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Tavolo direttorio. ...
 
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Tavolo direttorio. Aiuto.

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(@maorichief)
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Salve a tutti. Ho acquistato un tavolo direttorio degli inizi del '900 origine Piemonte. Quasi sicuramente il piano è stato sostituito in quanto è di un'essenza diversa. Il mio obiettivo è di cercare di mantenere al massimo il suo aspetto rustico (ogni taglio...una fetta di salame) riducendo al minimo gli interventi. Ad oggi ho provveduto a sverniciarlo (quasi completamente) e a ripassare le parti sverniciate con diluente nitro. Ho fatto poi una prova (non ho resistito) su una porzione del piano con Linfoil noce (50% Linfoil noce, 25% Linfoil e 25% Linfosolv). Ho dato una prima mano della miscela, poi passato con Tingente Gubra (1:1) Noce Medio e poi ancora miscela Linfoil. Il risultato non mi sembra male ma io vorrei ottenere un tinta più "mielata", come fare? L'altro problema sono le essenze diverse (un grazie a chi le individua). Come fare per ottenere una colorazione uniforme? Grazie.
p.s.
mi piacerebbe riuscire ad ottenere il suo colore originale

Il tavolo com'era 1

Il tavolo com'era 2

Tavolo quasi completamente sverniciato

Essenze diverse 1

Essenze diverse 2

Test Linfoil 1

Test Linfoil 2

 
Pubblicato : 24/06/2010 10:07 pm
(@fdoncamillo)
Post: 255
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Ciao per le risposte tecniche attendi i più esperti, ma come fai ad inserire delle foto cosi grandi? se non devono superare i 50 kb? io son riuscito sempre e solo ad inserire delle foto francobollo!

 
Pubblicato : 25/06/2010 10:23 am
(@maorichief)
Post: 9
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Ciao per le risposte tecniche attendi i più esperti, ma come fai ad inserire delle foto cosi grandi? se non devono superare i 50 kb? io son riuscito sempre e solo ad inserire delle foto francobollo!

semplicissimo....io non carico le foto direttamente sul sito ma su un sito hosting quale imageshack. Facendo così non si sovraccarica il sito principale che di fatto fa da specchio al sito su cui vengono caricate le foto. Una volta caricata la foto sul sito hosting (in questo caso imageshack) ti si apre una pagina con vari links a disposizione. Scegli quello che a te interessa (in questo caso: codice forum) e lo copi nel corpo del tuo messaggio. Nel tuo messagio tu quindi non carichi la foto ma bensì un link che riconduce alla foto). Con la funzione anteprima puoi verificare subito come apparirà il messaggio e la dimensione della foto caricata. Attenzione a non caricare sul sito hosting foto troppo "pesanti" in quanto poi nel messaggio diventerebbero mostruose. Ti consiglio prima di caricarle, oltre al peso in KB di verificare le dimensioni delle foto all'ingrandimento effettivo. Quelle da me caricate sono tutte di ca 370KB e 816x612 pixels.
Ciao

 
Pubblicato : 25/06/2010 2:38 pm
(@E.N.Z.O.)
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scusa posso chiederti come mai hai messo su un olio, poi hai mordenzato e messo su ancora olio? non e' venuto alquanto scuro per desiderare un colore mielato?

come pensi di verniciarlo alla fiene?

 
Pubblicato : 26/06/2010 1:07 pm
(@fulvio)
Post: 354
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Altra domada, perchè mordenzare? Con linfoil si consolida e si opera una azione preventiva antitarlo, oltre a scurire il legno ed esaltarne le marezzature.
Il mordente (ma credo che tu utilizzi aniline) in questo caso parrebbe inutile.

 
Pubblicato : 26/06/2010 8:29 pm
(@maorichief)
Post: 9
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Ho seguito le indicazioni di Pierpaolo Masoni dal thread "Sarà la gommalacca?. Come specificato quello da me fatto è solo un test per vedere come sarebbe stato il risultato finale. Quando parlo di colore mielato intendo quel colore "rossiccio" che vedo su tanti mobili tinta noce mentre quello da me ottenuto tende al marrone. Nessuna verniciatura finale. Il tavolo resterebbe finito a Linfoil.

