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ciao... volevo sapere come ci si deve comportare dinnanzi a mobili intagliati che hanno delle parti rovinate dai tarli.... cosa si fa si ricostruiscono? se si come?
Antony è molto gratificante lavorare e ricostruire parti intagliate, ma ci vuole una buona manualità e buone sgorbie. Per piccoli pezzi tipo di cornici, soprattutto se dorate ho visto (e qualche volta lo ammetto l'ho fatto anch'io) fare dei calchi con un materiale che utilizzano i dentisti per fare i calchi (alginato) da un campione esistente e poi la ricostruzione con resine, stucchi vari, polvere di legno ottenendo ottimi risultati.
quindi le ricostruite manualmente....?
Antony, non c'è una regola; va da caso a caso. Se devi ricostruire è certamente meglio farlo con intaglio su legno, ma se si preferisce fare un calco vi è una gomma siliconica per formatori commercializzata dalla Phase e dalla C.T.S.: è bicomponente ed una volta solidificatasi è flessibile, così se vi sono sottosquadri si evitano tasselli ecc.
Concordo: da caso a caso. Il problema è che ultimamente si preferisce la rottura o rosicchiattura a vista mentre solo dieci anni fa era impensabile. Il gusto cambia e lo storicismo imperante ci sta trascinando tutti dietro.
concordando sul fatto che nn esiste una regola faccio alcune considerazioni personali.
una parte intagliata generalmente ben in vista ,parte ornamentale del mobile deve essere ricostruita solo se si è sicuri di poter effettuare un lavoro praticamente perfetto
se ci si trova per esempio di fronte ad un intaglio "nn finito" cioè dove nn ci sia stato un intervento di levigatura dopo l'intaglio e quindi siano evidenti i segni dei ferri bisogna chiedersi se si è in grado di avere una "mano" simile per evitare distonie.
poi c'e' l'aspetto dell'ossidatura del pezzo da curare in modo particolare per uniformarlo all'esistente.
poi dato che il tarlo s'è portato via il pezzetto che in origine c'era bisogna andare a trovare il sano per "aggrapparsi" o consolidare il pezzo esistente rimasto per creare una base d'appoggio valida.
dopodiche' penso che in molti casi - essendo la parte intagliata nn necessaria per il funzionamento o l'utilizzo del mobile -
il lasciare le cose come il tempo ce le ha fatte trovare possa essere una soluzione valida, come una sorta di atteggiamento di rispetto.
certo è che se il committente richiede la ricostruzione le problematiche di prima tornano a dover essere prese in considerazione.
un saluto
quindi per capire... un buon restauratore deve essere anche un intagliatore... o si può ovviare a questo? puoi spiegarci meglio come funzionano quei prodotti per i calchi pierpaolo?... qualcuno ha qualche foto di qualche lavoro fatto su parti di intarsio mancanti da postare? sarebbe bello argomentare su questo tema.
Antony io la maggior parte delle ricostruzioni le faccio col legno è più semplice di quanto pensi non è necessario essere degli intagliatori......ti posterò un piccolo esempio.....gradirei anch'io una cosa del genere da parte degli altri.....ma chissà 🙂
Scusa Antony, ma io invece lo trovo un argomento assai noioso da quando ho tenuto un corso di intaglio presso la scuola S.Carlo, probabilmente perché mi sono scontrato con difficoltà oggettive. Alcuni allievi erano prontissimi nel capire, direi che erano naturalmente dotati, ed in breve tempo hanno realizzato cose molto complicate; altri non sono riuscito a portarli oltre ai primi rudimenti di quello che si chiama a punta di coltello. Penso che il problema consistesse fondamentalmente in una mancata percezione della visione tridimensionale. Nel punta di coltello si tratta di seguire un disegno praticamente a due dimensioni; quando si tratta invece di usare le sgorbie, si aggiunge la dimensione profondità. Su una decina di allievi 4 hanno fatto solo porcate, 4 erano… diciamo sufficienti, 2 avevano un talento innato. Lusingato per i 2, ma terribilmente frustrato per i 4.
La gomma siliconica della quale parlavo è molto comoda perché ha la consistenza del pongo; la si unisce ad un catalizzatore; tempo mezz’ora e si solidifica restando flessibile. Ciò, come già detto, evita di fare tasselli in caso di sottosquadri, cioè la si può usare per calchi a tuttotondo, cosa che non si può fare con paste rigide. In più, essendo flessibile, quando coli il gesso si stacca con facilità. Se ti interessa cerco un catalogo e ti do i dati precisi, ma con un po’ di pazienza puoi trovarla su internet.
In quanto a cosa debba essere un buon restauratore, direi che la versatilità sia importante, ma se si fa tutto è certo che si fa tutto male. Qualunque cosa è facile da fare, ma farla bene è difficile. Quando avevo bottega tendevo a dare una specializzazione ad ogni collaboratore a seconda delle loro attitudini (ed anche ora che lavoro per lo più in cantiere): era l’unico modo per elevare la qualità del lavoro. Io, per esempio, mi sono studiato accuratamente le varie tecniche di intaglio, e se devo copiare un fregio lo faccio, ma con ciò mi considero un pessimo intagliatore.
Forse ho una mentalità troppo brandiana o museale ma il pezzo ricostruito mi piace riconoscerlo, non ad una prima occhiata ma guardando un po' attentamente dovrebbe essere visibile anche all'occhio del profano. Ho imparato in una bottega dove per gli intagli veniva un intagliatore che mi sembrava più un prestigitatore tanto era veloce ma oggi mi sembra che la clientela sia più raffinata ed educata e che cerchi meno contraffazioni sempre un po' pacchiane soprattutto quandpo cominciano a virare.
Forse ho una mentalità troppo brandiana o museale ma il pezzo ricostruito mi piace riconoscerlo, non ad una prima occhiata ma guardando un po' attentamente dovrebbe essere visibile anche all'occhio del profano. Ho imparato in una bottega dove per gli intagli veniva un intagliatore che mi sembrava più un prestigitatore tanto era veloce ma oggi mi sembra che la clientela sia più raffinata ed educata e che cerchi meno contraffazioni sempre un po' pacchiane soprattutto quandpo cominciano a virare.
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mi spieghi meglio l'ultimo concetto ?
grazie 🙂
vuole dire che si dovrebbe usare il legno per tornire e non materiali plastici specie se nel tempo cambiano colore....
oggi c'è a disposizione anche l'ARALDITE che mi sembra venga ammessa nelle belle arti, non so com'è, ma viene usata molto con risultati eccezionali.
Scusate non mi sono saputa spiegare ma la fretta non mi aiuta! Intendevo dire che l'occhio abituato ai restauri museali, dove non si ricostruiscono quasi mai le parti mancanti o se lo si fa sono riconoscibili, mal tollera le aggiunte postume. E' una questione di gusto che cambia quindi sempre opinabile, ma col passare degli anni noto sia in me, sia negli appassionati di antiquariato sempre più quello che il Romanticismo definiva l'amore per i ruderi: poetici, evocativi, simbolo di epoche migliori... Siamo proprio in decadenza!
Ottima l'Araldite, aggrappa benissimo, è facile da modellare e si patina altrettanto bene.
legno : meglio
altri materiali : se indispensabili.
non amo neanche io le aggiunte postume.