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salve a tutti volrvo sapere se è giusto passare come finitura di un mobile appena scartavetrato l'olio paglierino per scurire e dar vita al legno e dopo l'asciugatura impregnante traparente.... in alternativa è meglio usare flatting opaco?
Scusami antony ma non capisco bene.
Se stai parlando di restauro di un mobile, e sottolineo il termine restauro, la cartavetrata a che serve? A togliere irrimediabilmente la patina !
Per non parlare poi dell'impregnante e del flatting.
ti spiego Fulvio il mobile era già stato irrimediabilmente abbraso addirittura col trapano quindi l'unico modo per "restaurare" è scartavetrare a mano... quindi per rimanere il più possibile fedele al legno stesso vorrei usare l'olio paglierino e poi o solo cerare la superfice oppure utilizzare impregnante trasparente; anche se un mobile della stessa mobilia è stato scurito tippo noce (il olore originale è chiero) non so come (aiutatemi se lo immagginate voi) e poi sicuramente è stato trattato con gommalacca ed è venuto stupendo.Comunque per quanto riguarda il flatting e l'impregnante non è affatto vero "ho chiesto a falegnami" che esso viene usato solo per esterno.... poi se ci si fissa con la gommalacca e si pensa che esista solo quella è un altro discorso.....
Caro Antony
non è un problema di fissarsi sulla gommalacca o su altro, il fatto è che il restauro segue certe regole, e, almeno per me insieme ad altri frequantatori del forum, c'è un aspetto etico e filologico dal quale non si deve prescindere.
Quindi se il tuo tavolo, nonostante sia strato rovinato da interventi precedenti, è comunque un tavolo di livello antiquariale, le procedure da seguire sono e restano quelle antiquariali.
Se al contrario si tratta solo di un vecchio tavolo da sistemare, allora puoi procedere come meglio credi ascoltando i suggerimenti che più ritieni consoni al tuo modo diu pensare.
se hai chiesto ai falegnami allora vai tranquillo, segui i loro consigli. ihihihihiih 😀
accetto consigli.... io penso che comunqie sia vada scartavetrato un po poi an titarlo stucco dove si ha bisogno e poi si scelga o gommalacca o altro.... voi che fareste?
Allora Antony provo ad aiutarti io.
parto dall'assunto che il mobile non sia di valore antiquariale, così almeno mi pare di intuire dalle poche indicazioni che hai fornito.
Consigli semplici ma sempre validi:
1 - riduci all'essenziale gli interventi con gli abrasivi, e comunque dopo averli usati (solo se non si può fare altrimenti) fai sentire al mobile un po' di ferro, insomma leviga con paglietta fine.
2 - se non ci sono tracce evidenti di fori freschi di sfarfallamento l'antitarlo è inutile, oltre che dannoso per la salute di chi lo da e di chi terrà in casa il mobile. Consigliere però, sempre e comunque un paio di applicazioni di olio di lino o meglio ancora Linfoil (che tra l'altro ha pure una blanda azione preventiva)
3 - l'applicazione dell'olio di lino (o Linfoil), va ripetuta aumentando la concentrazione tra una passata e l'altra. Come solvente usa essenza di trementina. Meglio se stiepidisci la soluzione a bagnomaria. Asporta gli eccessi con uno strofinaccio.
Fai passare qualche giorno tra una applicazione e l'altra e tieni il tavolo al Sole o in piena luce, se sei in un locale buio, usa la lampada di Wood. La radiazione UV favorisce la polimerizzazione dell'olio.
4 – dopo due, meglio tre applicazioni di olio, puoi finire sia a cera che a gommalacca. Sul forum troverai molti topic che sapranno consigliarti su come fare.
Concludo con un consiglio, se sei proprio a digiuno valuta la possibilità di comprarti qualche libro. Un manualetto semplice ma utile potrebbe essere anche il “Pronutario” di Carlo Ferrari, per cominciare può bastare anche quello.
Poi potrai passare a leggere testi un po' più articolati ( Buchanan, Amati, ecc)
grazie dei consigli... posso chiedere come mai l'olio paglierino non va bene?
ci sono diverse scuole di pensiero. L'olio macchia il legno, lo rende scuro irreversibilmente.
al sole poi su un mobile non andrebbe mai esposto, rischio spaccature.
l'olio riaffiora con il tempo macchiando il mobile, l'olio di lino inoltre essendo siccativo, non permette alla gommalacca di entrare in profondita' e esaltare la lucidatura, forma il tappo classico e smorza il riflesso della luce.
ma scegli pure quello che ritieni giusto per te, sperimenta . auguri.
Caro Pomacciolo
proprio perchè siccativo, e polimerizzabile anche grazie alla radiazione UV, l'olio di lino ( o meglio ancora il Linfoil che contiene in miscela anche olio di Tung, che come saprai ha un tempo di essicazione molto più rapido) non può riaffiorare; salvo che non ci si............. inzuppi il mobile
Ho la casa piena di mobili trattati così a testimoniare quanto dico.
