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Ciao a tutti! Ho letto che qcuno di voi utilizza abitualmente o ha utilizzato gli olii di lino.
Ebbene io in anni di bottega, mi vergogno quasi a dirlo ma li ho utilizzati davvero raramente..mi ricordo di averli maneggiati nei primi anni di apprendistato quando con il mio maestro andammo a lavorare in particolari situazioni (chiese, grandi mobili di quercia rustici del rinascimento o strutture lignee rustiche, deteriorate o molto antiche insomma robe così)
Ricordo vagamente che hanno un certo potere impregnante e consolidante...che si possono addizionare colori e cere...ricordi vaghi
Il mio lavoro è sempre stato piuttosto specialistico e relativo ad interventi su intarsi e lastronature e lucidature a stoppino " a secco".
Ora ho a casa un piccolo secretaire dell'800 lastronato in palissandro che acquistai anni fa ad un'asta...mai toccato...così lo presi e così è rimasto...adesso pero lo vedo un po giù di corda il poro si è un poco aperto in alcuni punti e le fodere le vedo un po secche andrebbe rilucidato e nutrito a causa di anni e anni di riscaldamento centralizzato (seimila gradi in inverno e aria piuttosto secca).
Volevo usare la cera ma personalmente non mi sembra che abbia sto gran potere di nutrire in profondità...e d'altra parte vorrei anche intervenire sulle fodere (rovere e mogano per i cassetti) in maniera un poco più "energica"
Quindi volevo chiedere lumi a chi usa gli olii se potesse essere una buona cosa utilizzare olio di lino crudo per le fodere e di lino cotto per le parti esterne lastronate per ravvivare e chiudere un poco i pori ed eventualmente un domani trovarmi una buona base per rilucidarlo a stoppino come in effetti dovrebbe...
Ringrazio tutti in anticipo per l'attenzione;)
L’olio di lino era alla base delle migliori vernici; ad esso veniva addizionato un essiccativo ed una o più resine. Tali vernici venivano per lo più usate con la tecnica dell’impregnazione ripetendo la verniciatura più volte, sino a quando veniva ottenuta la filmazione richiesta. Tale olio ha la caratteristica di creare, polimerizzandosi, un reticolo impermeabile all’acqua, ma permeabile al vapore. Ciò significa che pur essendo idrorepellente, lascia traspirare il legno mantenendolo sano. L’olio di lino cotto che si trova attualmente in commercio è per lo più uno standolio (olio cotto più volte) addizionato ad un essiccativo (per lo più ossido di cobalto). Vi sono ditte che producono ottime vernici di questo tipo: Geal, Durga, New Chemical Prevention ed altre. Penso che sia importante per un artigiano sceglierne una ed imparare ad usarla nel migliore dei modi. Di solito vanno date (magari diluite) col metodo dell’impregnazione, eliminando gli eccessi con uno straccio. Se si vuole ottenere una superficie molto lucida basta pagliettare prima della mano successiva. Anche unendone un po’ alla cera si ottengono ottimi risultati
Nel frattempo mi sono documentato un poco qui sul forum...anzi mi scuso per no averlo fatto prima ;D e confesso la mia ignoranza in materia ::) e pero anche la mia curiosità e devo dire che almeno a livello teorico concordo con i sostenitori di queste oleoresine e devo dire che c'è tanto da imparare...in generale mi trovo vicino al pensiero di pierpaolomasoni e mi piace il suo approccio. Però non ho mai avuto il piacere di vedere né dal vivo né in foto una finitura su un mobile antico fatta con simili materiali...quindi non sapendo come sia il risultato no posso giudicare...
Mi piacerebbe quindi almeno vedere delle foto di mobili rifiniti con tale sistema per poter capire e giudicare meglio. Non ho trovato traccia di immagini qui sul forum, se non è troppo disturbo e vi andasse di linkare qcosa ve ne sarei grato.
Saluti, mahalo
Oddio scrivevamo insieme no avevo letto la tua risposta! Grazie di essere intervenuto speravo proprio che rispondessi tu 😉
In previsione di una futura lucidatura a stoppino hai un prodotto particolare da consigliarmi che abbia sempre una bella luminosità? Eventualmente lo stesso può andar bene per nutrire l'interno e le fodere?
