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Non dirmelo: io soffro di bibliofilia perniciosa. E' un testo interessantr, ma non importante. Magari posterò altri link, ma temo che non interessino a molti.
ecco un argomento che potrebbe arricchire, io mi soffermo su altre letture ultimamente...
per esempio "il tempio del gusto". l'alchimia è poco interessante poi scritta nel 700 sai che allegria!
Parli di Gonzales Palacios?
Le ricette di vernici settecentesche non sono “alchimia”. Possono far capire molte cose sul mobile, su come venivano intesi i materiali, sulle concezioni di conservazione. Noi siamo figli del nostro secolo, un secolo che ha visto rivoluzionare il modo di intendere i materiali e di trattarli. Capire le antiche vernici è di fondamentale importanza nel restauro perché apre la mente ad un mondo che abbiamo dimenticato ed i cui canoni possono risultarci ostici. E’ per questo che nemmeno più la maggior parte dei restauratori sa usare le vernici antiche! Si muovono su schemi dettati dall’industria del 900 ed hanno difficoltà a togliersi da questa mentalità. Trovo molto grave che un restauratore giudichi formulati del 700 “alchimia”. Denota disprezzo e voluta ignoranza nei confronti degli Oggetti sui quali gli è richiesto di intervenire. L’azione del restauro richiede una grande umiltà e cultura sui materiali del passato, non cultura sul gusto, che necessariamente è sempre personale.
Restaurare lasciandoci andare al nostro gusto personale significa falsificare.
E poi, scusa, Pomacciolo, ma l’alchimia è tutt’altra cosa! Ma non fraintendermi: voglio dire che la chimica nell’alchimia costituisce un aspetto minimo e secondario; non fermarti alla convenzionalità.
L’alchimia è fondamentalmente una filosofia.
PIerpaolo non farmi sempre lezioni e mettere in mostra la tua sapienza, so bene cos'è l'alchimia. Era un modo per prendere sottogamba il libro che hai postato tu.
certo nn l'ho letto tutto e me ne guardo bene, ma scopro che parla della gommalacca in primis e come si scioglie, una quantita' di miscugli con le resine che cosciamo bene, olio di lino sempre, la biacca che nn si usa piu (cancerogene) il minio peggio, il mercurio (lasciamo perdere)
leggo che ci sono ricette anche per lo scorbuto con delle erbe impronuciabili... magari scpro, se vado avanti, salassi e quant'altro.
tutto sommato pero' non è un inutile lettura, fa parte della storia ed è sicuramete divertente.
Pomacciolo il nostro Pierpaolo cita un grande storico delle arti decorative, questo mi ricorda una bella intervista a questo personaggio unico che da 50 anni studia il mobile ma non solo, chissà cosa ne penserebbe delle definizioni date da Piepaolo e l'introduzione nel restauro a tutti i costi di un prodotto di bioedilizia, LINFOIL , propinato in tutte le salse panacea di tutti i mali, forse se guardate l'intervista c'è una definizione di Palacios alla fine molto eloquente sui chiacchieroni che invadono questo settore, e la modestia di cui sono privi 🙂 con piacere allego l'intervista 🙂
http://www.youtube.com/watch?v=sVSpdOg5ono
Questo il link invece riguarda un dibattito sullo stato dei musei in Italia, vi consiglio di vederlo ne vale la pena 🙂
poi non imparo niente di nuovo, mio padre e mio nonno, vecchi artigiani, facevano tutto con l'olio di lino, aggiungevano perfino nello stucco con i litoponi che oggi nessuno sa nanche cosa sono....la pece graca aggiunta all'olio, ci verniciavano il cotto, i camini... per cui nn fare lezioni, non vengo dalla montagna cn la piena.
Da Palacios, da Daverio almeno imparo qualcosa di nuovo che non puo darmi certo il forum o le solite azzuffaglie da cortile.
molti credono che il restauro sia una cosa complicata o per pochi eletti, è un mestiere come un altro con i calli basta imparare e farlo bene, quello fa la differenza chi lo fa bene!
Con tutta umiltà, Pomacciolo, mi chiedo perché continui ad intervenire in questo forum; io continuo ad imparare e mi sento molto ignorante, spero di aver qualcosa da comunicare ed il confronto è fonte di nuove informazioni. Però, si dice litopone, dal momento che si tratta di un’amalgama di solfato di bario e solfuro di zinco, che ha sostituito la biacca che è tossica, sì, ma non cancerogena; altrimenti si potrebbe pensare a dei grossi ratti.
