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ho dei dubbi.
Ci sono molti casi di paranoia filologica dove le sovrintendenze hanno fatto dei danni, e non solo sui mobili.
cito: come se la nostra umanita' non avesse piu il coraggio di affrontare il proprio futuro, col proprio passato.
Il senso di delicata timidezza che viene chiamato RESTAURO FILOLOGICO fa un po ridere, dove non si osa piu toccare nulla, si fa vedere solo cio che esiste per avere la senzazione di essere piu autentici.
finestre di castelli che non vengono piu rimesse e appaiono come bombardate da una guerra, pareti colorate a meta' dove al centro vediamo una bella passata di malta dove
qualsiasi pensiero normale, avrebbe potuto spingere a capire che in mezzo c'era altro colore e per nulla doveva cambiare.
il piu stupido dei computer sarebbe capace di ricomporre i disegni di molte belle facciate ridando vita a interi edifici...
è fastidioso dire non aggiungiamo un intaglio mancante, lasciamo un intarsio cosi come la storia lo ha portato fino a noi ecc... forse perchè primo, non si è capaci di ricreare piu la parte distrutta, due si risparmia tempo e danaro, ma in ultima analisi si vuole conservare una memoria storica che io, in molti casi, cancellerei!
L’araldite, che viene prodotta da diverse ditte con nomi diversi è un mix di resina epossidica e microsfere di vetro cave. Effettivamente è un ottimo materiale che spesso risolve situazioni difficili. La si scolpisce anche con facilità.
In quanto alla dotta discussione che avete iniziato, mi limiterò a dire che la visione di Pomacciolo è la visione di chi preferisce un viso liftato, magari anche un po’ siliconato. Io preferisco i segni del tempo.
E non si tratta di romanticismo, come dice Aporia, ma di amore del naturale e rifiuto del falso. Gli oggetti, le case, i luoghi, gli affreschi, hanno la loro storia che dovremmo rispettare e saper ascoltare. Anche loro accusano i segni del tempo, come noi umani, ed ogni segno è una storia. Cancellarli è un po’ cancellare la storia, esattamente come dice Pomacciolo, ma questo atteggiamento mi pare per lo meno un po’ presuntuoso. Ma forse anch’io sto diventando un oggetto di antiquariato e ragiono di conseguenza!
E non si tratta di romanticismo, come dice Aporia, ma di amore del naturale e rifiuto del falso. Gli oggetti, le case, i luoghi, gli affreschi, hanno la loro storia che dovremmo rispettare e saper ascoltare. Anche loro accusano i segni del tempo, come noi umani, ed ogni segno è una storia. Cancellarli è un po’ cancellare la storia.
Questo dice ppm. E penso che anche la maggior parte degli artigiani che lavorano in questo ambito la pensino allo stesso modo. Ed è anche per questo che entrando nelle botteghe artigianali degne di questo nome ci si trova circondati di materiali, essenze, ferri del mestiere che ci riportano indietro nel tempo e che ci danno la netta sensazione che lì dentro tutto è immutabile ed immune dalle tentazioni che ogni giorno la scienza ci propina. In fondo ancora oggi per fare un buon restauro ci si può servire delle stesse sostane e degli stessi utensili che usavano i restauratori del 700' e dell'800', dal gesso alla colla a caldo, dalle sgorbie e scalpelli alle terre colorate, dai colori naturali alla gomma lacca.
Quindi condivido quando si afferma che il restauro deve essere eseguito nel rispetto della storia che l'oggetto si porta dietro: quindi valorizzazione dei "segni del tempo" e reintegro quando strettamente necessario con materiali e prodotti consoni all'oggetto.
Trovo meno condivisibile il ricorso a prodotti moderni quando il loro uso viene preferito per accelerare il lavoro e quindi per rendere meno laborioso l'intervento. Non capisco i professionisti che accettano l'utilizzo per esempio delle resine epossidiche e poi criticano chi preferisce la gl alle altre vernici perchè troppo moderna.
