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oleofenolica e olioresinosa

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 gio5
(@gio5)
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Salve a tutti sentendo parlare di olioresina nel forum per il restauro mi venne una tale curiosità di provare di sapere come era fatta un olioresina e di appliccarla  insomma il prodotto ma poi si è accesa la lampadina pensai fra me ma mica gia lo appliccata l olioresina e ovvio per il restauro no ma per le barche si , andai nella scaffalatura e la trovai era la vernice (flatting scritto sulla confezione ) che ho usato e uso per le barche ma in effetti  è un olioresina studiata per le imbarcazioni La uso da tanto tempo perchè ho notato le ottime caratteristiche ma non sapevo della sua importanza e usata per il restauro.
Volevo chiedere l olioresinosa o olioresina la conosciamo che ne  pensate dell 'oliofenolica perchè l azienda le produce entrambi e afferma che l oliofenolica e superiore io non ne sarei convinto .
Sapete perchè sono una persona che piace sperimentare è data la mia giovane èta  ho sperimentato vernici di tutti i tipi ogni volta che usciva un prodotto nuovo lo sperimentavo anche le ultime all acqua dicevano duravano di più da me qua a sud hanno fatto una brutta fine è durata pochissimo nemmeno un anno .
Con L applicazzione dell olioresina il restauro per me è diventato più facile .
In ultimo ringrazio tutti voi del forum per il lavoro che fate e le preziosissime informazioni che date ed è un monito per noi generazioni future di non perdere le tradizioni e di eseguire i lavori ad opera d 'arte .

 
Pubblicato : 02/02/2010 1:03 am
(@pierpaolomasoni)
Post: 2128
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Col termine flatting gli inglesi indicano olioresine con alto potere filmante.
Queste vernici venivano distinte in “corto olio, medio olio e lungo olio” a seconda della proporzione fra resina e olio. Quelle con più resina erano più filmanti e brillanti, ma più delicate. Inoltre poteva essere usato uno standolio (olio cotto più volte) ed essere quindi più dense e meno penetranti.
Attualmente vi sono ditte che usano ancora resine naturali (per esempio la Durga) ed altre che usano resine sintetiche (per esempio la Geal usa una resina alchidica).
Le resine fenoliche sono le prime sintetizzate; i meno giovani ricorderanno la bakelite. Nel campo del restauro io le scarterei perché ne risultano prodotti molto filmanti e poco traspiranti. Con ciò non escludo che per certe applicazioni possano essere valide. Penso che la bontà di una vernice sia data soprattutto dall’olio: quello di lino si è sempre rivelato il migliore; le resine usate si sono alternate nella storia soprattutto in base alle situazioni commerciali.
Se vuoi approfondire l’argomento ti rimando al manualetto che ho pubblicato tramite “il mio libro.it.” Le antiche vernici per il legno.

 
Pubblicato : 02/02/2010 10:44 am
 gio5
(@gio5)
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Grazie mille .
Volevo chiederti che resina useresti per un imbarcazione ovviamente di maggior durata e bellezza sai che i propietari vogliono vedere il lucido.
Quelle con più resina erano più filmanti e brillanti, ma più delicate, per delicate intendi meno durata se si bisogna scartarle sai per le imbarcazioni le vernici sono molto brillanti ho notato che sfogliano significa che hanno più resina

 
Pubblicato : 02/02/2010 7:50 pm
(@pierpaolomasoni)
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Il discorso è molto complesso, soprattutto sr si deve sintetizzare. Una forte carica di resina conferisce fragilità; l'olio esposto ai raggi uv ha una durata di circa 3 anni; una filmazione accentuata la si ottiene anche con standolio; la brillantezza la si ottiene anche pagliettando fra una mano e l'altra. Insomma, i fattori che determinano le qualità di una vernice sono tanti. Penso che Pinocchio, che ha restaurato barche, possa aggiungere qualcosa parlando delle sue esperienze.
Posso dirti che filmazioni che non sfogliano con le olioresine puoi ottenerle mediante più mani, eliminando ogni volta le eccedenze con straccio e pagliettando il giorno dopo. Più passate fai e più filmazione hai.

