Benvenuto nel Forum
Accedi o Registrati per poter inserire domande o rispondere agli amici della Comunity.
Per qualsiasi problema scrivi a: inforestauro@virgilio.it
ciao, volevo sapere in che fase del restauro date l'antitarlo.. Lo date prima della tinta, a lavoro finito, prima della gommalacca? Me lo chiedevo perchè sapendo che è così tossico non vorrei spaiettando dopo averlo dato causare maggiori potenziali pericoli.
Antony l'antitarlo si da prima del mordente, il mobile si svernicia e in seguito si tratta con permetrina, se gli metti un po di musica di sottofondo sei sicuro di stecchirli di sicuro, Pierpaolo insegna 🙂 🙂
ah ah ah ! non è corretto ridicolizzare così le esperienze degli altri. Limitati almeno a dare informazioni e a non sviare le sincere curiosità delle new entry!
Di antitarlo se ne è già parlato a lungo. Mi limiterò, quindi, ad alcune considerazioni logiche. Se lo si spennella sulla superficie del mobile, la sua azione la si avrà solo sulla superficie spennellata; ma quando mai i tarli viaggiano sulla superficie di un mobile? Che io sappia lavorano in profondità, dove l’antitarlo non è certo arrivato! Oltretutto lo stesso antitarlo dato in superficie viene poi ricoperto dalla vernice finale. Non riesco a coglierne il senso, a meno che non si aneli a dare soldi alle ditte produttrici ed aumentare l’inquinamento ambientale nel quale viviamo.
Se l’antitarlo lo iniettiamo nelle tarlature, potremo forse raggiungere qualche larva, ma sarà una minima parte di quelle esistenti, tanto che viene da chiedersi se valga la pena rendere tossico un mobile che qualcuno si terrà in casa, senza risolvere il problema.
Questo tipo di disinfestazione sortisce il solo effetto di intossicare gli umani. È come se in presenza di topi avvelenassimo il pane che mangiamo, perché poi i topi mangeranno qualche briciola.
L’uso smodato e fuori luogo che si è fatto degli antibiotici ed ora si fa dei biocidi costerà molto caro alle prossime generazioni; già lo si constata dall’aumento vertiginoso delle allergie nei bambini.
Anziché circondarci di biocidi dovremmo tentare di rendere sani gli ambienti nei quali viviamo: è il modo migliore per eliminare i parassiti.
Ovvie considerazioni; come dire che è auspicabile che dovremmo vivere in armonia tra noi.. che le tasse non dovrebbero esserci etc etc.
La realtà non è questa, purtroppo, e per non fuorviare ulteriormente chi chiede pratici consigli, sarebbe il caso di rispondere nel modo più pratico possibile ossia che l'uso della permetrina non deve essere escluso a priori ma che considerati i pro ed i contro e con gli accorgimenti opportuni il suo utilizzo rimane al momento il mezzo più efficace alla portata della maggior parte di noi.
Faber 😀 😀 Antony non è una new enty! 😀
Hai perso il filo.........la permetrina rimane l'unico metodo efficace che un hobbysta possa adoperare per eliminare il tarlo, oppure farsi spillare molti quattrini con un trattamento anossico, se non si vuole fare questo per paura di questa ipotetica tossisità ci si tiene i tarli, a questo punto Antony non acquistare frutta ortaggi ecc. non immagini neanche cosa c'è sopra, anche li c'è la permetrina 🙂 🙂
Fantastico: muoia Sansone con tutti i Filistei! Dovresti spiegarmi, caro Alessandro, che funzione può avere la permetrina spennellata su di un mobile. Pensare che possa disinfestare è assolutamente ridicolo. Forse come deterrente per eventuali future aggressioni?
Le aggressioni parassitarie avvengono quando il legno è in luogo malsano, o è verniciato con vernici non traspiranti. E non c’è biocida che tenga. Pensa ai moderni compensati, il cui legno è stato messo a mollo in biocidi, e sono incollati con colle ureiche molto tossiche, nonostante ciò non sono esenti da tali infestazioni!
