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cornice con specchi...
 
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cornice con specchio

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 ale
(@ale)
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ciao a tutti ho per le mani una cornice nera con specchio.

non mi è mai capitato di dover pulire una cornice con questo tipo di finitura come posso procedere per ripristinare la patina originale?

ps secondo vio a che epoca può appartenere ho notato che è composta da più listelli sovrapposti e ha gli angoli incastrati tra loro.

 
Pubblicato : 29/12/2011 5:49 pm
 ale
(@ale)
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Pubblicato : 29/12/2011 6:01 pm
 ale
(@ale)
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Pubblicato : 29/12/2011 6:01 pm
 ale
(@ale)
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Pubblicato : 29/12/2011 6:02 pm
 ale
(@ale)
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dilemma....!

smontandolo specchio mi sono reso conto che la parte superiore della cornice è in noce oi cosa fareste recupero la tinta nera oppure la elimino a favore fella venatura noce che da quel che si nota dalla piccola parte internaalla cornice sembra noce a rigatino(mi pare sichiami così quello che per intenderciusavanoper impiallacciare alcuni mobilicon venature molto accentuate)

 
Pubblicato : 29/12/2011 10:57 pm
(@pomacciolo)
Post: 351
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il solo fatto di immaginare che la tinta è stata data nell'epoca fascista, la toglierei senza indugi!

 
Pubblicato : 30/12/2011 12:41 am
 ale
(@ale)
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quindi secondo te non è la finitura originale dell'800 ...

secondo te di che epoca è la cornice?
lo specchio è al mercurio quindi almeno ottocentesco

una cosa evidente che ho notato è che tolti i chiodi che bloccavano le specchio non vi sono fori di altri chiodi che fanno pensare al ri utilizzo per un quadro o altro, a meno che non abbiano avuto l'accortezza di ri inserire i chiodi nello stesso foro deo precedenti (come di solitofaccio io 🙂 ).
rigiardo alla conclusioni di una prima analisi "i chiodi che ho tolto sono di tipo ottocentesco con la capocchia a mezzaluna per intenderci quelli fatti a macchina circa dalla metà ottocento in poi)

( ho sverniciato con un pò di alcol e batuffolo di cotone un'angolo e sotto non pare ci sia nessuna finitura oltre la tinta nera)  ...... 

PROCEDO SVERNICIO E VADO DI GOMMALACCA A TAMPONE A SPECCHIO ? sperando non ci siano imperfezioni nascoste sotto la tinta nera

 
Pubblicato : 30/12/2011 10:54 am
(@pierpaolomasoni)
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Ale!!!anche tu con questa pifferata di gommalacca!!! Ma è mai possibile che i restauratori italiani debbano avvitarsi sulla gommalacca? come se fosse la panacea per tutti i mali! La verniciatura è originale. La cornice è dell'ottocento; direi fine otto.
Reintegra semplicemente il nero e lascia la gommalacca ai dilettanti ottusi che credono di essere restauratori perchè sono riusciti ad imparare a stoppinare.

 
Pubblicato : 30/12/2011 5:45 pm
(@pomacciolo)
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è difficile dirlo, la vernice originale o no il MIO gusto mi impedirebbe di averla in casa. sotto c'è un bel noce magari se stai attento a non spatinare togliendo il nero e falla a tuo gusto...
e cosi non ci sentiamo  "ottusi" solo perche ci piace la gommalacca e un po di cera,  magari posso sentirmi un vecchio  incazzoso che ce l'ha con tutti!

occhio allo specchio che vale piu della cornice!