Ed ora puoi ripostare il link che a te e C. piace tanto!
In quanto ai calli sulle mani…. Non riesco bene a capire. Vuoi dire che per restaurare non occorre il cervello? Vuoi dire che il restauro è solo questione di fatica bruta? Le concezioni di restauro sono cambiate nel tempo, non certo grazie a diverse conformazioni callose! Il concetto di restauro che veniva applicato alla fine dell’800 era diverso da quello anni 50, e da quello di oggi. E oggi in Italia si contrappongono visioni diverse. Proprio tu citi Palacios, che sta combattendo una guerra all’ultimo sangue contro certo restauro massacratore. Lo conosco e lo stimo, e, ti assicuro che pur non essendo uno storico dei materiali, ma uno storico dell’arte, anche lui sarebbe stato scandalizzato dalla tua battuta sulle antiche ricette. Tra l’altro è un raffinato bibliofilo.
Bella questa conosci Palacios, gli hai parlato del LINFOIL? Cosa ne pensa?
si dice litopone lo so, si capisce che è un errore di scrittura, ma se tu leggessi bene altre cose invece di soffermarti come un finto tuttologo che si arrocca dietro google, capiresti che ho apprezzato il libro sulle ricette, è anche vero che sembra un ricettario di frate indovino, e che non viene la voglia di assorbirlo come farei con altri.
E per favore mettiti daccordo con te stesso, mentre affermi che la concezione di restauro è cambiata nel tempo, sostieni che oggi si fanno piu danni che in passato, senza parlare delle stane ideee che hai sulla luna calanrte o crescente che neanche i miei nonni avevano piu, era una tradizione popolore medievale che suggeriva di fare a luna crescente tutto cio' che deve nascere (semina ecc...) a luna calante tutto cio che deve morire (potatura abbattimento delle piante ecc..) ma non c'entra niente con il tarlo.
Il lavore del restauratore di mobili oggi implica molte competenze chi ha detto che non ci vuole cervello? ho detto: farlo bene fa la differenza.
ora visto che che io sto con quelli come Daverio e Palacios che combattono, è vero, anche contro le sovraintendenze... continuo anche a seguire il forum, hai visto mai che c'è qualche svolta decisiva.....
da un po’ di tempo tira un’aria da pollaio ed è facile trascendere, soprattutto per chi subisce continui attacchi personali. Dici che hai trovato interessante il volume;non si sarebbe detto dai tuoi commenti.
Il fatto che spazi su diversi argomenti non deve stupire. È frequente trovare trattati da tuttologi: è un retaggio lasciatoci dal rinascimento. Pensa alle grandi botteghe del 400: facevano di tutto.
In quanto alla luna, io ho fatto delle prove, e ti devo dire che ho riscontrato che gli alberi abbattuti con la luna calante non hanno tarlato; quelli con la luna crescente, già dopo pochi mesi. È una nozione che hanno tutti quelli che possiedono un orto, constatabile in pochi mesi. Ma non era il solo accorgimento che veniva usato: alla fine dell’inverno, per esempio, gli alberi venivano scelti e segnati. La segnatura consisteva o nello scortecciare più di un metro alla base, o nel praticare un foro passante, sempre alla base del tronco. Ciò diminuiva l’afflusso della linfa rendendo il legno più duro. L’albero veniva abbattuto alla fine dell’inverno successivo ed immediatamente ridotto in tavole non col sistema radiale come avviene oggi, ma col sistema a ventaglio (veniva definito anche in altri modi, a seconda della regione), così che ogni tavola aveva una venatura perfetta. Si otteneva così un legno migliore e più duro. Sai benissimo come viene trattato oggi il legno, dal forno alle camere a gas, e quindi quanto oggi venga sfibrato ed impoverito. Persino il pioppo era un gran legno, spesso confondibile col noce.
In quanto alla concezione del restauro, nel tempo ha avuto un’evoluzione, ma vi sono anche varie scuole.
