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Comò con vernice sintetica

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(@torma02)
Post: 21
Eminent Member
Topic starter
 

Ciao a tutti,
ho recuperato un comò datato anni '30 (circa), impiallicciato noce chiaro  e vorrei metterlo in condizioni di essere usato.
L'ho lavato tutto con acqua e sapone di marsiglia per togliere lo sporco depositato con gli anni.
La vernice è ancora integra ma risulta un po' sbiadita, forse a causa della lunga esposizione ai raggi UV, probabilmente
era posizionato vicino ad una finestra. Questa vernice deve essere probabilmente sintetica poichè non viene sciolta nè
dall'alcool nè dall'essenza di trementina.
Ho provato a passare con lo straccio una mistura di essenza di trementina e petrolio lampante, per vedere se la vernice
acquistasse un po' di tono e non sembrasse così sbiadita. In effetti, quando ancora bagnata, la vernice ha acquistato una
bella brillantezza ma una volta asciutta è tornata come prima.
Non vorrei sverniciarlo tutto, anche perchè la vernice mi sembra molto dura da togliere.
Una mano di Linfoil potrebbe aiutare ? Può essere dato sulla vernice sintetica ?
Grazie per i consigli che mi voorete dare.

 
Pubblicato : 27/02/2013 9:24 pm
 BLO
(@blo)
Post: 146
Estimable Member
 

Si, il linfoil è un'olioresina a base di resina sintetica ( alchidica ) ed olio di lino.
Applicalo con un  pennello , lascia assorbire per 15 minuti ed asporta l'eccedenza con uno straccio di cotone.

 
Pubblicato : 27/02/2013 11:13 pm
(@torma02)
Post: 21
Eminent Member
Topic starter
 

Grazie BLO per la risposta.
Domani provo, la mia perplessità era proprio quella dell'assorbimento, ho paura che la vernice sintetica impedisca
l'assorbimento e che il Linfoil rimanga in superficie a chiazze senza spandersi e penetrare.

 
Pubblicato : 27/02/2013 11:52 pm
(@fdoncamillo)
Post: 255
Reputable Member
 

In che modo il linfoil lega con una vernice sintetica?
Grazie.

 
Pubblicato : 28/02/2013 9:31 am
(@pomacciolo)
Post: 351
Reputable Member
 

perchè è miracoloso (panaxoil) se lo passi su uno specchio, viene assorbito e ti specchi meglio... sempre se togli l'ecCESSO si capisce...

 
Pubblicato : 28/02/2013 10:07 am
(@boris97)
Post: 421
Reputable Member
 

grandioso ahahhahahhh

 
Pubblicato : 28/02/2013 11:30 am
(@pierpaolomasoni)
Post: 2128
Noble Member
 

Le vernici sintetiche sono composte, come quelle classiche, da una base solida (che da corpo alla vernice stessa)e viene chiamato residuo secco, da un legante e da un veicolo che di solito è destinato ad evaporare durante l’essicazione.
Col tempo in esse avvengono delle modificazioni: alcuni componenti tendono a slegarsi dagli altri, altri a polverizzarsi, ecc.. la conseguenza è che la vernice tende ad opacizzarsi e a diventare porosa. L’olio di lino, in questo caso, ha il senso di andare a riempire i pori che si sono formati e sostituire l’originario legante.
Per alcune vernici moderne il meccanismo è diverso, per esempio per le epossidiche, sebbene debba dire che ultimamente ho dovuto intervenire su un pavimento verniciato con epossidico che si era opacizzato: ho usato cera d’api, carnauba, linfoil ed ho lavorato il tutto a lungo con feltro rosso. In questo caso la vernice che ho dato non ha agito per penetrazione, ma creando una patina in superficie. Il risultato è stato ottimo.
Nel caso del cassettone del nostro amico darei una prima mano col linfo diluito con acquaragia, in modo che la vernice penetri meglio, ed una seconda puro.
È evidente che qualcuno non ha mai lavorato su vetri antichi, altrimenti si eviterebbe l’ennesima sciocchezza! Anni fa mi si chiese di intervenire sui vetri delle finestre del Comune di Verres che risultavano opacizzati e macchiati (penso che qualche “restauratore” vi avesse spruzzato del silicato di etile, che corrode il vetro).
La soluzione è stata olio di noce. Anche i vetri antichi hanno una certa porosità! E l’olio, andando a saturare i pori, può contribuire a ridare trasparenza.

 
Pubblicato : 28/02/2013 12:59 pm
 BLO
(@blo)
Post: 146
Estimable Member
 

Nel caso specifico il linfoil serve a "rigenerare" una vecchia finitura spenta ed usurata : lasciare assorbire il linfoil per 15 minuti ( diluito in prima mano al 50% con trementina , come suggeritoti da Pierpaolo ) serve non tanto ad impregnare i pori del legno ( che sono in massima parte già chiusi dalla vecchia vernice ) ma a consentire all'olioresina di ben amalgamarsi con la vecchia vernice che si vuol rigenerare.

La stracciatura con panno di cotone scongiura il rischio di " chiazze " nelle zone i cui, per via di una migliore  consistenza della vecchia vernice sottostante, l'assorbimento dovesse essere minore  .

 
Pubblicato : 28/02/2013 1:33 pm
 BLO
(@blo)
Post: 146
Estimable Member
 

Nel caso specifico , per la prima mano può tecnicamente parlarsi di assorbimento, quale saturazione delle micro porosità della vecchia vernice che si vuole rigenerare.