 
Pubblicato : 30/12/2011 5:58 pm
(@pierpaolomasoni)
Post: 2128
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Caro Pomacciolo, io non voglio nè litigare nè offendere nessuno; semplicemente sono esasperato dal fatto che il restauro artigianale in Italia debba risolversi su una resina moderna che i restauratori credono sia sempre stata usata. Non voglio screditare la stoppinatura, ma penso che debba essere condotta nel suo ambito reale: una pratica, cioè, prettamente novecentesca. E' certamente vero che nell'ottocento ne venivano praticate, ma erano veramente molto rare. Se analizzi i documenti storici te ne rendi conto; e se ai documenti storici aggiungi la lentezza dell'artigiano nell'acquisire nuove tecniche, non puoi che concordare. Anch'io sono un artigiano, e come tutti i vecchi artigiani ho imparato tutta una serie di tecniche praticamente da bambino. Ti assicuro che per me è stato uno shock sentirmi dire da un vecchio artigiano che ai suoi tempi la gommalacca era soltanto appannaggio di artigiani disonesti (per lui disonesto significava abbreviare il lavoro a discapito della qualità), e che ai suoi tempi vi erano vernici serie (aveva ancora una bottiglia di Megylp). In quel periodo frequentavo un corso che faceva capo all'Istituto Centrale del Restauro, e mi rivolsi ai miei insegnanti che, un po imbarazzati, mi confermarono quanto sostenuto dal vecchio.
E' solo in seguito ad un incidente sul lavoro che mi costrinse ad un periodo di inattività che incominciai a fare ricerche storiche sulle vernici ed incominciai a capirne i meccanismi chimici e la storia. Oltretutto, se ci si guarda un po attorno, si scopre che nelle nazioni vicine gli artigiani restauratori per essere tali devono frequentare annualmente corsi di aggiornamento, e che per loro la gommalacca è soltanto una delle tante resine, e non certo la più importante. Insomma, è solo un male italiano, come tanti altri mali tipicamente italiani. Sono convinto che tu, come tanti artigiani italiani sia un ottimo artigiano, ma che come a tantissimi artigiani italiani ti siano state insegnate cose non storicamente corrette. I miei discorsi sulle olioresine scandalizzano molti artigiani, ma, per esempio, in Francia risultano addirittura banali.

 
Pubblicato : 30/12/2011 6:48 pm
(@pomacciolo)
Post: 351
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caro Pierpaolomasoni a me risulta il contrario, noi siamo dei pessimi importatori di Gl tanto che l'  America è al primo posto( forse per il territorio piu vasto) ma in Europa siamo gli ultimi, non vorrei sbagliarmi  ma l'inghilterra la germania e la francia sono, in successione, ai primi posti. Pensare che sia un MALE italiano addirittura non è esatto.... tanto che gli inglesi, che di flemma ne  hanno, preparano la GL come la prepariamo noie la lasciano riposare e lucidano solo con la parte di alcol che rimane in superfice ottenendo delle lucidature bellissima ma con il doppio del tempo.
Per cui le fonti di informazioni sono diverse

é anche vero ( come tu dici) che gli ebanisti nel 700 ) in Francia) dovevano seguire dei corsi che  regolamentati, erano molto rigidi; bisognava aver fatto dei percorsi: intarsio, commessi di marmo, applicazioni in bronzo ecc....
fino a intraprendere viaggi come il famoso grand tour, ma si sa, dovevano eseguire delle committenze regali.
ma tutto questo il genio di Maggiolini lo ha potuto smentire, proponento dei capolavori anche senza
una vera e propria scuola, magari andando solo a bottega.
Del resto anche Leonardo ando' a bottega!

la GL come la cera veniva usata anche a quei tempi, infatti qualche storico delle arti decorative smentisce categoricamente le tue tesi

poi credo che ci sono molti modi di restaurare, il nostro è un restauro sia commerciale che di passione e non deve essere un approccio cervellotico come lo fai apparire tu, dobbiamo dare  di nuovo la bellezza ai  mobili, tutto qui.

La cornice è nera e se Ale la vuole pulire almeno rispettiamolo.

