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giuseppina cassapanca '500 - per Fulvio

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(@giuseppina)
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Gent. Mo Fulvio,
Innanzitutto grazie per i consigli, però, non essendo un’esperta, non mi sono sufficienti e quindi cerco di approfittare ancora della tua cortesia.
1. Ho visto la scheda tecnica del linfoil ed ho letto che non è compatibile con i prodotti normalmente utilizzati per la verniciatura del legno, ma tu mi dici che rifinisci normalmente a gommalacca, quindi non mi devo preoccupare ?
2. Le parti deteriorate dai tarli (tutto l’esterno del coperchio e le cornici) sono corrosi in profondità, quindi, per evitare che le erosioni ed i buchi prodotti dai tarli si riempiano di polvere e anche per mitigare l’aspetto “a grattugia” della superficie, escludendo una stuccatura tradizionale, che non mi sembra adatta, avevo pensato di riempirli parzialmente con qualcosa di trasparente o semi-trasparente. Tu in questi casi come ti regoli?
3. Le superfici di cui parlo sono talmente corrose che è possibile trattarle solo a pennello, mentre nella scheda tecnica del linfoil si consiglia, dopo l’applicazione del prodotto, l’uso di una “monospazzola con disco abrasivo”. Anche se non ho la più pallida idea di che cosa sia, non credo di poterla utilizzare sulla mia cassapanca. E allora?
4. La cassapanca è di pioppo, sarebbe sconveniente darle una mano leggera di impregnante noce? E se si può dare, in che fase? Cioè immediatamente prima della rifinitura a gommalacca,  dopo il consolidamento e l’eventuale semiriempimento delle corrosioni?
Per ora non mi vengono in mente altre problematiche, grazie per l’attenzione che vorrai dedicarmi.
Giuseppina

 
Pubblicato : 22/04/2011 6:11 pm
(@fulvio)
Post: 354
Reputable Member
 

Allora Giuseppina provo a risponderti punto per punto, sperando di aver capito quanto mi dici.
1. Usa traquillamente il Linfoil come ti ho detto. Quando sarà stato assorbito dal legno, devi pazientare un po di tempo prima di verniciare a GL (ammesso che sia lecito farlo come ti dirò dopo). Il tempo varia  in funzione della temperatura e della luce solare. Infatti la radiazione UV polimerizza uno dei componenti del prodotto e favorendo alcune azioni tra cui quella consolidante.
2. Se la cassapanca è ridotta ad un colabrodo e pensi che occorra una azione consolidante più efficace torno a consigliarti il Paraloid nel modo già descritto. Sull'uso di questo prodotto su oggetti di antiquariato  di pregio ci sono posizioni discordanti, e se ....frughi nei post troverai un ampio dibattito sull'argomento. Daltronde però, quando ce vò ce vò. Non dimenticare che il Paraloid oltre a consolidare rende il legno un po' ...duretto per le mascelle dei nostri amati coleotteri. Quando il consolidamento sarà effettuato poenserai anche a coprire i fori dei tarli, magari con cera, ma questo è un problema che viene dopo.
3. Tieni lontane come la peste dalla tua cassapanca monospazzole, abrasivi, carte vetrate ecc, devi pulire il mobile nel modo meno aggressivo possibile se non vuoi rovinarlo.
Se non è verniciato (come mi par di capire) o ci sono solo tracce di vernciatura difformi le devi eliminare. Se si tratta di GL occorre pazienza e uno sverniciatore poco aggressivo da utilizzare con trucioli di legno (sarebbe il massimo della delicatezza) oppure paglietta (ma vacci piano). Per piccole aree la GL secca si toglie anche solo con alcool strofinaccio e olio di gomito  (va bene in questo caso, e solo in questo, anche quello del supermercato).
4. Un mobile antico deve essere trattato con prodotti in quache modo riconducibili a quelli che sono stati utilizzati originariamente, quindi lascerei perdere impregnanti e mordenti, la patina c'è gia, e basta quella.  Piuttosto, se il mobile risale realmente a quanto tu dici, farei una riflessione anche sull'opportunità di utilizzare la GL, che era del tutto sconosciuta all'epoca; valuterei seriamente invece la possibilità di finire il prodotto con oleoresine e cera, ma questo devi deciderlo tu

