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Come mai sei così sarcastica? E strafottente?
Col termine vernici poliresinose non dici praticamente niente.
Di che resine parli? Naturali? Sintetiche? La moderna chimica tende ad evitare miscugli di resine per via di possibili interazioni negative, ma ne sono state realizzate parecchie. Le vernici antiche li evitavano a causa della pirogenazione ( teoricamente si potrebbero mescolare solo resine col punto di fusione uguale, altrimenti quella col punto di fusione più basso brucia ed annerisce). Restano le vernici in base alcol: quelle che i nostri avi evitavano perché troppo fragili, oltre che troppo care. Le ricette che si trovano, e sono tante, erano per lo più per snob e madame ricche! Si trovano in trattati del 6-700, e chi credi che li leggesse questi trattati? Il falegname analfabeta?
Insomma, di cosa parli?
In quanto alla tua domanda su come tratterei un mobile del 700, ripeto: è troppo generica. Vi erano mobili trattati a cera, altri lucidati a cera (conosci la cera Manila da stoppinare?), altri trattati con olioresina in vario modo, altri con fondo di olioresina e finitura a cera; altri hanno ancora residui della verniciatura originaria; a volte basta reintegrare l’olio che si è spolimerizzato e, come per incanto, la resina riprende il suo splendore.
Insomma, vi è una casistica praticamente infinita che non permette di generalizzare. Quello che è certo è che cercherei di ridare una finitura il più possibile simile all’originale (che non contempla certamente la gommalacca!), ma anche qui il discorso può diventare complesso se si pensa che il fine principale del restauro deve essere la conservazione, non il mobile sberluccicante. Ho chiuso la bottega per darmi al monumentale proprio perché non sopportavo di dovermi scontrare ogni tanto con madame alle quali non importava il mobile, ma avere un mobile che sembrasse un albero di natale. Nel monumentale, per lo meno, si discute su concetti un po più edificanti, spesso con direttori dei lavori che sanno ragionare e si pongono problemi sulla conservazione, e cercano di attenersi alle direttive N.O.R.M.A.L. Ho trovato D.L. illuminate ed altre...molto meno, ma sempre si discute su cosa conservare della storia dell'Oggetto a discapito di cos'altro, e ciò è sempre stimolante.
Grazie Pierpaolo, per me la discussione devo dire molto amabile è divertente è chiusa qui, vedo che non sei in grado di rispondere alla mia domanda, che trovi generica, per me invece molto precisa, molto semplice, quando si usano molti giri di parole senza arrivare al sodo vuol dire che si è in difficoltà, per me è stato un piacere conoscerti in questo forum, mi sono molto divertita ;D ;D......fortunatamente hai chiuso bottega 🙂 per quel che riguarda le poliresinose ti rispondo volentieri, mi riferivo a resine naturali sciolte in alcol, niente di complicato tutto molto semplice, non hai bisogno che ti dica altro sai benissimo cosa sono vero?
Ottima scelta continua con le oleoresine mi hai convinto, otterrai grandi risultati, massacrando tutti i mobili che ti capitano a tiro ;D
Tanti saluti è buona serata Pierpaolo 🙂
Tu hai qualche problema; comunque anch'io ti auguro una buona serata, anche se so che le tue non sono buone come le mie.
Una domanda per pierpaolo.... tu stoppini con solo olio di lino? come si fa? è possibile che si parla sempre di olio di lino e di resine e poi per approfondire la tecnica dell'uso dell olio di lino sono duvuto andare a cercare info su altri siti e chiedendo a vaie persone....... Altro interrogativo: come mai definisci il metodo misto non buono, io per i mobili rustici lo definirei ideale... unisce la bellezza della gommalacca "non lucida" alla bellezza e impermeabilità della cera.... sempre se fatto bene.