 
Pubblicato : 02/02/2010 11:57 pm
 gio5
(@gio5)
Post: 63
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Grazie mille .
Sai chiedo queste cose perchè fino ad oggi ho lavorato nel modo industriale con carta vetrata delle migliori sul mercato con procedimenti industriali per capirci ma da un po di tempo sto amando il legno e ancora di più su come ne parli come lo rispetti e voglio farlo anche io lavorare come lavoravano gli antichi mi è sempre piaciuto ritornare alle origini allora mi trovo spaesato e chiedo .
Spagliettare significa passare la lana di acciaio su ogni mano anche quando il legno e grezzo cioè nudo.
Dimenticavo Quando si dà lultima mano  si vule rimanere con la olioresina si devono togliere l eccedenze
e se si vuole passare la cera dopo la mano di olioresina questultima si deve pagliettare o no

 
Pubblicato : 03/02/2010 8:19 pm
(@pierpaolomasoni)
Post: 2128
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Sì, per spagliettare intendo passare la paglietta.
Non vi è un procedimento codificato. Con le olioresine in passato ogni artigiano sviluppava le proprie tecniche personali: da qui nascevano i segreti di bottega. é possibile, per esempio, mescolare della cera alla vernice, o, viceversa, della vernice alla cera.
Le eccedenze vanno sempre tolte perchè altrimenti la vernice resterà appiccicosa: l'olio asciuga per ossigenazione, quindi se vi è spessore la parte sottostante non essica.
Per aumentare la durata nel tempo conviene aspettare più giorni fra una mano e l'altra.
Si può accorciare i tempi di polimerizzazione con lampade UV.
In quanto alla cera, in linea di massima non va spagliettata; ne va data il meno possibile, spazzolata con saggina e tirata con straccio. Ma calcola che ogni cera ha le proprie caratteristiche e le proprie modalità di stesura.

 
Pubblicato : 03/02/2010 8:50 pm
 gio5
(@gio5)
Post: 63
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Sei il top gun restauratore .
Volevo chiederti ma il linfo è trasparente o coem le vernici olioresinose per barche.

 
Pubblicato : 04/02/2010 6:12 pm
(@pierpaolomasoni)
Post: 2128
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Per vernice si intende un prodotto trasparente, anche se pigmentato.
Se il prodotto è coprente si definisce pittura.

 
Pubblicato : 04/02/2010 6:26 pm
 gio5
(@gio5)
Post: 63
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Grazie mille .
volevo chiederti il linfo va dato con il pennello e poi togliere le eccedenze con uno staccio di cotone o con altro

 
Pubblicato : 06/02/2010 1:30 pm
(@pierpaolomasoni)
Post: 2128
Noble Member
 

il linfo va dato in abbondanza (si possono anche usare spruzzatori da giardino o quelli per il verderame); dopo 10 minuti si usa uno straccio o una pennellessa pulita per togliere le eccedenze e spargerlo dove vi è più assorbimento. Attenzione agli stracci: gli oli essicativi possono dare luogo, essicando, a fenomeni esotermici: si scaldano e d'estate possono prendere fuoco.
Il giorno dopo si spaglietta e si ripete l'operazione sino a che il legno non assorbe più.

 
Pubblicato : 07/02/2010 7:06 pm
 gio5
(@gio5)
Post: 63
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Grazie mille grazie mille.
La prima mano va dilutita al 50%
la seconda va data sempe diluita o pura
es su un metro quadrato di legno vanno date 250 grammi di linfo in tutto

 
Pubblicato : 08/02/2010 6:01 pm
(@pierpaolomasoni)
Post: 2128
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La geal consiglia di darlo diluito alla prima mano e poi puro. Io il più delle volte lo do diluito anche nelle mani successive; è una questione di gusti.

 
Pubblicato : 08/02/2010 8:37 pm
 gio5
(@gio5)
Post: 63
Trusted Member
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Grazie mille sei una persona straordinaria

 
Pubblicato : 09/02/2010 3:45 pm
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