La scultura religiosa nei secoli
L’evoluzione della scultura religiosa nei secoli passa dal carattere principalmente religioso a quello celebrativo del committente per approdare alla raffigurazione realistica dell’anatomia umana
Fonte: Parino – Mercato antiquariale
Questo articolo tratta dell’evoluzione dell’arte ed in particolare della scultura religiosa attraverso i secoli rispondendo ad alcune domande che spesso vengono rivolte agli addetti ai lavori:
- Qual era il ruolo principale della scultura religiosa fino al 1400?
- Come è cambiata la funzione dell’arte sacra durante il Rinascimento?
- Quali sono stati gli effetti della Riforma Protestante sull’arte religiosa?
- Chi sono stati alcuni degli scultori più influenti in Italia e Spagna?
- Quali caratteristiche distintive aveva la scultura religiosa in Francia?
Leggi l’articolo per approfondire l’argomento.
La Scultura religiosa fino al 1400
Focus: Fino al 1400, la scultura aveva un carattere principalmente religioso, con opere destinate a chiese e istituzioni religiose per esaltare la sacralità e trasmettere valori morali e religiosi.
Fino al 1400, sia la scultura che la pittura presentavano un carattere prevalentemente religioso, con le statue prodotte principalmente per chiese e istituzioni ecclesiastiche. Nell’Europa medievale, il cattolicesimo, religione dominante e uniformemente diffusa, utilizzava l’arte per magnificare la divinità di Gesù e dei santi. L’arte serviva principalmente come mezzo per diffondere i principi della fede e per impartire valori morali e religiosi. Poiché la maggior parte dei credenti era analfabeta, affreschi e sculture fungevano da strumenti comunicativi didattici, essendo immediatamente comprensibili al popolo.
Le rappresentazioni erano intuitive e semplici, con i muri delle chiese ricoperti di bassorilievi che mostravano scene bibliche, angeli e demoni, destinati a mostrare ai fedeli lo splendore del paradiso e le terribili visioni dell’inferno.
Rinascimento e Riforma
Focus: Nel XV secolo, la scultura religiosa iniziò a perdere il suo ruolo educativo, assumendo una funzione celebrativa. I committenti influenzavano il contenuto delle opere, spesso includendo elementi personali.
Nel XV secolo si verificò un cambiamento significativo quando la Chiesa attraversò una profonda crisi, evidenziata dalla corruzione del clero e dagli abusi ecclesiastici, troppo attaccati alle ricchezze, ai beni materiali e agli affari politici piuttosto che alla spiritualità. L’Europa avvertiva la necessità di una riforma che potesse rinnovare la Chiesa e restituirle la sua funzione originale. La Riforma Protestante, iniziata da Martin Lutero, si diffuse ampiamente e provocò la fine dell’unità religiosa del cristianesimo in Occidente.
L’arte sacra, in parte, lasciò il suo ruolo educativo per assumere una funzione celebrativa. I nobili influenzavano l’arte secondo i loro desideri e possibilità economiche. Di conseguenza, pitture e sculture iniziarono a rivestire un significato diverso: il committente benestante dettava all’artista gli elementi da includere nell’opera e il messaggio da trasmettere.
I temi religiosi venivano commissionati per le residenze borghesi, non solo per celebrare la gloria divina, ma anche per esaltare il nome del committente, spesso inciso sull’opera, o per introdurre oggetti e simboli profani che facessero riferimento a lui, rendendo evidente il legame. Per questa ragione, è frequente trovare i volti dei donatori rappresentati nelle sculture o nei ritratti sullo sfondo degli affreschi realizzati dopo il Quattrocento.
Durante il Medioevo, la superbia era considerata un grave peccato capitale, ma nel Rinascimento si verificò un cambiamento di mentalità: i committenti divennero parte integrante delle opere. Nelle sculture fiamminghe, tedesche e italiane, avevano proporzioni pari a quelle delle figure divine. Questa perdita del carattere sacro dell’arte è in parte attribuibile al sentimento religioso che voleva che gli uomini si immaginassero partecipi delle scene bibliche; tuttavia, l’arte sacra perse gradualmente la sua intensità.
Evoluzione stilistica
Focus: Dal Rinascimento al Neoclassicismo, la scultura religiosa si trasformò, con un’attenzione crescente all’anatomia umana e alla rappresentazione realistica.
Durante il Rinascimento, l’arte classica fu riscoperta e divenne fonte di ispirazione per le scene religiose, che acquisirono tratti più umani e si concentrarono sull’anatomia. Il corpo umano, spesso nudo, era rappresentato nella sua piena gloria, con un’enfasi sulla muscolatura e la gestualità, in maniera sempre più realistica.