 
Pubblicato : 27/06/2010 8:19 am
(@pierpaolomasoni)
Post: 2128
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Incominciamo dalle essenze che compongono il tavolo: da quello che posso dedurre dalle foto direi che piano e fasce sono di pioppo; le gambe, forse di noce. Il piano risulta completamente decolorato perchè probabilmente una solerte casalinga per pulirlo ha usato ammoniaca o candeggina.
In questi casi io procedo così:
impregnazione con linfo diluito al 50% con acquaragia (volendolo tonalizzare noce si può usare il linfo noce);
a questo punto le differenze cromatiche risultano evidenti, quindi posso intervenire con un linfo (sempre diluito) al quale avrò aggiunto dei pigmenti (di solito uso delle terre, ma si possono usare anche ossidi) agendo sulle zone più chiare sino a portarle al livello cromatico delle zone più scure, sino, cioè ad avere uniformità di colorazione.
Il noce ha sempre una nota verdastra; se si vuole una tinta mielata bisogna aggiungere del giallo. Si tratta di fare delle prove, magari sotto il piano.
Quando si è raggiunta una uniformità di colorazione si può intervenire con la mano finale, ma si deve tener presente che è quasi impossibile che essenze diverse abbiano colore uguale. In questi casi conviene scurire molto: più è scuro, meno si notano le differenze. Altra osservazione: se è possibile evito di mescolare prodotti di marche diverse perchè vi potrebbero essere reazioni strane ed imprevedibili.

Una inceratura finale non ci starebbe male; sarebbe una buona protezione, soprattutto per un tavolo.

 
Pubblicato : 27/06/2010 10:23 am
(@E.N.Z.O.)
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certo e' un mistero, come avrebbe fatto a pulire la signora con la candeggina e a decolorare sotto la vernice?
dopo tanto tempo ancora non si capisce perche' un legno deve essere impregnato di olio e con prodotti di sintesi con tutti i problemi che verranno successivamente, quando ci sono delle sostanze bellissime naturali come la gommalacca e le cere d'api e carnaube.

lasciare un tavolo  solo con olio, dimenticandosi della sua funzione, col tempo si dovra' decidere di verniciarlo veramente.

 
Pubblicato : 27/06/2010 12:17 pm
(@pierpaolomasoni)
Post: 2128
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Mi pare ovvio che la mia supposizione sia che la vernice che si vede nella prima foto sia relativamente recente (novecentesca), anche perchè nessun falegname del settecento si sarebbe sognato di inguacchiare in tal modo un tavolo. E quindi la decolorazione del piano sia avvenuta prima della sua ultima riverniciatura!!!!
In quanto agli altri dubbi espressi da Enzo,  non capisco come si possa definire naturale la gommalacca, la ciu estrazione e depurazione è abbastanza complessa, e non naturale l'olio di lino che subisce una lavorazione assai più semplice. Non capisco "quali saranno tutti i problemi che verranno dopo", mentre conosco bene i problemi che da il trattamento proposto.
Poi non capisco come i falegnami potessero verniciare con gommalacca quando questa resina era rarissima e costosissima. I primi arrivi in europa a prezzi bassi risalgono al 1830. E la prima stoppinatura è stata effettuata da un ebanista viennese a metà del secolo. Vi sono cronache della fine del 700 che parlano di monaci che di ritorno da soggiorni in Cina verniciavano piccoli oggetti con una vernice molto brillante, stupendo i salotti e mantenendo segreta la vernice, che era appunto gommalacca.
Prima di allora le vernici erano a base di un olio essicativo e una resina, per lo più ambra o elemi, o, prima ancora, sandracca. Tali vernici venivano spesso mescolate con cere. Sul mio libro ho fornito una vasta bibliografia che parte dall'anno 1000, con ricorrenti descrizioni, oltre delle caratteristiche, della fabbricazione di tali vernici. Alessio Piemontese nel 500 in un suo manuale dice che vernici molto brillanti si possono ottenere anche sciogliendo resine in alcol, ma tali vernici, dice, sono di pessima qualità. In manuali più recenti (700) si dice che tali vernici (olio e ambra)erano reperibili in tutte le mesticherie. Nel 1937 il governo italiano istituì una apposita commissione per riordinare gli oli usati per la fabbricazione delle vernici. Insomma, per millenni il legno è stato impregnato con oli essicativi, non filmanti e traspiranti. La mentalità di chi usa la gommalacca a pennello come fondo per la cera è figlia della cultura delle vernici sintetiche, denota una profonda ignoranza storica e non sarebbe mai stata accettata da artigiani del passato, dal momento che si anteponevano qualità del lavoro e conservazione del manufatto alla velocità dell'esecuzione.