Ah questo è un bel.... anzi brutto regalo per tutti se non l' avete già visto ci fa capire come ci siamo ridotti....
http://www.report.rai.it/dl/Report/puntata/ContentItem-11388569-77af-4d72-a688-709c0a05f188.html
In quanto alla puntata di Report direi che l'argomento è stato trattato in modo ottimistico. La situazione vista dalla parte degli operatori è molto più tragica, soprattutto se si pensa che distruggere è molto più facile che ricostruire. Io da oltre un anno ho smesso di frequentare le sovrintendenze perchè ogni volta mi sentivo spinto al suicidio, e in tale perenne condizione vivono quei funzionari che hanno sempre amato il proprio lavoro e lo hanno svolto con coscienza.
OLIO: Nonostante in Italia vi siano molte ditte che fabbricano ancora olioresine, il loro uso è caduto nell'oblio. L'artigiano, che dovrebbe essere il depositario della tecnica e delle modalità d'uso ha disimparato ad usarle, così capita che le provi e non ne sia soddisfatto perchè le usa in modo errato. Se hai letto le analisi sugli stradivari (una mano di lino cotto ed uno strato di olioresina) ed osservi visivamente la loro verniciatura, ti rendi conto che con le olioresine si possono ottenere risultati che rendono la stoppinatura con gommalacca una pratica per signorine dilettanti.
Stoppinatura con olio di lino ne ho fatta qualcuna in passato. Richiede molto tempo e pazienza, ma i risultati sono ottimi anche perchè risulta indistruttibile.
Una frase mi ha colpito: "l'olio l'ho provato ma non mi piace perchè scurisce troppo"
Penso che si dovrebbe discuterne sia a livello di filosofia del restauro, sia tecnico: è come dire: i violini di Stradivari sono troppo scuri.
Ieri ho terminato la stesura di un nuovo manuale sulle vernici. Lo farò avere a Giuseppe perchè metta on line quello che crede sperando che possa essere utile a qualcuno.
METODO MISTO: secondo molti autori la gommalacca data a stoppino ha una buona idrorepellenza, ma se data a pennello la perde. Basta fare qualche prova per rendersene conto. Anche a livello estetico non è un granchè; anche per ciò basta fare una prova accostandola ad una con un fondo di olioresina.
Pierpaolo sei un caso disperato, non esiste altro che le oleoresine per te, cosa assolutamente falsa, non c'è paragone con una lucidatura a gommalacca, fatta come si deve, indispensabile su un mobile ottocentesco filologicamente parlando, chi legge a una grande confusione nella testa......vorrei vedere prove concrete di quello che affermi, quella di sciogliere le resine con oli come l'olio di lino ecc. e vero che è una pratica molto antica ma non garantisce, nel tempo una durata prolungata, e questo raffronto che fai con una lucidatura a gommalacca è assurdo, continuo a pensare che tu non sappia lucidare un mobile a tampone, se sbaglio ti invito a smentirmi con delle prove concrete, postando delle foto, a chiacchiere siamo tutti bravi 🙂
Visto che ti poni in questa discussione da esperto, DIMOSTRALO FINO IN FONDO 🙂
stoppinare con l'olio di lino è abbastanza facile e il risultato è molto bello.
basta mettere una goccia di olio (io uso il manico di un cucchiaino pucciato nella bottiglietta e spalmato sul tampone) e ricominciare a girare
inizialmente è un pò duro e da l'idea di "pastosità" ma poi piano piano diventa scorrevole e rimane un lucido piacevole.
dopo lascia asciugare bene l'ultima passata prima della brillantatura
Grazie P1950m.
