Tecniche innovative: Convegno di Bari
Fonte: Dott. Sandra Troia Ottomanelli Responsabile Settore Beni Culturali UniVersus – Consorzio Universitario per la Formazione e l’ Innovazione |
Conservazione, Restauro e disinfestazione: tecniche innovative a confronto
Il tema della conservazione e del restauro del patrimonio artistico richiede un costante aggiornamento ed elevati livelli di professionalità utili alla redazione e realizzazione di adeguati progetti di intervento. Accanto all’impiego delle tradizionali tecniche e metodologie di restauro si assiste all’affermazione graduale di nuove metodologie di intervento realizzate attraverso l’impiego di tecnologie innovative.
All’operatore del settore, dunque, è richiesto un aggiornamento su questi temi utile a valutare correttamente l’ offerta tecnologica (in termini di qualità, efficienza, criticità) e a farne un uso consapevole supportato da effettive conoscenze. E questo bisogno formativo che ha portato alla progettazione e realizzazione del I° corso, diretto a restauratori, TECNICHE INNOVATIVE DI DISINFESTAZIONE,CONSERVAZIONE E DI RESTAURO (realizzato dal Consorzio Universus presso la sede di Corato in collaborazione con il Centro Italiano Arte Restauro Tecnologico) conclusosi con il Seminario Conservazione, restauro e disinfestazione: tecniche innovative a confronto”.
All’incontro seminariale, tenutosi venerdì 22/02/2008 presso la sala convegni della Consorzio Universus in Bari, hanno preso parte, in qualità di relatori, la Dott.ssa Francesca DENTAMARO, Università degli Studi di Bari, che ha proposto un intervento sul tema Un nuovo approccio metodologico per la conservazione di Beni Culturali e la Dott.ssa Maria MARMONTELLI, Università degli Studi di Bari, intervenuta sul tema Tecniche innovative nella diagnostica applicata a manufatti lignei di interesse storico-artistico .
In questi interventi sono stati presentati casi studio pubblicati nel libro Sculture lignee e dipinti su tavola in Puglia. Cinque casi di studio dalla diagnostica al restauro e conservazione (a cura di A. Pellerano, F. Vona, F. Dentamaro, M. Marmontelli) tra cui l’ Adorazione dei Magi della Chiesa di San Francesco di Manfredonia per quel che riguarda la struttura e la tecnica d’esecuzione dell’opera e il riconoscimento della specie legnosa.
La Pietà del Convento dei Sani Medici di Conversano per lo studio della policromia con la tecnica della Fluorescenza a Raggi X con strumentazione portatile. San Giuseppe del gruppo della Natività della Cattedrale di Andria per il ruolo dell’indagine autoptica e l’analisi SEM/ EDS del rivestimento policromo. Infine il Cristo deposto della chiesa di S. Antonio di Barletta per l’applicazione della TAC alle sculture lignee.
La Dott.ssa Alessia COLAIANNI, Università degli Studi di Bari, nel suo intervento Laser e dipinti mobili ha analizzato recenti applicazioni del laser. La sperimentazione su differenti substrati per comprendere l’interazione tra luce laser e sistema pigmento-medium, la pulitura di dipinti da vernice o strati di combustione ed il microcampionamento.
Gli insetti, ed in particolare, quelli che attaccano o causano danni al legno, o ai manufatti lignei (ovvero: Isotteri, Lepidotteri, Imenotteri, Coleotteri) e i mezzi curativi meccanici, fisici e chimici sono stati presentati dal Prof. Eustachio TARASCO, Università degli Studi di Bari, che ha relazionato su Gli insetti e la loro passione per i manufatti lignei .
Infine, il Dott. Gianni ATTOLICO, CNR – ISSIA di Bari, intervenuto su Gli strumenti digitali per la ricomposizione di opere d arte frammentate , ha presentato le potenzialità del riassemblaggio virtuale assistito di frammenti di affreschi. Tecnica sperimentata nel caso specifico costituito dalla vela del S. Matteo di Cimabue della Basilica Superiore di San Francesco in Assisi.
L incontro, moderato da Sandra Troia Ottomanelli, responsabile del settore Beni culturali Universus, ha registrato una significativa partecipazione e posto le basi per una seconda edizione del corso specialistico TECNICHE INNOVATIVE DI DISINFESTAZIONE,CONSERVAZIONE E DI RESTAURO con l’auspicio di una collaborazione con i laboratori di restauro della Sovrintendenza .
Laser e dipinti mobili
Dott.ssa Alessia COLAIANNI
Il seminario intende essere una introduzione all’utilizzo della tecnologia laser per la pulitura e microcampionamento nell’ambito dei dipinti mobili. Questo strumento innovativo, applicato diffusamente su materiali lapidei, è ora sperimentato su opere che richiedono una maggiore attenzione a causa della loro polimatericità e delle molteplici particolarità dei materiali coinvolti.