Nelle mani successive , date in strati sottili per creare maggiore spessore , lasciare " riposare " per 15 / 20 minuti serve a far ben legare la mano precedente con la seguente , e la successiva stracciatura è comunque necessaria perchè l'olioresina ha un basso contenuto di resina ed un alto contenuto di olio di lino, per cui se non si asporta l'eccesso, la mano , anche dopo giorni di seccatura, resta appiccicosa e gommosa al tatto.

 
Pubblicato : 28/02/2013 2:01 pm
 BLO
(@blo)
Post: 146
Estimable Member
 

Per chi sa leggere :

Il comò è degli anni 30 ;

La prova fatta con l’alcool esclude ( meglio di qualsiasi foto ) che sia stato rifinito a G. L. ;

Non è detto che la vernice sintetica sia necessariamente nitro : all’inizio del 1900 erano già  comparse le resine fenoliche ( impiegate in miscela con l’olio di lino ) , tra il 1918 ed il 1920 trovano ingresso le vernici nitro, nel 1930 trovano ingresso le vernici alchidiche ;

Ergo….meglio olio-resina che ……shabby shic !  ….mi sembra filologicamente più corretto.

 
Pubblicato : 28/02/2013 10:40 pm
(@torma02)
Post: 21
Eminent Member
Topic starter
 

Grazie a tutti per le risposte,
in particolare grazie a BLO e Pierpaolo per l'aiuto effettivo che mi avete dato.
Ho già usato il Linfoil su di un soffitto di travi, travetti e tavole come descritto qui:
http://www.inforestauro.org/forum/index.php?topic=1924.msg9864#msg9864
Ora il soffitto è terminato e quanto prima posterò, se può interessare, le foto. Secondo me è venuto bene,
sono molto soddisfatto. Però non mi sono mai cimentato con il Linfoil su di un mobile, lo farò nei
prossimi giorni.
Un'ultima domanda : dopo le due mani di Linfoil, è opportuno dare una cera ? In casa ho sia Linfoluce sia
un barattolo di encausto (carnauba, cera d'api  ed essenza di  trementina).
Grazie ancora.
Massimo

 
Pubblicato : 28/02/2013 11:36 pm
(@pierpaolomasoni)
Post: 2128
Noble Member
 

Il linfoluce è velocissima da dare; offre un’ottima protezione e accentua l’effetto bagnato. Forse sul tuo mobile converrebbe. La cera classica da un effetto più saturo e vellutato.

 
Pubblicato : 01/03/2013 9:54 am
(@fdoncamillo)
Post: 255
Reputable Member
 

Allora, ho chiesto come legassero le due vernici per capire quello che sto facendo, tanto che o aplicato questa tecnica su una sala in stile rinascimento fiorentino datatabile a mio avviso intorno al 1980, la sala risultava attaccata dalla muffa in quanto sembra fosse stata tenuta in cantina, e infestata dai tarli, su consiglio di Pierpaolo ho usato il linfoil diluito con essenza di trementina sia per rilucidarla che per eliminare i tarli, su alcune macchie della muffa ho dovuto leggermente spagliettare, e sui piani ho dato anche la cera, (devo terminare gli ultimi due pezzi) quindi posso affermare che la tecnica citata sia efficace.

Attendo comunque la primavera per verificare se si ripresenta qualche tarlo.

 
Pubblicato : 01/03/2013 10:01 am
(@fdoncamillo)
Post: 255
Reputable Member
 

A poposito di cera, su quale tipo di mobili è coretto applicarla?

 
Pubblicato : 01/03/2013 10:03 am
(@pierpaolomasoni)
Post: 2128
Noble Member
 

Non vi è una regola canonica, tanto più che la varietà di cere è molto vasta ed i risultati svariati sia a livello estetico che tecnico. Io fondamentalmente mi baso sulla conservazione dell’Oggetto, in secondo luogo cerco di non snatuarne l’originario carattere rispettando le istanze storiche e quelle temporali successive. Altro punto importante è dato dal fatto che la rifinitura non è (e non deve essere ) irreversibile, e che nel tempo può essere stata cambiata anche varie volte. Insomma, si tratta di uno degli aspetti più legati alla sensibilità dell’operatore che a canoni predefiniti, fermo restando che normalmente i mobili eleganti tendevano ad essere più lucidi, soprattutto nel 700, e quelli rustici meno. Capita spesso (nel mobile di solito non rappresenta grossi problemi) che vi siano sovrapposizioni di interventi di diversa natura e che si debba scegliere quali salvare e, quindi, che carattere dare al mobile. La tendenza dovrebbe essere quella di salvare la storia ( vedi direttive NORMAL), ma vi sono anche altre scuole, altri modi di intervento, tanto più che di solito i mobili sono di proprietà privata, e il restauratore si trova spesso a dover trattare con esigenze estetiche e pratiche dei proprietari. Ultimamente abbiamo visto una cassa di castagno tirata a gl. è un obbrobrio storico, ma capisco che trattando con i privati a volte si è costretti a compromessi. 
In quanto ai tarli della tua sala, non è detto che il linfo li abbia eliminati. Certamente avranno depositato delle uova. Secondo me si tratta soprattutto di eliminare le cause che ne hanno determinato la comparsa, e ciò si basa su un ambiente sano, col giusto grado di umidità, luminoso e rumoroso, oltre che ad una finitura traspirante come il linfo. Inoltre devi calcolare che nel 900 il metodo di abbattimento degli alberi era spesso già di tipo industriale e che quindi è possibile che quel legno possa essere particolarmente predisposto a questo tipo di aggressioni.

 
Pubblicato : 01/03/2013 11:22 am
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