Palacios parla di rispetto verso l’Oggetto, in modi che spesso possono risultare spocchiosi ed aristocratici, ma che sono il risultato di un massacro che viene perpetrato sistematicamente a vari livelli. Si può parlare della Sistina, ma si può anche parlare delle botteghe di restauro. Il restauro è un campo molto variegato; vi sono Sovrintendenze illuminate ed altre….diciamo…meno. Per fare un esempio pratico: mi è capitato di richiedere dei certificati attestanti la buona esecuzione dei lavori: una sovrintendenza piemontese me li ha rilasciati in un’ora; un’altra sovrintendenza, sempre piemontese, mi ha fatto tornare dopo due mesi, per scoprire che nel frattempo li avevano persi e rimandare di un altro mese. E poi vi sono le botteghe, ed anche in questo caso, a parte la maestria o meno dell’artigiano, vi sono i più disparati criteri di restauro, a volte validi, ma molto spesso assimilabili al massacro.
Pomacciolo, nella mia ormai troppo lunga esperienza professionale ho incontrato molti artigiani, e devo dire che la maggior parte di loro possiedono grande abilità, ma troppo spesso sono privi della cultura del restauro e della cultura storica; troppo spesso, per esempio, si fermano all’inguacchiare qualunque cosa con l’onnipresente gommalacca, tanto per citare uno degli argomenti de fuego! Ebbene, mi paiono talenti sprecati, dei maradona che sniffano.
Spiegaci Piepaolo dall'alto della tua rinomata esperienza cosa dobbiamo fare se non possiamo utilizzare la gommalacca per riportare alla sua naturale bellezza un mobile, insegnaci spiegaci cosa fare cosa utilizzare, io sono una patita delle resine naturali che sono state utilizzate da milleni ne è la riprova il testo postato da te l'unica differenza è il diluente in cui vengono disciolte ossià all'epoca l'olio di lino in seguito l'alcol qual'è il problema, ci sono vernici fatte non con la sola gommalacca ma con l'aggiunta di altre resine che vanno dalla sandracca all'elemi al mastice ecc. che ti assicuro sono fantastiche ma bisogna saperle usare ed avere il cervello cosa che molti artigiani hanno non tutti ma la stragrande maggioranza si, come al solito non ti sembra di peccare di presunzione? La mia è una domanda non da pollaio.
Mi fa piacere che hai seguito la lezione di palacios, che si fonda inanzitutto sul rispetto dell'opera d'arte che sia un mobile oppure un quadro o quant'altro, è un bel punto di riflessione per chi dice di amare questo lavoro 🙂
il Pollaio si fa anche inconsapevolmente e tu non sei esente, Pierpalo. dalle mie parti si dice "troppi galli a cantare non fa mai giorno"
aggiungo di nuovo il libro potrebbe essere interessante cosa devo fare, te lo devo recensire???
piu di cosi!
ognuno ha le sue presunzioni, tu continua ad avere le tue e a rispondere sempre solertemente (ogni tanto ci si rilassa), a volte preferisco persone che hanno dubbi.
Le certezze le persone con la fede incrollabile mi spiazzano, quelle che hanno dubbi mi sono simpatiche vuol dire che sono democratiche , delle buone persone. non che tu non lo sia , non entro nel person...
sono daccordo che ancora oggi ci sono restauratori che (visto cn i miei occhi) appena arriva un mobile in laboratorio anche del 700, lo lavano tutto con acqua oss, e ammoniaca, è una loro logica radicata e appresa da altri vecchi artigiani, olio e petrolio, pomice, sandracca che filma e cristallizza ecc ecc... altro che talenti.
E lascia stare Maradona altrimenti dovremmo citare tutti i grandi artisti da charlie parker a j. hendrix Freud, Nietzsche e ce n'è sono centinaia che hanno rivoluzionato il mondo dell'arte, della letteratura,dello sport ma avevano le loro umane debolezze.
Visto che quando una discussione diventa interessante viene definita pollaio, aggiungo un personaggio che io non amo particolarmente ma nei suoi momenti di lucidità Vittorio Sgarbi è straordinario, questo intervento da una definizione interessante di determinati restauri operati in Italia, c'è una bella definizione degli architetti, nota dolente, che a volte più che restaurare massacrano monumenti o palazzi, questa è l'altra faccia dei cantieri amati tanto da qualcuno in questo forum, è un argomento vastissimo è di danni se ne sono stati fatti tanti, condivo quello detto da pomacciolo, sul dubbio, questo sopratutto avviene da parte di persone che hanno la presunzione di sapere tutto, privi di apertura mentale e sensibilità.