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salve...sono anni che mi accingo al restauro di mobili antichi, appartenenti prettamente al secolo precedente, nella bottega di falegnameria del mio papà con buoni risultati... procedo sempre,nel rispetto delle regole dell'arte, ad una pulitura superficiale cercando di salvaguardare la famosa patina, e dopo aver proceduto al reintegro dei pezzi mancanti, nella fase di lucidatura procedo alla spennellatura con olio (di lino cotto ) e successivamente procedo o alla lucidatura col metodo misto ( quella piu' preferita) o alla lucidatura a tampone a seconda del mobile. Noto pero' che a differenza di tanti mobili restaurati in vari negozi di antiquariato una differenza considerevole circa lo spessore e la lucentezza degli stessi rispetto a quelli che restauro io...come se gli stessi fossero avvolti da una patina di vernice che coprisse tutti i buchi, spigoli e imperfezioni ... eppure seguo scrupolosamente tutte le tecniche descritte in questo meraviglioso sito...
posso sapere perche metti l'olio di lino sul mobile? e cos'e' il metodo misto?
ciao grazie.
una mano di olio la si passa per nutrire e ravvivare il legno, per quanto riguarda il metodo della lucidatura mista consiste in una lucidatura a cera su di un fondo a gommalacca ( in genere due o tre mani).
vabe' mista per me e' un'altra cosa, cmq se metti l'olio su un mobile poi non ti viene il lucido come vorresti. l'olio di lino (cotto) poi cosa dovrebbe nutrire?
il pelo non si alza e il resto lo piuoi immaginare.
mio parere!
Se vogliamo fare un po di storia, certamente quando si iniziò a stoppinare con la gommalacca si usava una base di olio di lino. I nostri nonni, come artigiani, avevano la puzza al naso riguardo ai materiali. L'olio paglierino, usato oggi dalla maggior parte dei lucidatori, era considerato una emerita porcheria trattandosi per lo più di oli minerali non essicativi. L'olio di lino è essicativo e quindi dà un'ottima base per qualunque vernice, con buone prerogative soprattutto riguardo alla durata nel tempo.
In quanto a spessore e lucentezza della vernice, le differenze erano regionali: al nord si tendeva a spessori notevoli, mentre verso il sud si preferiva una non filmatura della vernice.
il metodo della lucidatura insegnatomi da mio padre, tramandatogli negli anni da vecchie botteghe e vecchi artigiani, è stato sempre quello di iniziare la lucidatura del mobile con una passata di olio paglierino e successiva lucidatura direttamente a tampone sostituendo l'ultima mano con alcool. questa era il vecchio metodo che usavano molti artigiani soprattutto nella lucidatura delle bare...ovviamente parliamo degli anni 40 anni 50...nella verniciatura degli infissi esterni era d'obbligo l'uso dell'olio di LINO COTTO come prima mano di impregnante il chè tardava nell'essiccarsi ... ma prima il tempo non si calcolava....
Vale,
piu spessore dai e piu e' brutto da vedere, il mobile cosiddetto caramellato.
cred che in bel mobile deve avere spessori di GL minimi, l'olio dato prima, a mio avviso, rende i mobili molto scuri, non ti permette di spagliettare con facilita' e molte altre cose.
poi ognuno la vede a modo suo.
L'olio di lino essica per ossidazione. Ciò significa che le parti non esposte all'aria non essicano, quindi va dato in modo che venga assorbito dal legno, e poi bisogna togliere le eccedenze strofinando energicamente con un panno. In tal modo essica in 12 ore, ed è perfettamente pagliettabile. Ripetendo tale operazione è possibile ottenere un fondo lucido che per essere rifinito a gommalacca richiede pochissime tamponate. Provare per credere.
Inoltre l'olio serve per consolidare il legno mantenendone la traspirabilità. L'olio paglierino (che è composto per lo più da paraffina) serve soltanto per tonalizzare; penso che il suo uso sia invalso nei primi del 900 per motivi di costi e di reperibilità delle materie prime.
In quanto alla tonalizzazione ed allo spessore della vernice non credo che ci si dovrebbe affidare al proprio gusto personale, ma allo stile del mobile che andrebbe rispettato.