 
Pubblicato : 27/06/2010 1:19 pm
(@E.N.Z.O.)
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certamente rispetto il pensiero di pierpaolomasoni, ma resto del mio.
L'esperienza degli oli, se pur naturali, sono state per me deludenti e quindi ritorno alla vecchia gommalacca. (non ho dubbi, a proposito)

Per non parlare poi del prodotto tanto pubblicizzato in questo forum, che e' un mix di oli vegetali (non solo di lino) resine (sicuramente di sintesi) cere dure (certamente anche paraffina derivato dal petrolio) solvente alifatico (Composto organico di carbonio. Fanno parte degli alifatici: paraffine, olefine, acetileni, e aciclici o cicloparaffine.)

tra tutti i manuali che sono stati citati, manca il caro vecchio A. Turco, dove tutti dovremmo imparare qualcosa.

 
Pubblicato : 28/06/2010 12:27 am
(@pin8cchio)
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già ... il prodotto tanto pubbllicizzato su questo forum..polemica inutile, ricorrente, sterile, quando da quello che tu definisci un promoter della geal vengono citate anche altre e magari più note case produttrici, per cui eviterei di scendere in polemiche sterili che ti portano solo"stellette", discutiamo invece di fatti, di metodo, affinchè chi chiede abbia risposta variegata e articolata.

Molte volte abbiamo discusso della lana caprina, ci siamo immersi in elucubrazioni Brandiane e credimi ho visto sorridere sornione quel signore con la barbetta bianca, perchè del mobile comune e del suo restauro non gli è mai importato nulla. Per cui in questo vuoto canonico l'esperienza e la logica degli artigiani e dei professionisti del settore sono destinate a cnfrontarsi, e se l'intelletto e la logica mi dicono che un trattamento olioresinoso non è il prodotto per tutte le stagioni, così mi dicono anche per la gommalacca che sinceramente non vedo proprio come finitura per un tavolo di quell'epoca, di quella fattura e per la sua collocazione precedente. Graffi, tagli ecc. mi parlano , mi fanno pensare ad uno strumento di lavoro, a qualcosa di uso comune...ho seppiato e rifatto piani in gommalacca su cui erano state appoggiate tazzine di caffè bollenti, bollitori per il thè senza i piattino sottostante, non vedo come una finitura del genere possa trovare colocazione in una cucina. il resto, amico E.N.Z.O. è solo polemica sterile .

 
Pubblicato : 28/06/2010 3:31 am
(@maorichief)
Post: 9
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Io non voglo entrare nella solita diatriba linfoil-gommalacca. Ho finito una vetrinetta liberty  e altri piccoli mobili con solo cera  e ne sono soddisfatto. Ho finito una panca a Linfoil e ne sono soddisfatto. Non ho alcun dubbio che questo tavolo martoriato da tagli e usura del tempo stia meglio a olioresina (linfoil o altro) perchè per l'uso che ne farò penso sia giusto così. Fosse stato un tavolo più elegante magari destinato a fare bella mostra senza venire utilizzato il discorso poteva essere diverso. Il mio problema non è se usare o meno l'olioresina ma come fare per uniformare il colore visto che il tavolo è fatto di essenze diverse.

