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una domanda tecnica tecnica:
prima di passare l'encausto mi conviene fare sparire con un tampone e poco alcol le tracce di olio di vasellina rimaste sulla gommalacca, oppure lascio stare?
si tratta di un vecchissimo comodino in legno massello di noce che ho ripulito da strati di verniciature maldestre con sverniciatore a gel e ricostruito di alcune parti utilizzando una tavola di noce altrettanto vecchia che avevo; mi piacerebbe riportarlo ai vecchi splendori con un ultimo trattamento a cera d'api
grazie
ascolta...parli di gommalacca e di olio di vasellina....ma hai già lucidato il comodino a tampone????
se si....che passi a fare la cera?????
se no...cioè...se hai solo dato gl a pennello....posso permettermi di dirti che gommalacca e cera sono una tecnica errata????
che senso ha usare la gommalacca se poi vuoi finirlo a cera???' usa un olioresina...molto meglio...e piu rispettoso della tradizione!!
Cmq...se hai la superficie che presenta ancora olio...da lucidatura...certo che la elimini continuando a passare il tampone,....con gl mooooolto diluita...o solo alcool se hai una buona "mano"!!! ciao ciao
Essendo stati i pori molto aperti, ho applicato alcune passate di gommalacca diluita al 10% e polvere di pomice. Il tampone diventa subito molto duro e quindi ho dovuto usale dell'olio per farlo scorrere.
Forse sarebbe stato meglio utilizzare encausto e pomice, però non l'ho mai fatto e non so di preciso come si prepara il tampone e come va "girato" e il risultato che ne viene.
Penso anche che sia una lavorazione faticosa e lunga soprattutto per lucidare bene la cera.
Per togliere l'olio ( brillantando la gm) normalmente uso un tampone contenete ovatta e alcune goccie di alcol; ci vuole tempo ma viene bene.
Grazie e ciao
la tua tecnica è corretta GL tampone alla fine togli l'olio con GL molto diluita e poi per PATINARE encausto di cera d'api e carnauba. Questo è il lavoro.
L'oliolesina lo lascerei per il parquet o per i portoncini esterni, non per i mobili antichi.
visto che ci siete, mi spiegate come preparare e usare lo stoppino usando la cera visto che è tutto a " bollore"? Comè fatto e come si carica?
grazie e ciao
veramente le olioresine erano le antiche vernici...usate da sole o come fondo....cmq....!!!
e l'idea di patinare la lucidatura a tampone con la cera secondo me è una bella invenzione di alcuni restauratori non molto professionali...cmq....parere mio...non voglio discutere con nessuno!!
ma perchè ci si fa stumentalizzare cosi facilmente.... ?
non c'è niente di antico in quella roba, sono solo delle resine sintetiche e soprattuto il solvente che è un paraffina (derivato del petrolio)
Lo so che pomacciolo, in barba alla storia, preferisce tecniche moderne non codificate e, quindi, affidate all'estro dell'artigiano (il primo ebanista ad usare la tecnica della gommalacca a stoppino fu un viennese nel 1807-vedi Annales des art et des manufactures-): la tecnica della stoppinatura con gommalacca non è mai stata codificata, ed ogni lucidatore ha il suo sistema che è il migliore. Ma esiste una logica, sia chimica che fisica, inconfutabile.
In questo caso si da la gommalacca mescolata a pomice per chiudere i pori del legno, e poi, se ho ben capito, della cera ad encausto!
Già i romani usavano l'encausto, ma sugli intonaci, proprio per impregnare i pori e rendere la superficie liscia e repellente. Ora qua usiamo: gommalacca; pomice; cera. E cos'altro? magari un buon poliuretanico per essere più sicuri di aver annegato il legno sotto strati di prodotti chimici che lo soffocheranno?
e poi, l'idea di usare l'olio di paraffina.....capisco che se si usa la gommalacca in certi modi...l'artigiano corre il rischio di restarci impigliato dentro e di soccombere, ma la paraffina...
