Senza documenti certi, si narra che questo particolare tipo di pane sia nato a Torino nella prima metà dell’Ottocento.
Piero Pantoni fu l’ultimo Boia della storia torinese. A quell’epoca il suo stipendio era di 2.000 lire all’anno, cifra considerevole se la si confronta con quella di un professore universitario che guadagnava appena la metà.
La popolazione in genere e i vicini di casa non vedevano di buon occhio questa occupazione, e a tal proposito, ad esempio, i panettieri porgevano, a Lui e alla sua famiglia, in segno di disprezzo, il pane capovolto. Lamentatosi il Boia con l’Autorità per questo trattamento, venne emanato un provvedimento che proibiva ai fornai tale pratica. Questi ultimi non si diedero per vinti e per aggirare tale disposizione, idearono un pane con la forma di un mattone, di cui non si potesse individuare il sopra o il sotto.