Io non critico la permetrina, mi fermo prima: critico il sistema. Vi sono altri sistemi per non avere tarli, sistemi nemmeno poi tanto strani. Per rendersene conto basta pensare a quanti biocidi vengono venduti ai musei italiani, e quanti a quelli francesi. Dovresti spiegarmi come mai in Italia se ne consumano quantità enormi, e come fanno i musei francesi a non consumarne. Non mi risulta che i loro mobili siano divorati dai tarli! Guarda caso, quando trovo un bando d’appalto che contempla una disinfestazione dai tarli scopro immancabilmente che dietro vi si nasconde una tangente! E quando si tratta di botteghe che lavorano per privati, è unicamente un modo per mangiare soldi al povero cliente che, oltretutto, si porta a casa un mobile tossico senzsaperlo.
Se poi vogliamo parlare di tossicità dei piretroidi basta fare un rapido giro sulla rete per scoprire quanto gli studi sulla loro tossicità (nati come agenti non tossici per l’uomo – come non era tossico il DDT-; all’inizio non erano tossici nemmeno per i gatti!) si stiano moltiplicando: questo è solo un esempio, ma se volete ve ne posto molti altri:
http://translate.google.it/translate?hl=it&langpair=en%7Cit&u=http://www.mdpestnet.org/Pyrethroid_studies.htm
Il modo in cui è stata posta la domanda è sintomatico: non si specifica se l’infestazione è in atto, se si tratta di una prevenzione, o cos’altro! No! Si tratta di fare come fanno molti sedicenti “restauratori” incoscienti: dare biocidi su tutto quello che capita! Esattamente come per la gommalacca; è un ottimo connubio di stoltezza: biocida e gommalacca. Se qualche incosciente si auto intossica, sono problemi suoi; il problema è che questi incoscienti intossicano anche gli altri! Con grande gioia e giusto sollazzo dei tarli!
Ora mi ripeterò: casa mia è piena di mobili antichi. Mai usato biocidi. Tarli completamente assenti. Si tratta forse di un miracolo?
Ripeto: vorrei che qualcuno mi spiegasse, ma non cassiopeiescamente, come una spennellata di biocida su di un mobile possa combattere o prevenire i tarli. Le ditte che si occupano di disinfestazioni, qualunque metodologia adottino, danno una garanzia di due anni (inviterei a leggerla se fosse facilmente reperibile: non lo è per il fatto che se venisse letta attentamente ci si renderebbe conto che le condizioni poste sono praticamente inattuabili). Due anni sono il ciclo riproduttivo della maggior parte degli insetti xilofagi; i mobili disinfestati vanno conservati in condizioni del tutto asettiche: zanzariere agli ingressi, assenza di legni non disinfestati, ecc…
Insomma, se ditte specializzate non danno praticamente garanzie, quali garanzie può dare un dilettante della disinfestazione? Scusate, ma è come dare delle bombe a mano ad un bambino. Buon divertimento!
Anche se "ripetita iuvant", onestamente non me la sento a ripercorrere tutto quello che è stato detto sull'argomento; per chi è interessato può andare ai seguenti inidirizzi e leggere attentamente; rinfrescarsi la mente fa sempre bene:
http://www.inforestauro.org/forum/index.php?topic=2007.0;
http://www.inforestauro.org/forum/index.php?topic=2015.0
la chimica credo abbia fatto più morti della seconda guerra mondiale e la prima messe insieme!!! compresa quella che ingeriamo con i cibi!!!
Pierpaolo mi spieghi come posso fare a disintossicare un mobiletto a colonnina che mesi fa ho inquinato con antitarlo? (ci son caduto anchio) risultava molto infestato e con grossi fori, era stato tenuto a lungo in una casa disabbitata, considera che devo ancora restauralo.
Forse potrei metterlo sotto il sole (magari nelle ore meno calde e a brevi periodi alternati) per far evaporare i veleni?
Non saprei dirti come eliminare il biocida. Non conosco nemmeno il tempo di decadimento dei piretro idi, ma in base al fatto che l’acqua è il moglior solvente universale io lo laverei con acqua, magari aggiungendo una piccola quantità di tensioattivo. Non credo che il sole sia utile all’eliminazione del biocida, ma lo è senz’altro per eliminare l’umidità in eccesso che ha favorito la proliferazione dei tarli.
