08 – Antiquaria: Storie di mobili – Ottocento e primi ‘900
Fonte: Sergio Salomone collaboratore esterno della ditta Studio Laboratorio di Antichità s.a.s.
La puntata di Antiquaria n. 8 Analizza lo Stile dei Mobili in Europa nell’Ottocento fino ai primi anni del ‘900, toccando i temi dal Carlo X al periodo Déco.
Ottocento
La definitiva sconfitta di Napoleone favorì il ritorno della pace sul continente Europeo. Le potenze alleate si adoperarono per ristabilire gli equilibri internazionali che prima la Rivoluzione francese e poi la politica espansionistica di Napoleone avevano sconvolto. La restaurazione dell’ordine in Europa avvenne all’insegna del “principio di legittimità” che prevedeva il ritorno sul trono di tutti i sovrani spodestati. Annullare a ritroso il processo storico si rilevò tuttavia un’impresa impossibile. I principi liberali e democratici diffusi in tutto il continente dalla Rivoluzione francese non potevano essere cancellati dalla coscienza collettiva.
Mentre il complesso di riforme introdotte dal Codice civile napoleonico rimase un punto di riferimento. Il realismo politico indusse quindi in molti casi a derogare da una rigida applicazione del principio di legittimità, a vantaggio del “principio di equilibrio” tra le potenze europee. Le divergenze e le contraddizioni nell’azione restauratrice favorirono indirettamente i movimenti nazionalistici.
Carlo X (Restaurazione)
Anche in questo periodo è consuetudine indicare lo stile nelle arti decorative (in particolare nei mobili dell’Ottocento) con la designazione francese. Avremo quindi il periodo relativo al Carlo X (1824-1830) ove l’ispirazione e le decorazioni sono ancora decisamente improntate al neoclassicismo, impreziosite in genere da forte presenza di marqueterie spessissimo montata su legni chiari.
Per il resto i modelli continuano ad essere quelli promossi dal forte interesse per l’archeologia classica; quasi sempre presente la decorazione a palmetta. Il periodo Carlo X è l’ultimo dei periodi nell’arte decorativa che ha ancora una sua precisa caratterizzazione e forse l’ultimo periodo in cui si costruiscono ancora mobili di un certo pregio; nel prosieguo l’alta qualità diverrà cosa assai più rara.
Biedermaier
Sempre appartenente al periodo della Restaurazione è importante citare il movimento artistico e ornamentale che ebbe molto successo tra la borghesia tedesca e austriaca. Il termine Biedermaier, si diffuse intorno al 1850 con intento dispregiativo e si ispira ad un personaggio letterario appartenente alla piccola borghesia; apolitico e conservatore, con una discreta agiatezza disponibile, ma di cultura poco solida.
Il termine è composto dalle due parole: bieder che significa sempliciotto ma integro-onesto e uno dei cognomi tedeschi più diffusi, Meier. E’ appartenente allo stesso periodo del Carlo X ed è frutto dello stesso periodo storico. Ricordo che le date riferentesi ai vari Stili dei mobili dell’Ottocento, sono da intendersi sempre con una certa elasticità.
Luigi Filippo
Sempre da collocarsi nel periodo della Restaurazione è il successore: Luigi Filippo. La corte di Luigi Filippo, inserendosi in un periodo di sempre maggiore eclettismo e confusione di Stili, non riesce più ad influenzare ed essere esempio trainante di tendenza stilistica.
Dopo alcune tendenze neogotiche ed altresì neoclassiciste, il periodo verrà più facilmente e sbrigativamente ricordato, nell’arte decorativa, (come per i mobili di questo periodo dell’Ottocento) per la forte ispirazione al Luigi XV, pur mantenendo una sua precisa riconoscibilità. Col termine Luigi Filippo si tenderà cioè più a caratterizzare commercialmente un’epoca ampia che a definire un vero e proprio Stile.