Però se ci pensiamo la gl ancora oggi viene prodotta come 200 anni fà, lo stesso non possiamo dirlo delle oleoresine.
Non mi risulta che oggi venga commercializzata la Megylp. Magari si può dire che le oleoresine moderne sono anche migliori di quelle di una volta perchè i moderni procedimenti che sono alla base della loro sintesi permettono di conferire a loro delle qualità che sicuramente non risultavano possedere le antiche vernici-
Si però non sono le stesse, sono un prodotto moderno e pur potendo essere costituite dalle stesse sostanze di cui erano formate le vecchie vernici il procedimento che porta alla loro sintesi è sicuramente diverso da quello utilizzato in passato. L'industrializzazione moderna sicuramente non può permettersi i ritmi e le lentezze di una volta.
Quindi la domanda a ppm ed agli "amanti a prescindere" delle oleoresine: in base a quale principio si accetta l'uso dei prodotti moderni (resine epossidiche, moderne oleoresine) ed allo stesso tempo rimanere fedeli a quanto correttamete riportato da ppm?
in base al principio secondo cui un prodotto che utilizzo mi consente di essere il piu' rispettoso possibile della storia dell'oggetto che "dovrei "restaurare.
nn mi sembra che qui, almeno ultimamente qualcuno si sia chiesto se : acqua ossigenata 130 volumi, ammoniaca industriale,vinavil,sverniciatori,soda caustica,diluente,acetone, e forse altri prodotti che - essendo molto ignorante - mi dimentico o nn ricordo siano "conformi" alle ricette originali del 4-5-6 cento.........
ora personalmente se devo salvare anche solo una buccia esteriore di un manufatto sono disposto - e l'ho gia' detto - solo se indispensabile - ad utilizzare barre in acciaio o vetroresina o resine epossidiche etc.etc.
perche' cerco di salvaguardare l'oggetto con i suoi segni del tempo all'esterno e consolido l'interno per renderlo fruibile in questo modo alla vista ed ad un utilizzo strutturale normale.
ci sono delle oleoresine in commercio fatte con prodotti naturali, altre un po' meno ma sono concepite sulla base di miscele antiche e se utilizzate bene COMPATIBILI con cere gommalacca etc.
personalmente nn userei la gommalacca su un mobile se nn fine 7 inizio 8oo in avanti.
perche' la storia parla chiaro .
prima di quel periodo c'erano soluzioni con resine in miscela con altri ingredienti...sandracca,copale etc
poi nn tutti i mobili dell'8oo andrebbero finiti a gommalacca e questo penso sia chiaro a tutti.
trovo la gommalacca splendida dove ci vuole e l'oleoresina pure .
perche' nn amo il LUSTER ad oltranza.
quindi a seconda delle esigenze ho piu' prodotti da utilizzare.
ripeto sino alla noia che considerando il legno materia viva quale è bisogna conoscerlo e rispettarlo nelle sue caratteristiche.
ed un oleoresina della durga x esempio mi sembra si possa trattare diversamente da una vernice nitro ...no ???
cioe' è molto vicina a quello che in un determinato periodo storico si usava....non sara' la megylp ma ghe sem visi'...no ???
per esempio chi produce seriamente le scandole lo fa spaccando una tavola per ridurne lo spessore e nn la taglia perche'
in questo modo le fibre del legno sono molto piu' idrorepellenti.
per lo stesso principio il rasare il legno è profondamente diverso dal carteggiarlo.
questo semplicemente per dire che le crociate contro una cosa sola e una sola persona nn le capisco neanche io e quindi caro ale ti rigiro un po' il boccino....sperando di essere stato chiaro nell'esposizione.
saluti ;D
p.s.
io nn amo a prescindere niente ma se ritengo che un prodotto sia concepito "verso" un materiale lo sperimento ne traggo le conclusioni e poi nel limite delle mie liberta' e competenze decido.....
allo stesso modo NON odio a prescindere nessun prodotto ne' lo demonizzo , semplicemente se lo CONOSCO posso decidere se usarlo o meno....
