Un saluto a Federica Bombassaro nuova collaboratrice del sito
Sono veramente lieto di dare il benvenuto a Federica Bombassaro giovane restauratrice nel settore della Carta. Ho ricevuto con piacere il testo della sua tesi di laurea che ha come oggetto il restauro di un antico libro del 1557 eseguito nel Laboratorio di Restauro del Libro dell’ Abbazia di Praglia (PD) dove Federica ha partecipato come stagista… |
Sono veramente lieto di dare il benvenuto a Federica Bombassaro giovane restauratrice nel settore della Carta. Ho ricevuto con piacere il testo della sua tesi di laurea che ha come oggetto il restauro di un antico libro del 1557 eseguito in un laboratorio specializzato nel restauro del libro antico dove Federica ha partecipato come stagista. E’ mia intenzione pubblicare diverse parti di questo interessante lavoro, tralasciando, solo le parti più tecniche e specialistiche. Chi volesse comunque consultare la versione integrale, potrà richiederla direttamente a Federica utilizzando i contatti presenti nel suo CV. Di seguito troverete pubblicata la parte introduttiva dell’intero lavoro di Federica e nei prossimi giorni pubblicheremo buona parte dell’intera tesi. |
fonte: INTRODUZIONE a Studio analitico e restauro di un libro del XVI secolo
L’oggetto di questa tesi è il restauro del libro “I Discorsi di Pietro Andrea Matthioli, medico sanese, ne i sei libri della Materia Medicinale di Pedacio Dioscoride Anazarbeo con i veri ritratti delle piante e animali”, stampato a Venezia presso la bottega di Vincenzo Valgrisi e Baldassarre Costantini (1557).
Il libro, recuperato in un mercatino dell’antiquariato , presentava uno stato di conservazione pessimo in quanto mutilo del frontespizio, del primo fascicolo e delle carte finali, mentre i fascicoli rimanenti presentavano problemi di cucitura e lacune.
Il progetto di restauro, commissionato dal Dottor Giorgio Tiozzo e moglie, è stato interamente svolto presso il Laboratorio di Restauro del Libro dell’Abbazia di Praglia1 nel quale ho preso parte, ad opera già in corso, grazie allo stage formativo nel maggio del 2009.
Il restauro, eseguito da e con la supervisione di esperti, si è fatto per ridonare splendore e consistenza all’opera, risanando le parti malridotte mediante operazioni di manutenzione e prevenzione con il materiale più opportuno e consono al tipo di degrado.
Come dice Mauro Copodé al capitolo III del suo libro, La Carta e il suo Degrado.
<<il restauro non è una sorta di chirurgia plastica che ricopre malefatte del tempo dell’ingiuria degli elementi né,tantomeno, il restauratore è uno sciamano od un alchimista che riesce con decotti, o prodotti
chimici, a risanare piaghe e deturpamenti. […] compito del restauratore è trovare ed applicare la cura giusta per ogni tipo di degrado, cercando d salvaguardare quei valori e quelle valenze che compongono la
vita dell’opera;cioè quelle congerie di elementi che renderanno l’oggetto utile anche in futuro, e quindi valevole di essere preservato>>.
Una cura è efficace se si conosce il motivo reale del deterioramento, quindi oltre al risanamento degli effetti riscontrati, si richiede, dove è necessario e comunque se c’è la possibilità di farlo, il supporto delle analisi chimiche o diagnostiche; ma soprattutto la conoscenza dei materiali sui quali si va ad intervenire.
Ogni opera è a sé stante, tutte differenti tra loro e nel caso del libro del Mattioli, i restauratori, esperti nel settore da molti anni, non hanno usufruito delle analisi preventive, perché hanno maturato un’esperienza tale da riconoscere le patologie maligne senza l’ausilio di queste analisi.
Passati ormai due anni dalla conclusione del restauro ho voluto ragionare sulle cause di degrado dell’opera prendendo in esame il supporto cartaceo e l’inchiostro; per riuscirci, è stata effettuata un’analisi di tipo non invasivo come la spettroscopia infrarossa, sui punti più significativi e interessanti.
Questa tecnica analitica con strumento ATR-FTIR (Attenuated Total Reflection-Fourier Transform Infrared Spettroscopy), ha permesso un’analisi per contatto diretto con la superficie senza l’asporto di campioni. Grazie poi ad un piccolo frammento di carta, preservato ante restauro, è stato possibile confrontare i risultati delle analisi sull’opera prima e dopo l’intervento di risanamento.
Con la presente tesi ripercorrerò cronologicamente la storia dell’opera, dalla fase di restauro alla fase diagnostica. Sottolineo che l’ultima fase è stata fatta sul libro già restaurato.
Son stata davvero lusingata ad aver toccato con mano un libro di tale importanza