Eccletismo
A partire dai primi decenni dell’800 e contemporaneamente ai periodi sopradescritti, si assiste ad una riproposizione di tipo commerciale di tutti gli Stili fino ad allora esistiti. Inizia in modo sempre più massiccio la produzione del cosiddetto mobile In Stile che dura ancora ai nostri giorni. Si inizia dal Neo-gotigo per passare mano a mano al Neo-Luigi XVI, al Neo-barocco, al Neo-rinascimento…
Si realizzano forme fortemente ispirate ai vari periodi e in alcuni casi si arriva a proporre vere e proprie copie. Ognuno si rivolge dove vuole e per le vie che vuole. Le grandezze del passato conquistano a discrezione i gusti degli artisti moderni e della relativa decorazione. Dalla seconda metà dell’800 il passato irraggiungibile non appaga più e si tentano coraggiosamente vie nuove -che vedremo nel capitolo dedicato al ‘900- giungendo così all’individualismo più assoluto che pur non sarà privo di personaggi di ingegno.
Napoleone III o Secondo Impero
Lo Stile Napoleone III o Secondo Impero è il nome comunemente assegnato allo stile architettonico della Francia e specialmente di Parigi fiorito durante il Secondo Impero Francese sotto il patronato culturale di Napoleone III. Esso rappresenta una variante dello stile Neobarocco ma a volte l’ispirazione è anche Neoclassica.
Novecento
Nella seconda metà dell’ottocento la produzione dei mobili si basava per buona parte sulla ripresa degli Stili storici del passato, condizionati però dallo scadimento del gusto complice la stessa industria produttiva con le sue nuove potenzialità tecnologiche. Gli oggetti prodotti nel passato dalla creatività artigiana destinati ad un pubblico selezionato, venivano ora riproposti con estrema confusione. Si attinge al romanico, al gotico, al rococò o al ‘500 italiano e infarcendo con intrusioni nell’esotico e nelle civiltà orientali.
Tale profusione di apparati decorativi non poteva che esercitare effetti deleteri sul pubblico, diseducando le capacità critiche e disorientandolo tra il procedere in avanti delle strutture tecnologiche e il rivolgersi all’indietro nei riferimenti culturali.
Nuove tendenze
Da un articolo di Alfredo Milani dal titolo: “Due tendenze”; pubblicato sulla rivista: “L’Arte Decorativa Moderna” in occasione dell’Esposizione Internazionale d’Arte Decorativa Modena di Torino 1902, si legge quanto segue:
“Quello stesso pubblico che fischia in teatro se in una commedia o in un’opera nuova crede di ravvisare una vecchia situazione o un vecchio spunto, quello stesso pubblico che prima di andare da sarto consulta il figurino della moda e riderebbe all’idea di vestire oggi alla foggia del ‘500, quando si tratta dei propri mobili o della decorazione della propria casa sembra cambiar natura. Al di là dell’uscio del proprio appartamento tutti diventano archeologhi. Degli archeologhi un po’ all’acqua di rosa se vogliamo, che imbottiscono i mobili del medio evo, che nascondono le lampadine Edison dietro lanterne del Quattrocento, quando non le mettono a simulare la fiamma in cima a delle candele di porcellana; che sanno apprezzare l’utilità di un buon calorifero a termosifone, purché sia pudicamente celata dietro a una finta caminiera, con tanto di alari in ferro battuto per un focolare che non esiste e così via.”
Aria di cambiamento
Gli ideali di rinnovamento estetico già presenti nei paesi esteri iniziano dunque a prender coscienza anche in italia. Questi nuovi orientamenti non rappresentano una novità in assoluto, ma una ripresa di teorie elaborate nella metà dell’Ottocento in Inghilterra ad opera di William Morris (1834-1896) e John Ruskin (1819-1900) e del Circolo di artisti e artigiani raccolti dal 1880 attorno al movimento delle Art and Crafts.
Questo sentito desiderio di cambiamento, il senso di appartenenza ad una forte tensione creativa fece sì che sull’esempio del gruppo di Morris, si sviluppassero in Inghilterra diverse associazioni. In Scozia nasce, il Gruppo dei quattro, con a capo Charles R. Mackintosch in Francia, la Scuola di Nancy; in Austria, la Secessione; in Germania, la Colonia di Darmstadt.