Finalmente dei discorsi coerenti che condivido, che in parte ma solo in parte confermano quello che cerco di dire da due settimane a questa parte, stranamente io è barca66lovere eravamo d'accordo senza rendercene conto, la cosa che mi manda fuori dai gangheri e la definizione del restauratore delegata all'uso di un solo prodotto è chi lucida utilizzando la gommalacca sia un dilettante, cosa assolutamente falsa, la figura professionale del lucidatare a tampone viene ridotta a un livello inaccettabile almeno da me, la figura del restauratore non deve essere relegata a una sola esperienza, visto che le competenze sono molteplici e non si devono ridurre a quello che troppe volte è stato detto qui dentro, senza ritegno.
Condivido appieno ciò che scrive alessandro, grazie.
Alessandro, la gommalacca oggi non viene prodotta come 200 anni fa. Viene raffinata con sistemi più moderni e ne risulta un prodotto certamente più puro, esattamente come l’olio di lino oggi ha in sé meno scorie, e lo stesso vale per quasi tutte le altre resine. Non demonizzerei le cose moderne: la nostra epoca produce cose negative ed altre positive, come tutte le epoche.
Restaurare significa in primo luogo conservare. Io parto dal principio che i nostri antenati avevano un rispetto ed una conoscenza dei materiali che oggi tendiamo a dimenticare. Penso che, almeno concettualmente, i materiali usati nel passato siano stati concepiti nell’ottica della lunga durata, quindi il più delle volte siano il meglio per la conservazione degli Oggetti. La scienza ci fornisce materiali nuovi che ci permettono realizzazioni sino ad ieri impensabili senza drastiche sostituzioni. Mi è capitato di poter recuperare, grazie alle resine epossidiche, alla vetroresina, al carbonio, ecc. cuspidi di campanili marce, soffitti, testate de travi, ecc. che sino a qualche anno fa sarebbero risultati irrecuperabili. Voglio dire che fra il recuperare un soffitto del 500 marcio tramite inserzioni di barre e beton epossidico e rifacimento di testate con resina, oppure demolirlo, mi pare giusto usare queste tecniche moderne per salvarlo. Poi viene la finitura. Ed a questo punto ci si chiede come era rifinito originariamente. Si tenta di rispondere a questa domanda utilizzando tutti gli indizi a disposizione, ci si chiede quale possa essere il prodotto a nostra disposizione più simile e se è adatto alla conservazione (occorre calcolare la nuova destinazione del soffitto, il tipo di riscaldamento, ecc.). in base a tutti questi dati si sceglie la finitura più consona.
Bisogna calcolare che raramente le risorse economiche ci permettono analisi chimiche atte a stabilire esattamente i componenti delle finiture originali, e quand’anche, se stabilissimo con certezza che si trattava di una vernice pessima? Per esempio, in Inghilterra come essiccativo per molto tempo nell’olio veniva aggiunto del litargirio (monossido di piombo) che col tempo provocava un annerimento della vernice. Di fronte ad un Oggetto che presenta rimasugli di tale vernice dobbiamo usarne una analoga sapendo che dopo qualche anno l’Oggetto diventerà nerastro, o non conviene piuttosto usare una vernice che al posto del litargirio ha dell’ossido di cobalto che renderà stabile la vernice?
La scienza moderna ha permesso alle tecniche di restauro cose sino ad ieri inimmaginabili, dalla diagnostica alle prassi esecutive.
L’aspetto negativo di questi tempi è piuttosto l’oblio delle caratteristiche dei materiali. Per esempio, tempo fa mi è stata richiesta una perizia su un mobile di grande pregio che, dopo il restauro, si era fragorosamente spaccato: il restauratore aveva incollato tutta la pannellatura che originariamente era mobile, ed è bastato accendere il riscaldamento per avare il disastro. I nostri nonni non avrebbero mai commesso un tale errore.
