AntiquariatoAntiquariato e storiaIl Falsario

38 – Cinque minuti di Antiquariato: André Mailfert

André Mailfert Uomo di lettere, pittore, ma soprattutto ebanista, fabbricò copie di mobili con una perfezione che ingannò gli esperti.

Fonte: Sergio Salomone collaboratore esterno della ditta Studio Laboratorio di Antichità s.a.s.

Vediamo dunque, a grandi linee, chi era André Mailfert. Per chi desideri approfondire la figura di questo personaggio, rimando alla lettura del libro: “Nel Paese degli Antiquari” del quale ho curato la traduzione e la pubblicazione.

Quest’uomo, dalla elastica moralità, sono convinto che risulterà simpatico anche a Voi.

André Mailfert era nato a Parigi nel 1884. nell’XI distretto, il padre era ispettore assicurativo.

Nell’adolescenza ha un periodo di formazione presso un maestro vetraio ad Angers, ma, per un colpo di testa, come afferma lui stesso, a 18 anni si arruola nel diciannovesimo reggimento di fanteria a Brest.

La carriera militare non gli si confà, nel 1904 stabilitosi a Orléans, acquista un laboratorio di doratura con annessa esposizione al n.73 di Rue Royale, contraendo un corposo debito che in un modo o nell’altro riuscirà, nel tempo, a pagare. Proprio in tal laboratorio, come racconta nel libro di confessioni, inizia la sua attività di falsario.

Quattro anni dopo dà in gerenza questa attività e aiutato da un prestito, prende in locazione un importante palazzo rinascimentale detto di “Franҁois I°”, al n.26 di Rue Notre-Dame-de-Recouvrance, precedentemente occupato da una distilleria a vapore e da un commerciante di alimentari.

Qui l’avventura di André Mailfert si svilupperà rapidamente.

Il periodo è favorevole, i nuovi ricchi aspirano ad un certo lustro e mentre una piccola parte di essi si rivolge alla produzione contemporanea -quali: Liberty e Decò-molti altri, intendendo ricreare ambienti con le più belle vestigia delle epoche passate, si rivolgono massicciamente verso lo Stile Luigi XV, Luigi XVI, Direttorio o Impero, molti ricercando pezzi originali.

In tutto questo si inserisce con cultura e ingegnosità, capacità di osservazione e abile messa in scena, André Mailfert.

Essendo gli affari in rapida espansione, sempre nel 1908, si sposa con Marthe Marie Gosma, figlia del cassiere capo della stazione ferroviaria di Orléans; dall’unione nasceranno due figli: Bernard, a Orléans il 15 luglio 1915 che morirà a 95 anni il 21 aprile 2011 a Crétel nella Marna; e Denise venuta alla luce nel 1922. Di entrambi i figli, al momento, non siamo riusciti ad acquisire altre notizie.

Allo scoppio della Prima guerra mondiale, gli ateliers vengono chiusi, e in una cerimonia di commiato, André offre champagne a tutti i dipendenti riuniti.

Mailfert si arruola nell’aviazione. Guadagnerà delle citazioni, una medaglia militare e verrà nominato Cavaliere delle Legion d’Onore. Le autorità militari scrissero: “Dotato di colpo d’occhio ed entusiasmo, si è particolarmente segnalato il 31 marzo 1915. Il 15 aprile ha dato prova di grande qualità di sangue freddo portando a buon fine un bombardamento, sotto il tiro della contraerea nemica. Ha dato un indispensabile aiuto al suo pilota, gravemente ferito, indicandogli la direzione da seguire, e il luogo dove atterrare…”

Ferito alle gambe al ritorno di una missione, verrà riformato. André passa circa un anno in ospedale per curarsi delle ferite.

A seguito di questa esperienza pubblicherà un poema in versi dedicato all’aviazione: “Les Aigles”.

Rientrato ad Orléans rimetterà in pista la sua impresa che nel dopo guerra vivrà i momenti migliori.

Grandi sono anche le sue ambizioni artistiche, nel 1923, fu tra i fondatori della Società degli Artisti di Orléans, che gli permise di esporre durante le varie manifestazioni, oli ed acquerelli, alcuni raffiguranti le vie di Orléans dell’epoca e altri, paesaggi della Savoia. Collaborò con la rivista “Le Grenier” pubblicando poesie.