Grazie ancora 🙂
Postare delle foto mi pare totalmente inutile. Le vernici olio resinose sono talmente versatili che permettono di ottenere tutti i risultati che vuoi, dall’effetto satinato a quello lucidissimo; sono ottimi fondi per la cera e per la gommalacca. Basta capire il meccanismo ed imparare ad usarle. Io uso il Linfoil della Geal, non perché sia migliore di altre, ma solo perché ho imparato a conoscerla ed a modificarla a seconda delle occasioni, ed anche per l’assistenza tecnica che questa ditta mi da. Devi pensare che sino all’800 erano le uniche vernici conosciute, insieme alle cere (che tecnicamente sono vernici). Quindi i mobili erano rifiniti con olioresine, o con olioresine e cera o cera. Gli strumenti di Stradivari sono rifiniti con olioresine; faccio questo accostamento per rendere l’idea della varietà dei risultati.
Per gli interni dei cassetti ed i fondi io la diluirei molto, 1 a 4 o 1 a 5 con acquaragia o magari trementina.
Postare delle foto mi pare totalmente inutile. Le vernici olio resinose sono talmente versatili che permettono di ottenere tutti i risultati che vuoi, dall’effetto satinato a quello lucidissimo
Una foto vale piu di mille parole almeno per me ma non pretendo che sia lo stesso per tutti!
Personalmente no mi interessa alcun effetto satinato, amo il lucido e la brillantezza sia nelle finiture a cera che in qlle a spirito, in generale apprezzo una finitura che sia sottile poco corposa resistente ben ancorata ed elastica ed è quello a cui tendevo qdo lavoravo e che apprezzo ancora oggi. Ovviamente so bene che piu la superficie è liscia e piu sarà facile lucidarla ma mi piacerebbe vedere un esempio di quanto sia possibile ottenere con le olioresine in merito a queste mie aspettative. Se sia un risultato paragonabile alla gl a stoppino data "a mestiere". Non è assolutamente mancanza di fiducia ma solo voglia di approfondire vedendo il lavoro finito di qcuno che la sappia usare.
Cmq grazie dei consigli 😉
Ah ultima cosa...si potrebbe sostituire la trementina con il limonene?
Grazie ancora! Ciao
Ciao ho le tue stesse perplessità ho letto in questi giorni vari post, devo dire molto interessanti, questi prodotti citatati sono tutti ottimi ma personalmente li ho visti utilizzati solo sugli infissi, sul mobile poco probabile, come te ho sempre lucidato a gommalacca, l'olio è un qualcosa di banalissimo da dare sul mobile, non richiede abilità particolari, utile ma non si utilizza su tutto, mi interesserebbe anche il parere di altri, ma indubbiamente una foto è più utile di mille parole 🙂
Secondo me sbagliate approccio al problema. Dovreste partire dalle istanze storiche. Tutti i testi, dal 1000 in poi, descrivono fabbricazione ed uso delle olioresine come uniche vernici conosciute. Nel 1500 si incominciano ad avere indicazioni della possibilità di vernici costituite da resine sciolte in alcol, ma sono considerate scadenti perché troppo fragili, anche se molto brillanti (vedi Alessio Piemontese). Solo nella seconda metà del 1700, a causa delle prime cineserie portate da monaci di ritorno dalla Cina, incomincia a diffondersi presso i nobili il gusto del lucidissimo ad emulazione delle lacche cinesi. La gommalacca è più cara dell’oro sino al 1830, quando si sono aperte nuove vie commerciali. Nel 1808 si ha la prima notizia di stoppinatura con gommalacca ad opera di un ebanista viennese. Tale tecnica, semplice e veloce, ha preso lentamente piede; dapprima è stata adottata da alcune grandi fabbriche, poi, verso la fine dell’800, presso i piccoli artigiani. Negli anni ’50, ’60 del 900 l’olio di lino era ancora presente nelle botteghe come base fondamentale delle vernici.
Altro possibile approccio da non sottovalutare è quello tecnico: qual’era il senso delle olioresine? Proteggere e conservare, ovviamente! Ebbene, non è mai stata fabbricata nessuna vernice che assolvesse tanto bene a tali scopi. Il reticolo che forma l’olio di lino polimerizzandosi non si trova in nessun’altro protettivo. Solo i silossani riescono ad imitarlo, ma con una durata assai minore ( e nella carnauba, subito adottata dopo la scoperta dell’America). Il problema di dare la giusta traspirazione ai materiali, siano essi lignei o lapidei, era un problema che gli artigiani del passato avevano ben presente e che hanno dimenticato a partire dall’800 (la stessa cosa è capitata nell’edilizia con l’abbandono dei materiali traspiranti). Non vorrei dilungarmi troppo: l’argomento è vasto e sfaccettato. La domanda che dovrebbe sorgere è: come venivano usate queste vernici per coprire la varietà dei risultati?