Per C. non ci fai una bella figura continuando a fraintendere quello che dico: non ho mai detto che chi stoppina è un dilettante. Ho detto che molti dilettanti che hanno imparato a stoppinare (più o meno bene) sono convinti di essere dei restauratori e che non è vero che la stoppinatura con gommalacca sia da considerarsi una tecnica antica, a meno che non si vogliano smentire tutte le fonti storiche.
Questa è una tua definizione di chi lucida a gommalacca, non hai alcun ritegno al posto tuo mi vergognerei....sei capace di tutto ma con me te andata male, modera il linguaggio è vedrai che andremo d'accordo io uno straccio di foto le ho postate quando vedremo una tua opera d'arte, il restauro e conservazione è rispetto dell'oggetto e dell'epoca, che non si fa con prodotti moderni alessandro ha perfettamente ragione, mi dispiace per le tante persone di qualità presenti in questo forum, che ho notato sommerse dai tuoi continui è irrispettosi deliri, fanno a meno anche di esprimere la loro, tu non sai neanche che cos'è restaurare un mobile a regola d'arte, capace di negare anche l'evidenza, questo che leggerete di seguito sono affermazioni del nostro amico di pochi giorni fa. Smettila Pierpaolo se sei davvero una persona seria è coerente dimostralo. Parli di travi di impalcature stiamo parlando del mobile, non di edilizia, è poi sono io che vado fuori tema.
Pierpaolomasoni..... Ale!!!anche tu con questa pifferata di gommalacca!!! Ma è mai possibile che i restauratori italiani debbano avvitarsi sulla gommalacca? come se fosse la panacea per tutti i mali! La verniciatura è originale. La cornice è dell'ottocento; direi fine otto.
Reintegra semplicemente il nero e lascia la gommalacca ai dilettanti ottusi che credono di essere restauratori perchè sono riusciti ad imparare a stoppinare.
Se andate su you tube oppure sul blog di Carlo ferrari vi rendete conto come viene prodotta ancora oggi la gommalacca.....questo signore non sa quello che dice.
Questo è il link è in inglese ma le immagini parlano da sole.
Ma smettila di postare pubblicità che testimoniano soltanto la superficialità delle tue nozioni!
"Le nostre materie prime arrivano direttamente dai siti produttivi situati nei vari continenti e realizzati da produttori estremamente specializzati nel loro campo.
Carragenine e agar agar provengono da impianti situati sui luoghi di raccolta delle alghe, mentre le farine di semi e la gommalacca derivano da materie prime provenienti dai più disparati paesi della terra ma, a garanzia di un costante standard qualitativo, selezionate e lavorate in Europa. "
È solo un esempio: puoi trovarlo a questo link: http://webcache.googleusercontent.com/search?hl=it&gbv=2&gs_sm=e&gs_upl=4203l20938l0l22360l27l27l0l13l13l0l329l3391l0.5.5.4l14l0&q=cache:F8O1N8C5s4UJ:http://www.agargtc.com/chisiamo.html+produzione+della+gommalacca&ct=clnk
e se vuoi: http://www.gasid.it/prodotti/italiano/lacca_ita.html
e se ne vuoi altri, fammelo sapere: non ho difficoltà.
Hai letto i dati forniti da Pomacciolo? Come si può credere che una tale quantità di gommalacca venga prodotta da dittarelle sottosviluppate? Senza pensare che l’industria che la usa ha bisogno di caratteristiche organolettiche costanti che non possono essere fornite da povere lavorazioni buone solo per turisti creduloni!
Giudicheranno gli utenti di questo forum, quelle persone che si vedono nel filmato sono degli operai che lavorano la gommalacca da secoli sempre allo stesso modo non sono delle pubblicità quando sei in difficoltà ricorri a qualsiasi mezzo anche il più inutile è logico che viene importata in Europa ma le sue origini è i luoghi di produzione sono quelli e vengono eseguiti come vediamo nel filmato, oltretutto l'India non è un paese sottosviluppato è paese lider in molti settori, non hai alcun rispetto neanche di altri popoli è di ciò che è l'evidenza caro Pierpaolo questo tuo atteggiamento non porta da nessuna parte. Il maggior importatore di gommalacca, sono gli Stati Uniti.
