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Ciao a tutti, riscontro il seguente problema sulla lucidatura a tampone: tratto abitualmente mobili intarsiati anche nuovi e faccio la lucidatura a tampone a poro chiuso senza finire a cera ma a gommalacca (mi piace di più). Eseguo una buona preparatura del fondo, aspetto il tempo necessario tra una mano e l'altra e il risultato finale mi sembra buono. Quello che non va bene è che a distanza di un anno passando il polpastrello sopra le giunture delle tessere degli intarsi sia lastronatura che impiallacciatura sento come se la vernice si fosse leggermente sollevata e questo non accade sulle parti in piano (che rimagono lisce e lucide) ma solo tra le giunture. Ora non so se questo è normale e capita anche agli altri (non è molto che lucido a tampone) o è un problema dovuto ad un errore di lavorazione. Voi cosa ne pensate? Ho letto un post dove aporia consigliava d riprendere la lucidadura dopo una buona seppietura con carta abrasiva e olio. Questa procedura può andare bene in questo caso?
Grazie e ciao-
Il problema è dato dal movimento delle tessere. Spesso riprendendo la lucidatura nel luogo dove l'oggetto si trova e dopo una seppiatura il problema si risolve. E' necessario che l'intarsio si stabilizzi secondo i valori di umidità relativa definitivi per ridurre il movimento delle tessere, ma se il legno è nuovo ho paura che non basti. Uso anche qualche goccia di olio di lino quando stoppini: la verniciatura sarà più elastica.
questa me la segno
Sono completamente d'accordo con aporia, i mobili intarsiati nuovi sono soggetti ad assestamenti delle tessere anche importanti. E' da mettere in conto una ripresa della lucidaturavdopo l'assestamento "definitivo", io lo faccio la primavera seguente alla lucidatura, appena si spengono i caloriferi, è il momento in cui l'umidità relativa è al minimo nelle case moderne. Naturalmente tutto ciò è da spiegare anche ai clienti affinchè il rapporto sia corretto e privo di inutili incomprensioni.