Domanda
Buona sera, premetto che non sono un intenditrice di tali strumenti ma da sempre sono affascinata e interessata ad avere un pianoforte. in questi giorni ho avuto la possibilita di vederne tre diversi tipi,tutti verticali trovati in una vecchia casa veneta, che saranno proposti ad un asta locale a prezzi molto vicini al mio portafoglio.di tutti e tre non sono riuscita ad avere molte informazioni e nemmeno poter vedere lo stato interno, ho solo i nomi: il primo è “A. Dobberg & C.-Berlin”, ha qualche tasto non funzionante(si presentano abbassati) il suono un pò cupo,esternamente è di colore scuro(molto inpolverato) con degli intarsi, se non ricordo male. il secondo è un “kolleimer” di colore nero molto semplice, tutti i tasti sembrano funzionanti e il suono è più pulito dell’altro. entrambi partono da una base d asta di E 400,00. l’ultimo è un “Sistem Steinway Jovthe” di colore rosso mogano con delle lavorazioni esterne, in buone condizioni la struttura, i tasti e il suono:base d asta E1000,00.nonostante le informazioni siano poche, volevo gentilmente chiederle se era possibile avere un consiglio per sapere quale dei tre può meritare più attenzione e quale sia il loro valore approssimativo (quello che riesce…. non posso chiederle un miracolo) ; considerando che non dovrò esibirmi in nessun concerto non mi aspetto che siano “pezzi” pregiati. la ringrazio da subito per il suo aiuto e per il tempo che vi dedicherà. approffito delle festività per augurarle un buon natale . cordialmente Cristina
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Risposta
Gentile Sig.ra Cristina, i quesiti che lei mi ha posto sono di difficile valutazione senza nessun riscontro oggettivo. Delle tre fabbriche menzionate, soltanto “Joythe” (anzichè Jovthe) è un costruttore rintracciabile negli archivi; casa fondata nel 1888 a Berlino. Cercherò di spiegare, in modo molto succinto, come valutare uno strumento per quanto possibile: in linea di massima, si dovrà controllare l’interno dello strumento; la meccanica dovrà essere, per quanto possibile, pulita, con martelli ben allineati e regolrmente interspaziati. Tutte le parti in feltro non dovrebbero essere consunte (comunque il meno possibile). Suonando lo strumento in queste condizioni (aperto), si controllerà che i martelli compiano la loro corsa in modo rettilineo, senza “deviazioni” laterali. Martelli molto segnati o peggio ancora appiattiti nella zona di percussione delle corde, denotano un uso intenso. Da controllare anche il gioco laterale dei tasti (muovendoli appunto lateralmente); non dovrà essere eccessivo o presentare rumorosità. L escursione degli stessi dovrà anche essere libera, senza impedimenti. Si controlleranno anche le corde, che ovviamente non dovranno presentare ossidazioni accentuate, o peggio, ruggine evidente (controllare che ci siano tutte). Verificare il movimento dei pedali e loro effetto. Valutare le condizioni del mobile (spesso dice molte cose sul passato dello strumento e in quali condizioni è stato tenuto). Eventuali macchie sulla vernice di finitura indicano che ha preso molta umidità. Il suono poi è la risultante di molti fattori, e dice tutto sulle condizioni strutturali della tavola armonica (ma qui purtroppo bisogna saperlo interpretare). Io scarterei certamente in questo caso pianoforti che presentano la meccanica di tipo “a baionetta” (i martelli sono “nascosti” da astine di ferro). In definitiva, si opti per lo strumento più “fresco” in assoluto. Un pò di fiuto nel cogliere questo aspetto, è dote particolarmente femminile..
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