Per Cassiopea: io amo la discussione, anche se accesa, soprattutto se accesa; diciamo che mi piace accapigliarmi. Ma amo la lealtà. Non sopporto l’insulto, né la menzogna. Trovo difficile discutere con te perché mi chiedi prove cretine e metti in dubbio ogni parola che dico, non come se sbagliassi, ma come se mentissi. Dovrei postare foto di mobili sberluccicanti? Quali prove avresti della mia bravura? E che li ho fatti io? Senza contare che nella mia bottega nel periodo migliore ho avuto 4 operai, uno dei quali era dedito solo alla stoppinatura? Che io, se possibile evitavo perché ripetitiva e meccanica (era fantastico, Tonino, lavorava da seduto per il male alle ossa, e in 10 minuti stoppinava un tavolo in modo superlativo; lo faceva dall’età di 5 anni). E poi, confesso, con il computer sono una frana: non so postare le foto. Se ti interessa il mio curriculum da qualche parte in internet lo trovi. Ho dedicato la vita a salvare Oggetti di vario valore e alla ricerca; posso sbagliare, ma per ogni mia affermazione offro prove bibliografiche: valgono certo più di qualunque foto. E se sbaglio spero di aver l’umiltà di ammetterlo, anche se sono un vecchiaccio cazzoso. Io ho soltanto affermato che la stoppinatura con gommalacca è stata inventata nell’ottocento, e quindi, non veniva praticata su mobili antecedenti. Che quelle che tu definisci vernici poliresinose ( venivano chiamate vernici a solvente volatile, scusa, ma sono abituato ai vecchi testi) nel 700 e prima venivano considerate scadenti perché non durature: i mobili dovevano durare per generazioni ed il gusto non contemplava il lucido delle stoppinatura. Restano le olioresine (sono addolorato per te). Vi erano ditte che le producevano in grande stile (anche per questo posso fornirti una nutrita bibliografia). Per esempio il Megylp prodotto dagli olandesi (olio di lino, sandracca e trementina veneta) è stato venduto per secoli, ed era tanto famoso da essere taroccato con nomi simili. Altra vernice famosa era quella chiamata Veneta: olio di lino ed ambra. Persino in Piemonte vi era la “Vernicetta piemontese”. Che poi venissero praticate tecniche simili alla stoppinatura è del tutto plausibile. La Colorlegno produce ancora una cera da stoppinare. Ma quello che è certo è che vernici filmanti venivano usate soltanto in liuteria per ovvi motivi tecnici, ed anche qui il più delle volte si parla delle olioresine! Frasi tipo “non c’è paragone con una lucidatura a gommalacca” non riesco proprio a capirle. Restaurare non significa rendere l’Oggetto bellissimo (che anche sul concetto di bello si potrebbe discutere). Io non trovo belle le donne liftate. Le trovo false, innaturali. Se non ti si legge la tua storia sul viso il tuo viso è una maschera: una falsificazione, e nel restauro è facile cadere nella falsificazione. Questo è un bell’argomento sul quale potremmo litigare.
P.s. tracce di olioresine sono state trovate su reperti egizi, alla faccia della durata! Le olioresine si deteriorano a contatto dei raggi uv., altrimenti sono praticamente immortali (stradivari lo prova).
No Pierpaolo accapigliarsi mai, 🙂 sono una persona non violenta, tu parli di lealtà, ma è sleale il tuo atteggiamento, voglio vedere una lucidatura fatta con una oleoresina, non mi interessa il tuo passato lavorativo, ti chiedevo un corretto è giusto confronto dei due metodi, della lucidatura a gommalacca ne sono ampiamente a conoscenza, non ho bisogno delle tue lezioni, voglio vedere da te queste tanto decantate oleoresine, di cui o conoscenza, ma sarei interessata a prove tangibili non chiacchiere, ti do fastidio perchè qui dentro credo di essere l'unica ad averti messo in difficoltà, cosa che mi diverte tantissimo, dovresti imparare la modestia è l'ascolto degli altri, sei troppo pieno di te, è non prendere questa osservazione come un insulto 🙂
Come fa ad essere resistente un oleoresina fatta con una resina povera e fragile come la sandracca, cosa che hai ammesso anche tu, contraddici te stesso, tutto si impara nella vita, non è mai troppo tardi per farlo, anche postare delle foto, cosa non complicatissima 🙂
Santiddio! Questa discussione mi fa venire in mente quella poesia di Eliot..qui giriamo attorno al fico d’india…giriamo attorno al fico d’india alle cinque del mattino fra l’idea e la realtà fra l’impulso e l’azione cade l’ombra…..credo si intitoli The hollow men.