La prima parte della presentazione consisterà in un breve ripasso della costituzione di un dipinto mobile e nell’introduzione e confronto delle differenti tecniche di pulitura.
Nella seconda parte verranno analizzate tre recenti applicazioni del laser: la sperimentazione su differenti substrati per comprendere l’interazione tra luce laser e sistema pigmento-medium, la pulitura di dipinti da vernice o strati di combustione ed il microcampionamento.
Infine si farà riferimento ai più recenti sviluppi della ricerca per capirne lo stato dell’arte.
Gli insetti e la loro passione per i manufatti lignei
Eustachio Tarasco
La classe degli Insetti comprende una ventina di ordini diversi. Quelli che attaccano o causano danni al legno, o ai manufatti lignei, si raggruppano principalmente in 4 ordini: Isotteri, Lepidotteri, Imenotteri, Coleotteri. Si distinguono due gruppi: insetti che possono iniziare l’attacco solo su legno vivo, o appena abbattuto, e insetti che si insediano nel legno in opera.
Nel primo gruppo vi sono specie che vengono attratte dalle sostanze volatili emesse dalle piante tagliate o deperienti. Tra i Lepidotteri i Cossidi (Zeuzera pyrina, Cossus cossus) e i Sesidi (Paranthrene tabaniformis). Tra i Coleotteri i Buprestidi (Capnodis spp.), i Cerambicidi (Anophlora spp., Cerambyx spp.), gli Scolitidi (Tomicus spp., Scolytus) e i Bostrichidi (Bostrichus spp).Tra gli Imenotteri i Siricidi (Sirex noctilio).
Al secondo gruppo appartengono le termiti (Isotteri) con 3 specie presenti in Italia (Kalotermes flavicollis, Cryptotermes brevis e Reticulitermes lucifugus). I tarli (Coleotteri Anobidi, Lictidi, Curculionidi e Bostrichidi) e i capricorni (Coleotteri Cerambicidi).
I principi di tutela contro gli insetti del legno partono dalla prevenzione. Questa deve prevedere sempre una buona pulizia dell’ambiente e la regolazione dei parametri ambientali (temperatura, umidità e ventilazione). Soprattutto poi deve essere previsto il monitoraggio continuo mediante ispezioni, trappole luminose e/o a feromoni, con una tempestiva identificazione dello xilofago in caso di infestazione. La conoscenza della specie infestante e della sua bioetologia è indispensabile per programmare eventuali interventi di controllo e sanificazione.
Tra i mezzi curativi vi sono mezzi meccanici (zanzariere, trincee, verniciature, trappole), mezzi fisici (variazioni di temperatura, onde elettromagnetiche, microonde, raggi infrarossi e ultrasuoni). Inoltre abbiamo le radiazioni (luminose, ionizzanti, raggi ultravioletti, raggi X, raggi gamma), le atmosfere modificate (modificazione della composizione dell’atmosfera, eliminazione dell’ossigeno). Infine mezzi chimici (trattamenti a secco, liquidi o gassosi con insetticidi, insettistatici, repellenti, modificatori del comportamento). I trattamenti chimici, pur nella loro efficacia (la gassificazione soprattutto), presentano seri inconvenienti di tossicità e pertanto sono da preferire l’uso delle microonde o dell‘atmosfera controllata, che alla buona efficacia uniscono un fattore assolutamente non trascurabile: la ecocompatibilità.
Un nuovo approccio metodologico per la conservazione di Beni Culturali
Dott.ssa Francesca Dentamaro
[abstract]
Nel passato la conoscenza di un opera d’arte è avvenuta principalmente attraverso un approccio di natura storico-artistica. Con questo approccio gli interventi di restauro o di conservazione si sono tradizionalmente basati su criteri per lo più empirici. Oggi, lo studio di un opera d arte avviene attraverso l’applicazione di metodi e tecnologie scientifiche. Lo scopo è di identificare le cause e le concause che hanno portato al degrado di un opera. Inoltre è di rispondere alle esigenze dello storico dell’arte, nel rispetto dell’istanza storica ed estetica dell’opera stessa. In quest’ottica, negli ultimi anni sono stati stabiliti dei metodi unificati per lo studio dei manufatti di interesse storico-artistico. Lo scopo è di regolamentare gli interventi conservativi e di migliorare la qualità e l’ efficacia dei progetti di restauro.
