Benvenuto nel Forum
Accedi o Registrati per poter inserire domande o rispondere agli amici della Comunity.
Per qualsiasi problema scrivi a: inforestauro@virgilio.it
Cari amici del forum mi rifaccio vivo dopo una pausa forzata per proporre una questione forse banale.
Ho terminato il restauro di un bel tavolo gueridon francese databile presumibilmente verso la fine del XIX° secolo. Sulla fascia perimetrale c'era una finitura stondata riportata, che nel tempo è andata quasi del tutto distrutta. Io l'ho ricostruita ex novo, purtroppo con mogano non coevo e l'ho applicata. Prima della finitura, facendo una prova in un punto con il linfoil, ho verificato che la differenza tra il vecchio e il nuovo legno è abbastanza evidente. Il vecchio mogano ha riflessi diversi, con una leggera luce gialla, il nuovo ovviamente no. Pensavo allora di......aggiustare la tonalità della parte applicata con una leggerissima passata di anilina gialla molto diluita. Pensate che sia una soluzione corretta o c'è di meglio?
Naturalmente mi aspetto anche che mi si dica che non è filologicamente corretto, infatti ho anche questo dubbio.
Aspetto nuove
Saluti a tutti.
Fulvio
ciao fulvio, per un restauro filologicamente corretto avresti dovuto usare un mogano della stessa epoca del tuo mobile e comunque avresti avuto lo stesso problemi di patina in quanto i mobili non invecchiano tutti allo stesso modo anche se l'essenza è la stessa. comunque non sempre è possibile reintegrare con legno della stessa epoca soprattutto quando le mancanze sono notevoli, quindi ti consiglio di fare delle prove. oltre all'anilina da dare al legno nuovo potresti anche dare un colore più biondo alla gommalacca che passerai solo sulle integrazioni. ciao max
Ok Max
vedo che la pensiamo nello stesso modo. Penso però che sia sempre preferibile passare l'anilina anzichè colorare la gommalacca.
Grazie di tutto
Fulvio
con l'anilina, cioè una colorazione superficiale, realizzi poco. prova col vecchiamerica (sempre della geal). è destinato ai legni resinosi, ma agisce anche su altri legni.
Il senso è di simulare l'invecchiamento, e non puoi farlo con un semplice velo di colore; sarebbe troppo facile. Devi simulare l'azione del tempo. quindi un prodotto leggermente basico (il vecchiamerica puoi anche diluirlo con acqua; devi fare delle prove); devi pagliettare per lasciare frammenti di ferro; i falsari usano anche olio di frittura, ecc...
La geal ha in catalogo anche altri prodotti invecchianti anche per altri legni. guardati il catalogo ed eventualmente telefona al loro ufficio tecnico.
Grazie Pierpaolo
ho dato un'occhiata al catalogo geal e vedrò di procurarmi il vecchia america, tra l'altro la scheda tecnica è on line e descrive chiaramente come utilizzare il prodotto.
Ma il motivo del mio post è la curiosità che ha ingenerato la tua indicazione sull'olio di frittura.
Siccome non credo che tu stia scherzando vorrei chederti se davvero lo hai mai usato e con quali risultati. Ma poi cos'è che determinerebbe l'invecchiamento? La prima cosa che mi viene in mente è l'acroleina, ma come accipicchia funzioni non riesco ad immaginarlo.
Comunque ti assicuro che la prossima volta che mia moglie farà il fritto (evento ahimè assai raro dato che sono ormai passati i tempi della mia grandeur epatica) farò una prova su un paio di essenze diverse per vederne l'effetto.
Mi domando ma dalle tue parti avete mai provato con la bagna cauda?
Saluti
Fulvio
ciao fulvio
un ottimo ossidante per legni tipo noce o mogano è senz'altro il bicromato di potassio.
è un prodotto tossico quindi va usato con le dovute precauzioni.
devi vedere su un campione a parte se dona al pezzo la tonalita' richiesta.
giorgio
Caro Pierpaolo
Ho fatto alcune prove con l'olio di frittura. Alla fine l'ho utilizzato dopo averlo miscelato in fase di ebollizione con una modesta quantità di anilina gialla precedentemente diluita (molto allungata) in alcool.
Poi ho spennellato la cornicetta di mogano nuovo ricostruita, sull'adiacente mogano originale ho invece applicato il consueto linfoil diluito al 50%.
Due applicazioni , con successiva completa essicazione, è la differenza vecchio/nuovo si è sensibilmente ridotta al punto di poterli quasi, e sottolineo quasi, confondere.
Ho poi testato con la prima passata di gommalacca e, udite udite, nessuna sorpresa spiacevole. A questo punto resta solo da aspettare la stabilità nel tempo.
Saluti
Fulvio
Quello dell'olio di frittura è uno dei segreti dei falsari. A livello chimico posso dirti che trattandosi di olio di semi è un olio essicativo, cotto, cioè già semipolarizzato, contenente residui organici più o meno carbonizzati che penetrano nel legno e contribuiscono a formare la patina. Questi artisti intervengono poi con pelle attaccata al platorello del trapano ed in tanti altri modi atti a simulare l'azione del tempo.
Pensa che ne ho visto uno che si era fabbricato uno strano marchingegno, in pratica un mazzo di chiavi di vario tipo che venivano sbattute disordinatamente sul legno per ottenere segni del tutto casuali.