Il Manoscritto

Il Manoscritto Medievale

Il fenomeno del Manoscritto Medievale può essere analizzato da due differenti punti di vista: quello della proprietà collettiva di un libro, per un uso strettamente religioso da parte di un ordine monastico, e quello invece della proprietà singola di un personaggio di rilievo religioso o laico

Fonte: Autori vari – Immagine di copertina: Libro dore Parigi Jean De Brie -1512 – Impresso su pergamena e miniato

Proprietà dei manoscritti

Focus: I manoscritti medievali potevano essere di proprietà collettiva, usati principalmente per scopi religiosi da ordini monastici, o di proprietà individuale di figure religiose o laiche.

Il Manoscritto Medioevale
L’ autore Giuseppe è in piedi mentre
tiene un manoscritto che viene copiato del suo scrivano Samuele.
Lo scriba è qui rappresentato come un monaco in un chiostro romanico che scrive su un libro aperto.   Canterbury, 1130

Il mecenatismo artistico dovrebbe essere visto come una collaborazione attiva tra l’artista e il suo mecenate; durante il Medioevo, questo fu un elemento cruciale per la creazione dell’opera, poiché entrambi i soggetti partecipavano attivamente dalla progettazione al completamento dell’opera d’arte. Tale fenomeno medievale può essere esaminato da due prospettive: quella della proprietà collettiva di un libro per uso esclusivamente religioso da parte di un ordine monastico, e quella della proprietà individuale di un libro da parte di una figura di spicco, sia religiosa che laica, pratica che si diffuse a partire dal XIII/XIV secolo.

I libri creati per uso personale riflettevano un’ampia varietà di interessi individuali e venivano raccolti sia per scopi autoeducativi e di studio, sia per appagare la propria sete di conoscenza. Non erano rari, nel Medioevo, casi di fervente bibliofilia. È importante anche ricordare che, nel Tardo Medioevo, emerse una particolare categoria di libri destinati all’uso privato: quelli adoperati per la devozione personale.

Durante l’intero Alto Medioevo, la maggior parte dei libri era prodotta per scopi liturgici e utilizzata da preti e monaci nelle chiese e nei monasteri. Questi testi, in particolare le Bibbie, erano considerati di pertinenza del santo patrono della chiesa o del monastero, assicurandone così la proprietà a una specifica comunità e sottolineandone la continuità. Spesso, il santo patrono era rappresentato sulla pagina dedicatoria o all’inizio del libro, talvolta insieme a simboli della comunità. Questa tendenza era confermata anche dalla trascrizione occasionale dello status legale, dei privilegi della comunità e di una breve storia nelle pagine iniziali del manoscritto.

La vicinanza tra documentazione secolare e giuridica e i testi sacri non era casuale, ma serviva a rafforzare la credibilità e l’autenticità delle affermazioni. La domanda di nuovi libri cresceva con la fondazione di nuovi monasteri, che necessitavano dell’apparato liturgico essenziale. Era comune che il nuovo abate e la sua comunità, spesso provenienti da monasteri già esistenti, dotassero la nuova fondazione dei libri più importanti; altri testi venivano copiati successivamente.

L’esempio del primo abate del monastero francese di S. Evroult, che copiò diversi manoscritti e istituì un nuovo scriptorium, mostra quali libri fossero indispensabili per un nuovo monastero: un Antifonario, un Graduale e un Collectar; altri testi come estratti dell’Antico Testamento, i suoi commentari, l’Eptateuco e un Missale furono copiati dai suoi confratelli.

Intorno al XII secolo, alcuni libri iniziano ad essere prodotti per singole persone più che per istituzioni e, grazie all’insorgenza di questo fenomeno, siamo informati dell’esistenza di un pubblico di privati lettori, le ordinazioni dei quali sembrano essere state responsabili di un notevole incremento nella quantità di manoscritti prodotti.

Questa lenta penetrazione del libro all’interno del mondo secolare portò alla fioritura di atelier diretti da scribi professionisti in competizione con gli scrittoria monastici. Questo è anche il periodo nel quale si avvertono i primi sentori della comparsa di un atteggiamento bibliofilo in alcune personalità di rilievo, tanto religiose quanto laiche, come nel caso di Giovanni di Salisbury o Ugo di Puiset; entrambi, infatti, lasciarono in eredità diverse dozzine di li libri alle loro rispettive biblioteche cattedrali.