Nel Novembre del 2005, l‘Ente Nazionale Italiano di Unificazione ha pubblicato la norma UNI 11161 in materia di Beni Culturali – Manufatti lignei – che stabilisce i requisiti da considerare per ogni attività di conservazione, manutenzione e restauro su manufatti lignei appartenenti al Patrimonio dei Beni Culturali.
La norma definisce i criteri essenziali per la redazione di un progetto di intervento volto ad uno studio completo dell’opera che comprenda: analisi storica, documentazione fotografica, rappresentazione grafica (ad es. mappature dello stato di conservazione), datazione del manufatto, identificazione della specie legnosa, descrizione delle condizioni termoigrometriche ambientali, diagnosi dello stato di conservazione (valutazione del degrado biotico e abiotico), descrizione delle modalità di esecuzione dell’intervento di restauro e delle modalità di controllo nel tempo dell’efficacia dell’intervento.
Saranno presentati alcuni casi studio pubblicati nel libro Sculture lignee e dipinti su tavola in Puglia. Cinque casi di studio dalla diagnostica al restauro, a cura di A. Pellerano, F. Vona, F. Dentamaro, M. Marmontelli, tra cui l’Adorazione dei Magi della Chiesa di San Francesco di Manfredonia per quel che riguarda la struttura e la tecnica d esecuzione dell’opera e il riconoscimento della specie legnosa, la Pietà del Convento dei Sani Medici di Conversano per lo studio della policromia con la tecnica della Fluorescenza a Raggi X con strumentazione portatile.
Tecniche innovative nella diagnostica applicata a manufatti lignei di interesse storico-artistico
Dott.ssa Maria Marmontelli
Per lungo tempo, il metodo d indagine più diffuso, se non addirittura esclusivo, per lo studio delle opere d arte si è basato sulla percezione dell’occhio umano. Come ogni strumento d indagine, anche il nostro occhio possiede limiti oggettivi legati alla sua fisionomia e alla capacità individuale di osservazione ed interpretazione del mondo. Pertanto, il campo di esplorazione consentito da questo sia pur prezioso ed indispensabile strumento è limitato alla possibilità di acquisire soltanto determinate informazioni, quali forma, colore, struttura esterna di un oggetto, dimensioni, inquadramento stilistico per confronto.
Le innovazioni scientifiche e tecnologiche nel campo della diagnostica nel restauro e conservazione hanno consentito di guardare oltre e di estrarre l’enorme potenziale informativo che quasi sempre si nasconde nei materiali di un opera d arte. Nel caso delle opere lignee, il supporto ligneo ed il rivestimento policromo pongono problematiche differenti che si prestano ad essere risolte mediante indagini diagnostiche mirate e diversificate. Soprattutto quando non è possibile prendere visione della struttura interna di un bene culturale, risulta estremamente vantaggioso, ad esempio, un metodo d indagine non invasivo come la TAC (Tomografia Assiale Computerizzata) che consente di guardare all’interno di una scultura lignea e di individuare la presenza di elementi lignei assemblati, chiodi, fratture, fori di sfarfallamento prodotti da insetti xilofagi, ecc.
Per studiare invece il rivestimento policromo di quella stessa scultura o la policromia di un dipinto, il ricorso al SEM (microscopio elettronico a scansione) su piccoli campioni prelevati dall’opera permetterà di osservare, a forte ingrandimento, la stratigrafia degli strati pittorici e la morfologia dei pigmenti che conferiscono il colore agli strati stessi. Infine, con l’accoppiamento della microanalisi EDS (spettroscopia in dispersione di energia) al SEM, è possibile stabilire la composizione chimica elementare puntuale di un campione.
A tale proposito saranno presentati alcuni casi di studio già pubblicati nel libro Sculture lignee e dipinti su tavola. Cinque casi di studio dalla diagnostica al restauro , a cura di A. Pellerano, F. Vona, F. Dentamaro, M. Marmontelli, in particolare il San Giuseppe del gruppo della Natività della Cattedrale di Andria per il ruolo dell’indagine autoptica e l’analisi SEM/ EDS del rivestimento policromo e il Cristo deposto della chiesa di S. Antonio di Barletta per l’applicazione della TAC alle sculture lignee.
Gli strumenti digitali per la ricomposizione di opere d arte frammentate
Dott. Gianni Attolico STAFF: Distante Arcangelo, Attolico Gianni, F. Renna, N. Mosca, Giovanna Carlomagno
CONTRIBUTI: Ministero per i Beni e le Attività culturali – Istituto Centrale per il Restauro
L’ esperienza in corso circa lo studio delle potenzialità del riassemblaggio virtuale assistito di frammenti di affreschi ha origine dal caso specifico costituito dalla vela del S. Matteo di Cimabue della Basilica Superiore di San Francesco in Assisi.