Un certo Alessio Piemontese, nel 700 scrisse un manuale sulle vernici, ed ad un certo punto dice che si possono usare delle resine sciolte in alcol per ottenere effetti molto lucidi e brillanti, ma tali verniciature tecnicamente sono delle porcherie perchè basta un niente per rigarle e non durano nel tempo. Non capisco perchè allora non si tenti almeno di renderle più resistenti con un olio di lino, anzichè con un cascame come la paraffina che non essica e nel giro di pochi anni sparisce. Forse per adeguarsi alla logica della poca durabilità dei materiali, così da produrre lavoro?
l'arte di parlar bene mi piace ma mi spaventa pure un po, io sono un fautore della gommalacca, ma neanche un po della pomice,
deduco quindi che nell'olioresian che si usa, non ci sono poi resine naturali, ma la forza è solo nell'olio di lino, e tanti seguaci, a quanto leggo, non sanno neanche se cotto o crudo.
si essicca non si essicca, filma non filma. Io vorrei che qualcuno mi convertisse, ma prima di allora c'è molta starada da fare.
Il termine vernice deriva dal tardo latino veronice che a sua volta deriva dal greco berenix che si riferisce ad una città fondata da Tolomeo IV sulle coste del mar Rosso. Nel territorio a nord di questa città si estraeva la sandracca. Sto parlando del periodo ellenistico (dalla morte di Alessandro -323 a.c.- alla nostra era). I greci con tale termine indicavano sia la sandracca, sia la vernice. È indubbio che alla base delle vernici vi fosse una resina, ma altrettanto certo è che gli antichi come veicolo usassero un olio essiccativo.
Documenti assolutamente certi in tal senso partono dall’anno 1000 col manuale di un certo Teophilus che descrive meticolosamente il metodo di fabbricazione. Da allora è un florilegio di testimonianze sia come manuali, sia come documenti commerciali. Vi sono, per esempio bolle di consegna dei De Medici concernenti resine ed oli per la fabbricazione di vernici.
L’olio ha il senso di essere un veicolo per la resina e di renderla meno fragile, più elastica, e, quindi, più duratura. L’olio di lino si è sempre rivelato il migliore (di oli essiccativi ne esistono a centinaia) perché dopo l’essicazione polimerizza e forma un reticolo che ha la proprietà di essere impermeabile all’acqua ma permeabile al vapore. Tale proprietà era importantissima per gli antichi che tenevano in gran conto la traspirabilità dei materiali. In quanto alle resine, esse venivano scelte a seconda dei contatti commerciali; per tutto il rinascimento è stata usatissima l’ambra perché molto dura e brillante e perché si estraeva in Europa, anche sull’Appennino. La gommalacca è sempre stata carissima sino a che gli inglesi non sono arrivati in Cina.
Le vernici della Durga sono fatte con resine naturali; la Geal usa resine alchidiche. Io non mi formalizzo troppo su ciò; bado ai risultati.
ecco il mobiletto reperito in una lagnaia e salvato da essere fatto a pezzi e bruciato nella stufa di campagna di un amico.
peccato che la lastra di pietra superiore era stata buttata.
ciao
ecco il mobiletto reperito in una lagnaia e salvato da essere fatto a pezzi e bruciato nella stufa di campagna di un amico.
peccato che la lastra di pietra superiore era stata buttata.
ciao
sei sicuro che non contenesse una macchina per cucire?
non penso pierpaolo nella maggior parte dei casi i mobiletti con le macchine da cucire non hanno il cassetto grande sotto ma lo spazio per mettere i piedi. comunque mi pare un ottimo lavoro.... alla fine cosa hai usato solo gommalacca e poi cera d'api o hai fatto l encausto?
no, sic., sono arrivato tardi!!!!!
E' di una casa nei boschi comprata da una persona molto anziana e ristrutturata al 100%, quindi svuotata prima dei lavori.
Il lettone, il cassettone e l'armadio (soprattutto quello bellissimo) l'ha regalati al cognato che ha buttato il comodino perchè era ridotto come vedete.
tre mani gommalacca e pomice e una di encausto.
ciao