Per la tua gioia questa mattina ho mandato a Giuseppe un file ove, tra l’altro, vi sono alcune foto di oggetti lucidati con le da te odiate olioresine; l’ho autorizzato a mettere on line tutto ciò che ritiene opportuno: si tratta di una storia delle vernici che spero non ti dia troppo fastidio. Il tutto è corredato da una esauriente bibliografia.
Comunque continuo a pensare che affronti il problema in modo sbagliato. Proviamo a metterla così: io sono un pessimo stoppinatore (brucio la vernice appena la guardo); le olioresine danno lucidature esteticamente mediocri. Cosa cambia concettualmente su che vernice bisogna usare su un mobile del 700?
Nel restaurare un mobile ti basi sul tuo gusto (che può essere anche squisito, ma che appartiene al 2000) o sulla storia dell’Oggetto?
Faccio un’altra proposta (forse un po perfida, ma ti assicuro interessante): ti cito una definizione di pulitura nel restauro, e poi, quando avremo il tuo giudizio, ti dirò da dove arriva: “LA PULITURA DI UN OGGETTO ANTICO CONSISTE NELL’ELIMINARE TUTTO Ciò E SOLTANTO CIO’ CHE E’ DANNOSO ALL’OGGETTO STESSO” è un’affermazione che pone tutta una serie di problematiche spesso di difficile risoluzione, ma direi di incominciare badando solo al concetto di base.
In quanto alla resistenza delle olioresine essa è data dal legante, cioè dell’olio, non dalla resina; quest’ultima conferisce solo una durezza più o meno accentuata, diciamo resistenza meccanica. Capitano a volte certe vernici antiche esauste. Sono tali perché l’olio ha perso la sua polimerizzazione. Lo strato di solito sbiancato che rimane è costituito unicamente da resina senza legante. Basta un po di olio per farle rivivere. Capire il meccanismo delle vernici non è complicato; oltretutto anche la maggior parte delle vernici moderne ha lo stesso meccanismo, solo che si tratta di prodotti sintetici. Si tratta sempre di un veicolo che ha anche funzione di legante e di una resina. A parte l’aver creato prodotti di sintesi non è cambiato nulla; le novità riguardano soltanto i polimeri (volgarmente le plastiche): poliuretanici, poliesteri, epossidici….
No comment, credo che ha questo punto questa discussione si commenti da sola, confermo a pieno il mio pensiero, già espresso in precedenza, chi legge si farà una sua opinione in merito, aspettiamo queste foto e la dotta dissertazione sulla storia delle vernici, come se avessi scoperto qualcosa di nuovo, ce ne sono di testi in merito!!!
Da citare il più famoso COLORITURA VERNICIATURA E LACCATURA DEL LEGNO
DI A. TURCO
Mi rivolgo a chi in questo forum si diletta nel restauro per hobby,(il professionista sa già quello che è giusto fare senza badare hai deliri di questo signore) prima di mettere mano pensate bene a quello che fate, ogni mobile a una storia a se un periodo storico in cui è stato costruito, rispettiamolo, le oleoresine hanno rappresentato la storia delle vernici che ha avuto un evoluzione, non possiamo utilizzarle su tutti i mobili che ci capitano a tiro sarebbe un grosso errore, non è l'unico metodo al mondo anzi, produce lucidature di scarsa qualità e resistenza non è certo indicata su un mobile intarsiato del settecento, o su una bella radica dell'ottocento, che per esaltarne la naturale bellezza richiede tanta fatica è passione, questo non avviene certo con l'utilizzo solo ed esclusivo delle oleoresine panacea di tutti i mali, per qualcuno che si ritiene molto preparato ma solo apparentemente, quindi ragioniamo con la nostra testa, le fonti di informazione in merito sono infinite, valutate bene......
Mi spiace incontrare qualcuno che non ama la discussione; io ho solo espresso le mie idee, giusto o sbagliate che siano, non ho mai offeso nessuno, non ho espresso giudizi sui miei interlocutori.
