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Vedi Pierpaolo quando rifletti ne viene fuori qualcosa di buono.......però ribadisco le mie considerazioni cosa c'entra questo con il LINFOIL che ci consigli in tutte le salse.....il riassunto sulle vernici antiche fatto da te è molto interessante è mi fa piacere quando dici che i metodi sono tanti, non condivido il paragone con Stradivari che nessuno oggi è stato in grado di riprodurre, studiare si, ma copiare?
La liuteria è un altra storia.....
ciao a tutti, non volevo creare tanta confusione,
grazie comunque per gli interventi.
per quanto riguarda la cornice poi ho eliminato la tinta nera con un batuffolo pagletta finissima , un batuffolo di cotone e alcol 99C°.
poi l'ho passata con trementina unita a olio di lino crudo e un po di cera d'api lasciandola riposare 3 gg,
poi ripulita con panno di lana caldo e lucidata con pietra d'agata.
Fatto questo ho abbandonato l'idea della gomma lacca e ho sciolto con un po di trementina della cera di carnauba che passata a pennello e lasciata asciugare poi con un panno caldo ho tirato a lucido.
Ps. non so se sono stato perfetto nella procedura, il risultato mi sembra buono poi non devo giudicare io 🙂
per quanto riguarda la teoria sulla gomma lacca di pierpaolo m. penso che abbia ragione, anche se dalla sua grinta nei post potrebbe sembrare che generalizzi e sia esaltato da cio che scive .
Un amico restauratore e alcuni antiquari importanti nella mia zona che conosco, come pierpaolo ritengono che la gomma lacca non sia da ritenere un fondamento del restauro in generale (anche se a me piace tantissimo :))
pierpaolo mi piacerebbe avere un tuo giudizio sul risultato del lavoro che ho fatto, anche se mi rendo conto che probabilmente la finitura nera era originale anche se però una volta eliminato il grosso ho avuto l'impressione che sotto ci fosse un'altro tipo di finitura perchè il legno a un certo punto è sbiancato come se fosse uno strato di cera o gommalacca che con l'alcol si è opacizzato poi con alcol e trementina è sparito( o forse era solo uno dei componenti della tinta nera che siogliendosi con l'alcol si è dissociato?)
a proposito ho tolto la tinta nera perchè con lo specchio così rovinato era davvero tetro sopratutto perchè ne ho gia un'altro che con all'interno una stampa da solo puo pasare ma in coppia ........ poi non ho resistito al noce . 🙂
Sicuramente una procedura sui generis.
Anche il risultato per quello che si può vedere dalla foto non sembrerebbe ottimale. Appare un lucido opaco non uniforme che senz'altro non valorizza l'oggetto.
Comunque puoi sempre rimpensarci e rimetterci mano.
Non c'è niente da fare ma il trattamento a gl dà un risultato che non ho mai visto con alcun'altra vernice.
??????????? STRANO INTERVENTO DI RESTAURO.......BOOOH!!
Ale, francamente dalle foto che hai postato non riesco a capire. Ho fatto delle supposizioni, e dovrei continuare a fare supposizioni rischiando di dire sciocchezze. La vernice nera sembrava piuttosto spessa, ma potrei sbagliarmi, e lo strato sottostante potrebbe essere un mucchio di cose diverse, non saprei. Comunque il procedimento che hai applicato non è così strano.
In quanto alle teorie sulla gommalacca ed al tono con cui ne parlo, il fatto è che mi fa imbestialire che nelle botteghe artigiane in Italia non si sfruttino le enormi potenzialità di operatori magari abilissimi, ma totalmente ignoranti della storia. Mi pare uno spreco imperdonabile. Pensa che ricevo telefonate da tutta Italia da restauratori che hanno letto il mio manualetto sulle antiche vernici e che hanno scoperto prodotti e un modus operandi per loro inaspettato. Purtroppo lo stato ha dimenticato l’artigianato che potrebbe essere fonte di ricchezza e prestigio; se ne ricorda soltanto quando si tratta di far pagare gabelle assurde.