P. S. Il secondo link postato da te conferma la lavorazione della gommalacca che vediamo nel filmato, Pierpaolo stai perdendo colpi mi dai ragione con i link che hai postato ;D ;D al posto tuo non continuerei, avere torto ti rende irritabile è non ragioni, e un brutto spettacolo, da quello che e sorto da queste settimane non trai nessuna lezione.....
Quelle persone che si vedono nel tuo filmato pubblicitario (come si fa a negare che si tratta di pubblicità per vendere?) sono in parte dei bambini. Io rispetto ed amo l’India! Non amo e non rispetto chi sfrutta il lavoro minorile. Né chi sfrutta la dabbenaggine di poveri babbei.
Come si può pensare che l’industria alimentare e quella farmaceutica possano fidarsi di lavorazioni come quelle??? Effettuate senza norme igieniche ed in modo empirico. Ed anche l’artigiano serio ha bisogno di qualità costanti nei prodotti che usa! Il grosso problema delle resine naturali nel passato era proprio questo.
La gommalacca grezza raggiunge Europa ed America, e qua viene lavorata e raffinata secondo le leggi vigenti e le moderne tecniche industriali. Se ci arrivasse la gommalacca “lavorata come 500 anni fa” troveresti assai difficile usarla.
Ti invito a leggere attentamente: nel secondo link si dice che quella lavorata nei paesi di produzione esiste (questo io non l’ho mai negato) ma che si trova anche quella industriale. Se si calcolano le tonnellate che vengono consumate, è facile capire che si trova quasi esclusivamente quella industriale, senza impurità, né insetti, né polvere!
Vi prego di continuare a confrontarvi a suon di nozioni ed esperienze, che ci aiutano tutti a crescere, senza mai usare epiteti personali che poco interessano gli utenti di un forum sul restauro. Chi sarà più convincente lo sarà in base alla propia capacità e anche alla dialettica. Non sono i commenti personali sulle persone che aiutano a dirimere una questione, né i toni da mercato, già fin troppo presenti nei mass media. Per favore chiedo che il forum rimanga un luogo aperto e civile. Grazie
Aporia ho delle grosse difficoltà a discutere con questo signore non rimane in tema, ti pregerei Pierpaolo di discutere di gommalacca utilizzata nel restauro, in campo alimentare e farmaceutico è logico che abbia un diverso trattamento è raffinazione, viene trasformata per farne gli usi più disparati, io quando sciolgo le scaglie di gommalacca ci trovo residui è impurità dovute alla lavorazione artigianale che subisce, difatti quando la sciolgo in seguito la filtro, queste impurità le trovo nella maggior parte delle resine che sciolgo tutte di origine naturale è non sintetica prodotta in laboratorio, la gommalacca viene prodotta naturalmente da un insetto è lavorata naturalmente a mano come abbiamo visto negare questo è negare l'evidenza i prodotti utilizzati impropriamente da te sono prodotti di sintesi assolutamente industriali.
Ppm la mia speranza, nel porre la domanda, era quella di ricevere da te una risposta del tipo che ha dato barca66lovere. Hai fatto invece una digressione che, pur condividendone in pieno il contenuto, non ha rispettato quelle che erano le mie aspettative.
Avendo quindi IL desiderio che definirei a questo punto ...spasmodico di ricevere da te LA risposta tanto agognata cerco di porre la domanda a mo' di quiz che cioè prevede come azione solamente quella di scrivere SI oppure NO, anche perchè ormai è da un pò che mi sto accorgendo che in fondo la pensiamo pressapoco tutti allo stesso modo, però ognuno di noi tiene la sua posizione quasi per partito preso, non volendo ad alcun costo cedere alle argomentazioni dell'altro. Così facendo si rischia di , come penso sia già successo più volte, vedere trasformare le proprie idee in concetti ... integralistici del tipo: "gl o morte" "oleoresine o suicidio". Sono sicuro però che ognuno di noi non la pensa in definitiva in questo modo.
