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Cari amici del forum,
ho acquistato da poco una macchina da cucire haid & neu a pedale degli anni 40-50, mi hanno detto. Non credo che abbia alcun valore, ma mi ha colpito il mobiletto, che presenta sulla superficie una dama intagliata. Le condizioni sono abbastanza buone, ma l'impiallacciatura in alcuni punti è stata danneggiata, con che legni devo recuperarla? E' il mio primo tentativo di restauro! Grazie.
Con quelli utilizzati nell'originale!
...perdona l'ignoranza, sono davvero alle prime armi! ho letto che si dovrebbe usare un'impiallacciatura dello stesso legno e periodo, ma dove la trovo? come faccio a prenderla dallo stesso mobile? dove lo tolgo il legno per riempire i quadrati di dama che mancano? proverò ad allegare presto una foto. grazie cmq per l'attenzione.
In generale è meglio non andare a causare ulteriori danni anche se in una zona nascosta. E' importante che tu stabilisca l'essenza lignea che ti occorre e poi potrai acquistarla e reintegrare le lacune. Ci sono mille modi per rendere il reintegro riconoscibile ma esteticamente piacevole.
ok, quindi non è fondamentale che si tratti di legno dello stesso periodo, mi sembra di capire. ho per esempio una spalliera di un divano carlo x che ha perso pezzi di intarsio, posso integrarli comprando legno dello stesso tipo ma attuale? diversamente non saprei dove cercare il legno antico.
Disporre di materiale d'epoca per il restauro è fondamentale.
Non solo per un discorso "filologico", ma anche perchè è difficilissimo ossidare e patinare inserti fatti con legno nuovo. Certo qualche anno fa era più facile comperare a poche lire un cassettone o un letto distrutto e usarlo come materiale. Ti consiglio però, se vuoi diventare un bravo restauratore, di porti come obbiettivo quello di farti una piccola scorta di legni d'epoca. Non è difficile, gira per raccoglitori e mercatini e alla fine la perseveranza è sempre premiata. Ricorda che quello che non si progetta non si realizza.
Buon lavoro
Carlo
P.S. per la tarsia anni 50 io non mi preoccuperei usa pure piallacci nuovi!
Vi sono scuole di pensiero diverse: io, personalmente, non penso che sia fondamentale utilizzare legno della stessa epoca. Il rifacimento sarà comunque visibile, fortunatamente! Ho visto lavori eseguiti con legno vecchio ma con fibratura, colore o tessitura errate. Il legno cambia molto anche se proviene dalla stessa pianta, quindi si utilizzerà pur sempre un legno diverso. La scorta dovrebbe essere infinita e per esperienza ho trovato più spesso pezzi adatti fra i legni nuovi che nella mia piccola scorta. Cos'è filologicamente giusto? Restaurare una tavola ad olio con gli acquerrelli? Penso di sì, visto che garantiscono almeno la reversibilità. Il pezzo sostituito, come i ritocchi, inizierà un invecchiamento proprio che lo porterà a risultati diversi dall'originale. Credo che "Com'era dov'era sia l'eresia del restauro", semplicemente perchè restaurare non significa falsificare. Altro discorso riguarda la stagionatura perchè, oggi, i legni in commercio sono stagionati nei forni e non forniscono garanzie adeguate nei confronti di spaccature, incurvature, etc. Per un piallaccio e per di più novecentesco, come giustamente dici tu, non mi porrei il problema.
comincio a capirci qualcosa, e vi ringrazio, perchè non avrei mai pensato di trovare persone così competenti e altrettanto disponibili. io ho un altro lavoro per così dire "ufficiale", mi sono avvicinata al restauro da poco e nel tempo libero, ma mi piace molto e spero di riuscire ad imparare qualcosa. per ora sto leggendo tanto e girando molti rigattieri, per capire legno e derivati. grazie a questo sito e a voi la teoria comincia ad essere abbastanza chiara. la pratica è più difficile. ho accumulato -spendendo certamente più del dovuto, da buona principiante- qualche oggetto di poco o nessun valore, tipo la macchina da cucire, le cornici e una sedia rotta liberty, la spalliera intarsiata carlo x (tutto quel che resta di un exdivano), una fuciliera in noce quasi distrutta. mi sono limitata a una spolverata e allo xilamon, tra poco inizierò i miei primi piccoli passi. ma capisco dai vostri interventi quanto sia difficile il compromesso antico-nuovo e oggi guardo con occhi diversi gli oggetti antichi. prima consideravo il restauro un lifting totale per nascondere la vecchiaia, adesso inizio a pensarlo come una cura per ridare dignità al passato.
di nuovo grazie. carla
Lavorando molto per antiquari, negli anni, ho praticato molto restauro che io chiamo appunto "antiquariale"
dove gli inserti, le riparazioni e...le modifiche devono vedersi il meno possibile. So che i puristi del restauro arricciano il naso ma il mercato offre ciò che il mercato chiede. E' una dura legge.
Ho visti antiquari "perdere" vendite solo perchè su un coperchio c'era un tassello in vista o una sverzatura eseguita in maniera corretta ma non "mascherata" altrettanto bene.
E' vero comunque, come afferma aporia, che poi l'invecchiamento degli inserti è differente dal resto del mobile ed è bellissimo vedere a distanza di anni come si sono "evoluti" diversamente.
Magia del restauro!
Carlo
Questo è il motivo per cui non lavoro per gli antiquari! Non riesco a capire se sono io ad avere una parlantina da politicante o loro che non sanno comunicare con i clienti: non ho mai imposto ad un cliente una scelta ma ho sempre cercato di guidarli all'interno di un mondo così vario, ed avariato, come quello del restauro. Incredibile! Anche la persona più sprovveduta riesce a capire nel giro di pochissimo tempo la differenza fra il restauro ed i lifting antiquariali. Penso che Tarlett abbia capito in fretta la differenza. Complimenti! Piccolo effetto collaterale: si deve inventare un nuovo modo di fare impresa che sostituisca il piccolo artigiano tartassato e sfruttato dagli antiquari. Mission impossible? Penso di no.
Io lavoro,anche, per antiquari e non mi sento nè tartassato nè sfruttato.
Generalizzare il mondo dell'antiquariato non porta a nulla, cosi come generalizzare il restauro.
Conosco antiquari che amano il loro lavoro e riconoscono il lavoro degli artigiani.
Cogli nel segno sollevando il problema di noi piccoli artigiani.
Ma, forse, la discussione va aperta in altro ambito.
Carlo
generalizzare, risulta quasi sempre sbagliato, però al dire il vero, fino adesso, tutti gli antiquari, per i quali ho fatto e faccio dei lavori, sempre di prezzo basso si parla oltre al fatto che avendo una buona cultura e molta parlantina, tendono a dirti come il lavoro va eseguito. tirando le somme , si può tranquillamente dire, avere a che fare con gli antiquari, corrisponde ha tanto lavoro, pochi soldi, e lavoro eseguito a regola d'arte, VIVA il privato!!!!!!! 😉