Arte&Dintorni

Il ventaglio realista

Il ventaglio “realista” o “monarchico” inneggia apertamente al Re ed alla sua famiglia e, soprattutto, quando egli e’ ancora in vita.

Anna Checcoli

Fonte: dott.ssa Anna Checcoli

Ventaglio Realista

Focus: Questo ventaglio, unico nel suo genere, celebra apertamente il Re Luigi XVI e la sua famiglia, con incisioni e scritte che esortano Dio a salvarli.

Questa volta trattiamo di un ventaglio assai raro, cosiddetto “Realista”,o “Monarchico”. La sua peculiarità’ consiste nel fatto di essere unico nel suo genere, e di distinguersi da tutti quelli appartenenti a questa tipologia perché inneggia apertamente al Re ed alla sua famiglia e, soprattutto, quando egli è ancora in vita.

Gli esemplari conosciuti di norma svelano le figure dei reali guardandoli controluce, o aprendoli in parte, sfruttando giochi di immagini apparentemente innocue.

Caratteristiche

Focus: Realizzato in Francia, ha una montatura in palissandro, una placca in avorio, venti stecche e una pagina doppia in garza color vinaccia.

In questo caso il ventaglio è di fattura francese, ha montatura in palissandro, una placca in avorio coprente il rivetto, venti stecche (18 + 2) e misura della guardia di cm.27,5 (ampiezza max. cm.51).

La pagina è doppia, in garza color vinaccia, con l’applicazione al centro di un medaglione in carta incisa alla maniera nera o mezzo tinto, rappresentante Luigi XVI, Maria Antonietta ed il delfino Louis-Charles, con la scritta: “DOMINE SALVUS (sic) FAC REGEM,REGINAM ET DELPHINUM”. L’autore dell’incisione è Aubin de Saint Augustin, incisore del re, della famiglia dei Saint-Aubin, tutti incisori e disegnatori. Egli nacque a Parigi il 3 gennaio 1736 ed ivi morì il 9 novembre 1807. Fu ricevuto all’Accademia Reale di pittura nel 1775. Da notare che l’incisione sul ventaglio si presenta rovesciata e con l’aggiunta della scritta, di un drappo gigliato e di due corone, mentre il re indossa il “cordon bleu” con la croce dell’Ordine di Santo Spirito, il cui scopo era di proteggere il sovrano in quanto sacro.

Il fronte è ricamato con paillettes che rappresentano i gigli di Francia e con la scritta: ”TOUT PUISSANT JE L’AIME MALHEREUX JE L’ADORE.DOMINE SALVUM FAC REGEM”(O Onnipotente, io l’amo, sfortunato, io l’adoro. Signore, salva il Re).

Il tenore delle scritte ci fa dedurre con certezza che quando il ventaglio fu creato tutta la famiglia fosse ovviamente ancora viva, vista l’esortazione a Dio di salvarli. La natura dell’invocazione, così accorata, così intima e diretta, ci fa altresì pensare che il ventaglio sia appartenuto a qualcuno molto vicino al Re, se non addirittura a Maria Antonietta o alla sorella minore di Luigi XVI°, Elisabeth Philippine Marie-Hélène de Bourbon.

Storia

Focus: Probabilmente prodotto nella boutique di Madame Despeaux a Parigi, è stato creato quando tutta la famiglia reale era ancora viva.

È importante considerare che, oltre alla fuga generale dei nobili dalla Francia, anche i fratelli di Luigi XVI si rifugiarono in Inghilterra, dove organizzarono una resistenza monarchica contro i rivoluzionari. È un’opinione diffusa che ventagli con tali caratteristiche fossero prodotti in Inghilterra; però, posso confermare che questo esemplare specifico fu realizzato in Francia, probabilmente nella boutique di Madame Despeaux in Rue de Gramont a Parigi, come indicato da Blondel, che fa riferimento a un annuncio sul “Journal des Hommes libres de l’an IV°” (1796), dove si afferma che tali ventagli erano tra i più esclusivi e costosi. ( Vedi anche: “Autant en porte le vent – Eventails, histoire du gout” – pag.66 n°77). L’equivoco, secondo me, è sorto dalla circostanza che tale M.me Despeaux trasferì la sua attività in Inghilterra in seguito all’esodo dei nobili dalla Francia.

Contesto Storico

Focus: Luigi XVI e Maria Antonietta furono figure centrali durante la Rivoluzione Francese, con la loro tragica fine che ha segnato la storia.

Luigi XVI, nato a Versailles il 23/8/1754 e morto a Parigi il 21/1/1793,fu Re di Francia dal 1774.Nipote di Luigi XV, era figlio del delfino Luigi e di Maria Giuseppina di Sassonia. Alla morte del padre nel 1765 divenne delfino a 11 anni e Re di Francia con il nome di Luigi XVI. Nel 1770,sedicenne,sposo’ Maria Antonietta, quindicenne, figlia dell’Imperatore Francesco 1° e di Maria Teresa d’Austria. Ella nacque a Vienna il 22/11/1755 e mori’ a Parigi il 16/10/1793.