Niente da dire su Antonio Turco: è un buon chimico specializzato sulle resine di sintesi, anche se i suoi interessi spaziano in altri campi in modo poliedrico, sino all’orticultura; basta guardare la gamma della sua produzione letteraria.
Mi spiace anche incontrare qualcuno che non ami il gioco.
Avevo citato la direttiva N.O.R.M.A.L. 20/85.
Per chi non lo sapesse le normal sono delle direttive emanate nel tempo dall’Istituto Centrale del Restauro in collaborazione con l’Istituto delle Pietre Dure, che in un non lontano passato hanno contribuito a rendere il restauro italiano il primo e più stimato nel mondo. Purtroppo la storia recente ha demolito parte di ciò che si era realizzato. Queste direttive non sono vincolanti, ma sono sempre state seguite dalle Sovrintendenze. Riguardano il lapideo, ma concettualmente molte di esse possono essere applicate al legno.
La direttiva citata è molto importante perché tenta di definire un concetto di pulitura. Fino a che grado essa deve essere portata avanti, cosa si deve cancellare e cosa no. In pratica ci dice che ogni oggetto storico porta su di sé i segni cronologici del tempo. Una pulitura troppo spinta, per esempio, può rendere il mobile molto simile a come era quando è stato fabbricato, ma è giusta? Molto spesso un manufatto è stato rimaneggiato nel tempo. Cosa bisogna conservare della sua storia?
Faccio un esempio, per capirci. Chiesa di S.Giovanni Decollato, Caluso. Portone seicentesco inizialmente trattato con base di vernice grassa ed inceratura. In epoca napoleonica è stato pitturato con biacca color crema (la splendida biacca ora purtroppo proibita perché a base di piombo) deteriorata nella parte inferiore.
Problema: si deve mantenere la biacca o bisogna eliminarla e tornare alla verniciatura originaria?
Non è vero che il professionista “sa quello che bisogna fare”. Quando vi è serietà nel lavoro ogni Oggetto, anche il più umile, presenta una serie di problematiche spesso di non facile soluzione.
Non dispiacerti, lo so la mazzata è stata forte, riprenditi 🙂
Come hai potuto vedere ci sto al gioco eccome!!
Ma preferisco chiudere qui la discussione, sta diventando stucchevole e ripetitiva e direi anche un tantino banale, ho già detto quello che penso senza farla tanto lunga con citazioni inutili.....Tanti Saluti alla prossima 🙂
Andatevi a leggere il testo sopra citato da me......consigliatomi da una persona straordinaria vero amante di questo lavoro......Carlo Ferrari....leggendolo bene sarete in grado di discernere ciò che è giusto fare o meno, non imparerete a lucidare, quello richiede tempo e pratica, ma avrete in grandi linee tante informazioni utili che vi aiuteranno a capire tanti aspetti, ricordate sempre nel rispetto del manufatto che avete davanti.....Non tutti i mobili si trattano allo stesso modo, bisogna valutare caso per caso non c'è una regola generale che vale per tutto 🙂
Tornando alla discussione, scustemi... diciamo che siamo giunti ad un buon punto... pierpaolo spero giuseppe posti subito i tuoi documenti... cassiopea una domanda per te... tu come lo restaureresti sto benedetto mobile del 700?
Caro Antony non ho problemi a rispondere a questa domanda, e lo faccio volentieri in maniera semplicissima, prima di tutto va valutata la condizione del mobile, non lo svernicerei questo è certo, lo pulirei accuratamente con un buon polish......e recupererei quello che c'è, ossia la sua patina naturale, rispettando quella che è la storia del mobile che ho davanti, niente di complicato o di fantascientifico, sicuramente sopra non ci passerei un oleoresina, la quale in questo caso, non servirebbe a nulla, anzi mi rovina il mobile, contento 🙂 credo che con questa risposta l'argomento sia chiuso, nel limite delle mie competenze sono in grado di rispondere, mi sembra di averlo dimostrato anche con una piccola documentazione fotografica, sta a voi provare, questo lavoro si fa non solo teoricamente, chiacchierando, ma anche con molta pratica e sperimentazione.....niente di complicato 🙂