Benvenuto nel Forum
Accedi o Registrati per poter inserire domande o rispondere agli amici della Comunity.
Per qualsiasi problema scrivi a: inforestauro@virgilio.it
Una saluto a tutti i partecipanti, 🙂 è il mio primo messaggio in questo forum di esperti. Spero di non annoiare con argomenti che ho visto già svolti, ma avrei bisogno di un parere circa la possibilità di ripulire il soffitto (travi, travetti e pianelle in cotto) di tre stanze che dovrei poi far pavimentare.
Lo stato attuale delle travature, sottoposte a sabbiatura dal precedente proprietario, è abbastanza penoso, molti travetti sono stati "sbucciati", la superficie riporta gallerie di tarli aperte, è ruvida e opaca. Alcune travi hanno crepature che evidentemente erano state in precedenza colmate con una malta il cui residuo resiste tenace e non viene via, alcuni travetti esibiscono macchie di una specie di mastice giallastro durissimo, oltre ad essere stati anche sporcati dalla tinteggiatura lavabile delle pareti. Il colore del legno è scuro, di un marrone carico di rossiccio.
Le mezzane in una stanza sono chiare e pulite, nelle altre due sono invece coperte di macchie nerastre, con qualche zona più chiara e sgretolata. Mi chiedo se siano state imbrattate di un qualche impregnante, l'ex-proprietario non si ricorda.
Sto cercando di capire che cosa si potrebbe fare per recuperare un po' la situazione, anche se è problematica non mi va di verniciare di nuovo, tantomeno di controsoffittare, anche se rovinato e oscuro questo soffitto emana un profumo di legno buonissimo.
Per le travi: non ce la farò mai a grattare e carteggiare tutto, dunque pulite dalla polvere ho testato se si può a eliminare le macchie di tempera con acqua-aceto e uno spazzolino di ottone, ci vuole molto ma si riesce. in corrispondenza il legno si è schiarito e dovrò uniformare con mordente. Poi conto di passare il linfoil e cera pigmentata (come ho letto qui) al posto di qualsiasi altra stuccatura di gallerie e fori. Però le chiazze di "mastice" resistono anche allo sverniciatore e non so che fare, vi sovviene qualche prodotto particolare con cui tentare?
Per le mezzane, che penso dovrei pulire prima delle travi, anche lì lo sverniciatore non ha sortito effetto: provare a lavare con acido? o soda? qualche prodotto in gel che non mi caschi in testa?
Mi appello alle vostre esperienze, anche per non comprare inutilmente prodotti anche costosi e faticare senza avere risultati apprezzabili. Lungi dalle pretese, mi applico con volontà e costanza, anche se non ho troppa pratica.
grazie per la pazienza di leggermi. Ciao,
didi
Tenterò di andare con ordine: mastice giallastro durissimo: perché non provi ad eliminarlo meccanicamente? Uno scalpello da legno e mazzetta.
Per le macchie di pittura lavabile potresti provare con acido formico: scioglie il componente acrilico; puoi usarlo puro sulla macchia, lasciarlo agire e poi lavare con acqua. Attenzione che sulla pelle pizzica come un formicaio.
Per le mezzane macchiate è difficile dare un consiglio senza alcun elemento. Proverei con una sostanza fortemente basica, ma lavorare con prodotti pericolosi su un soffitto…. Una doccia di soda caustica, anche se si hanno protezioni non è mai piacevole. Perché non prendi in esame la soluzione di colorarle con una tinta scura che attenui le macchie.
Come finitura anziché dare il linfo e poi la cera puoi mescolare cera e linfo (come cera in questi casi io uso il dres rustico) sino ad ottenere una pappetta semiliquida facilmente spennellabile (direi 50 di cera e 30 o 40 di linfo); per il cotto puoi usare il dres moro, anch’esso mescolato col linfo. Puoi spennellare in modo grossolano andando a riempire le fessure.
Buon divertimento
🙂 grazie per la risposta! Anche perché capisco bene la difficoltà di indovinare quello che descrivo e me ne scuso. Quella specie di mastice é come spalmato sulla superficie, in strati sottili, sopra sembra ci siano residui di smalto, forse era un fondo dello stesso...con lo scalpello non potrei non danneggiare le travi.