Per Alessandro: hai ragione, su questo argomento ci siamo accapigliati molto, ma il fatto che vi siano nuovi studi che comprovano la dannosità dei piretroidi (che l’industria tenta di nascondere) mi pare di interesse rilevante. Ovviamente per trovarli devi cercare su siti americani: per esempio ve ne sono certi che attribuiscono la forte crescita di melanomi negli agricoltori proprio all’uso dei piretroidi. Inoltre, dando una veloce occhiata a quei vecchi post ho notato che sostenevi che le mie affermazioni nascevano non da constatazioni scientifiche, ma piuttosto empiriche. In un certo senso hai ragione, ma tralasci qualcosa: l’osservazione della storia. I tarli nel passato non hanno mai rappresentato un problema. Ciò era dovuto a tutta una serie di fattori che vanno dalle modalità di abbattimento degli alberi, alle vernici che venivano usate, alla modalità di conservazione e manutenzione del mobile. Esistevano, ma si preferiva combatterli con sistemi non dannosi per l’uomo. Si tratta di atteggiamenti di vita: vi è chi di fronte ad una malattia preferisce eliminare i sintomi, e chi invece preferisce eliminare le cause. Quando ero bambino capitò che ci si trovò la cucina infestata dai topi; trappole, esche, veleni sortivano ben pochi effetti. Poi, un giorno, ci si accorse che i topi venivano foraggiati nascostamente dalla mia sorellina. È bastato eliminare il foraggiamento per vederli sparire (forse si poteva più drasticamente eliminare la sorellina!).
Conosco un orologiaio del cuneese appassionato apicoltore che, dopo la prima aggressione di varroa è riuscito ad eliminarla soltanto studiandone i cicli di riproduzione e sostituendo i favi al momento della riproduzione. I suoi alveari sono sanissimi, ed il suo miele probabilmente è l’unico in Italia esente da pesticidi ed antibiotici.
Questo mi pare un atteggiamento sano ed intelligente.
Usare pesticidi come prevenzione mi pare suicida e, se il mobile è di un cliente, mi pare disonesto non avvisarlo dei pericoli ai quali va in contro.
Mi dispiace ppm ma pur condividendo il principio che ti ispira a dire certe cose, rimango dell'avviso che l'utilizzo coscienzioso della permetrina nella disinfestazione dei mobili (come anche nella disinfestazione della testa di giovani alunni (pediculosi), rimanga senz'altro un buon procedimento da attuare.
N.B.: i proprietario di mobili trattati con permetrina non corrono rischi di intossicarsi dal momento che la permetrina rimane all'interno del legno una volta evaporato il veicolante. Se poi ci aggiungi che una buona.... passata di gl lo isola completamente...
Alessandro, io penso che la miglior cosa sarebbe per quanto possibile evitare di usare veleni, comunque giusta o sbagliata la cosa ti ammiro per il tuo modo di confrontarti.
Quale prodottotensiattivo potrei usare?
Grazie a tutti.
Quello di vivere in mondo meno inquinato da veleni è un qualcosa che ci auguriamo tutti, incoscente quella persona che direbbe il contrario, ma questo accanimento non deve valere solo per la permetrina ma per tutto quello che ci circonda, anche i tensioattivi sono dei veleni altamente inquinanti, presenti nei detersivi che utilizziamo tutti i giorni, che vanno a inquinare fiumi laghi con gli scarichi fognari, il discorso è lungo e molto serio, trattato qui con molta superficialità, non mi va di ripetere le stesse cose.....mi chiedo soltanto una cosa Sinopia che è grosso amico di Pierpaolo cosa ne direbbe a riguardo essendo un grosso produttore di antitarlo a base di permetrina....troncherebbe una vecchia amicizia 🙂 lo inviteremo a leggere queste teorie..
