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Certo, puoi considerare non esatte le mie affermazioni, però per un hobbista rimane il metodo più semplice, ed efficace, non credi ?
Dei metodi citati ne sono a conoscenza, ma sono lavoro da professionista, fornito di attrezzatura adeguata, c'è il microonde, il trattamento anossico citato da te, anche il freddo (la congelazione) uccide il tarlo, benché è un animaletto che si adatta molto facilmente al variare delle temperature, la permetrina è un veleno, un insetticida mi sembra di averlo scritto chiaramente, va utilizzato con le dovute cautele, quindi non vedo cosa c'è da contestare in sostanza siamo d'accordo 🙂
Metodi naturali per uccidere il tarlo non ne sono stati ancora trovati 🙂
Scusate ma a me pare che in sostanza siamo tutti d'accordo.
La permetrina è efficace, duratura nel tempo ma neurotossica (sia per chi la applica sia per chi se la tiene in casa, anche se in questo secondo caso la concentrazione è minore e destinata a decadere nel tempo)
I trattamenti a microonde e diossido di carbonio funzionano ma costano molto e non sono alla portata e nella disponibilità di tutti, inoltre non lasciano il legno...avvelenato come la permetrina.
L'esperienza, non solo mia (leggere i vari post del forum in merito) dice che il paraloid ha un suo effetto perchè rende immasticabile il legno e "include" (non mummifica come dice Filippo) uova e larve impendendone schiusa e/o sopravvivenza.
Inoltre i trattamenti a base di oleoresine (LInfoil su tutti) imbibiscono le cellule legnose, le rendono più dure alla masticazione e decisamente inospitali.
Turare tutti gli anfratti, ovviemente partendo dai fori di sfarfallamento, verniciare e lucidare rende il mobile difficlmente aggredibile per l'ovodeposizione.
Mantenerlo vivo, in luce, in locali areati e vissuti costituisce la premessa per allontanare i parassiti.
Tutto questo, un po' fra tutti, ce lo siamo detto , lo sappiamo, e io credo lo condividiamo.
Poi, ciascuno, a secondo della situazione, condizione, disponibilità, sceglierà quali strategie (mai una sola io penso) mettere in atto.
E così non fuorviamo i principianti che adesso hanno un quadro di sintesi completo di un problema, oltremodo dibattuto, che, come appare, non ha una sola e taumaturgica soluzione; come del resto spesso accade.
Contestavo semplicemente l'affermazione che ho citato in quanto tale, per il resto credo si sia dibattuto costruttivamente su molti aspetti della disinfestazione da xilofagi.
Sarebbe interessante in futuro fare delle ricerche supportate da bibliografie più eminenti del semplice parere degli esperti, per il momento cmq secondo me si capisce abbastanza da questo post, ma certamente ci saranno altri metodi che ci possono essere sfuggiti. Ciao
Fulvio Filippo a perfettamente ragione e se permetti lo ribadisco io, il paraloid da solo non elimina il tarlo, è un consolidante del legno, va utilizzato nel caso in cui ci si trova davanti ad un mobile molto mangiato dai tarli con la struttura compromessa, inocularlo con una siringa solamente nei fori non ti assicura di aver ucciso il tarlo, a volte non si riesce neanche con la permetrina, è questa la cosa inesatta, su tutto il resto siamo d'accordo.
Mi rivolgo a chi legge, prima di tutto quando ci troviamo davanti ad un mobile molto tarlato sverniciare poi bagnare con un pennello il mobile con antitarlo in posizione orizzontale per favorire la penetrazione della permetrina chiudere accuratamente il mobile nel cellofan, al punto di sigillarlo quasi, questo impedisce alla permetrina di evaporare subito, lasciare il mobile così per tre settimane, se necessario ripetere l'operazione, solo a questo punto intervenire col paraloid se necessario si può anche inocularlo con una siringa nei fori. Mi auguro di essere stata chiara, metodi empirici c'è ne sono tantissimi ma inefficaci, il trattamento anossico viene praticato da professionisti con attrezzatura adeguata, nel caso in cui una persona a il mobili di casa infestati dal tarlo, nel caso dell'hobbysta che si diletta di restauro è sufficiente l'uso della permetrina.