Nel 1924 creò una società per azioni con un capitale di 1.000.000 di franchi, degli uffici a Parigi e una fabbrica con 150 operai, in un vecchio cinema, l’Eden, nei pressi del palazzo detto di “François I°”, in Rue Notre-Dame-de-Recouvrance n.21.

C’era un clima di euforia, gli ordinativi affluivano numerosi da Francia ed il resto del mondo. Tuttavia, nel 1927, la società venne messa in liquidazione. Ma questa vicenda si concluse senza danni particolari e l’attività potette esser ripresa grazie ad ordinativi in portafoglio ammontanti ad un milione di franchi.

Il 22 giugno 1928, un incendio devasta i laboratori, secondo il giornale “Le Répubblicain Orléanais”, in soli 20 minuti.

Tutto ciò non altera minimamente il dinamismo di Mailfert che ne approfitta per ricostruire con concetti più moderni gli ateliers.

Nel 1930, la cifra d’affari annuale si attestava intorno ai 4.900.000 franchi; i clienti affluivano dall’Inghilterra, Germania, Danimarca, Svizzera e dagli Stati Uniti. In Francia, André Mailfert lavorava per le più grandi case di arredamento, quali: Mercier, Gouffé, Spade… e con una lavorazione e finitura particolari per grandi antiquari come Jansen o Arnold Seligman.

Ma la crisi americana del 1929, sbarca anche in Europa e gli affari crollano. Nel 1932 per cercare di dare nuovo impulso agli affari, Mailfert afferma, totale frutto della sua fantasia, di aver riscoperto un grande ebanista del passato un certo François Hardy, fondatore della Scuola della Loira. Sono mobili vagamente di Stile Reggenza caratterizzati da eleganza ma grande economia esecutiva, cosa che permette di offrirli a prezzi adeguati al grave momento di crisi.

Vengono, se così possiamo dire, “riscoperti” disegni eseguiti dal maestro e addirittura un suo ritratto su tela, abilmente eseguito dallo stesso Mailfert, modificando un ritratto d’epoca di un abate. Una complessa storia sull’importante scoperta storica viene messa a punto e divulgata con conferenze anche trasmesse alla radio e articoli di giornale; tutta la Francia viene a conoscenza del nome del grande ebanista François Hardy.

Sull’onda di tale importante pubblicità Mailfert prepara un catalogo con i mobili ispirati dai disegni del grande maestro, proponendoli come riproduzioni di stile; va però da sé che molti antiquari si mettano alla ricerca dei mobili antichi riferentesi alla “École de la Loire” e non potendo certo trovarli perché inesistenti, si rivolgano a Mailfert per ottenere pezzi antichi “originali”.

Mailfert raccolse poderosi ordinativi da tutta la Francia e ciò permise di vendere la società, di nuovo sottoposta a liquidazione, a prezzi di maggior soddisfazione. L’impresa Mailfert venne venduta alla società Lepley et Amos e continuo a produrre ancora per molti anni mobili in stile sotto la denominazione Mailfert-Amos.

In quest’epoca Mailfert ha 50 anni. Dopo il divorzio con Marthe Marie Gaume, si era risposato con una certa signorina Prat. Un secondo divorzio gli permise di sposare M.me Morand che dopo un breve periodo morirà in un incidente stradale.

Nel 1934 si risposa a Parigi con M.me Prat. Si stabilirà prima a Peyrus e successivamente a Castellane. Dove, colpito dalle bellezze naturalistiche delle Gole del Verdon, organizzò campagne turistiche per metterle in risalto e divenendo il pittore ufficiale di questa regione.

Nel frattempo nel gennaio 1935 e non prima di aver portato a termine la liquidazione della sua impresa, pubblica il libro, scritto nel 1929, “Au Pays des Antiquaires – Confidences d’un maquilleur professionel”

Da me tradotto, il libro: “Nel Paese degli Antiquari – Confidenze di un Falsario di Professione”, è ora disponibile, finalmente nella nostra lingua e lo si può trovare in vendita su Amazon sia in formato digitale che cartaceo. Il libro di Mailfert, oggetto di diverse ristampe, fu un grande successo editoriale.

André Lucien Mailfert aveva molto giocato con la vita: il 27 aprile 1943 alle sette di sera, a soli 59 anni, vegliato dalla seconda, nonchè quarta moglie, morì, fulminato da una crisi cardiaca.

Vedi tutti gli articoli di Sergio Salomone

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.

Translate »