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ALTRA Cassapanca !!...
 
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ALTRA Cassapanca !!!

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 xxxx
(@xxxx)
Post: 195
Estimable Member
 

Concordo pienamente con quello che dici, il movimetno del legno va accettato, pero
ci sono casi in cui un rimedio bisogna pur trovarlo, per esempio se hai un bel piano intarsiato che presenta notevoli crepe dovute al ritiro delle asssi sottostanti, come ti comporti segui le stagioni e lasci che lo spacco si allarga e si restringe coeme vuole? con un piano imbarcato che pregiudica l'apertura del casseto sottostante cosa fai? se parlo a un privato di teca ad atmosfera e temperatura controllata non so se mi manda a quel paese o si mette a ridere,  purtroppo alcune volte bisogna usare tecnice invasive e poco ortodosse, alle quali personalmetne sono parzialmente contrario ma non ho ancora trovato un'alternativa...se qualcuno a suggerimenti 🙂

 
Pubblicato : 21/01/2007 10:01 pm
(@aporia)
Post: 833
Prominent Member
 

Ogni caso va valutato attentamente ma per esperienza ti posso dire che i goffi tentativi di bloccaggio del legno fatti da falegnami più che rastauratori in genere non solo non bloccano un bel niente ma causano crepe e spacchi in altri punti. L'atmosfera controllata era per far capire che è inutile tentare di bloccare un materiale senza rimuovere la causa del movimento. Ripeto fino alla nausea che convivere con dei mobili antichi significa, spesso cambiare le proprie abitudini, altrimenti ci si tengano crepe, tarli e spacchi. Non sono i bloccaggi a risolvere il problema ma, ripeto, azioni che accompagnino il movimento, effettuate in modo diverso per ogni caso: per prima cosa è necessario comprendere perchè vi sono le crepe e rimuovere la causa, se ancora presente, mentre se un piano è imbarcato e lo si raddrizza (con vapore o altro) 9 volte su 10 tornerà nella posizione precedente se non si è rimossa la causa del movimento. Restaurare non vuol dire forzare il legno ma comprendere e creare le migliori condizioni per la sua conservazione. Io ho sempre richiesto la collaborazione dei clienti perchè altrimenti il mio lavoro sarebbe stato inutile e dannoso senza il loro prezioso aiuto. E non mi hanno mai mandata al diavolo....

 
Pubblicato : 21/01/2007 11:29 pm
(@milo74)
Post: 41
Eminent Member
 

ciao, concordo pienamente con la datazione da voi espressa, altro elemento rivelatore è la riserva del fronte in cui, pur essendo in tavola unica, si nota chiaramente essere ricavata sfruttando una parte di alburno. cosa che nei secoli precedenti, data la disponibilità di piante secolari, veniva accuratamente evitata da un buon ebanista.
è bello vedere che qualcuno si preoccupi di studiare il corretto assemblamento delle parti nella ricostruzione di un mobile, con giusta consapevolezza di un' etica del restauro, cosa che, come dice Roberto,
molti "restauratori" ignorano!!! e non solo per arrivare presto al conto ma per mera ignoranza!  :-
buon lavoro a tutti.  Milo.

 
Pubblicato : 22/01/2007 10:19 am
(@massimo)
Post: 29
Eminent Member
 

1)Le cornici verticali in pioppo sono già state rimosse e rifatte in noce.
2)Per la cornice perimetrale del coperchio, ero vincolato dalla misura A della foto sottostante.

La dimensione B, sarebbe stato meglio farla più ampia, ora che me lo fai notare, purtroppo non ho più legno a sufficienza per rifarne altre.[

Visto che hai fatto la fatica di forgiare i chiodi, varrebbe la pena di dimensionare quella cornice in modo corretto, prima di finirla, magari incollando alla stessa cornice un listello di noce per arrivare allo spessore.
Anche perchè forse,  la cassapanca che è proprio bella, lo meriterebbe, buon lavoro, saluti Massimo.

