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che ne pensate del FIBROTAR?

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(@barca66lovere)
Post: 156
Estimable Member
 

personalmente ti dico che oggi considero l'impregnazione con olio di lino l'unico sistema antitarlo  valido che mi permetta di pensare di rendere quel mobile nel tempo non piu' appetibile ai tarli.

un trattamento di prevenzione che tra l'altro nutre il legno e lo consolida.
poi contano l'ambiente dove si collochera' il mobile e l'epoca a cui appartiene.

come dice pp è inutile fare un trattamento antitarlo su un legno che abbia piu' di 150-200 anni perche' il tarlo non se lo fila piu' a meno che nel tempo interventi di restauro abbiano portato all'interno del mobile stesso parti in legno piu' recenti.

penso che "l'antitarlo" in generale inteso come la miriade di prodotti e trattamenti vari sia frutto piu' di una sorta di "terrorismo" atto a far vendere dei prodotti di per se poco utili.
la dimostrazione è che chi  fa trattamenti nelle camere a gas da' una garanzia di forse un anno. quanto puo' quindi valere la nostra piccola siringa ???
questo è il mio pensiero .
un saluto

 
Pubblicato : 21/03/2011 5:32 pm
(@fdoncamillo)
Post: 255
Reputable Member
 

Gia precedentemente era saltato fuori il discorso del taglio radiale e a quarti di ventaglio, nel radiale il tronco intero viene affettato in tavole (se ho ben capito), DOMANDA il taglio a ventaglio come funzionava? veniva forse tagliato il tronco in quattro spicchi e poi da ogniuno di loro si ricavavano le tavole?
quale era la funzione del foro alla base del tronco prima dell'abbattimento?

 
Pubblicato : 21/03/2011 11:34 pm
(@aleretsauro)
Post: 9
Active Member
Topic starter
 

non ho ben capito l'utilizzo dell'olio di lino e la sua funzione, mi venite in aiuto? previene dall'attacco del tarlo ? e magari disinfesta ANCHE dai tarli? come si utilizza,  in che fase del restauro si usa e dove? provero' ad utilizzare le vostre indicazioni, grazie

 
Pubblicato : 22/03/2011 12:00 am
(@pierpaolomasoni)
Post: 2128
Noble Member
 

Nel taglio radiale le uniche tavole buone sono le due centrali; basta osservarle di testa. Il taglio a quarto di ventaglio è pressapoco come dice Fdoncamillo: se sezioni in quattro il tronco puoi tagliare tutte tavole con la vena giusta.
Il foro passante alla base del tronco o la scortecciatura praticati la primavera precedente all'abbattimento servono per rallentare l'afflusso della linfa. Risultato: un legno più duro, e, quindi, meno aggredibile dai tarli.
L?olio di lino indurisce il legno e lo rende meno appetibile a queste bestiole che, oltretutto, se ne vengono investite muoiono. Bisogna calcolare che l'olio di lino era alla base di tutte le migliori vernici, e se non era di lino si trattava sempre di un olio essicativo. Avete mai visto il calcio di un fucile tarlato? I legni per le armi venivano trattati con lino crudo (penetra di più del cotto; per il resto ha le stesse proprietà).
Le vernici antiche erano composte da lino cotto ed una o più resine (quasi mai gommalacca che era troppo cara e scadente). Vernici del genere vengono ancora prodotte (Durga che usa ancora resine naturali, oppure Geal che usa resine di sintesi, ed altre ditte). L'importante è imparare a darle: vanno esate come impregnanti: date in abbondanza, lasciare che il prodotto si assorba e togliere le eccedenze. E poi ridarle sino a che non si sia raggiunto il risultato voluto. Se si vuole una filmazione va ottenuta con più mani successive date quando il prodotto è asciutto. Se si impara il metodo, è tutto molto semplice. Vi sono tempi tecnici lunghi, ma ii tempo di effettivo lavoro si accorcia.

 
Pubblicato : 22/03/2011 11:15 am
(@pomacciolo)
Post: 351
Reputable Member
 

la durezza del legno non centra niente, il larice o il pitch pine viene attaccato molto meno del noce ed è piu morbido, c'è del noce in Amazzonia ' talmente duro che sembra una pietra e non è certo immune. sciocchezze!

 
Pubblicato : 22/03/2011 4:45 pm
(@aporia)
Post: 833
Prominent Member
 

I fattori che determinano un maggiore o minore attacco xilofago somo molteplici: la durezza, la presenza di alburno, le variabili termoigronometriche, le condizioni di immagazzinamento, ecc. Cito da "Gli insetti e i danni del legno" di Giovanni Liotta, Nardini Editore: "[...] uno dei primi fattori che agevolano l'insediamento entomatico sulle strutture lignee è la specie arborea da cui esse sono prelevate. Alcuni insetti hanno preferenze spiccate solo per una o poche specie legnose e, quindi, in assenza di quelle specie preferite , possono subire la morte senza che tentino di attaccare altri legni vicini". Non solo la specie legnosa è fondamentale, ma anche le modalità con cui è stata abbattuta la pianta e la zona in cui è cresciuta possono influenzare l'assorbimento di acqua e quindi la formazione di cellulosa. Ad es. i legni citati da Pomacciolo sono attaccati meno del noce perchè sono legni resinosi ma in condizioni adatte potrebbero essere attaccati di più: vedi le casette in legno di conifera provenienti dal Nord Europa che in centro-sud Italia sono divorate dalle termiti!

 
Pubblicato : 23/03/2011 4:47 pm
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