Il Tarlo
Generalità: Insetti xilofagi
Come si è detto, una delle cause principali di deterioramento del legno è l’attacco degli insetti xilofagi che si suddividono in coleotteri, imenotteri, isotteri e lepidotteri: solo i primi tre hanno un certo interesse nell’ambito del restauro.
Coleotteri
“Tarlo” è il nome comune con cui vengono impropriamente identificati diversi tipi di coleotteri che si nutrono di legno. Alcun coleotteri sono più diffusi ora di un tempo, poiché nei nostri appartamenti il clima è a loro più favorevole per la presenza del riscaldamento nel periodo invernale, il quale consente loro di compiere fino a tre cicli produttivi l’anno.
La femmina del tarlo comune (“Tarlo dei mobili” Anobium punctatum) depone le uova nelle fessure, fori, abrasioni del legno, e in tutti quei punti del mobile nei quali, la larva che uscirà dalle uova potrà poi trovare la possibilità di nutrirsi iniziando a scavare la sua galleria. Da questa osservazione, ne deriva che tutte le parti lucidate e ben protette dei nostri mobili non sono un ambiente favorevole alla diffusione del tarlo, pertanto risulta importante dedicare tempo a queste cure anche in vista di una prevenzione a questi indesiderati insetti.
Le larve, una volta entrate nel legno, vivono in questo nutrendosene e scavando lunghe gallerie che seguono normalmente le venature del legno stesso. Il ciclo di vita di questi insetti dura anche diversi anni, al termine dei quali (di solito in primavera ed in autunno), l’insetto ormai adulto esce all’esterno. Con questa osservazione, appare chiaro che il foro che noi normalmente vediamo e che denuncia la possibile presenza di tarli nel nostro mobile è, contrariamente a quanto normalmente si crede, il foro di uscita e non quello di entrata. Pertanto, quando vediamo i forellini, il danno all’interno è già fatto.
Tra le specie più comuni che infestano i mobili sono quelli della famiglia degli Anobidi. Questi escono, una volta adulti, a maggio o a luglio. E in questi periodi che si possono sentire i caratteristici picchiettii regolari contro la superficie lignea provocati dal maschio sbattendo il capo contro la superficie lignea . Si tratta di richiami amorosi. Per questo, i tarli di questa specie, vengono chiamati “orologi della morte” (si tratta della specie xestobim refovillusom)
Un altro insetto, della famiglia dei Cerambicidi, è il cosiddetto “capricorno delle case“, si è ambientato molto bene al clima delle nostre case. Gli insetti di questa famiglia, sono voracissimi e non disdegnano nemmeno i legni resinosi o durissimi. Questo insetto, è difficilmente individuabile, perchè trascorre tutta la sua esistenza all’interno del legno dove si accoppia e si riproduce. L unico indizio, è dato dal caratteristico rumore che si può sentire quando mangia.
Altro tipo di insetto xilofago appartiene al genere Lyctus che si riconosce per la caratteristica forma dei fori di uscita (che sono piccoli 2-3 mm e tondi) dentro ai quali la femmina depone le uova . Questo avviene tra aprile e maggio.
Isotteri
Appartengono all’ordine degli isotteri le termiti, sono insetti sociali che vivono in colonie composte da qualche migliaia fini a due milioni di individui, temono la luce, lavorano quindi internamente provocando uno svuotamento totale del manufatto a scapito della cellulosa senza alcun segnale esterno e spesso ci si accorge della loro presenza quando il danno è quasi irreparabile.
Esiste una divisione in caste: maschio e femmina fertile, operaio e soldato; lo sviluppo delle diverse caste viene programmato attraverso un alimentazione differenziata.
Lo sviluppo definitivo di una colonia, completo di tutte le sue caste, richiede circa tre o quattro anni.
La regina depone fino a tredici milioni di uova l’anno; solo in determinati periodi compaiono delle specie sessuate che sciamano fuori in primavera, si accoppiano, perdono le ali, tornano dentro e avviano una nuova colonia. I rapporti tra i vari individui sono regolati dai feromoni: ci sono quelli di allarme, di traccia, di accoppiamento.
Analisi dei danni:
La presenza del tarlo viene denunciata da piccoli cumuli di polvere che improvvisamente fanno la loro comparsa sul pavimento sotto al mobile o all’interno di questo. Se diamo un occhiata nella presumibile direzione dove possiamo aspettarci il foro, non tarderemo a scoprirlo. I fori (fig. 1) di uscita degli insetti xilofagi sono molto evidenti: quelli recenti hanno il profilo chiaro in quanto sono stati praticati da poco. Se vediamo fori dal profilo scuro, o parzialmente chiusi da cera, possiamo considerarli tranquillamente fori praticati da un passaggio di qualche tarlo lontano nel tempo, ma non per questo devono essere trascurati. I danni che il tarlo può causare, vanno da pochi forellini sparsi qua e la senza pregiudicare la stabilità del mobile, a vere e proprie asportazioni di materiale che può portare allo sgretolamento di intere parti (fig. 2).
A volte l’insetto costruisce la propria galleria appena al di sotto della superficie al punto da rendere fragilissimo il sottile strato che la separa dall’esterno (danni di questo tipo sono prodotti dall Anobium Punctatum o tarlo dei Mobili e dal capricorno delle case). In questi casi occorre fare molta attenzione a operare con carta abrasiva poiché si corre il rischio di asportare questa leggera pellicola lasciando scoperta una irrecuperabile antiestetica galleria. Questa è detta per l’appunto “tarlo lungo” (fig. 3), la quale diventa anche un segnale di allarme per manomissioni non dichiarate. Infatti, nel mondo dei falsi, spesso con materiale di recupero si fanno mobili che poi vengono spacciati per autentici. L adattamento del legno ai nuovi mobili, porta spesso a scoprire le gallerie di tarli più o meno profonde . La loro presenza deve indurci per lo meno ad essere sospettosi di fronte ad un presunto mobile autentico. Con chi ce lo propone, è meglio esporre il dubbio e farci spiegare come lui giustifica la presenza del tarlo lungo. Sicuramente, se non si tratta di una manomissione, certamente c è stato un tentativo di restauro per lo meno incauto.
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