Pianoforte a cilindro e … restauro fai-da-te
Domanda
Buongiorno
Ho iniziato il restauro di questo “piano a cilindro” ma essendo un profano in questo tipo di restauro avrei bisogno di qualche informazione tecnica…
Tipo : i martelli sono montati con una astina di ferro del diametro di 2,5 mm… posso sostituirli con dei martelli nuovi (o di recupero) e li devo fasciare con della pelle come sembra in origine?
Ho notato che nei pianoforti nuovi il feltro percuote direttamente le corde senza la copertura di pelle….e altre svariate domande…avete la mail di qualche persona a cui appoggiarmi per qualche consiglio “tecnico” ?
Per la sostituzione delle corde ho già contattato alcuni negozi in Genova, ma sinceramente non ho notato una grande esperienza sul mio
tipo di piano.
Se fossi in difficoltà e decidessi di vendere il piano che stima può avere?e nel caso a chi mi posso rivolgere?
saluti
Carlo
Risposta
Gentile lettore,
l operazione che lei si accinge (o forse ha già iniziato) ad eseguire è a dir poco insensata, mi scusi il termine. Purtroppo, spesso, gli appassionati, mossi da entusiasmo e impeto, nonchè totalmente privi delle conoscenze necessarie non solo ad effettuare un “restauro” ma (addirittura) inconsapevoli di non avere la minima conoscenza di come è costruito il malcapitato oggetto, sono causa di perdita totale di valore di oggetti rari come questo.
Noi restauratori di pianoforti in casi come questo ci muoviamo coi “piedi di piombo” (così spero), consci della non facile operazione. Se fosse un “comune” pianoforte il recupero totale è certo e garantito, in qualunque condizione esso si trovi. Un buon restauratore ha le conoscenze tecniche per affrontare qualunque caso. Abbiamo qui invece uno strumento molto diverso. Il telaio in legno innanzitutto ne vieta (quasi qualunque considerazione sul restauro finalizzato alla funzionalità. Il recupero (o restauro) in senso storico è altra cosa, e necessita ancor più di cautela.
Questo è un campo STERMINATO; qui il fai-da-te, il bricolage, il senso pratico, la passione (da sola) non servono e non c entrano proprio nulla.
Lei, con pochi interventi (mi sembra) ha azzerato il valore di questo raro esemplare. Avrei potuto fornirle i contatti di qualche museo interessato all’oggetto in questione.
Occorrono anni di intenso (faticoso, serio e costoso ) studio per affrontare questa difficile professione, e poi non è ancora sufficiente.
Il suo caso mi fa scaturire un paragone paradossale quanto calzante: io domani voglio eseguire un intervento chirurgico a cuore aperto (su un essere umano…) guidato da qualche chirurgo con istruzioni via mail.
Cordiali saluti, (mi scusi questa mia).
Stefano Rogledi