 
Pubblicato : 30/12/2011 8:21 pm
(@pierpaolomasoni)
Post: 2128
Noble Member
 

Caro Pomacciolo, mi pare che troppo spesso si faccia confusione fra l’ebanisteria destinata alle corti e quella destinata ai comuni mortali. Se le prime potevano permettersi di spendere cifre folli per prodotti esclusivi, il comune falegname che, tutto sommato, produceva la maggior parte dei mobili, doveva fare i conti con un’economia il più delle volte povera. Giorni fa ti ho proposto provocatoriamente una vasta bibliografia. Non pretendo che tu la legga tutta, ma se, basandoti su di essa, facessi qualche ricerca ti renderesti conto che tutte le mie affermazioni sono suffragate da inconfutabili testimonianze storiche. Capisco perfettamente che la bottega abbia le sue esigenze (anch’io ho vissuto per anni questa esperienza), ma ti assicuro che una più approfondita conoscenza delle vernici antiche spesso abbrevierebbe i tempi di lavorazione senza togliere nulla ai risultati.
In quanto alle statistiche di vendita della gommalacca sono relativamente indicative perché non comprendono quelli che sono i cascami o gommalacca di scarto che in Italia molto spesso vengono spacciati per prima qualità; in più devi calcolare che questa resina non viene solo usata per verniciare, ma soprattutto nell’industria alimentare e farmaceutica; la verniciatura è la sua applicazione minore. comunque non intendo confutarli: probabilmente non siamo i peggiori! Fino a qualche anno fa mi sono occupato di restauro a livello europeo ed ho imparato qualcosa: per esempio che negli “alti uffici” il restauro inglese era considerato quello “della dolce morte”, mentre quello tedesco era veramente disprezzato: si diceva che distruggevano per ricostruire ex novo. Ora le cose sono cambiate: ci ridono tutti in faccia; e nemmeno i francesi sono messi bene: i sistemi anglosassoni oltre che nelle nostre sovrintendenze, sono arrivati anche da loro e riescono a distruggere anche i Leonardo!

Buon anno

 
Pubblicato : 31/12/2011 8:04 pm
(@cassiopea)
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I Francesi gli Inglesi hanno tutto da imparare dall'Italia e dalla nostra storia artistica millenaria, mi dispiace per te......molto è andato perduto, l'artigianato e alcune tecniche praticate in Italia anticamente sono scomparse oppure se ne sa poco, tu gli stai dando il colpo di grazia consigliando sempre un impregnante per infissi a tutti, che non centra niente col restauro...

ale sicuro sia noce alcune foto mi danno l'idea di legno dolce larice forse... 

 
Pubblicato : 01/01/2012 9:30 pm
(@aporia)
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Prominent Member
 

Pierpaolo ti ringrazio per avermi definita una dilettante: la lucidatura a spirito è solo una delle tecniche che un restauratore deve conoscere ma è anche la più difficile da imparare. Vi sono teorici che ne parlano nei trattati di metà Settecento e penso di averli già citati in altri post, e ho visto mobili in patina di fine Ottocento finiti a gl nera, quindi la tua affermazione che sia una tecnica prettamente novecentesca è perlomeno pretestuosa. La gommalacca nel Settecento è definita vernice fragile, come essa si rivela essere salvo che sia resa resistente ed elastica da un altro componente. Ho cercato per anni quale esso fosse e poi grazie a Pierpaolo, questa volta senza ironia, ho provato l'olio di lino: magicamente il film non è più fragile! Le Università, come erano spesso chiamate le corporazioni, sulla carta, un sacco di regole che a prima vista possono sembrare rigide ma, nella realtà, come ho potuto notare studiando l'argomento un po' più da vicino (causa tesi) posso affermare vi fosse un ampio iato fra regole scritte e prassi. Non dobbiamo inoltre dimenticare che moltissimi abusivi operavano al di fuori delle Università, come dimostrano i numerosi ricorsi dei Mastri, quindi erano poco controllabili e che i Regolamenti non prevedevano quasi mai quali prodotti di finitura dovessero essere usati, a differenza delle indicazioni sui modelli e sulle tecniche costruttive, quasi che la finitura fosse più un belletto casalingo che un segreto di bottega.
Ricordo, prima di procedere con i soliti "Noi italici semo er mejo", chiedo scusa ai romani per la pessima citazione ma è l'unica che rende bene l'idea, che gli inglesi avevano già adottato il "primo: non nuocere" quando l'I.C.R spuliva i quadri come pavimenti degli ospedali e impregnava anche i bisnonni di Paraloid!

