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salve a tutti.abito in una cascina agricola nei pressi della franciacorta.vorrei ristrutturare le porte di questi enormi stanzoni,il problema è che tutte le generazioni che anno abitato hanno dato una mano di vernice,figuratevi voi una casa fine 700 quanti colori ci sono.le porte sono in legno masello penso ??? (ma non saprei dire di che pianta) con maniglie ottonate.vorrei far io a tempo perso un restauro.mi sapreste dire quali e quante sono le fasi per restaurarle e quali prodotti da usare.grazie tante e buona giornata a tutti
Non è facile rispondere in poche parole. Ci proverò.
!° reintegri e consolidamenti di falegnameria.
2° sverniciatura.
3° verniciatura.
Dato che ti ritrovi tutti quegli strati di vernice ti converrà usare uno sverniciatore universale lasciandolo agire per molto tempo. In generale vanno molto bene quelli ad acqua che essicano lentamente e quindi puoi lasciarli lavorare anche per due o tre giorni, oppure l'Estrattore sverniciante della Geal, caro, ma che nel giro di due giorni ti scioglie tutte le pitture, e che poi lo lavi via con acqua.
Quando avrai il legno a vista si potrà parlare della verniciatura.
per ora buon divertimento.
pierpaolomasoni
concordo con l'estrattore sverniciante geal, problema già superato un poco di tempo fa, sempre con delle porte vecchie che il proprietario voleva conservare, in quell'occasione ppm mi consigliò la stessa cosa. risultato assicurato, solo che la patina era praticamente scomparsa e così mi ritrovai una serie di porte nuove fiammanti ... un ridere della miseria, decisi allora di spazzolare le venature per provare sempre un consiglio di ppm così da elevare le fibre più dure... ma questo non è restauro e sopratutto è un'altra storia, buon divertimento
L'argomento patina è molto complesso e controverso. In linea di massima gli sverniciatori chimici non dovrebbero eliminarla. Certo è che la patina che si forma su di un legno verniciato è diversa rispetto a quella di un legno pitturato, poichè le pitture creano una pellicola che protegge il legno da tutti i fattori esterni (dalle particelle atmosferiche ai raggi UV). D'altro canto occorre non dimenticare che prima e durante la verniciatura i falegnami agivano in modo da creare l'inizio di una patinatura, cosa che non facevano quando si trattava di dare una pitturazione.
La tecnica di verniciatura che ho descritto per l'uso delle olioresine ricalca, appunto, i vecchi sistemi di verniciatura, usati tuttora dai falsari.
Il non uso della carta vetrata, l'uso della rasiera, la pagliettatura della vernice ad ogni mano.... sono tutte tecniche atte a creare una patina; e se vogliamo aggiungere altri sistemi, possiamo parlare dell'uso di olio di frittura tra una mano e l'altra di vernice, o dell'uso di strofinate più o meno vigorose con cuoio ecc... ma queste sono tecniche che lascerei agli artisti del falso.....
Ripeto, non mi aspetterei di trovare una bella patina sotto a della pittura, anche perchè il legno non era stato preparato per una patina a legno nudo.
pierpaolomasoni
ho dato una passata di sverniciatore.e nel giro di 2 minuti si son verificate delle bolle ,ma sotto c è dell altra vernice , e ho dovuto ripetere l operazione calcando con la spatola.
ma se usassi un trapano con un disco smerigliatore per toglere il piu grosso,e finirei con un levigatrice,che ne dite?
grazie per i consigli che mi date
Il procedimento che ipotizzi le massacrerebbero.
proprio per il fatto che ci siano più strati di pittura ho consigliato uno sverniciatore lento: lui lavora, e tu puoi dilettarti in altre cose.
pierpaolomasoni
Noo!!! Pierpaolo perfavore un'accenno su come si patina con l'olio di frtittura ce lo devi troppo raccontare... almeno un riassunto, sono quelle pratiche di stregoneri che applicano in molte botteghe e che personalmente adore veder mettere in pratica... dai almeno un'accenno 🙂
Lo so che ti piacciono queste cose!!!! ma non c'è niente di così eclatante, anche se anch'io, all'inizio mo divertivo molto. Il falsario, semplicemente, raggruppa in poche ore quello che il tempo fa in secoli. quindi: azioni con agenti leggermente basici, e poi con acidi, e poi con grassi come appunto olio di frittura (che contiene scorie di vario tipo), e poi azione con pelle o cuoio, magari applicati ad un platorello del trapano. Il tutto in modo empirico, e questo conferisce tutto il fascino alla falsificazione che, alla fine, spesso risulta un'opera d'arte a prova di qualsiasi critico.
Ma queste cose non si possono raccontare senza il pericolo di annoiare; bisogna viverle. In fondo, come ho già detto, si tratta di interpretare il tempo, accelerandolo vertiginosamente.
pierpaolomasoni
e no!!! che fai? tiri il sasso e nascondi la mano? naaaa!!! mi ricordi il mio ebanista all'istituto d'arte, sembrava il mago silvan era capace di fare una scacchiera di pomolè e palissandro con un tagliaunghie e le tessere erano così perfette che.... be l'ho rubata ;D quella dell'olio fritto è una leggenda o è realtà? già mi tocca rileggere Aporia e seguirla in tutti i forum di rerstauro della rete per cercare di carpirle qualcosa (ogni tanto gli scappa qualche piccolo indizio) se adesso comincia anche il Masoni addio.