’atto di condurre tre mucche. Il suo autore, di appena 14 anni, è ovviamente Rembrandt, alle prese con la prima opera conosciuta. Su insistenza di Troubetzkoi, Rembrandt entra all’Accademia di Brera, dove rapidamente acquisisce la reputazione di artista di talento.
Nel 1903 Rembrandt espone alla Biennale d’Arte di Venezia e successivamente a Torino e a Milano.
Fortemente attirato dalla Francia e dall’influenza artistica di Parigi, lo stesso anno Carlo Bugatti assieme alla moglie Teresa e al figlio Rembrandt, lascia l’Italia per aprire un atelier nella capitale francese.
A 19 anni Rembrandt è membro della Società di Belle Arti di Parigi, e frequenta regolarmente, per trarne ispirazione, il “Jardin des Plantes” e l’annesso Zoo. Contattato da Adrien-Aurelién Hébrard dell’omonima Galleria, Rembrandt fa la Sua prima esposizione parigina, presentando una trentina di sculture in gesso. Il quotidiano “Le temps” si occupa e promuove le opere di Rembrandt e Monsieur Hébrard anche proprietario di una fonderia d’arte, mette a disposizione i Suoi tecnici per la fusione a cera persa delle Sue opere.
La perfezione delle fusioni realizzate dall’atelier Hébrard è senza pari e ai nostri giorni ineguagliata: le opere di Rembrandt Bugatti saranno progressivamente editate mediamente in una dozzina di esemplari ciascuna, alcuni pezzi saranno unici e altri, particolarmente richiesti, prodotti in più di trenta esemplari. E’ l’inizio di una lunga collaborazione che sfocerà nel luglio 1905 in un contratto di esclusiva.
Il 1904 è l’anno in cui Rembrandt crea la scultura “Eléphant dressé jouant” che sarà fusa in argento e, leggermente modificata, utilizzata venti anni dopo dal fratello Ettore, per il tappo del radiatore della celebre Bugatti Royale. Tutte le Sue sculture ottengono grande successo come al “Salon de la Société National des Beaux-Arts”, ove Rembrandt sarà presentato ogni anno fino al 1916.
Nel 1905 è per la prima volta al “Salon d’Automne”. Ormai maggiorenne a Parigi frequenta celebrità come Modigliani, Guillame Apollinaire e André Derain. Il suo bronzo “Dieci Minuti di Riposo” è premiato con il primo premio all’esposizione di Milano.
Avendo ricevuto un invito dalla Reale Società di Zoologia di Anversa, nel 1907 parte per il Belgio, ove questa istituzione accoglie ogni anno giovani scultori, organizzando esposizione e vendita delle loro opere. Gli viene concesso di portare gli attrezzi e lavorare liberamente nel giardino zoologico della città, allora il più grande zoo d’Europa. Si fermerà in Belgio 7 anni.
In questo periodo Rembrandt espone, nel 1908 e 1910, le sculture al Salone di Primavera di Bruxelles e nel 1909 al Salone di Liegi. A Natale dello stesso anno, Rembrandt che soffre di tubercolosi, si riunirà a tutta la famiglia in Alsazia, nella nuova casa di Ettore, definitivamente stabilitosi a Molsheim.
Nel 1911 a 26 anni viene nominato Cavaliere della Legion d’Onore; presso Hébrard dove si reca spesso per seguire la lavorazione dei suoi bronzi, conosce Pablo Picasso, Max Jacob, Maurice de Vlaminck e il celebre critico d’arte André Salmon.
La sua particolare eleganza, i vestiti sono da Lui stesso ideati e disegnati, e il suo distinto portamento, gli valgono il soprannome di l’Americano. La vita dispendiosa, gli esborsi per gli abiti e la Sua generosità nei confronti degli amici gli faranno conoscere difficoltà finanziarie, praticamente ininterrotte, fino alla fine della vita.
Nel 1914 la prima esposizione americana a New York.
Nel periodo della I guerra mondiale, non potendo essere arruolato perché straniero, Rembrandt aderisce come volontario alla sezione Belga della Croce Rossa di stanza presso lo Zoo, dove le autorità avevano deciso di sterminare gli animali nell’imminenza della guerra, circostanza questa che produrrà in Lui un profondo turbamento, mai sanato.
La città di Anversa lo nominerà cittadino onorario per la condotta eroica durante i bombardamenti. Sopraffatto dagli orrori della guerra, verso la fine del 1914 parte per l’Italia per poi tornare a Parigi dove si installa in un atelier di Montparnasse.
L’8 gennaio 1916, Rembrandt Bugatti si suicida avvelenandosi con il gas. Lo si trova nel Suo atelier agonizzante disteso sul letto, vestito in modo irreprensibile. Un mazzetto di violette e due lettere, sono appoggiate sul comodino: una per il commissario di polizia del quartiere e l’altra per suo fratello Ettore.
La Stampa parigina così reagisce alla scomparsa del giovane artista: “Il grande scultore italiano Rembrandt Bugatti, membro della Legion d’Onore, è morto a Parigi in circostanze particolarmente dolorose. (…) La scomparsa di questo artista di 30 anni, nobile e scrupoloso, addolorerà tutti quelli che hanno apprezzato il vigore e l’originalità del Suo ammirevole talento (…).
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