E quindi la domanda è questa: ti viene affidato l'incarico di restaurare un bel cassettone Luigi Filippo. Il mobile è in buono stato dal punto di vista della falegnameria. E' in prima patina, ma sfortunatamente è talmente mal ridotta che non è pensabile di riprenderla e quindi decidi, anche se a malincuore, di sverniciarlo. La vernice che hai tolto era gommalacca. Devi quindi riverniciarlo.
Utilizzi gommalacca: SI; NO;. (Barrare ciò che pensi sia la risposta corretta!!!). NON SONO AMMESSE ALTRE RISPOSTE.
Come vedi mi accontento di poco.
Pensavo di essere stato chiaro, ma evidentemente mi sbagliavo. Se l’oggetto era stato rifinito originariamente con gommalacca e se non vi sono controindicazioni, la risposta è sì. Non ho nulla contro questa resina, ma piuttosto contro chi pensa che tutti i mobili fossero trattati a gommalacca. Il più delle volte sono proprio queste persone che ignorano tutto anche di questa resina.
Non volevo risultare pedante elencando tutta una serie di nozioni su questo argomento, ma a questo punto visto che mi si tira per i capelli….
La produzione della gommalacca è molto vasta sia come zona di produzione, sia a livello qualitativo. Viene prodotta dal Pakistan all’Indonesia, ad altitudini molto diverse. Come per tutti i prodotti naturali vi possono essere differenze sostanziali a seconda della zona di produzione, un po come il miele. Basti pensare alla differenza fra il miele di pianura e quello di montagna. Allo stesso modo, a seconda delle condizioni climatiche, del tipo di pianta di cui l’insetto si è nutrito, ecc… variano le caratteristiche della gl.
Le varietà considerate migliori e certamente più costose sono la Kusmi e la Bysacki. L’industria occidentale sin dal 1850 si è appropriata di tutta la loro produzione; non dimentichiamo che la verniciatura era ed è l’applicazione meno importante: veniva usata come isolante, collante per vetro e metalli, nell’industria dei cappelli, oltre che in quelle farmaceutica ed alimentare.... La resina a questo punto viene purificata ( per esempio si elimina la pece presente) e decerata chimicamente. La gommalacca così ottenuta viene commercializzata con vari nomi Kusmi superior, Bysacki Golden, ecc. Il contenuto di cera deve essere inferiore all’1%. Questa è la gommalacca migliore; la sua tinta varia dal giallo pallido al giallo oro, e non occorre filtrarla perché è già stato fatto egregiamente dalla famigerata industria.
Vi sono poi quelle di qualità intermedia, tipo la Lemon che danno un giallo carico e contengono cera dal 3 al 5%. Poi si passa alle qualità scadenti tipo la Seedlac e la Buttonlac, la cui tinta è più scura, che non sono raffinate, sono cariche di impurità e di cera. Il prezzo di queste ultime (queste sì, devono essere filtrate) è molto basso e spesso vengono acquistate per essere decolorate o sbiancate; l’uso ve lo lascio immaginare. La presenza di cera diminuisce e talvolta elimina la caratteristica idrorepellenza che hanno le gl di qualità.
Quindi tutta la gl. che ci arriva, per qualunque uso, in un modo o in un altro passa per l’industria.
Queste 4 nozioncine sono reperibili su molti testi (se a qualcuno interessa una bibliografia non ho problemi a postarla) e, volendo, se ne trovano tracce consistenti anche in rete.
Ma allora giunti a questo punto ... ma perchè ci stiamo accapigliando???
Vedete che poi alla fin fine si è tutti sulla stessa linea magari alcuni più di qua altri più di là ma insomma i concetti base sono patrimonio condiviso.