Arte&Dintorni

Restauro di oleografia di Madonna con Bambino

Restauro di un arazzo rappresentante “Madonna con Bambino” dimensioni 60×100 cm. Tipo di restauro ligneo-tessile.

Fonte: Restauratrice Cristina Vecchi

In questo contesto la Madonna con Bambino è la classica madre amabilis a mezzo busto con veste rossa e abito azzurro con il bambino vestito in braccio alla sua destra inseriti in un classico paesaggio

L’ ARAZZO oleografìa [comp. di oleo- e -grafia]. È un procedimento di stampa di tipo cromolitografico, diffuso nella seconda metà dell’Ottocento, impiegato per ottenere la riproduzione di un dipinto a olio che risultasse simile all’originale grazie all’uso di una carta sulla quale era preventivamente impressa un’impronta che simulava la trama della tela, poi veniva impresso il soggetto.

Tecnica usata per le riproduzione d’arte, opere pittoriche, liriche, devozionali con la Madonna e Bambino, Ultima cena, Sacro cuore, abbellite con passamaneria decorativa per essere appeso con asta in ottone come sopra letto.          

In uso presso le famiglie nel 900 per poter ammirare con spesa modesta un’opera. In alcuni casi troviamo anche la firma dell’artista. Considerati molto nei ricordi affettivi e poco dal mercato antiquariale.

Come evidente dalle foto è presente nell’opera una massiccia presenza di animali xilofagi che nell’insieme non hanno intaccato la parte tessile (passamaneria decorativa) applicata con cucitura a macchina.

Questo Intervento antitarlo avviene in metodo simultaneo ma diversificato in quanto la parte lignea richiede un trattamento mentre il tessile un altro. Inizio nella parte lignea, con una accurata pulita dello sporco superficiale con miscela di acqua demineralizzata-solvente per proseguire attraverso iniezioni al trattamento antitarlo in questo caso obbligatorio. Il trattamento prevede una durata da una a tre settimane, dipende dal tipo di legno trattato dal suo stato conservativo e dalla sua umidità. Con i suoi componenti oleosi e permetrina il prodotto dà sostanza al legno combattendo gli insetti e animali xilofagi. Trascorso il tempo del trattamento l’oggetto viene pulito con sostanze che permettano di agire in modo approfondito ma delicatamente senza intaccare la verniciatura, usando sempre un miscela di liquidi preventivamente testata con campioni di pulitura.                                                                                                         

Il passo successivo è la stuccatura delle lacune, con stucco bianco da legno unito a colore in polvere dove poi la tinta dello stucco è accompagnata a quella del legno con l’acquerello. In fine una bella verniciatura trasparente lucida sintetica a pennello (come da tradizione per cornici di questo periodo anni ’80-’90).

La parte tessile nel frattempo è stata anch’essa sottoposta separatamente a trattamento sempre con un prodotto a permetrina steso a pennello ma meno concentrato. In quanto per un discorso di equità, se qualche animaletto fosse annidato nel tessuto nel momento in cui le due parti verranno riunite, esso si sposterebbe tranquillamente al legno e in quel caso l’intervento si andrebbe ad annullare.                                   

La fase successiva prevede la ripresa ago-filo delle lacune presenti nei bordi con un filo cotone in tinta. Proseguo con la pulitura, facendo prove campione in piccole zone usando una miscela di acqua demineralizzata alcol isopropilico ammoniaca in percentuali variabili a seconda del tessuto dove intervengo. Il ritocco delle lacune con colori per tessuto, una spazzolatura generale della passamaneria tutt’attorno e una stiratura generale solamente dal retro portano l’intervento tessile a compimento. Verniciato con protettivo finale damar applicata con pistola a spruzzo.

Viene poi ricollocato nella cornice.

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