Per lo stesso periodo abbiamo qualche notizia riguardo a maestri scrivani che viaggiavano fin nelle località più remote come dimostra il caso di un anonimo scriba che lavorò per l’Abbazia di S. Albano in Inghilterra e più tardi in Francia, probabilmente anche a Parigi. Questo tipo di artigiani erano assunti dai monasteri per supplire alla carenza di personale monastico per la produzione libraria, a volte rimpiazzandola totalmente.

Questo fenomeno di un sempre maggiore utilizzo di manodopera specializzata nella produzione di libri resta, tuttavia, un aspetto assai poco rilevato nella storia del libro e dei manoscritti.  

Committenza artistica

Focus:  La produzione di manoscritti coinvolgeva una stretta collaborazione tra artisti e committenti, spesso con finanziamenti condivisi.

La produzione di un libro così come è rappresentato in un manoscritto tedesco del XII secolo. Ambrogio, De officiis ministrorum. In senso orario: affilando la penna, presentazione del libro finito, aggiunta di un nuovo fascicolo, rilegatura, taglio finale della pergamena, lavorando con le fibbie, l’insegnamento con il nuovo libro, ritagliando le estremità di un a tavola per fare un copertina, raschiamento della pergamena per mezzo di un lunellum, scrittura su una tavoletta di cera.

Nell’esaminare i committenti degli artisti che realizzavano i libri, emergono diverse caratteristiche tipiche del contesto sociale dell’epoca. Solitamente, un individuo o una coppia commissionava un libro e forniva contemporaneamente il denaro necessario per la sua produzione, come si evince spesso dalle illustrazioni nei frontespizi o dai colofoni.

In alternativa, il libro poteva essere commissionato dividendo i costi tra vari soggetti, coordinati da un amministratore, generalmente un sacerdote, incaricato di raccogliere i fondi e di gestire le trattative con gli artigiani.

Un esempio di questo sistema si trova nel contratto per la realizzazione della Bibbia della Certosa di Calci, che elenca una notevole quantità di contribuenti singoli, ognuno con la relativa offerta economica.

Dunque, se un libro poteva essere prodotto su commissione, ciò significa che esso poteva essere anche commercializzato come prodotto finito. Numerosi libri dei conventi austriaci vennero, infatti, acquisiti n questo modo, frequentemente attraverso un aiuto finanziario proveniente dall’esterno dell’ambito monastico.

Il prezzo dei libri variava; tuttavia, i libri erano considerati un bene di lusso e perciò il loro prezzo non poteva che essere alto. Ciò sembra venire confermato dal fatto che i libri spesso sono menzionati fra i beni dei bottini di guerra.

La raccolta e l’ immagazzinamento di libri durante il Medioevo, quindi, doveva essere un attività finanziariamente pesante.

L’ uso dei Manoscritti

Focus: Dal XII secolo, la produzione di libri si estese oltre i monasteri, coinvolgendo scribi professionisti e rispondendo a una crescente domanda secolare.

A differenza di oggi, i libri medievali erano usati per vari e diversi propositi. L’aspetto ed il contenuto dei libri di questo periodo erano, infatti, determinati tanto dal tipo di uso che se ne intendeva fare, quanto, in particolare, dalle inclinazioni delle persone che avevano ordinato i medesimi. In generale, è possibile riconoscere otto diversi tipi di libri, a seconda dell’uso, e comprendendo anche i cambiamenti sopravvenuti, nei differenti momenti del Medioevo, in relazione alla raccolta di libri. Questi sono i seguenti:

  • libri per i missionari: comprende i libri immediatamente più necessari per l’insegnamento cristiano a carattere illustrativo ed esplicativo (ovvero Bibbie, Vangeli, Salteri ed i loro commentari, insieme a libri contenenti suggerimenti pratici per i sacerdoti). Questi venivano usati per le attività missionarie come mostrato dall’esempio inglese dei secoli VII e IX d.C.
  • libri per per gli imperatori: Un passo successivo nella storia della produzione libraria è rappresentato dalla produzione di lusso di libri finemente decorati per re ed imperatori che venivano mostrati durante le cerimonie per guadagnare la pubblica ammirazione, in modo da aumentare il prestigio reale o imperiale fra i contemporanei. Parte dei tesori reali ebbero grande fortuna particolarmente fra VIII ed XI sec. d.C., essendo anche usati come doni diplomatici per regnanti di regioni lontane.
  • libri per i monaci: L’epoca d’oro dei libri monastici, invece, si ebbe a partire dal XII sec. d.C., quando i monasteri rappresentavano pressoché il solo luogo in cui erano raccolti i volumi separati e commentati della Bibbia, dei Padri della Chiesa, i lavori dei classici e degli autori contemporanei, lavori scientifici e manuali di studio, le regole monastiche, Breviari, Salteri, Graduali, Antifonari ed altri libri per il servizio liturgico.
  • libri per gli studenti: Il sorgere delle scuole cattedrali e delle Università nel corso del XIII sec. d.C., permise lo svilupparsi di nuove tipologie di libri: i manuali per la ricerca e l’educazione superiore. Gli argomenti trattati erano in sintesi i seguenti: trattati teologici, glosse e commentari della Bibbia, testi e manuali di giurisprudenza, poemi didattici, manuali di astronomia e di argomento naturalistico, libri di storia, e testi biblici uniformati e revisionati. La nuova pubblica domanda di libri, portò, di conseguenza, allo svilupparsi di una classe di mercanti di libri professionisti i cui centri principali di smercio si trovavano nelle città universitarie di Bologna, Padova e Parigi.
  • libri per gli aristocratici: Se già con il XIII secolo si assiste alla comparsa di testi a contenuto profano, nel secolo successivo, si ha una vera e propria esplosione di tale fenomeno: cronache di case reali, trattati morali, libri di ricette, storie di tornei, e romanzi cavallereschi. Queste tipologie ben si adattavano ad un pubblico di giovani nobili ai quali presentavano una serie di storie esemplari; quindi, tale letteratura è da considerarsi preminentemente educativa. In particolare, cadevano in questa classe tutti i libri a carattere romanzesco e cavalleresco, diari di viaggio, temi classici e vite di santi, specula, storie e cronache universali. Dal XIV sec. d.C. in poi, si diffondono i cosiddetti libri di modelli. Questi testi possono essere solitamente attribuiti ad un autore determinato essendo firmati e contengono raffinati e rifiniti disegni come se fossero prodotti per essere presentati a ricchi mecenati in modo da guadagnarne la stima ed il supporto per eventuali lavori specifici. Per la devozione personale, i Libri delle Ore, assai popolari alla fine del XV secolo d.C., rappresentano l’esempio migliore. In tutta Europa se ne sono conservate numerose copie appartenute tanto alla popolazione normale quanto alla aristocrazia.
  • libri per i preti: dovevano essere quelli usati comunemente da ogni collettività di villaggio nella loro parrocchia. Questi erano, come quelli dei monasteri, essenzialmente testi per il servizio liturgico e pastorale, e comprendevano: quelli per la celebrazione della messa, Bibbie, Breviari, Missali, Salteri, Graduali e nuovi manuali per l’istruzione del clero, trattati morali sui vizi e le virtù, libri penitenziali, raccolte di sermoni e nuovi manuali illustrati come la Biblia pauperum e lo Speculum Humanae Salvationis; e libri sulla partecipazione dei laici alla Passione di Cristo come la Imitatio Christi di Tommaso di Kempis.
  • libri per i collezionisti e quelli comuni: Nel XV e XVI sec. d.C. il collezionismo di libri divenne una moda in conseguenza del risveglio dello studio dei testi classici da parte dei primi umanisti. Il loro entusiastico e ricco mecenatismo si rivolgeva principalmente ai testi degli autori antichi, libri di filosofia e scienza, lavori di letteratura e bibliofilia. Il risultato della loro attività è giunto fino a noi grazie al recupero delle loro biblioteche private, costituitesi sempre assecondando interessi specifici.

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