Mi fa piacere che tu abbia trovato riscontro presso artigiani ed antiquari.
OT
Purtroppo lo stato ha dimenticato l’artigianato che potrebbe essere fonte di ricchezza e prestigio; se ne ricorda soltanto quando si tratta di far pagare gabelle assurde.
Straquoto! Pierpaolo.
Questo è il motivo che mi ha spinto ad allontanarmi dal restauro come ditta e sperare di campare con una passione...
Voglio esprimere il mio disgusto sono profondamente offesa da questo signore che continua imperterrito con queste ferneticazioni negare il valore di un lucidatore a tampone definendolo nei modi più volgari e cercando l'avallo di persone evidentemente plagiate che non parlano con obbiettività è disgustoso, si nega la storia si nega il lavoro di molta gente questo perchè c'è un evidente incapacità, mi domando se chi parla a questo modo l'ho abbia mai visto un tampone o lo sappia usare, non mi meraviglio che l'arte in Italia sia nelle condizioni che vediamo con questi divulgatori non di cultura di fandonie, e volgare questo è un classico esempio di sottocultura mi meraviglia il seguito nessuno riflette sulle cose dette, sono stupita del fatto che solo io abbia portato dopo tanti anni un po di contraddittorio, e questo signore abbia potuto dire queste sciocchezze impunemente, chi legge cosa pensa che chi lucida a gommalacca sia un buono a nulla, assurdo, lucidare bene a tampone con l'ausilio della gommalacca è il più sultra del restauro di un mobile è la cosa più difficile da fare bene, con risultati meravigliosi quando si riesce a farlo alla perfezione, sono sconcertata è senza parole sarei curiosa di assistere ad uno dei tuoi famosi corsi, pieno di prodotti come il LINFOIL impregnante industriale, è oli vari mi sa che sai usare solo quelli......mi fermo qui per non diventare offensiva, benchè l'argomento lo merita.
Scusami facile scrivere mentre io commento.....non condivido questo modo di fare e sbagliato siete un forum aperto a tutti questa è sottocultura non divulgazione mi spiace dirlo ma è così.
Tullio scusami ma non ha senso questo tuo commento....oltre allo stato anche voi state dando un bel contributo basta leggere le affermazioni non si fa altro che denigrare, chi cerca soltanto di affrontare l'argomento lucidatura a gommalacca, neanche fosse un crimine praticarla, pazzesco.
E una delle resine naturali che si estrae ancora come si faceva secoli fa con metodologie inalterate nel tempo, cosa che non avviene con i prodotti sbandierati in questo forum, scusate ma questa sera si è toccato il fondo.
Cassiopea mi sembra che ce l'avessi con me... cmq in questo caso chiarisco che sono d'accordo sulla citazione che ho postato per fatti miei personali. Non capisco perché ti sia irritata tanto! Ho modificato solo perché in citazione avevo lasciato l'ultimo rigo che non c'entrava nulla con quello che volevo esprimere
Cassiopea mi dispiace ma sei talmente accecata dal rancore verso Pierpaolo che non ti rendi conto di quello che contesti: LEGGI ATTENTAMENTE LA CITAZIONE CHE HO QUOTATO!!! Ho segnalato all'inizio che era OT e la mia citazione si riferisce PALESEMENTE ALLO STATO e solo ed unicamente a quello!!
nuova foto
ps. lo strato di vernice nera era molto sottile (sopratutto paragonata a quella dell'altra cornice che possiedo e ho lasciato nera che è costruita in maniera similare ma tutta in un legno povero) a differenza di questa che ha la parte superiore in noce. Ho pensato che la finitura nera fosse stata fatta successivamente perchè non mi spiego il fatto di usrare del noce solo per la parte superiore e dell'abete per la inferiore.
poi mi son fatto questa domanda :
perchè costruire una cornice con due essenze tra l'altro quella lavorata e suoeriore in noce quando poi la devo tingere completamente di nero?
mi son dato queste riposte
-.se fosse nata per esserre tinta nera quale senso avrebbe usare due essenze di cui guarda caso quella superiore in noce!