La domanda che dovrebbe sorgere è: come venivano usate queste vernici per coprire la varietà dei risultati?
Infatti la domanda sorge eccome! Purtroppo non ho piu una bottega né molte occasioni per fare esperimenti...
Approvo e sottoscrivo al 100% quello che tu dici sulla storicità e sull'opportunità di utilizzare le olioresine, anzi finalmente qualcosa di diverso e soprattutto di sensato dato che troppo spesso i mobili arrivano a noi denutriti, secchi e indeboliti dall'eccessivo riscaldamento, dall'incuria e dagli interventi inopportuni a base di olio paglierino e prontolegno. Vabè questo per dire che sfondi un cancello aperto e che sinceramente non capisco il perché x molti sia un problema accettare un prodotto così...mhà...
Quindi stai pur tranquillo ché da me non arrivano polemiche o critiche gratuite, anzi sarei ben felice di trovare un'alternativa alla gommalacca e alla cera... ti dirò che sono abbastanza sicuro che almeno uno dei miei maestri le utilizzasse e, per dirla tutta, penso anche di aver visto dei mobili trattati con olioresine ma non ne sono sicuro (per cui vedere qualche immagine aiuterebbe)....ovviamente non parlo di mercatini e simili ;D
Mi piacerebe molto approfondire quindi penso che chiamerò la geal per sapere dove trovare a roma un buon assortimento dei loro prodotti. Pensavo di prendere il linfoil e il diluente ai terpeni di agrumi, se pensi che per una finitura extra lucida sia necessario anche altro magari se ti va di consigliarmi mi fa piacere!
Ciao!
Beh! Mi presto volentieri appena posso a postare qualche foto, io personalmente amo la gommalacca, altri prodotti sono validi ma di serie B, condivido le posizioni di Cassiopea mi sono letta i vari interventi, così seranamente si possono effettivamente dare dei giudizi, che a dire il vero si vedono poco 🙂
Cara Lory, mi pare che il problema non sia cosa amiamo, ma cosa sia filologicamente corretto e, soprattutto cosa conservi meglio l’Oggetto.
La gommalacca rientra nel novero delle vernici concettualmente moderne, fra quelle vernici, cioè, filmanti e non traspiranti che, se non fosse per la sua modesta durata, non sono adatte alla conservazione del legno.
Con ciò non voglio dire che non andrebbe usata, ma soltanto che va usata a proposito. Non certo su mobili anteriori all’800.
Per Mahalo: se vuoi provare l’olioresina della Geal devi prendere il Linfoil per interni; gli altri sono preparati di concezione moderna che non hanno nulla a che vedere con le olioresine, anche se concettualmente tentano di seguirne la filosofia. In quanto alla diluizione i chimici geal sostengono che il limonene provoca una essiccazione più veloce. Io preferisco l’acquaragia perché sono diventato allergico al limonene.
Per finiture extralucide non hai che da levigare alla perfezione dopo ogni mano. Posso consigliarti una cera storica a finire, da stoppinare: Cera Manila, della Colorlegno.
Ok grazie mille dei consigli 😉
A proposito di queste olioresine vorrei aggiungere che personalmente non le vedo per forza come "concorrenti" della gommalacca....la brillantezza di una finitura a gommalacca sul mobile e sul legno giusti e la capacità di valorizzare un intarsio o piuma o radica che sia sono indiscusse penso (spero). Eppero le proprietà di queste olioresine mi sembra che siano notevoli in termini di nutrimento, consolidamento delle fibre e magari si potrebbe anche pensare di terminare la finitura con poche passate di gomma lenta a tampone su un bel fondo sano, solido, compatto e ben preparato....o no?
Mi sembra di aver capito che tra l'altro questi prodotti oltre a preservare la patina la migliorano e anzi favoriscono il suo accrescimento nel tempo (dote alquanto rara a quanto mi consti) e no mi sembra si possa dire altrettanto dell'olio paglierino così abbondantemente utilizzato quale "ravvivante" da un certo tipo di restauro fin troppo diffuso ahimè.