Fin dall’inizio M.Antonietta suscitò scarsa simpatia presso i sudditi, sia perché era straniera, sia per la sua frivolezza. Allo scoppio della Rivoluzione si schierò con la nobiltà’ più intransigente e reazionaria, spingendo il marito ad opporsi ai rivoluzionari più moderati, come Mirabeau e Lafayette. Luigi XVI ebbe tre figli: Maria Teresa Carlotta, poi più nota come Madame Royale; Luigi-Giuseppe(l’erede al trono che morirà’ a soli 8 anni nel 1789,un solo mese prima dello scoppio della Rivoluzione francese) e Luigi-Carlo che, alla morte del fratello diverrà’, a quattro anni, il nuovo delfino di Francia.

Quando Luigi sposò M.Antonietta, la Francia era già gravata da debiti ed impoverita. Egli cercò di ridurre le tasse e di introdurre riforme, ma aveva un carattere troppo debole per fronteggiare la resistenza della nobiltà. A differenza dei suoi predecessori, non ebbe la fortuna di vivere un’epoca di prosperità, ma si isolò e si allontanò dai veri problemi dello stato. Passarono da finanziari a ideologici, e l’ostilità continuò a crescere, alimentata dalla connessione tra borghesia e popolazione, che aspirava a sviluppare una politica economica adeguata ai tempi della rivoluzione industriale, già iniziata in Inghilterra.

La Rivoluzione

Nel 1788 Luigi convocò gli Stati Generali. Riuniti con i loro “Cahiers de Doleances” si trasformarono in Assemblea Nazionale Costituente. Il Re tentò di opporsi, poi di corrompere i deputati. Alla fine, la notte fra il 20 e il 21 Luglio 1791,fuggi’ con tutta la famiglia.Fu arrestato e portato a Parigi, ma l’Assemblea lo salvò, permettendogli di diventare Re Costituzionale. Il Re aveva giurato fedeltà alla nuova Costituzione, ma in segreto continuava a opporsi alla rivoluzione. Per questo fu accusato di tradimento e imprigionato nel Tempio con la moglie e i figli. La Repubblica venne proclamata il 21 settembre 1792 e lui fu processato e ghigliottinato il 21 gennaio 1793.Pronunciò con voce ferma la frase: “Popolo, muoio innocente”.

M.Antonietta fu giustiziata il 16 Ottobre. Il piccolo Luigi-Carlo e Madame Royale restarono prigionieri del governo rivoluzionario. Madame Royale otterrà poi la liberta’ grazie ad uno scambio di prigionieri con l’Austria, mentre per il bambino le cose sono più difficili. Con la morte del padre, il delfino e’ ormai diventato Luigi XVII,un prigioniero piccolo e ingombrante per gli uomini del sanguinario Robespierre. Ufficialmente, fu la tubercolosi a togliere dall’imbarazzo gli uomini della Rivoluzione. Fu questa, sembra, la causa di morte del bambino-re,l’8 Giugno 1795.Ma da quel giorno e’ iniziato un giallo storico, ancora irrisolto dopo due secoli. Il mancato ritrovamento del corpo di Luigi XVII ha alimentato varie storie,fra le quali quella che fosse stato fatto sparire dai rivoluzionari o che fosse riuscito a fuggire.

La Restaurazione

Resta il fatto che, caduto Napoleone, la Francia vide tornare un Borbone sul trono. Il nuovo Re era fratello di Luigi XVI, e zio di Luigi XVII.E visto che del nipote ufficialmente non si sapeva nulla, preferì farsi chiamare Luigi XVIII.

Luigi XVIII ebbe vari scontri con il Duca di Berry, Carlo Ferdinando d’Artois, cugino di Luigi XVII, di cui era più grande di sette anni. Egli era fratello di Luigi-Antonio di Borbone Duca d’Angouleme e della piccola Contessa d’Artois, poi detta Mademoiselle.

Il Duca di Berry sostenne favorevolmente le ragioni di un certo Carlo-Guglielmo Naundorff, che nel 1818 cerco’ di dimostrare di essere Luigi-Carlo di Borbone. Potrebbe essere che anche Luigi XVIII nutrisse dei sospetti sulla sopravvivenza del nipote, ma aveva valide ragioni per rimanere in silenzio: il suo trono avrebbe potuto essere in pericolo. E forse per lo stesso motivo, il Duca di Berry fu definitivamente ridotto al silenzio, assassinato all’uscita del teatro il 13 febbraio 1820, a Parigi.

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