- se fossenata per essere tinta nera e avessero avuto a disposizione solo del noce sarebbe stata completamente in noce !
- se fosse stata tinta successivamente per svariati motivi avrebbe senso la struttura portante in abete e la parte superiore lavorata in noce!
poi magari sbaglio mi piacerebbe avere in vostro parere ps. senza scannarvi però 🙂
dalle foto mi sembra che il "telaio" in legno dolce sia messo assieme con angoli a 90 gradi e poi sopra come sorta di grossa lastronatura sia stato messo il noce con angoli a 45 gradi.
dal punto di vista di costruzione ha un senso perche' la sovrapposizione di due angolazioni diverse "lega" l'insieme e poi è piu' semplice avvicinare dei tagli a 45 nn dovendosi preoccupare di dare stabilita' all'insieme data appunto da una sovrapposizione.
chiaramente nn esiste lasciare a vista questa cosa dal punto di vista estetico nel senso che guardando la cornice di lato si notano due essenze che fanno a pugni tra loro. ci sarebbero stati vari modi per ovviare a questa lacuna.
che poi abbiano scelto il noce per la cornice ci sta.
uno dei migliori legni da ebanizzare era il pero.
il noce come caratteristiche di compattezza gli somiglia e prende bene la tinta.
un saluto
giorgio
Da l'idea guardando le foto di due cornici sovrapposte più che lastronatura, direi la prima in noce e la seconda in legno dolce, questo non solo per rendere più solida la cornice in noce tagliata a quarantacinque gradi, ma l'artigiano che ha costruito questa cornice aveva previsto di coprire questa differenza con vernice nera molto probabilmente gommalacca colorata, ecco perchè ti è sembrata sottile....il tipo di finitura data da te potrai vedere anche tu, costatando personalmente, col tempo una volte evaporati i solventi utilizzati da te si opacizzerà, se volevi una finitura naturale potevi utilizzare una gommalacca un po diluita, passata a tampone, alla fine una buona cera.....ciao
Quando a 13 anni d’estate andavo a bottega, parte del lavoro consisteva nel rimettere in sesto quelle sale nerastre adornate da sculture ben fatte ma orribili, tipiche dei primi decenni del 900. La tecnica usata era di dare una mano di olio di lino pigmentato seguita da una leggera stoppinatura con alcol e un miscuglio di varie resine e cere (non chiedermi quali fossero: avevo altro a cui pensare; erano, comunque, 6 o 7 componenti); dunque si usava una tecnica mista.
Dico questo per affermare che non vi era la stoppinatura per tutte le stagioni, ma che ogni artigiano, ogni bottega aveva sviluppato tecniche proprie, con i più svariati materiali. Ora siamo nell’epoca dell’omologazione e siamo portati ad attribuire tale caratteristica anche alle epoche passate.
Hai perfettamente ragione quando dici che le regole riguardavano solo l’architettura del mobile e non la finitura che era invece appannaggio esclusivo dell’artigiano; la stessa cosa si riscontra nella costruzione delle chiese dove anche gli scalpellini lavoravano per proprio conto senza dover rispondere all’architetto!
una mia curiosità..... come mai inizi novecento i mobili venivano tinteggiati su quel colore scurissimo simile al nero... non ho mai capito se fosse noce scuro... che vernice era utilizzata?
Antony questo avvenne in segno di lutto in seguito alla morte dell'imperatore Austro Ungarico Francesco Giuseppe, che subì un attentato in Serbia nel 1914, nelle regioni sotto il dominio austriaco i mobili vennero colorati di nero in segno di lutto, difatti questa cosa è circoscritta solo ad alcune regioni del nord, nel sud in quel periodo non ci sono mobili ebanizzati.
P.S. Uno dei motivi ma non l'unico logicamente.