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Casa Castellana in via Balbi Porta

La storia dell’abitazione privata di Via Balbi Porta 38 è strettamente legata alle vicende passate di Alice Bel Colle, piccolo paesino del Monferrato che fu possedimento fino al 1070 dei Conti d’Acquesana.

Progetto di recupero e restauro conservativo di un’abitazione privata sita in Alice Bel Colle via Balbi Porta N.38 denominata Casa Castellana

Progetto: arch. Antonella Barbara Caldini e arch. Gianfranco Martino di Acqui Terme

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Salone del Piano Nobile. Restituzione grafica con mappatura dei fenomeni di degrado delle pareti e della volta e rilievo longimetrico della pavimentazione.
pdf_button Piano Nobile. Abaco dei manufatti lignei del salone e dei due ambienti ad esso attigui.

Notizie tratte dalle fonti documentarie

La storia dell’abitazione privata di Via Balbi Porta 38 è strettamente legata alle vicende passate di Alice Bel Colle, piccolo paesino del Monferrato che fu possedimento fino al 1070 dei Conti d’Acquesana.
Ripercorrendo le principali tappe della cronistoria del paese, pur con qualche difficoltà nel reperimento delle fonti documentarie, scopriamo dallo storico alicese Francesco Ghiglia (Nota1) che tra la fine del 1000 e l’inizio del 1100 il territorio era diviso nei tre feudi di Alice, Lintignano e Barberio di proprietà del Marchese del Monferrato (e solo a partire dal 1178 dei Marchesi di Occimiano).

Nota 1: Francesco Ghiglia, Un po’ di Antiquaria nel Comune di Alice presso Acqui (ora Alice Bel Colle), Rivista di Storia, Arte, Archeologia per la provincia di Alessandria, I, 1892, pp. 91-137.

Negli anni a seguire il Comune di Alessandria si appropriò dei due feudi di Alice e Barberio e solo più tardi, tra il 1250-1270, di quello Lintignano. Proprio a questo periodo dovrebbe risalire la costruzione del “Castello” di Alice ad opera del Comune di Alessandria. Nel 1278 dopo la vittoria dei Marchesi del Monferrato sul Comune di Alessandria i tre feudi tornarono sotto il loro controllo. Nel 1533 è nuovamente documentato un passaggio dei terreni dai Marchesi del Monferrato ai Gonzaga di Mantova che divennero, successivamente, Duchi del Monferrato e Duchi di Mantova.
Nel 1613 il territorio di Alice passò per un breve periodo ai Duchi di Savoia per poi tornare nuovamente ai Duchi del Monferrato, a questa data le fonti storiche documentano il ruolo ancora strategico del castello, scrive infatti il Ghiglia “[…] era ancora nel 1613 tenuto in conto di fortilizio meritevole e suscettibile di difesa, come lo erano in quella occasione ancora i castelli di Mombaruzzo, di Bergamasco e di Acqui […] “.

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Che la struttura non fosse un castello vero e proprio ma piuttosto un fortino a carattere militare lo chiarisce il Ghiglia stesso che, proseguendo nella descrizione ne contrappone il buono stato conservativo con quello del “[…] recinto di Alice o piazza murata di Alice […]” che mostrava già numerose discontinuità nel rivestimento ed ampie rotture nella muraglia.

Una descrizione grafica particolareggiata del fortino o pseudo castello è contenuta nella copia di tipo o Piano Regolare del castello di Alice fatta nel 1782 dal geometra Giambattista Biorci per ordine della Regia Intendenza di Acqui. Il rilievo è corredato di un indice descrittivo delle singole unità edilizie esistenti, delle contrade e di alcune vie… La fabbrica del castello (nella pianta precedente tratteggiata rosso) si ergeva nell’angolo nord della spianata ottagonale mentre il resto dell’area costituiva il cortile di pertinenza, essa aveva forma rettangolare ed era larga ventiquattro e lunga ventisei piedi camerali. Stando alla descrizione del Ghiglia “[…] è da presumersi che il fabbricato fosse composto da un piano terreno molto alto, e di un solaio morto o legnaia soprastante; e che il piano terreno fosse occupato da un grande e lungo camerone, adibito più anticamente come dormitorio militare, e da una camera di dimensioni più ristrette ad uso cucina […] “. E’ ancora una volta lo storico alicese a chiarire come anticamente la struttura dovesse prolungarsi oltre il portone di ingresso con un altro fabbricato rustico ad uso scuderia, deduzione supportata dalle fonti storiche e dal confronto tra gli avanzi dei materiali usati per la costruzione del recinto, del castello e di opere di sottomuratura.

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Confronto planimetrico tra la rappresentazione del Biorci del 1782 e l’attuale planimetria catastale

Nella sua planimetria il Biorci segna, inoltre, la presenza di un grosso fabbricato (contrassegnato da asterisco rosso nella pianta in alto a sinistra) individuato come casa civile del Conte di Castel Rocchero, la cui specifica collocazione richiama, dal confronto con l’attuale planimetria catastale, quella del corpo edilizio che attualmente insiste su Via Balbi Porta e del quale il civico n.38 è una parte (quella colorata in rosso nella pianta in alto a destra).
L’origine dell’intero fabbricato di Via Balbi Porta sembra, però, antecedente quella dell’anno 1782 , almeno stando alle argomentazioni del Ghiglia, il quale sostiene che il palazzo appartenne in passato ai Marchesi di Occimiano, originari signori di Alice in età basso medievale, dai quali passò nel Cinquecento ai Conti San Giorgio di Biandrate

Da questi, sempre secondo lo studioso alicese, sarebbe passato intorno al 1780 ai Beltrambi , che il Ghiglia chiama erroneamente Beltrami, conti di Castel Rocchero (cfr., pianta del Biorci). Dai Beltrambi passò poi agli eredi Conti Mola di Larissè che ne furono proprietari fino al 1846 ca..
In seguito venne acquistato dall’impresario alicese Giuseppe Benevolo che lo lasciò in eredità al figlio dottor Vincenzo.
Alla data del 1892 – ed è questo uno degli ultimi passaggi di proprietà documentati – è già di proprietà dei fratelli Drago (proprietari della porzione di edificio in aderenza al civico n.38).
Da questa ricostruzione dei diversi passaggi di proprietà emerge chiaramente l’importanza del palazzo, al suo interno finemente abbellito da decorazioni pittoriche e plastiche e pregevoli manufatti lignei, individuato tra le dimore signorili (cosiddette case castellane) realizzate su incarico di committenti facoltosi che proprio ad Alice decisero di fissare i loro possedimenti terrieri e immobiliari.

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