Acido formico dici, dove si compra, é facile da trovare? Sarebbe giá una svolta. Per le mezzane prima stavo leggendo di un estrattore alcale usato per la pulizia di superfici verticali e soffittature, se lo trovo potrei provare, sarebbe adatto? altrimenti come suggerisci una patina cerata bruna per uniformare sembra una buona idea
Grazie ancora
Quella specie di mastice: bisognerebbe capire cos’è e quindi da cosa può essere sciolto. Di solito si fanno delle prove con vari solventi o sverniciatori. Potrie farti un elenco di prodotti, ma mi rendo conto che per un professionista è semplice, basta prendere alcuni barattoli e provare; tu dovresti metterti a girare per negozi e spendere cifre notevoli. Sei sicuro che il normale sverniciatore a base di solventi non funzioni? Devi lasciarlo agire per qualche ora. Puoi anche provare con solvente nitro: devi imbibire della carta da cucina e scocciarla sull’incrostazione, in modo che possa lavorare per qualche ora. Una soluzione potrebbe essere l’estrattore sverniciante della Geal. Non è più in catalogo; lo forniscono in base al numero di richieste: dovresti telefonare e chiedere se te ne possono mandare un litro per provare. Scioglie un gran numero di sostanze. Un prodotto analogo è lo sverniciatore neutro di Sinopia: lo puoi acquistare anche in rete.
Un’altra prova che potresti fare è di scaldare con un fon: è possibile che il calore rammollisca la crosta.
L’acido formico io lo acquisto da un grossista di prodotti chimici; se abitassi in Piemonte ti darei l’indirizzo, ma mi pare di aver capito che abiti in Toscana. Puoi trovarlo presso colorifici o rivenditori di prodotti per il restauro.
L’estrattore alcale potrebbe andar bene, ma poi devi toglierlo senza fargli toccare il legno. Si può aspettare che sia completamente secco, così da poterlo spazzolare, ma tieni presente che poi devi lavare con una soluzione acidula, sempre senza toccare il legno. Si può fare, ma è abbastanza macchinoso.
Ciao, questo fine settimana testerò lo sverniciatore tenendolo più a lungo (come prodotti non si equivalgono un po' tutti? ho un certo eko Blum strong. In effetti provato sulla vernice di vecchie porte non ha sortito molto neanche lì. Di sverniciatori non me ne intendo proprio, mi hanno detto che quelli di una volta erano più efficaci, ma che sono stati ritirati per la tossicità). Proverò poi con impacchi di solvente nitro e, separatamente, anche con il phon.
Al momento non dispongo di altro. Sul sito della Geal l'estrattore alcale ancora figura, lo richiederò tramite rivenditore locale. Altrimenti vedrò di ordinare quello di Sinopia, lì hanno anche l'acido formico.
Dici di non toccare il legno con l'estrattore ( spazzolandolo a secco però sarà difficile evitare che si impolveri, a meno di sigillare con un telo ogni trave) e di lavare poi con soluzione di che, tipo 5-10% aceto in acqua? o detergente acido per cotto molto diluito (avrei il ph0 della fila)?
Leggendo le schede prodotto di detergenti mi imbatto spesso in raccomandazioni tipo: strofinare con tampone duro. Avresti la pazienza di spiegarmi che intendono?
Grazie per l'aiuto, sto in Umbria (buffo, non so perché ma pensavo che in Toscana ci stessi tu) e sono un'intrepida signora.
Intrepida signora, io ho vissuto in umbria per 11 anni, e ne serbo bellissimi ricordi. A seconda delle zone ti ritrovi in determinate epoche storiche; puoi viaggiare dal 1000 al 1700 facendo pochi passi! Ho azzardato toscana perché questi soffitti sono tipici di quelle zone. A questo punto potrei anche azzardare che i travi sono di cerqua. Ora vivo nella terra dei Savoia.