Alessandro, la gl data a pennello non costituisce per niente un isolante. È inutile che ti posti una bibliografia in merito. Puoi fare tu stesso una rapida prova: dai un mordente in base acqua, e poi spennellagli della gl. una volta asciutta prova a versarvi sopra dell’acqua: constaterai che il mordente si decolora. La tecnica di dare come base della gl. è una tecnica recente inventata per risparmiare tempo, ma è pessima. La gl. è abbastanza isolante se è stoppinata, ma se data a pennello è un colabrodo! Ribadisco: si tratta di una tecnica truffaldina che sedicenti restauratori (in Italia basta aprire una bottega per definirsi restauratori, anche se non si ha nessun titolo) usano per risparmiare tempo e semplificare il lavoro.
E poi che deterrente può rappresentare se resta fra la superficie del mobile e la verniciatura? Ti prego, non consideriamo i tarli dei perfetti idioti! Se spennelli il biocida sul mobile puoi essere certo che i tarli passano dove il tuo pennello non è arrivato! E puoi essere certo che tali punti sono tanti. Se fosse così semplice le ditte di disinfestazione alla fine dei loro trattamenti spennellerebbero un po’ di piretro e darebbero delle garanzie vere!
Inoltre mi pare che dare un pesticida in mano a dilettanti o a ditte non professionali sia criminale (il governo italiano tarda decenni per applicare le direttive europee, a meno che non vengano a favore di certa industria: se vuoi possiamo aprire una discussione sui solventi: le direttive europee non dicono nulla di ciò che è stato pubblicizzato dalle ditte di vernici!): vorrei vedere le bolle di smaltimento della bottega di C., o dei dilettanti che usano in buona fede tali prodotti!
Queste persone non si sognano nemmeno di procurarsi le schede di sicurezza dei prodotti che usano: (abbiamo visto come C. scambiava volantini pubblicitari per schede di sicurezza!!!) si limitano ad ascoltare le rassicurazioni del venditore! Figurarsi se smaltiscono questi prodotti tossici come previsto dalla legge! Basta pensare a come vengono usati i prodotti analoghi in agricoltura sia dai professionisti che dai dilettanti. Comunque constato che i nuovi studi sulla tossicità dei piretroidi non ti interessano.
Per fdoncamillo: io userei del CB90 perché ne ho in casa qualche bidone, ma direi che qualunque ditta rivenditrice di prodotti per il restauro ha in catalogo prodotti analoghi. Al limite insistendo un po’ con acqua pura ottieni gli stessi risultati.
In quanto all’ultimo intervento dell’immarcescibile C. dimostra come non ragioni da restauratrice, ma piuttosto da casalinga. Come la quasi totalità delle casalinghe non sa cosa siano i tensioattivi e, quindi, non sa usarli. L’industria ha fatto in modo che le nostre povere casalinghe credano che si tratta di detergenti. Ora è assurdo che spieghi a C. cose che non èin grado di capire. Mi spiace doverle dire che se usasse la centesima parte dei detersivi che usa inquinerebbe meno e pulirebbe di più. Il CB90, per esempio, per svolgere la sua azione tensioattiva (che non è detergente!) va diluito nella proporzione di un cucchiaio in un secchio d’acqua. Dispersione nell’ambiente praticamente zero.
E per ultimo: le insinuazione sui miei rapporti col Dott.Montagna, titolare di Sinopia dicono tutto della grettezza del tuo animo: mi spiace per te, ma devo dire che sono ottimi; abbiamo ovviamente delle divergenze, ma dal momento che siamo persone civili ci rispettiamo e discutiamo civilmente, spesso anche divertendoci proprio grazie ai nostri punti di vista diversi cercando di rendere le nostre divergenze costruttive. Mia cara, la discussione dovrebbe essere costruttiva, non un’acrimonia come la rendi tu!
I tensioattivi non sarebbero detergenti, visto che mi viene chiesto di accompagnare le mie parole con prove concrete, basta andare a questo link per leggere se i tensioattivi vengono utilizzati o meno per detergere, certo che l'arroganza si spreca non c'è rispetto per nulla neanche per le casalinghe, secondo me avresti molto da imparare da loro.
http://it.wikipedia.org/wiki/Tensioattivo
Questo è il prodotto a cui fa riferimento Pierpaolo, vedete voi se non serve a detergere....
http://www.geal-chim.it/st/811210168374_ita.pdf