Affilare gli attrezzi da taglio
La lucidatura del filo
Dopo aver impostato il filo e rimossa la sbavatura, l’ affilatura continua con la lisciatura della superficie del filo. Qui si usa un procedimento a due fasi con la cote media. La lisciatura iniziale incomincia strusciando il tagliente sulla cote all’incirca come fatto per l’impostazione dell’angolo. Vedi la fig. B7.
Durante questa operazione di lisciatura, come per l’ operazione dell’impostazione dell’angolo, bisogna applicare pressione solo sul colpo in avanti, concentrando la pressione sulla punta del tagliente, non sull’attrezzo. Per accelerare l’ operazione di lisciatura bisogna usare acqua in abbondanza e risciacquare la cote di sovente.
Questo aiuta a tenere il tagliente a contatto con particelle abrasive fresche, quindi più taglienti. Si continua ad affilare fintanto che il filo raggiunge una opacità uniforme, come il peltro. Come prima, si usa il proprio dito per verificare la presenza di una sbavatura uniforme, che si elimina ad operazione finita sulla cote fine.
La lisciatura finale si fa sempre sulla cote media. L’ operazione è identica alla precedente, ma rigorosamente senz acqua, così che una sabbiolina di particelle di ferro ed abrasive si formi sulla cote. Dato che questa polvere è più fine dei granelli abrasivi freschi della cote, essa produce una finitura più fine.
Nota: attenzione che la polvere si potrebbe accumulare sulla rotella dell’attrezzo, che va controllato e pulito di tanto in tanto.
Quando si sarà formata una sbavatura leggera ed uniforme, si completa l’operazione rimuovendola strusciando, come solito, il retro del tagliente sulla cote fine.
Il microfilo
A questo punto il tagliente è adeguatamente affilato per quasi tutti gli usi. Ma in caso si volesse una addilatura super, si può aggiungere il microfilo. Questo non è altro che quello che il nome lascia intendere: un piccolo filo secondario, non più esteso del diametro di un capello. Il procedimento è un poco più semplice del precedente.
Si inizia impostando l’angolo di taglio del microfilo. Per questo si misura una diversa distanza lungo il tagliente tra l’attrezzo per l’affilatura e la cote; oppure, se si è costruita la maschera di cui a fig. B3, si imposta velocemente l’attrezzo nella giusta posizione. Tipicamente si sceglie un angolo per il microfilo tra i 30° ed i 35°. L affilatura si fa poi usando la cote fine, leggermente bagnata. Appoggiando il tagliente sulla cote ed impostanto le mani come in fig. B7, si danno una mezza dozzina di colpi (pressione sempre sul colpo in avanti soltanto), e poi si esamina il filo. Questo dovrebbe presentare un strisciolina, larga quanto un capello, più lucida del resto del filo. Se questa strisciolina si estende uniformemente da un lato all’altro del tagliente, il procedimento è finito. Altrimenti si danno un altro paio di colpi e si osserva il risultato nuovamente.
Il segreto dell’affilatura del microfilo è determinare quando smettere di affilare. Se si affila un po troppo, si fa buon esercizio ma la capacità di tagliare della lama non risulta migliorata per niente; anzi, la prossima affilatura di farà più difficile la volta sucessiva.
Il processo si ultima rimuovendo la sbavatura sul retro come sempre (questa volta sarà quasi impossibile da sentire col dito), eventualmente insistendo un po di più con la cote fine per dare un ultima lucidatura al retro.
Il microfilo si può riaffilare non appena la lama diventa leggremente meno tagliente; questo senza che sia necessario riaffilare da zero il filo. Il segreto è di riaffilare il microfilo prima che il tagliente abbia perso gran parte dell’affilatura.
Molare l’ angolo di taglio
Questa pagina si riferisce all’uso della mola rotativa per impostare l’angolo di taglio del filo di una tagliente nuovo o severamente danneggiato. Useremo una mola a grana grossa per l’impostazione iniziale, per poi passare ad una mola a grana media per la rifinitura. Notare che questa operazione non completa il procedimento di affilatura, vedi la Molatura del filo.
Prima di iniziare il processo di molatura di una tagliente, verificare che il filo sia a squadra coi lati del tagliente. Per questo usare una normale squadra, come indicato in fig. C1.
Se il filo risulta fuori squadra, si usi un pennarello con punta di feltro molto sottile per segnare una riga perpendicolare ai lati del tagliente, come riferimento per la successiva molatura.
Dopo aver posizionato il supporto in fronte alla mola a grana grossa a circa 3 mm dalla stessa, ed aver serrato attentamente la morsa che lo tiene in posizione, avviare il motore. Ricordandosi di portare degli occhiali protettivi, si bagni il tagliente, e lo si appoggi a faccia in giù sul supporto.
A faccia in giù significa che il pre-esistente filo deve toccare la mola, come in fig. C2. Lentamente si sposti il tagliente verso la mola e, non appena la tocca, si inizi a spostarlo da un lato all’altro, parallelamente alla superficie della mola. Mantenere il movimento continuo e regolare, per evitare che il tagliente si surriscaldi per troppo attrito. Bagnarlo frequentemente.
Quando si è molato il tagliente fino a portarlo a squadra (cioè si è molato fino alla linea segnata prima), interrompere l’operazione sulla mola a grana grossa. Spegnere il motore e aggiustare il supporto a 25° verso la mola a grana media, come indicato in fig. C3. Riavviare il motore e ripetere le operazioni di prima, facendo attenzione a molare un filo uniforme su tutta la larghezza del tagliente. Non si deve premere troppo forte, e si deve mantenere la lama ben raffreddata, immergendola in acqua soventemente; oppure spruzzandola d acqua con una delle onnipresenti bottiglie a spruzzo di plastica, tenuta con la mano libera. Se si permette al metallo di riscaldarsi fino alla temperatura che ne cambia il colore in blu, il tagliente perderà la tempera, ed il filo rimarrà affilato per un periodo molto breve. Il rimedio a questo inconveniente è di ricominciare la molatura da capo, smerigliando tutto il metallo viratosi in blu.