L’arte religiosa smise di essere il fulcro che era stata nei secoli passati; con l’avvento delle idee dell’Illuminismo, perse anche la sacralità che aveva contraddistinto le icone religiose fino a quel momento. L’essere umano, con la sua fisicità e la sua esistenza terrena, ritornò al centro dell’arte, portando allo sviluppo dello stile Neoclassico. Equilibrio, proporzione e serenità sono le qualità distintive dell’arte neoclassica.
Influenza della fotografia
Focus: Nell’Ottocento, l’avvento della fotografia cambiò l’approccio artistico, spostando l’interesse verso rappresentazioni più cariche di passione ed energia.
Nell’Ottocento vede la luce una grande innovazione in campo artistico: la fotografia. Il suo avvento influenza in modo significativo tutte le arti, in primis la pittura e la scultura. Non vi è più l’esigenza di rappresentazioni realistiche e precise, e l’interesse degli artisti si muove verso raffigurazioni cariche di passione, tensione, energia.
Scultura religiosa in Italia
Il Rinascimento italiano è stato profondamente influenzato dall’opera di Nicola Pisano, scultore e architetto attivo nel XIII secolo, oggi riconosciuto come il padre della scultura moderna.
Il suo lavoro di scultore era intimamente connesso all’architettura, consistendo spesso nell’aggiunta di decorazioni plastiche alle sue creazioni architettoniche. Come scultore, fu influenzato dallo stile gotico del nord Europa, al quale incorporò l’armonia e l’intensità espressiva dell’arte classica, rinnovando così l’arte religiosa. Divenne noto per i suoi lavori al pulpito del Duomo di Siena e al Battistero di Pisa, caratterizzati da scene realistiche e dinamiche, movimenti vivaci, volti raffinati ed espressivi, in una composizione rigorosa e precisa.
Nel Cinquecento, la scultura divenne sempre più realistica, allontanandosi dall’idealizzazione del modello classico. Il più influente scultore di questo periodo fu Michelangelo Buonarroti, noto per le sue forme potenti e dinamiche. Molti artisti si ispirarono a lui, dando vita a uno stile anticlassico: il Manierismo, dove movimento e sensazioni prevalgono sul rigore formale.
Gian Lorenzo Bernini si ispirò a Michelangelo e lo superò, introducendo temi nuovi e soggetti di grande complessità formale. Sviluppò uno stile opulento che si diffuse ampiamente durante gli anni della Controriforma e dominò la scena artistica del Seicento.
Nel Settecento, le idee dell’Illuminismo e l’interesse per le scoperte archeologiche fatte negli scavi di Pompei ed Ercolano portarono a un revival dello stile classico nella sua forma più austera e purista: il Neoclassicismo. Il principale esponente di questa corrente fu Antonio Canova, celebre per la bellezza e l’armonia delle sue sculture.
Scultura religiosa in Spagna
Durante il Settecento in Spagna, la rappresentazione di figure sacre fiorì. Opere straordinarie e dense di valori devozionali furono create, in un’epoca dominata dai mistici carmelitani e da una religiosità intensa. Il sacro in Spagna era percepito come un’esperienza tangibile e personale, che si traduceva in sculture estremamente realistiche e dal forte impatto emotivo.
Attivo presso la corte di Carlo V nella prima metà del Cinquecento, Alonso Berruguete emerge tra gli scultori spagnoli. Profondamente influenzato da Michelangelo, nelle sue creazioni univa elementi della cultura italiana con le caratteristiche della scultura spagnola tardogotica, dando vita a uno stile drammatico e intenso, reso ancora più vibrante dall’uso della policromia.
Scultura religiosa in Francia
In Francia ebbero ampia diffusione i calvari: monumenti pubblici raffiguranti un crocefisso e collocati solitamente all’eterno di santuari, monasteri e cattedrali. I calvari bretoni si distinguono per la loro complessità e per la presenza di altre sculture disposte attorno al crocefisso centrale. Spesso troviamo rappresentazioni della Madonna, degli apostoli e dei santi.
Oltre ad essere monumenti di culto, avevano anche una seconda importante funzione: erano punti di orientamento per i viaggiatori e per questo venivano costruiti negli incroci delle strade. Nel Medioevo inoltre, indicavano l’appartenenza di un territorio alla comunità cristiana.
La scultura francese si lascia influenzare dallo stile gotico.
Nel Cinquecento era ammirato Germain Pilon, artista dotato di gusto raffinato e di eccezionale abilità nella lavorazione del marmo e del bronzo. Fu scultore di monumenti funebri e di statue e bassorilievi a soggetto religioso.
Nel Settecento si distingueva Jean-Baptiste Pigalle per le scenografiche composizioni religiose e i grandiosi monumenti sepolcrali, come quelli realizzati per la cattedrale di Notre Dame di Parigi.