Rispetto comunque le tue idee, se lo dici vuol dire che funziona anche a te, alla fine quello che conta è il risultato.
capisco ma ripeto la domanda come mai non l'olio paglierino?
ciao antony
personalmente in lucidature fatte almeno 10 anni fa ho utilizzato l'olio paglierino rosso poi ho finito con il metodo misto gommalacca e finitura a cera.
mi ricordo come fosse ieri gli strali di chi affermava che l'olio sarebbe fiorito e che non va bene etc.etc.
la lucidatura a oggi è ancora molto bella e l'olio nn è fiorito.
ma...il legno a cui passai l'olio era noce dopo una mezz'ora circa lo asciugai molto bene con uno straccio e un paio di giorni dopo iniziai a dare la gommalacca.
nel particolare dell'olio paglierino-al di la' del fatto che nn sia ben chiara la sua natura- l'alcool della gommalacca ha la particolarita' di "bruciare" le eccedenze (che comunque NON vanno lasciate ) e sopratutto ben si combina con esso.
Quindi tieni ben presente che quando usi olii devi sempre dopo una mezzoretta asciugare con vigore il legno per nn rischiare pasticci.
io ho un campione fatto ad olio di lino otto anni fa non asciugato che ancora adesso appiccica.
quindi prova con tranquillita' magari prima su pezzi di legno campione come si comportano l'olio paglierino o quello di lino o il linfo, fatti una tua cultura e poi trasferiscila sui tuoi lavori. ma quello che ti hanno consigliato cioe' di prendere qualche manuale o iniziare a leggere quello che questo sito contiene è molto importante al fine che tu possa provare con un minimo di traccia da seguire.un saluto
Rispolvero la discussione per non aprire altri topic.... mi rivolgo soprattutto a pierpaolo masoni dato che in questo campo è molto esperto.... molte volte nelle discussioni si è sottolineato come l olio paglierino fosse derivato dal silicone e che non è indicato usarlo nemmeno per il metodo misto.... vantando per lo più l utilizzo di olio di lino crudo.... ora mi chiedo perchè se guardo su wikipedia trovo:
Olio paglierino: L'olio paglierino è un olio di colore giallo chiaro, paglierino, di origine vegetale, trasparente ed adatto per lucidare e nutrire i mobili, le suppellettili, le perlinature, le porte ed ogni altro serramento purché di legno posto all'interno. Infatti penetra facilmente nelle fibre del legno, le nutre e le ravviva. Chimicamente é una miscela di alchilobenzoli liquidi sintetici denaturati. Le sostanze contenute sono da considerarsi pericolose ai sensi della Direttiva 67/548/CEE. Non é pericoloso, non è infiammabile, ma è combustibile. L'olio paglierino non é velenoso, essicca senza lasciare patine sulle superfici trattate: si presta pertanto bene al restauro dei mobili di antiquariato. Nella lucidatura dei mobili viene usato anche, in piccole quantità, per far scorrere il tampone o stoppaccio sulle superfici che vengono lucidate a spirito, cioè con gommalacca sciolta nell'alcool etilico o metilico. Assieme ad alcool ed essenza di trementina va a formare la soluzione triplice per la pulitura dei mobili d'epoca senza eliminare la patina. Viene impiegato anche per scurire il legno e per nutrirlo se sfibrato: il legno trattato assume toni caldi e piacevoli. L'oliatura una volta data, non è reversibile
L'olio di lino cotto: è utilizzato come legante per vernici o, da solo, per la finitura di superfici in legno. Col riscaldamento, l'olio di lino subisce una polimerizzazione e una ossidazione, diventando più viscoso e con un tempo di essiccazione minore.
Attualmente (2010) la maggior parte dei prodotti etichettati "Olio di lino cotto" sono in realtà costituiti da una combinazione di olio di lino, solventi derivati dal petrolio ed essiccanti metallici. L'uso di essiccanti metallici rende questo tipo di olio inadatto per usi alimentari.
Sono disponibili alcuni prodotti che contengono esclusivamente olio di lino cotto mediante trattamento termico senza esposizione all'ossigeno. L'olio di lino cotto col solo trattamento termico è più viscoso e secca molto lentamente. Questi olii sono di solito commercializzati con la definizione "polimerizzato" o "stand-oil", sebbene alcuni possano essere semplicemente definiti "cotti".eversibile
Come ci si deve regolare??
Usando il Linfoil, è semplice da gestire, è comodo e da risultati costanti nel tempo.
lo so però apparte il fatto che il linfoil non è disponibile in tutte le regioni... ha un costo non indifferente rispetto all olio di lino cotto o all olio pagloierino......