 
Pubblicato : 31/01/2007 1:56 pm
(@francescas)
Post: 5
Active Member
 

Ciao,
sostituire parti mancanti non è cosa buona in restauro,naturalmente questo non lo dico io ma esperti del restauro!
Son d'accordo con te, quando ci troviamo a simili situazioni, dovremmo  limitarci  a lasciarlo cosi com'è. Il restauro è un operazione culturale, perchè restituisce integrità,pulizia e splendore al mobile.

 
Pubblicato : 08/03/2007 8:46 pm
(@hammer)
Post: 48
Eminent Member
 

Non sono molto daccordo con te. Credo che un pezzo debba almeno ritrovare, oltre la bellezza, la funzionalità per cui era stato fatto. Se un mobile non è funzionante, per esempio manca un piede, metà del piano di appoggio, cosa facciamo? Lo buttiamo? Credo di no, quindi inevitabilmente si deve ricorrere ad una ricostruzione rispettando tutte le caratteristiche storiche, del materiale etc. etc.
Io, nella mia poca esperienza, credo che bisogna lasciare solo quei segni,poco evidenti, che hanno reso il mobile vissuto.

 
Pubblicato : 09/03/2007 12:11 pm
(@francescas)
Post: 5
Active Member
 

Sicuramente... Dipende dai pezzi, ma sappiamo anche che aggiungere quello che manca, sul mercato poi cambia totalmente il prezzo!
L'autenticità di un pezzo è dovuta anche dalla bravura e maestria del restauratore, che dopo un accurata analisi e con coscienza usa la sua esperienza rispettando appieno il pezzo.
Molti restauratori, son convinti che un pulitura una ristrutturazione fatta bene deve essere eseguita con "olio di gomito", nel senso che eliminano i segni del tempo, eliminano la patina che sappiamo bene quanto sia preziosa in un restauro, aggiungono pezzi rimuovendone altri che semmai sono semplicemente logorati. Tutto questo a mio avviso è una mostruosità, nn si tratta più di restauro. Non dimentichiamoci che noi siamo "operatori del restauro", che rendiamo luce alla storia, attraverso il nostro operato. Per troppi anni ho visto restauri che erano dei veri sacrilegi, perchè è più facile aggiungere che riparare.
Il nostro è un lavoro difficile, fatto di continuo studio, di esperienza acquisita nel tempo, ma non si finisce mai di imparare.Certo son d'accordo con te riguardo al tavolo...ma poi la maggior parte dei mobili che oggi circola nei laboratori sono pezzi del 900, fine 800...se ti capita un meraviglioso canterano allora li ti fermi...ti chiedi se è giusto aggiungere!

 
Pubblicato : 09/03/2007 12:53 pm
(@pierpaolomasoni)
Post: 2128
Noble Member
 

in effetti trovare un giusto equilibrio fra restauro conservativo, reintegrativo e funzionale è spesso difficile e...sempre passibile di critiche.
in questo caso particolare, si tratta di una sostituzione schietta (voglio dire non fatta con tecniche di falsificazione, e, quindi, riconoscibile e che sarebbe accettata da qualunque sovrintendenza, paragonabile al rigatino pittorico).
comunque si tratta di una discussione molto importante e molto complessa grazie alla quale il restauro italiano è considerato all'avanguardia nel mondo.
pierpaolomasoni

 
Pubblicato : 09/03/2007 11:24 pm
(@roberto67)
Post: 117
Estimable Member
Topic starter
 

Dopo un’interruzione dei lavori della durata di sei mesi circa, ho rimesso mano alla cassapanca oggetto della presente discussione.
Perciò inserisco immagini riguardanti i piccoli progressi.

Saluti. Roberto.

 
Pubblicato : 22/09/2007 7:28 pm
(@socrate)
Post: 127
Estimable Member
 

ciao , roberto , potresti postare delle foto, del fondo, magari sia  la parte interna che esterna!!! grazie!!!
la mia curiosità nasce, dal fatto che nei tuoi ultimi interventi, vedo spuntare dal fondo, dei listelli aggiunti, e vorrei capirne l'utilità , ciao!!!