Ho l’impressione che fai una certa confusione tra estrattori: estrattore alcale: va bene sul cotto e deve stare lontano dal legno. Estrattore sverniciante della Geal o in alternativa Sverniciatore neutro di Sinopia: vanno bene per il legno (ma forse potrebbero funzionare anche per il cotto).
I prodotti basici vanno sempre neutralizzati con dell’acido perché sono persistenti e magari dopo anni escono con delle belle fioriture biancastre. Io uso un acido tamponato, ma al limite va bene anche l’aceto leggermente diluito in acqua.
Sverniciatori: non sono tutti uguali. In linea di massima si dividono in tre categorie: quelli composti da solventi, quelli in base acqua e quelli composti da alcoli. Questi ultimi vengono chiamati spesso “estrattori” perché sono molto lenti ed agiscono in profondità; vanno lasciati agire anche per giorni, reintegrandoli se seccano. In linea di massime sciolgono tutto, è solo questione di tempo. Non sono tossici (teoricamente) e si lavano con acqua. Quelli in base acqua vanno benissimo solo per certe sostanze. Quelli in base solvente sono i più veloci, ma anch’essi devono lavorare per ore. A livello professionale si preferisce lavorare con singoli solventi: ogni sostanza ha un antagonista. Ma il discorso diventerebbe lungo.
Nella pulitura del cotto (con prodotti basici) si usa una monospazzola munita di feltro duro per unire l’effetto chimico a quello meccanico, ma su un soffitto non la vedo semplice dal momento che pesa una sessantina di kg. L’impacco con estrattore alcale serve appunto ad evitare l’azione meccanica. Per le patacche sul legno, innanzitutto, prova col fon.
Undici anni sono tanti, le cerque hanno messo radici!
La tua impressione che faccio confusione è giusta, "mancano le basi" come dicono talvolta i docenti, non basta quel po' di frequentazioni di un bravo falegname di tanto tempo fa......
Mi faccio viva, spero con qualche novità
buona giornata a te a a tutti
Ciao, ho contattato un rivenditore e fatte le mie richieste, mi dice dopo essersi consultato con la Geal che può ordinarmi l'estrattore alcale (al momento ne prenderei un litro per il test ), al posto dell'acido formico invece mi fornirebbero service acido, contenente acido solfammico.
Per ordinare il linfoil, il linfosolv e la cera dress, avrei bisogno di sapere quanto se ne consuma (costano una tombola). Il soffitto complessivamente è di circa 35 mq. Di linfoil obbligatorio darne due mani, la prima diluita al 50% e la seconda puro? quanto ne potrà occorrere addizionalmente per diluire la cera?
Mi propongono linfoil e cera neutri o pigmentati, tingono molto o si tratta di sfumature? I travetti sono fin troppo scuri,le travi grandi invece più chiare e anche troppo rossicce.
Chi sa parli perfavore, 🙂
Didi
Ok per l.1 di service alcale. Lascia stare il service acido: va bene per sciogliere materiali cementizi.
Anziché usare il linfosolv ti conviene usare acquaragia: costa meno. Quantità di prodotto: mi cogli impreparato perché compro a bidoni e non so mai quanto prodotto uso. A naso direi kg 6 di cera e l. 3 di linfoil. Il linfo devi agitarlo bene perché la resina tende a depositarsi. Se vuoi pigmentare il tutto ti conviene la cera neutra e il linfonoce. Attenzione che il linfo sia quello per interni, altrimenti non riesci a mescolarlo alla cera. Per avere un’idea dell’effetto finale con i prodotti neutri basta bagnare con acqua: più o meno avrai quella tinta. Avere i travetti di una tinta diversa dai travi non è male.
Se mescoli la cera al linfoil ti basta una mano, anche se allunghi l’intruglio con un po’ di acquaragia.
:), ciao, aggiornamento:
-le incrostazioni di smalto/mastice cedono all'azione combinata di phon e sverniciatore (cedono è una parola grossa, data la riluttanza). Le più grandi le rimuoverò così. Dopo avere raschiato via ho passato leggermente con carta vetrata fine e pulito con acquaragia, ma non avendo trattato tutto il travetto è rimasta una zona più pallida e opaca. Nel pomeriggio ho cercato di uniformare con mordente all'acqua, ma insomma....sono perplessa, non vorrei che tolta una macchia ne rimanesse un segno più deturpante, tornerà bene passando l'olio-cera finale?
