Le Chiavi nella storia: Chiavi Barocche e Rococò
Fonte: Testi e immagini nella forma integrale sono pubblicati sul libro “Le antiche chiavi, tecnica, arte e simbologia” di Roberto Borali, Burgo editore 1993.
Il passaggio dal Rinascimento al Barocco avvenne lentamente, in modo quasi inavvertito. Nel nuovo stile l’elemento decorativo prevalse in genere sull’uso specifico dell’oggetto. La Francia riprese sul finire del 1500 e mantenne per tutto il 1700 il primato che già aveva detenuto nel periodo gotico. La fantasia degli artisti artigiani del ferro battuto non ebbe limiti e la loro audacia portò le opere fabbrili a livelli mai più raggiunti.
Chiave barocca da portone. Germania, XVII secolo. (immagine di copertina). Impugnatura a volute e controvolute a forma di tralcio; capitello (base) modanato con sfaccettature ottagonali; fusto a colonna terminante con una piccola bigna sferica; pettine rettangolare con mappa a raggiera e fronte sporgente. Lunghezza 19 centimetri.
Le impareggiabili opere, senza precedenti nella storia del ferro battuto, lasciano sbalorditi sia gli osservatori comuni sia quelli preparati, in quanto si fatica a capire quali e quanti accorgimenti e soluzioni tecniche siano state utilizzate per eseguire certe magistrali opere che sembrano nate in un attimo, come per incanto.
In quest’epoca fastosa, stravagante e felice, probabilmente la più fertile e ricca di fantasia di ogni tempo, come per magia il forte metallo pare si fosse tramutato in tenera argilla, così da permettere le curve audaci, l’incredibile vegetazione, i decori e gli svolazzamenti di moda.
Chiave barocca da forziere. Francia XVIII secolo. È strabiliante l’ingegnosità e la fantasia dell’ignoto maestro artigiano del ferro battuto che ha saputo forgiare una canna e un pettine di così elevate difficoltà, Canna a triple volute e controvolute disposte rispettivamente ai vertici e sui lati di un immaginario triangolo; pettine diviso in due da una fessura di sezione geometrica con fronte sporgente e da un ampio foro di forma polilobata. Lunghezza 17 centimetri.
Vicino ai tradizionali arnesi delle antiche officine, il fabbro potè disporne di nuovi e inconsueti, comportanti una vera e propria rivoluzione organizzativa del lavoro: la calandra per la laminatura delle lamiere, la trafila per ridurre il metallo in verghe e macchine idrauliche per sgrossare il ferro.
In Germania e in Austria all’inizio del periodo barocco i lavori in ferro battuto conservarono reminiscenze rinascimentali e soltanto agli inizi del XVIII secolo vennero prodotte opere ispirate al nuovo stile. L’arte di battere il ferro, apprezzata da sempre in queste nazioni, tanto da produrre in ogni epoca significative opere d’arte, sviluppò in questo secolo chiavi e serrature tipiche con proprie forme e propri particolari congegni.
Le piastre sono rettangolari con uno dei lati minori arcuato o polilobato; i congegni con chiavistelli a scatto hanno i riscontri racchiusi in un artistico e inconsueto cilindro, fissato sulla piastra, che viene denominato, a seconda della sua forma, col nome di lanterna, bussola, cappella o torre (Kappelleningerichte). In Italia e in Inghilterra i manufatti in ferro battuto assorbirono in tempi brevi i dettami di maestosità e ricchezza delle forme dettate dal Barocco. In Spagna l’arte fabbrile adottò il nuovo stile con dettagli particolari propri, quali nastri e intrecci di influenza araba, conchiglie di S. Jacques (pettini di mare) e torri di Castiglia. In quest’epoca le chiavi e le serrature modificarono ovunque notevolmente il disegno e la fattura dei propri componenti. La malleabilità del ferro, sfruttata fino all’inverosimile, portò l’ornamentazione di ogni parte della chiave e di ogni componente delle serrature al loro più alto grado di sviluppo.
Chiave barocca da portone. Germania, XVIII secolo. Impugnatura rotonda formata da onde spumeggianti che sostengono due delfini affrontati e a bocca aperta. Molto di effetto la soluzione tecnica di evidenziare gli occhi dei delfini con ageminature in oro. Base con modanature; canna liscia; pettine chiuso, con intagli verticali e orizzontali e fronte sporgente. Lunghezza 17 centimetri.
Le impugnature delle chiavi, sia che abbiano le forme più strane o che siano formate da volute e controvolute, o da creste in asimmetria, sono generalmente di incomparabile bellezza; le basi, sempre presenti e molto marcate, sono sviluppate con decori simili a quelli delle relative impugnature; le aste sono spesso lobate, polilobate e in taluni casi filettate e scanalate. La sezione del foro delle chiavi femmine è sempre molto complessa; raggiunge il massimo della complicazione quando la forma esterna della canna è diversa da quella interna e inoltre ha inserito all’interno un’anima (perno) maschia. I pettini hanno normalmente mappe complicate formate da lettere e cifre, e talvolta perfino da figure e da nomi interi. La loro lunghezza va dai cinque ai dieci centimetri circa delle chiavi per mobili e mobiletti, fino ai venti centimetri delle chiavi delle porte e portoni. In questo periodo furono costruite anche chiavi doppie con impugnatura scorrevole, spesso decorata e traforata artisticamente; chiavi in ottone, in argento e chiavi a cui, alla ricchezza della lavorazione, si aggiunse la doratura (chiavi Luigi XIV).
Chiavi rococò da mobile. Italia settentrionale, inizio XVIII secolo. Impugnature a volute e controvolute perfettamente simmetriche, di grande effetto decorativo. Lunghezza 12, 9.5, 7.5 centimetri.
Le serrature dall’inizio del XVIII secolo sono spesso scatolate, assemblate con viti e dadi; hanno abbondanti decorazioni e in generale sono di aspetto massiccio e rassicurante. Verso l’inizio del XVIII secolo le forme astratte e vigorose dello stile Barocco slittarono lentamente verso quelle più leziose e più contenute dello stile Rococò. Fu questo uno stile architettonico e decorativo affermatosi in Francia verso la fine del regno di Luigi XIV e quello di Luigi XV, caratterizzato da un’eleganza capricciosa e raffinata. Prevalsero le linee a forma di “C”, di “S” e la perfetta simmetria delle parti. Sia le serrature sia le chiavi sono di aspetto molto elegante, gradevole e le loro linee e decorazioni armonizzano sempre con quelle del mobile o della porta su cui sono state installate. Mentre essenzialmente lo stile rinascimentale è armonioso e quello barocco pomposo, quello rococò fu sicuramente il periodo più lezioso. Fare una netta distinzione tra le chiavi e le serrature di queste due differenti, ma simili, epoche non è fatto determinante in quanto alla composizione della chiave e delle serrature non furono apportate differenze sostanziali. Infatti le chiavi e le serrature barocche e rococò sono molto simili se non identiche.
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