 
Pubblicato : 22/04/2011 7:54 pm
(@fulvio)
Post: 354
Reputable Member
 

Come vedi Giuseppina ti vine confermato quanto accennavo sull'uso del Paraloid.
Tanto per intenderci le perplessita di OldUser sono assolutamente condivisibili, anch'io uso il prodotto solo quanto è assolutamente necessario, e questo mi pareva il caso tuo, visto come descrivi il mobile.
Ha ragione OldUser, se devei incollare delle parti, il Paralodi va applicato solo dopo l'incollaggio. Per ovviare invece all'effetto vetroso, e qui mi rivolgo a OldUser, io uso applicare il prodotto, non per immersione (come taluni fanno) o per spennellatura, che funzione poco, ma iniettandolo con una siringa ipodermica foro per foro con certosina pazienza. Poi, come avevo accennato, appena il paraloid accenna a fuoriuscire (e non si sa mai da quale buco viene fuori) lo asporto subito con uno strccio imbevuto costantemente in acetone ( lo so, è un lavoraccio, ma funziona). Così si eliminano i problemi dell'effetto vetroso in verniciatura. Concordo con OldUser che, nonostante sia utilizzato anche nel restuaro ligneo di opere d'arte di patrimonio nazionale, bisognerà vedere cosa accadrà nel tempo (si parla ovviamente di decenni), ma questa è materia per i posteri. Scusami OldUser ma la colla garavella come consolidante consolida molto poco, specialmente se hai a che fare con un bel legno ridotto ad una spugna dai tarli; io almeno la penso così; ma vivaddio c'è libertà di pensiero e di, costruttivo e proficuo confronto (come in questo caso)

 
Pubblicato : 23/04/2011 9:21 am
(@pierpaolomasoni)
Post: 2128
Noble Member
 

ecco un bell'esempio di restauro che può con facilità trasformarsi in un disastro e che, comunque, può essere fonte di interessanti diatribe.
alcune precisazioni:
Il linfoil riporta sulla scheda tecnica (finalmente qualcuno la legge!) che deve essere lavorato con feltro rosso percheè nato come vernice per parquette.
Il Paraloid, per intenderci, non è altro che una plastica e, quindi, plastifica il legno con tutte le conseguenze logiche che ne conseguono.
Il problema tarli non sussiste più.

L'olio di lino contenuto nel linfoil rappresenta un ottimo consolidante che, oltretutto conserva la traspirabilità di cui il legno abbisogna. In certi casi si può intervenire anche con olio di lino crudo poichè penetra più in profondità, facendo seguire tale operazione con impregnature di olio di lino cotto (tenendo conto che tale prodotto normalmente è cotto più volte e, quindi si tratta di uno standolio! La differenza consiste nel fatto che con la cottura si ha l'inizio di una polimerizzazione, quindi di un inizio di creazione di quelle macromolecole che alla fine formeranno quel reticolo tipico  di quest'olio, traspirante ed idrorepellente.
Il sistema del consolidamento e reintegro con colla a caldo è sì un vecchio metodo usato dai vecchi restauratori, ma solo vecchio, non antico, e in certi casi è valido, ma non permette la traspirazione del materiale, non prende la colorazione, se non si è più che esperti si ottiene una patacca.

Consiglierei quindi  impregnazioni ripetute con olio di lino o linfoil (per semplificare) aspettando un po di tempo l'una dall'altra; se poi si vuole addolcire le carenze della superficie alla fine si può abbondare con la cera come materiale da riempimento.

 
Pubblicato : 23/04/2011 5:01 pm
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