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quale procedimento ...
 
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quale procedimento usate???

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(@ale261005)
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salve.. diciamo che un amico o un cliente vi porta una cassapanca dell'ottocento da restaurare....
vediamo un po' come vi comportate.. da dove partite, quali procedimenti attuate per riconsegnarla in ordine??
saltiamo la falegnameria e l'antitarlo che diamo per scontate...

 
Pubblicato : 05/03/2009 12:53 pm
(@marco75)
Post: 416
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Ogni mobile è una storia a se.....non si può generalizzare, altrimenti tutti i restauri sarebbero uguali!! 😉

 
Pubblicato : 05/03/2009 1:13 pm
(@ale261005)
Post: 10
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non vi sbottonate eh?? 😀 😀

 
Pubblicato : 06/03/2009 4:18 pm
(@maraska)
Post: 2
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Il problema non è sbottonarsi! è che ci vogliono info più dettagliate per dare un consiglio a distanza!!

 
Pubblicato : 06/03/2009 4:34 pm
(@pierpaolomasoni)
Post: 2128
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Ha ragione Marco. per la stessa problematica si possono scegliere diversi criteri di restauro, anche prescindendo da quelli fondamentali: reintegrativo o conservativo.
Ogni volta io mi trovo a discutere col cliente per cercare di stabilire un equilibrio fra le sue esigenze, quelle dell'Oggetto e le mie, e spesso non è facile raggiungere un accordo.
Oltretutto mi lascia perplesso l'approccio: falegnameria ed antitarlo: il più delle volte i problemi riguardano proprio il grado di intervento di falegnameria, che può variare da nullo a funzionale a totale. In quanto all'antitarlo....non vorrei ripetermi, ma tutti i trattamenti chimici antitarlo sono più dannosi per l'uomo che per i tarli, e sono per lo più inutili.
pierpaolomasoni

 
Pubblicato : 06/03/2009 6:18 pm
(@ale261005)
Post: 10
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forse mi sono spiegato male... per "falegnameria e antitarlo scontati" volevo dire già eseguiti, semmai di falegnameria ce ne fosse stato bisogno...  e visto che sono prodotti chimici nocivi, pierpaolo cosa usa come antitarlo? Comunque volevo sapere, diciamo nella maggiorparte delle volte che vi capita un mobile cosi, avendolo sverniciato, quale procedimento usate per ripatinarlo....  ???

 
Pubblicato : 07/03/2009 5:45 pm
(@striu)
Post: 9
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Secondo me se è da ripatinare il mobile significa che ha subito una "spulitura" più che una pulitura, quindi cercare di imitare quello che non c'è è già di per sè un non consono intervento.......poi se aggiungi qualche foto e dai qualche info in più forse si può essere più precisi.
Cmq se lo hai già lavorato e antitarlato, adesso dovrai chiudere i fori di sfarfallamento, con un composto idoeno, e poi finirlo con la tecnica più consona al mobile.......e poi consegnarlo.
saluti Dario

 
Pubblicato : 07/03/2009 11:26 pm
(@pierpaolomasoni)
Post: 2128
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La sverniciatura, se ben fatta, non toglie la patina.
Bisogna pensare alla patina come ad una pelle che il legno acquista per proteggersi, ed alla finitura come ad un make up con funzioni estetiche (se protegge anche, meglio).
è per questo, enon solo per questo, che sarebbe meglio operare con una pulitura mirata, con un solo solvente atto a sciogliere soltanto ciò che si vuole dissolvere. Consiglierei di leggere L'USO DEI SOLVENTI ORGANICI NELLA PULITURA DI OPERE POLICROME del Cremonesi, ed. Il prato. Forse per chi non ha grandi conoscenze di chimica risulterà un po ostico, ma alla fine è più semplice di quanto sembri, anche perchè i componenti delle vernici per il legno sono in numero abbastanza limitato.
In quanto ai tarli, mi sono già espresso molte volte. Mi limiterò a ripetere che sono trattamenti per lo più inutili. Il tarlo non è la normalità, ma il sintomo o di trattamenti sbagliati, o di una insalubrità ambientale. Per eliminare la malattia si devono eliminare le cause; la malattia se ne andrà.
pierpaolomasoni

 
Pubblicato : 08/03/2009 11:36 am
(@valcam)
Post: 4
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ogni mobile è un caso a se.Come per gli uomini,esiste la medicina specifica ma va dosata secondo il tipo di persona,così è per i mobili.Anche le essenze,pur dello stesso tipo bisogna vedere come l'albero è vissuto e on che ambiente è cresciuto.Per esempio un castagno cresciuto su un costone ventoso non sarà certo come uno piazzato on una valle tranquilla.Il primo potrà dare legno che avrà sempre la tendenza a svergolarsi.Il lavoro si riesce più o meno a valutarlo a prima vista dopo anni di esperienza e anche fregature inevitabili.Quindi è sempre meglio analizzare tutto bene prima di procedere,studiando lo stile,la zona di provenienza dell'oggetto,l'essenza e lo stato del degrado.Esempio:se si presenta una credenza mancante dei piedi,prima di rifarli bisogna capire l'origine del mobile.Una credenza del settecento Piemontese non avrà certo i piedi come una veneta o una toscana o umbra e così via.Quindi sarà duopo documentarsi sugli stili regionali,in fondo la nostra Italia fino alla metà dell'ottocento non era ancora unita e in ogno staterello vigeva una moda ed uno stile a se.Il restauro avrà un certo valore a seconda anche della qualità del mobile.Restaurare un mobile dozzinale del novecento non sarà certo impegnatino come uno antico.Su un dozzinale si potranno usare tranquillamente utensili elettrici per velocizzare ma su un mobile antico e sopratutto di valore le cose son ben diverse,massima cautela è la parola d'ordine.E' facile provocare disastri con perdita irrimediabile del valore antiquariale.Nella mia carriera ho dovuto intervenire su disatri combinati da improvvisatori.Esempio: piani di tavoli d'epoca lamati e pelati ;vi assicuro che ridare una sorta di patina è stata un'opera ardua,ma i pezzi ormai avevano perso di molto del loro valore purtroppo.Quindi restaurare è una parola un pò generica.La mia regola personale è:intervenire si ma rispettare,per ogni mobile che mi si presenta.Se il lavoro preventivato non verrà accettato preferisco non farlo,raffazzonature non ne faccio.

 
Pubblicato : 23/03/2009 10:06 pm
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