Se andiamo ad analizzare i componenti di questi prodotti (io mi sono preso questo "disturbo") ci si può facilmente rendere conto del come, a dispetto dei loro nomi moderni, siano quanto di piu simile ci sia alle vernici del passato...per cui almeno da parte mia (anche se purtroppo non lavoro piu in questo campo) sono ben felice di averle scoperte e molto ben disposto!
Infine, pure essendo un amante della gommalacca usata a mestiere devo pero anche dire che sul mobile dall'impero in giù ben conservato, a mio modo di vedere non v'è alcun bisogno di extra brilluccichii che "coprano" anche solo con un velo la durezza, la sericità e il lucido naturale che i secoli e l'uso e la corretta manutenzione hanno donato al legno. Chi ha avuto la fortuna di lavorare per musei o collezionisti o case d'asta sa di cosa parlo... 😉
Secondo il mio modestissimo parere avere la possiblità di intervenire ravvivando una buona base senza coprire è un gran bel valore da tenere caro...e i nostri eredi ringrazieranno ;D
La ringrazio per la sua presenza costante, ma conosco bene la storia delle vernici, la gommalacca ha un origine più antica di quello descritto da lei, non è affatto moderna, su un mobile dell'ottocento è filologicamente corretto l'utilizzo, gli olii sono indicati su mobili rustuci tipo la cassapanca di abete primi novecento, su un mobile di alta ebanistaeria solo la gommalacca riesce adeguatamente a valorizzare lo stesso, lei ha detto delle inesattezze che non condivido. Ma leggo nel forum, questo argomento è stato ampiamente discusso...:)
Sono sempre disponibile nel postare delle foto, molto volentieri 🙂
Quando parlate di olio di lino da passare negli interni intendete quello cotto o quello crudo?
Grazie.
L’olio di lino, come tutti gli oli usati per le vernici, viene cotto perché la cottura da inizio ad un processo di polimerizzazione che si completa nell’arco di una quindicina di giorni dopo l’essicazione. L’olio crudo ha senz’altro un maggior potere di penetrazione, ma tempi di essicazione e di polimerizzazione molto superiori. Per ciò normalmente si usa l’olio cotto. Quello crudo veniva usato per i legni delle armi e degli attrezzi da lavoro perché per essi era richiesta il massimo della solidità.
Da Lory vorrei sapere di quali inesattezze parla. Certamente la gommalacca era conosciuta da tempo immemorabile, ma non certo come vernice. Per greci e romani la resina che serviva, con l’olio di lino, per le vernici era la sandracca, sostituita, a seconda delle situazioni politiche da altre; dalle repubbliche marinare in poi è stata considerata migliore l’ambra perché più dura e brillante. Molti testi dal 500 in poi parlano delle vernice d’ambra di Venezia come la migliore vernice diffusa in tutta Italia. Ovviamente venivano fabbricate molte altre vernici, ma nessun testo parla di gommalacca se non come resina minore e sempre mescolata con altre in ricette per lo più settecentesche. Questa resina era usata o come medicamento o in cucina per glassare i cibi (uso che l’industria alimentare fa ancora oggi); e in India ne sfruttavano le caratteristiche termoplastiche per verniciare stoviglie di legno. Come già detto, la sua diffusione in Europa la si è avuta soltanto dopo il 1830, quando gli Inglesi hanno aperto nuove vie commerciali facendone crollare il prezzo (anche se loro preferivano lucidare con le nitro ottenendo verniciature che puoi distinguere dalla gommalacca solo buttandogli sopra dell’alcol). Tutto ciò che ho affermato è suffragato da testi storici che posso fornirti. Se hai qualche notizia storica differente ti sarei grato se me la comunicassi. Sostenere che ho detto imprecisioni senza dire quali è gratuito, come è gratuito affermare che conosci bene la storia delle vernici e poi dire che le olioresine vanno bene solo su mobili rustici. Dovresti dirci cosa gli ebanisti del 600 usavano su mobili intarsiati! Se hai letto i vecchi post dovresti sapere che è storia vecchia, e le varie cassiopee non hanno saputo dare risposte.
L’unica foto che penso potrebbe essere utile sarebbe quella di un intarsio trattato per metà con gommalacca e per l’altra metà con olioresina. Si evidenzierebbe la differenza fra le due vernici, la finezza e l’esaltazione del legno che solo una buona olioresina sa dare, a fianco della grossolanità della gommalacca. Se non vi fossero problemi logistici proporrei tale sfida: sarebbe divertente. Potrei combinarla al prossimo seminario!