 
Pubblicato : 28/06/2010 12:24 pm
(@E.N.Z.O.)
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bene, se hai abbastanza  sicurezza nell'usare quest prodotti, sai bene che esistono anche i mordenti. io partirei con una base di arancione  e successivamente con un noce antico, le terre colorate possono servire per uniformare dei punti piuttosto piccoli, ma su tutto il mobile si rischia di coprire il la bellezza del legno.
delle stellette posso farne a meno. chi ha un tavolo in casa lucidato a gommalacca dovrebbe sapere che deve usare un mollettone, tovaglia e sottopiatti, l'alternativa e' una vernice trasparente all'acqua.
ho precisato, nel recente post, di rispettre l' idea di pierpaolomasoni, non fosse altro per il suo garbo, per cui non ritengo sia sterile nessuna di queste discussioni, anche perche' l'amico pinocchio non mi avrebbe nemmeno risposto.

 
Pubblicato : 28/06/2010 4:10 pm
(@pierpaolomasoni)
Post: 2128
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Caro Enzo, non si tratta di avere un’idea o un’altra. La storia è una ed una sola; la puoi interpretare come vuoi, ma non puoi sostenere che Giulio Cesare usava i cannoni. Quello che voglio dire è che la gommalacca su un tavolo del 700 è anacronistica, sia perché in ebanisteria non veniva usata, sia per la mentalità dell’artigiano dell’epoca. Non sono dell’idea che si debbano a tutti i costi usare materiali dell’epoca; vi possono certamente essere delle deroghe a favore del concetto di conservazione. Vedrei piuttosto la cosa da un altro punto di vista: la conoscenza dei materiali e la mentalità che ciò comporta. Gli artigiani prima dell’industrializzazione sapevano di come il legno per conservarsi nel tempo doveva poter traspirare, pena il formarsi di microorganismi, infestazioni fungine ed animali. L’olio di lino si è sempre rivelato il prodotto migliore per tale scopo poiché, una volta steso sul legno, polimerizza creando un reticolo dalle proprietà eccezionali: impermeabile all’acqua, ma permeabile al vapore. Ciò significa che pur proteggendo il legno, gli permette di traspirare. Se leggi il NUOVO DIZIONARIO DI MERCEOLOGIA E CHIMICA APPLICATA del Villavecchia (attualmente è il più autorevole), volume 6 (consultabile anche su internet) alla voce prodotti vernicianti ti rendi conto che, eliminando le vernici di sintesi restano le olioresine nella gamma infinita delle loro versioni e le vernici allo spirito (resine sciolte in alcol). Nel 700 non vi erano altre alternative. Come già detto le vernici allo spirito erano tenute in poco conto soprattutto per gli arredi domestici perché troppo fragili. I mobili allora dovevano durare per generazioni senza dare problemi.
L’artigiano moderno purtroppo ha disimparato la tecnica dell’uso delle olioresine: le usa con i criteri adatti alle vernici moderne ed il primo approccio è sempre deludente. Le stesse ditte produttrici il più delle volte non sanno come si usano. Bisogna partire dal presupposto che non devono filmare, e se si vuole ottenere un film lo si deve raggiungere con molte passate successive lasciando asciugare fra una mano e l’altra, a meno che non si usi una olioresina tipo flating. Se si impara la tecnica si ottengono risultati eccezionali, sia a livello estetico che di resistenza alle macchie ed all’usura.
Un’ultima cosa: io eviterei l’uso di aniline nelle varie versioni: sono prodotti moderni tossici. Mi affido alle terre, che si sono rivelate da sempre i migliori pigmenti, o, eccezionalmente, agli ossidi, più coloranti ma meno persistenti. E non sovrapporrei varie tinte. Non si sa mai cosa si ottiene alla fine. Meglio creare subito la tonalità voluta.

 
Pubblicato : 29/06/2010 9:47 am
(@aporia)
Post: 833
Prominent Member
 

Ho avuto spesso a che fare con orridi legni moderni usati per i falsi e posso dire che le terre e gli ossidi tendono a scurire col tempo. Le aniline e la rolla danno risultati migliori. Se le differenze persistono si può procedere ancora ad una leggera mordenzatura a spirito o diluita nella trementina, in fase di verniciatura.

 
Pubblicato : 29/06/2010 4:39 pm
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