Decreti Legge

La triste fine dei contribuiti per il restauro

Per quasi tre anni e mezzo sono sospesi i contributi ministeriali previsti dal “Codice dei Beni Culturali” ( la legge 42/2004), che costituivano un piccolo contributo dopo la conclusione dei lavori …

 Fonte: Studio ARC di A.B. Caldini

CHE VERGOGNA: LA TRISTE FINE DEI CONTRIBUTI PER GLI INTERVENTI DI RESTAURO!

L’ART.1 COMMA 26 TER DEL DECRETO LEGGE 6 LUGLIO 2012 N.95 CONVERTITO CON MODIFICAZIONI DALLA LEGGE 7 AGOSTO 2012 N. 135 HA STABILITO CHE:
“A DECORRERE DALLA DATA DI ENTRATA IN VIGORE DELLA LEGGE DI CONVERSIONE DEL PRESENTE DECRETO E FINO AL 31 DICEMBRE 2015 E’ SOSPESA LA CONCESSIONE DEI CONTRIBUTI DI CUI AGLI ARTICOLI 35 E 37 DEL D.LGS. 22 GENNAIO 2004 N. 42/2004 N. 42 E SUCCESSIVE MODIFICAZIONI”

Per quasi tre anni e mezzo sono, dunque, sospesi i contributi ministeriali previsti dal “Codice dei Beni Culturali” ( la legge 42/2004), che costituivano un piccolo contributo dopo la conclusione dei lavori, con una percentuale stabilita dal Soprintendente qualora fosse stata accettata l’ammissibilità a contributo all’atto della richiesta di autorizzazione per i lavori per i beni sottoposti a vincolo.

L’intervento finanziario del Ministero previsto dalla Legge 42 consente di:
·       Concorrere direttamente alla spesa sostenuta dal proprietario per un ammontare non superiore alla metà della spesa stessa (art. 35);
·       Concedere contributi in conto interessi sui mutui accordati da istituti di credito ai proprietari per la realizzazione degli interventi conservativi autorizzati (art. 37).
Va precisato che soltanto una minima parte degli interventi poteva godere di questi contributi finanziari del Ministero, avendo concordato con le Soprintendenze di richiederli solo in casi di estrema necessità, come, ad esempio, il rifacimento delle coperture per le piccole parrocchie che non possiedono, di norma, una sufficiente disponibilità finanziaria per interventi così costosi.
La legge 135 che sospende – non  elimina – questi aiuti certamente non rappresenta un segno positivo venendo meno quel rispetto “tanto predicato” sul valore dei nostri beni culturali.
Si tratta infatti di un forte disincentivo agli interventi di restauro che ovviamente non spingerà più alcun privato ad addentrarsi in un intervento di restauro e che metterà anche i funzionari delle Soprintendenze con le spalle al muro nell’intimare “di fare o non fare questa o quell’altra cosa”.
Da un governo tecnico di così alto rango questo non se lo aspettava davvero nessuno (visto e considerato che alla fine erano comunque e sempre i proprietari privati a dovere affrontare il maggiore onere della spesa garantendo poi la fruibilità pubblica del bene).

Vi invito a manifestare il vostro dissenso!

Leggi l’articolo relativo al decresto

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