Le idee e le esperienze venivano divulgate da riviste cui si rifacevano le varie scuole e gruppi: “Ver Sacrum” Secessione viennese, “L’Art Moderne” Movimento Belga, “Ingend” Monaco, “Art e Décoration” Parigi, “The Studio” Londra, “Emporium” e “L’Arte decorativa Moderna” Italia, “Joventut” Barcellona. Questo “nuovo stile” andava delineandosi e a seconda della regione di appartenenza assumeva denominazioni diverse. “Liberty” a Londra, “Jugendstil” in Germania, “Art Nouveau” in Francia, “Secessione” in Austria o “Modernismo” in Catalogna. Idea comune era il rifiuto delle forme del passato, un atteggiamento apertamente ostile nei confronti dei repertori stilistici tipici dello storicismo eclettico; tale ventata di novità coinvolgeva contemporaneamente tutte le arti.
Liberty
Art Nouveau, noto anche come stile floreale o stile Liberty, è il nome con cui è conosciuto in Italia un movimento artistico-filosofico, attivo nei decenni a cavallo tra il XIX e il XX secolo, che influenzò arti figurative, architettura e arti applicate e la produzione dei mobili di questo periodo dell’Ottocento.
L’Art Nouveau si configurò come stile ad ampio raggio, che abbracciava i più disparati campi – architettura, decorazione d’interni, gioielleria, mobiliario e tessuti, utensili e oggettistica, illuminazione, arte funeraria, eccetera. Il movimento trae le sue origini dall’ideologia estetica che aveva posto l’accento sulla libera creazione dell’artigiano, come unica alternativa alla meccanizzazione e alla produzione in serie di oggetti di dubbio valore estetico. L’Art Nouveau, rielaborando questi assunti, aprì la strada al moderno design e all’architettura moderna.
Un punto importante per la diffusione di quest’arte fu l’Esposizione Universale svoltasi a Parigi nel 1900, nella quale il nuovo stile trionfò in ogni campo. Ma il movimento si diffuse anche attraverso altri canali: la pubblicazione di nuove riviste, come L’art pour tous, e l’istituzione di scuole e laboratori artigianali. Lo stile raggiunse probabilmente il suo apogeo durante l’Esposizione Internazionale d’Arte Decorativa Moderna di Torino nel 1902, in cui furono esposti i progetti di designer provenienti dai maggiori paesi europei.
Art Déco
L’Art Déco è un movimento artistico nato intorno agli anni 1910; terminata la prima guerra mondiale nel 1918 inizia una sua rapida espansione per poi consolidarsi intorno agli anni ’20. Successivamente comincia lentamente a declinare a partire da 1930, per vedere il suo esaurimento con la seconda guerra mondiale. Riguardò le arti decorative, le arti visive, l’architettura, la moda e fu il primo movimento artistico di importanza mondiale anche per la produzione di mobili di questo periodo dell’Ottocento.
L’Art Déco è il nome derivato per estrema sintesi dalla dizione Exposition Internationale des Arts Décoratifs et Industriels Modernes tenutasi a Parigi nel 1925. Proprio per la data dell’Esposizione a volte viene definito anche Stile 1925.
Nascita del nuovo movimento artistico
L’Art Déco, come detto, vede la sua nascita in data antecedente alla Prima Guerra Mondiale; come forma di protesta nei confronti delle forme curve e di ispirazione vegetale tipiche dell’Art Nouveau. Si ritorna alla rigorosità delle forme del periodo classico: simmetria, ordini architettonici classici sovente molto stilizzati. Il decoro è ancora decisamente presente ma non ha più la libertà espressiva degli anni 1900; il disegno si ispira alla geometrizzazione cubista.
Ordine, colore e geometria: il vocabolario Art Déco è stabilito. Vocabolario che prende forme differenti a seconda delle regioni geografiche, degli architetti e dei loro clienti; l’unità stilistica è la geometrizzazione, i fini sono essenzialmente decorativi e raramente coinvolgono la struttura.
Come accennato prima è il primo stile a diffusione mondiale, creato in Belgio. Successivamente si diffuse in Francia, Portogallo, Spagna, Africa del Nord, Regno Unito, Stati Uniti, Canada, Australia, Nuova Zelanda, Indie, Filippine, nelle principali città del Vietnam, in molte città cinesi tipo a Shanghai, ma ancora Hong Kong e Giappone.