Altro problema: questo smalto/mastice colma molti buchi e buchetti e fessurazioni del legno, da qui non lo posso rimuovere, anzi grattarlo lo rende più evidente perché riaffiora sotto il vecchio trattamento di finitura il bianco della tinta, ho pensato di mimetizzarlo, ma con che: altro smalto in tinta?
-vernice lavabile: ho visto in una piccola zona che viene via bene con il levasmalto, quello per unghie, potrei provare con acetone o è sconsigliabile?
-OK linfoil per interno, ma la cera dress (al di là del colore) rustico o neutro che differenza fa?
mi scuso per le continue domande
buona giornata
Da quello che dici mi sono fatto l’idea che le patacche di “smalto mastice” non siano altro che uno stucco di riempimento che in Umbria viene fatto regolarmente in tutte le botteghe: gesso e colla animale. Perché non provi solo col fon? Non userei assolutamente la carta vetrata. Piuttosto una spazzola d’ottone: quando quella porcheria è calda dovrebbe venir via agevolmente. Non totalizzare col mordente: corri il rischio di ritrovarti un effetto leopardato. Concentrati unicamente sulla pulitura, per ora. Quello che non riesci a togliere lo potrai colorare in seguito a fine lavoro.
Pittura lavabile: l’acetone è uno dei solventi più volatili (ed è anche cancerogeno); per tanto così ti conviene provare con solvente nitro: è altrettanto cancerogeno, ma meno volatile.
Linfoil+ dress: il dress si ferma più in superficie e fa in modo di ridurre il lavoro: con una sola spennellata impregni e inceri. Tra il rustico ed il neutro non vi è una grande differenza. Io uso quella che mi capita; una delle due si ritira meno e, quindi, va meglio come cera da riempimento.
Sono prepasquale (torte, focacce) e non ho combinato nulla di più, comunque mi sono consolata a vedere che dai e ridai le incrostazioni vengono via. Col phon da solo non riesco, lavorando con una sola mano (l'altra regge il phon) la roba si ammorbidisce, ma con la spatola mi viene via solo la superficie mentre il sotto si spalma e si appiccica in un velo sottile che non viene più via (per questo ho grattato un pochino ), però poi lo sverniciatore agisce meglio. La spazzola d'ottone che ho mi pare sia troppo dura, vedrò di trovarne un'altra. Lo sverniciatore poi lo tolgo con straccio umido di alcool o acquaragia, come ho letto qui in un post.
Proverò il solvente nitro per asportare la lavabile ( ma prima proverei se funzionano spugnature di aceto e acqua calda, chissà), magari si potrebbe diluire un po' per renderlo ancora meno aggressivo e volatile?
Grazie dei consigli, buona pasqua a tutti 🙂
Mi sorge il dubbio che tu stia usando un fon per capelli. Dimmi che non è così! Col calore ed una spazzola dovrebbe funzionare, purché si tratti di calore, non di tiepidume!
Buona Pasqua anche a te.
:-[, sono in imbarazzo, mi spiace, è proprio come pensi, non dispongo di altro che di quello per capelli, ho avuto una pistola termica in passato ma me ne sono disfatta dopo averci bruciato una bella mensola appunto per sverniciare.
In effetti quelle che tu correttamente chiami pistole termiche hanno fatto molti danni, ma basta saperle usare. La carta vetro ne ha fatti ancora di più! Se usassi la giusta gradazione di calore e, soprattutto, la giusta distanza faresti un ottimo lavoro, pulito e veloce. Se, come penso, si tratta di stucco di gesso e colla animale, con la giusta temperatura si scioglierebbe completamente, così da poter rimuovere i residui con una spazzola di ottone, quelle comini, col manico rosso, seguendo le venature. Lo sverniciatore fa ben poco; più che altro svernicia te.