 
Pubblicato : 23/09/2007 8:25 pm
(@roberto67)
Post: 117
Estimable Member
Topic starter
 

Non ho foto recenti del fondo, appena possibile non mancherò di inserirle.
Aggiungo una foto del fondo risalente alle prime fasi di pulizia grossolana dalla polvere.

Il listello che si vede sulle immagini precedenti, è stato inchiodato sulle parti contrassegnate dalla lettera "A" nella foto presente.
Le parti "A" erano completamente spugnose e tarlate, ma conservavano in alcuni punti una parvenza di sagoma.
Pertanto ho cercato di eseguire un listello con la medesima sagoma e dimensione, ho levato con lo scalpello il legno tarlato ricavando una superficie piana ed ho inchiodato il nuovo listello.
Da notare che sulle foto attuali del 22/09/2007, non è ancora stato installato il listello bombato, il quale sarà inchiodato prossimamente.
Saluti. Roberto.

 
Pubblicato : 23/09/2007 10:15 pm
(@roberto67)
Post: 117
Estimable Member
Topic starter
 

...le zampe io non le sostituirei. le consoliderei con una olioresina, anzi, userei prima olio di lino crudo, che ha una maggior penetrazione; lo darei per immersione ( 10 minuti sono sufficenti), dopodichè laverei con acquaragia per eliminare l'olio che è rimasto in superficie; dopo una settimana userei una olioresina (a base di olio di lino cotto) che, oltre che completare il consolidamento, tonalizza il legno.
...

Aggiornamento sull’avanzamento dei lavori alla cassapanca.
Tra poco dovrei essere pronto per incominciare la finitura.
Vorrei utilizzare l’olioresina.
Dopo avere passato il mordente per uniformare le integrazioni, per il consolidamento delle parti basse e più ammalorate posso utilizzare olio di lino crudo, come consigliato qui sopra?
Sono sufficienti alcune mani di olio di lino crudo per il consolidamento? 
Altro dubbio: per finire ad olioresina è necessario operare in ambiente secco e a
temperatura di 20 °C circa?
Ogni altro suggerimento o consiglio è gradito e ben accetto.
Grazie. Saluti, Roberto.

 
Pubblicato : 15/12/2007 5:41 pm
(@pierpaolomasoni)
Post: 2128
Noble Member
 

Alcune mani di olio di lino crudo sono sufficienti (non vi sono regole: devi andare a naso); l'importante è che penetri bene in profondità (è per questo che consiglio quello crudo) e che dopo ogni mano tolga quello restato in superficie con dell'acquaragia. Meglio se fra una mano e l'altra aspetti qualche giorno.
La tonalizzazione la farei dopo la prima mano di linfoil diluito al 50% con linfosolv o acquaragia, così hai già un'idea della tinta finale e non sbagli la tonalità. I ritocchi puoi farli con linfo diluito e terre colorate.
Complimenti, è stato un parto lungo e difficile, ma il pupo è molto bello.
pierpaolomasoni

 
Pubblicato : 15/12/2007 6:48 pm
(@roberto67)
Post: 117
Estimable Member
Topic starter
 

Ringrazio.
Non ho la possibilità di lavorare in un locale riscaldato.
Perciò domando: l'olio di lino e successivamente i passaggi con
l'olioresina possono avvenire a temperatura ambiente
(ovvero in questa stagione tra 0 e 10 °C a seconda delle giornate)
oppure come per la gommalacca, per una buona riuscita è necessario
lavorare in ambiente secco e caldo?
Grazie. Saluti, Roberto.

 
Pubblicato : 16/12/2007 3:37 pm
(@pierpaolomasoni)
Post: 2128
Noble Member
 

La temperatura ambiente va bene; rallenterà soltanto l'essicazione. Pensa alle antiche botteghe: non credo fossero riscaldate come le nostre!
pierpaolomasoni

 
Pubblicato : 16/12/2007 5:28 pm
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