Scopo dello stoppino non è ottenere una verniciatura filmante altrimenti basterebbe dare un qualsiasi resina a pennello. Lo scopo è ottenere una lucidatura solo riempiendo i pori. E' una tecnica molto complessa che oggi sanno realizzare davvero in pochi mentre i più caramellano i mobili. L'olio di lino cotto è fondamentale per rendere la verniciatura elastica ed evitare crettature o altri inestetismi che si verificano dopo pochi anni dalla lucidatura eseguita con olii non siccativi tipo vasellina o, peggio, paglierino. Il segreto è usarne pochissimo...
io eseguo da anni la lucidatura a tampone e come base metto sempre l'olio p. Per chiudere il poro del legno uso la polvere di pomice nelle prime passate poi vado con la gommalacca in varie diluizioni fino ad arrivare alle ultime passate con alcool puro. le lucidature caramellose sono quelle eseguite a pennello anche se con gommalacca in quanto si sovrappongono strati troppo densi di vernice. la lucidatura mista la eseguo nello stesso modo.
Adriana
la pomice.... da anni....
si sa, la pomice serviva per risparmiare sulla GL perche' costava molto, oggi non ha senso.
l'olio ha meno senso ancora, potrebbe, come la ponice, sbiancare.
ma che te lo dico a fare.
Il prezzo della gommalacca è drasticamente sceso negli ultimi anni del '700, da quando, cioè in Cina sono arrivati gli inglesi aprendo nuove vie commerciali. La prima stoppinatura di cui si abbia notizia, praticata con questa resina, risale al 1807, ad opera di un ebanista viennese.
Si tratta dunque di una pratica recente e non codificata. Nella mia esperienza di bottega ho avuto alcuni operai unicamente addetti a questa pratica, ed ognuno aveva il proprio metodo e le proprie convinzioni.
Posso soltanto affermare alcuni dati tecnici. La pomice sbianca quando ne viene usata troppa. L'olio di lino non sbianca. Alcuni chimici e restauratori di scuola inglese, anzi, affermano che l'olio di lino col tempo annerisce. Si tratta di una deduzione in parte errata che nasce dal fatto che nel nord Europa in passato all'olio veniva aggiunto litargirio (piombo) come essicativo. Oggi viene aggiunto per lo più ossido di cobalto, per cui l'olio non sbianca nè annerisce. Lunica alterazione che avviene col tempo consiste nella perdita di polimerizzazione a causa dei raggi uv; in pratica l'olio sparisce. In tal caso basta reintegrarlo.
cito testualmente
Il classico sistema della lucidatura del legno con vernici alla gommalacca od a tampone vanta un origine abbastanza antica, infatti si ritiene che i primi lavori di tal natura siano stati eseguiti in Francia verso la meta' del XVIII sec, cioe verso la fine del regno di Luigi XV.
che l'olio di lino annerisce come ho affermato altre volte e' certo, tanto che ho rovinato una radica , oggi non ci casco piu. al massimo uso un po di'olio su legni molto molto chiari per esaltare le venature che resterebbero piatte, anche se mi comporta fatica non si alza il pelo e si spaglietta male... per il resto, si sa, tutti i mobili che vediamo nei mercatini hanno tutti lo stesso colore cioccolato,
ci sara' un motivo!
http://books.google.it/books?id=8pUAAAAAMAAJ&pg=PA252&dq=vernici&lr=#v=onepage&q&f=false
edito nel 1845; leggi a pag.251.
Per quello che ne so nei mercatini si trovano mobili rattoppati, non certo restaurati.
Il restauro è un'altra cosa.
L'olio di lino conferisce al legno il cosiddetto "effetto bagnato"; se preferisci la tinta naturale puoi usare olio di noce.
Il pelo si alza solo sui legni che cattivi trattamenti hanno massacrato. Mai sentito parlare della PATINA?
Nel 1845 non sapevano neanche dove stavano di casa, un conto e' lucidare un mobile dopo aver sverniciato mordenzato ecc, e un conto e' il recupero i patina che, non per dire, potrei parlarti a lungo. ma e' un campo un po complicato.