Tale ricomposizione esemplifica alcuni notevoli aspetti problematici legati a questa tipologia di interventi: l’estensione dell’affresco (circa 35 mq), l’elevato numero di frammenti (circa 120.000), il loro potenziale danneggiamento a seguito della manipolazione fisica imposta dalle modalità tradizionali di ricomposizione, la difformità di dimensione fisica dei frammenti (la maggior parte dei quali presenta uno spessore ridotto mentre altri risultano ancora legati ai mattoni di supporto di notevole altezza e volume) sono alcuni degli elementi che hanno suggerito l’esplorazione dell’uso di strumenti digitali.
L impostazione perseguita fin dall’inizio è stata quella di sviluppare un sistema che permettesse innanzitutto di trasporre in modalità digitale il processo di ricomposizione tradizionale, offrendo all’operatore, che continua a rivestire il ruolo centrale nell’intero processo, una modalità di lavoro efficiente e naturale.
L obiettivo primario è stato quindi consentirne, senza eccessivi traumi, l’uso da parte degli operatori preposti a tale attività. Lo sviluppo di strumenti automatici di supporto è stato invece orientato al successivo obiettivo di rendere più agevole ed efficace l’intero procedimento senza comprometterne la facilità e naturalezza d uso.
Il sistema realizzato permette innanzitutto di utilizzare una regione di interesse, estratta dall’immagine di riferimento (immagine dell’intero affresco da ricomporre, se disponibile), come fondo per l’area di lavoro. La stazione digitale, multimonitor, dedica uno schermo in modo esclusivo alla visualizzazione di questa regione alla massima risoluzione. L operatore può estrarre frammenti dalla banca dati e posizionarli nell’area di lavoro, per poi cercarne la migliore collocazione.
Configurazione del sistema di ricomposizone digitale | Cassetto contenente alcuni frammenti |
Uno strumento di interfaccia dedicato, un particolare tipo di joystick, permette di effettuare in simultanea rotazioni e traslazioni sui frammenti per muoverli all’interno dell’area di lavoro Il sistema permette la creazione e gestione di contenitori logici, all’interno dei quali l’operatore può raccogliere i frammenti che hanno una relazione significativa tra loro. Una opportuna serie di strumenti supporta queste attività consentendo interventi (semitrasparenze, correzioni del colore, di luminosità e contrasto, viste ingrandite o d insieme del lavoro svolto, che sarebbero impossibili nella pratica tradizionale con i frammenti fisici. Il sistema consentirà inoltre una più agevole e sincronizzata cooperazione tra i diversi operatori coinvolti nel laboratorio che, utilizzando diverse stazioni grafiche, potranno concorrere alla ricomposizione della vela.
Molte operazioni richieste dal processo di ricomposizione (raggruppamento dei frammenti in base a criteri di omogeneità, ricerca dei potenziali accostamenti, valutazione dei risultati intermedi e finali) possono risultare poco efficienti ed efficaci quando condotte nel modo tradizionale. Esse sono essenzialmente riconducibili alla valutazione automatica della similarità tra immagini.
La maggiore attenzione nel supporto all’attività di ricomposizione è stata posta alla possibilità di effettuare interrogazioni alla banca dati delle immagini dei frammenti utilizzando un approccio, iterativo ed incrementale, basato su esempi.
L operatore è chiamato a selezionare un insieme di immagini che costituiranno gli esempi sulla base dei quali effettuare la selezione dei frammenti di interesse. Queste immagini possono essere sia altri frammenti che regioni rettangolari estratte dall’immagine di riferimento.
Si possono quindi cercare frammenti plausibilmente collocabili in una certa regione dell’immagine così come frammenti che possano essere affiancati ad altri già collocati. La valutazione della similarità tra immagini è stata progettata in modo modulare ovvero estensibile attraverso la misura di ulteriori caratteristiche visuali. Al momento la valutazione utilizza il colore e la tessitura (distribuzione spaziale dei colori all’interno dell’immagine).
E in corso di inserimento la misura di corrispondenza tra contorni (esterni ed interni ai frammenti). Dovendo il sistema lavorare in modo sinergico con l’operatore è stata posta attenzione a far sì che le metriche utilizzate dal sistema riproducano il più possibile le caratteristiche percettive note del sistema visivo umano.
La collaborazione tuttora in corso con l’Istituto Centrale del Restauro è volta alla validazione degli strumenti in corso di sviluppo, alla messa a fuoco di ulteriori caratteristiche visive da introdurre nel sistema ed alla determinazione delle correzioni geometriche e colorimetriche (sulle immagini dei frammenti e della vela, acquisite in condizioni diverse e non completamente note) necessarie per renderle omogenee e trattabili dagli strumenti automatici.