 
Pubblicato : 02/01/2012 9:19 am
(@pierpaolomasoni)
Post: 2128
Noble Member
 

Che bello potersi finalmente accapigliare un po’ con quella buona creanza che ti contraddistingue! Ne sentivo la mancanza. Metti tanta carne al fuoco. Non volevo darti della dilettante: so che una persona seria ciò che fa lo fa seriamente: volevo solo dire che un’infinità di dilettanti stoppinano, magari male, e credono così di essere diventati restauratori. Qualunque cosa è facile da fare; altra cosa è farla bene.
Vorrei citare alcune fonti storiche:
le prime testimonianze di vernici a solvente le abbiamo nel 1555 da Alessio Piemontese che ne accenna appena dando due o tre ricette e definendole scadenti (non menziona la gommalacca).
Stessa cosa per il Fioravanti nel 1564, che cita una ricetta a base di benzoino, sandracca e mastice.
Dobbiamo arrivare al Watin nel 1772 per trovarne un’altra con sandracca, mastice ed elemi.
Ne troviamo finalmente una con gommalacca grazie al Tingry nel 1803: sandracca, gommalacca,mastice, benzoino, vetro polverizzato e trementina veneta. Ovviamente da dare a pennello.
Dal 1834 col Maugin, il Rambaux 1845, Wurtz !878 ecc. è un fiorire di nuove ricette che annoverano anche la gommalacca.
Nel 1807 il periodico Annales des art et des manufactures annuncia che un ebanista viennese ha inventato un nuovo tipo di verniciatura con gommalacca data a stoppino.
Dagli annali del Lombardo Veneto risulta che dal 1830 il prezzo della gommalacca, prima altissimo, è drasticamente sceso grazie alla colonizzazione della Cina e l’apertura di nuove vie commerciali.
Si sa che noi artigiani siamo dei grandi testoni: impariamo materiali e tecniche, magari come avveniva una volta da giovanissimi, ed allontanarcene per tecniche nuove è assai difficile, è quindi impensabile che tali nuovi metodi di verniciatura abbiano preso piede velocemente; calcoliamo, oltretutto, che il progresso non andava vertiginosamente come oggi. Le vernici all’acqua sono state inventate negli anni 50, ma solo oggi stanno prendendo piede. In più calcola che ogni bottega tendeva a mantenere segreti i propri procedimenti.Trovo impensabile che prima della fine dell’800 la gommalacca sia entrata così capillarmente nelle botteghe. Non dimentichiamo che con le olioresine si ottenevano splendide verniciature: basta guardare gli Stradivari analizzati con moderni strumenti scientifici che risulta avessero uno strato di olio ed uno di olioresina. Con tutta probabilità tale resina ha preso piede velocemente nelle grandi ebanisterie, quelle che servivano le case reali, ma la sua diffusione nelle altre falegnamerie è stata molto lenta. Quando a 13 anni d’estate andavo a bottega, parte del lavoro consisteva nel rimettere in sesto quelle sale nerastre adornate da sculture ben fatte ma orribili, tipiche dei primi decenni del 900. La tecnica usata era di dare una mano di olio di lino pigmentato seguita da una leggera stoppinatura con alcol e un miscuglio di varie resine e cere (non chiedermi quali fossero: avevo altro a cui pensare; erano, comunque, 6 o 7 componenti); dunque si usava una tecnica mista.
Dico questo per affermare che non vi era la stoppinatura per tutte le stagioni, ma che ogni artigiano, ogni bottega aveva sviluppato tecniche proprie, con i più svariati materiali. Ora siamo nell’epoca dell’omologazione e siamo portati ad attribuire tale caratteristica anche alle epoche passate.
Hai perfettamente ragione quando dici che le regole riguardavano solo l’architettura del mobile e non la finitura che era invece appannaggio esclusivo dell’artigiano; la stessa cosa si riscontra nella costruzione delle chiese dove anche gli scalpellini lavoravano per proprio conto senza dover rispondere all’architetto!

 
Pubblicato : 02/01/2012 11:08 am
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