Restauro degli strumenti Musicali
Il restauro degli strumenti musicali, come tutta la storia del restauro, è stato segnato da numerosi cambiamenti di opinione, ripensamenti e radicali rivoluzioni che hanno modificato profondamente, nel tempo, i concetti, la filosofia e, naturalmente, le tecniche di restauro.
Il Restauro degli strumenti Musicali
Fonte: Spada Francesco
Il restauro degli strumenti musicali, come tutta la storia del restauro, è stato segnato da numerosi cambiamenti di opinione, ripensamenti e radicali rivoluzioni che hanno modificato profondamente, nel tempo, i concetti, la filosofia e, naturalmente, le tecniche di restauro.
Gli strumenti musicali sono delle opere d arte singolari: essi uniscono alla bellezza estetica, la ricchezza dei materiali, l’abilità tecnica del costruttore e la capacità di produrre suoni. Per gli strumenti si pongono quindi tutte le consuete problematiche del restauro delle opere d arte ed in più il problema del recupero della possibilità di produrre i suoni, caratteristica imprescindibile degli strumenti musicali. Per fare il punto delle varie posizioni attualmente più accreditate in tema di restauro organologico mi è sembrato utile attingere anche agli atti del congresso sul restauro della spinetta ovale di Bartolomeo Cristofori svoltosi a Firenze il 21 e 22 ottobre 2002.
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Collezione Spada: Le foto dal n° 1 al 4 si riferiscono ad un violino francese della seconda metà del 700 con varie rotture della tavola e della fascia destra (foto 1 e 2), restaurato con diamanti di abete molto stagionato e con il posizionamento della catena nella posizione originale (foto 3): la foto 4 mostra il violino come si presenta oggi. Il restauro è stato eseguito a Perugia da Greco Gerardo. |
Negli ultimi due secoli la musica antica ha suscitato notevoli interessi e curiosità e quindi numerosi sono gli studiosi ed i musicisti che si cimentano nel cercare partiture, nello studio delle tecniche esecutive e naturalmente nel suonare questo repertorio su strumenti d epoca. Questa pratica però ha accentuato l’annoso conflitto tra chi vorrebbe suonare gli strumenti originali e chi vorrebbe preservarli dal logorio che l’uso comporta.
Questi problemi se li poneva già nel 1832 il musicologo e compositore FranÇois-Joseph Fétis che, a Parigi, organizzava concerti di musica antica eseguita su strumenti originali e che ebbe l’idea, in mancanza di originali, di costruire delle copie. Da allora la produzione di copie di antichi strumenti, molti dei quali sono conservati in importanti musei, si diffuse in molti paesi come l’Italia, la Francia, l’Inghilterra, L Ungheria, ecc.
Solo pochi strumenti si trovano nelle condizioni in cui si trovavano quando furono costruiti. Molti di essi hanno subito nel tempo numerose modificazioni tese ad assecondare le tendenze, i gusti, le tecniche e le esigenze che via via si manifestavano (nella mia collezione vi è un flauto in avorio nato con una chiave a cui ne sono state aggiunte altre due nei primi anni dell’Ottocento ed un altro in bosso nato con una chiave a cui ne furono aggiunte tre poi rimosse sempre nell’Ottocento). Solo una parte di questi strumenti si trova ancora nel loro ultimo stato d uso perché molti hanno dovuto subire ulteriori interventi di restauro propri dell’etica, della filosofia e delle tecniche dei vari restauratori tesi più ad un restauro funzionale che conservativo.
Foto 5 |
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Collezione Spada: Le foto dal 5 al 8 si riferiscono ad una chitarra siciliana (G. Puglisi) della fine dell’800. Nelle foto 5 e 6 si nota la condizione originaria dello strumento in toto ed un particolare della buca e del cartiglio. Prima di iniziare il restauro, oltre alla consueta ricognizione fotografica ed al rilevamento accurato di tutte le misure, è stato fatto uno studio del cartiglio essendo questo molto raro perché ad essere conosciuti e pubblicati finora sono stati i marchi dei suoi figli. La foto 7 mostra il restauro della tavola ed il filologico riposizionamento delle catene, mentre la foto 8 mostra la chitarra dopo il restauro. Il restauro è stato eseguito a Acquaviva delle Fonti (BA) da Spera Eugenio. |