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Trattamento Antitarlo

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(@palmer)
Post: 1
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Topic starter
 

Vorrei fare un trattamento antitarlo, ad un mobile antico, mettendolo in una camera a gas con dello zolfo a bruciare.
Può funzionare?

 
Pubblicato : 07/05/2010 3:42 pm
(@fulvio)
Post: 354
Reputable Member
 

NO.
Fruga con calma nei post del forum, troverai tante informazioni sul trattamento antitarlo da diventare un esperto.
Buon lavoro

 
Pubblicato : 07/05/2010 10:03 pm
(@marco75)
Post: 416
Reputable Member
 

Attualmente hai 3 soluzioni:

1) Lo porti presso un centro specializzato che farà un trattamento "controllato", in ambiente anossico, o con calore etc...
2) Usi i moderni antitarlo a base di permetrine.....tra l'altro sono molecole "solide", non serve chiudere il manufatto in un ambiente sigillato
3) Usi prodotti alternativi, tipo olioresine, che anche se qualcuno non condivide, sono prodotti eccezionali che tra le altre cose allontanano i tarli dai nostri cari mobili...
......non mi viente in mente altro...di buono  ;D

 
Pubblicato : 07/05/2010 11:02 pm
(@vincenzo)
Post: 17
Active Member
 

Ciao Marco75
questo non lo sapevo che gli antitarli a base di permetrina sono molecole solide e quindi è inutile come dici siggilare il mobile per alcune settimane ?
Il medoto dello zolfo bruciato vedo che è ancora di moda, tanto che parlando con un restauratore della mia zona anche lui  lo usa ancora .

Ciao, vincenzo

 
Pubblicato : 08/05/2010 11:59 pm
(@pin8cchio)
Post: 357
Reputable Member
 

lo usavano tanto, tantissimo tempo fa, ormai in disuso persino nella disinfezione delle botti in vinificazione, giurassico a dir poco controlla i post

 
Pubblicato : 09/05/2010 3:43 am
(@fulvio)
Post: 354
Reputable Member
 

Credo di essere intervenuto in passato sulla permetrina, comunque mi ripeto in sintesi.
La permetrina ha una volatilità bassa ma non nulla. Ha una densità di poco superiore a quella dell'acqua, ma quel che più conta per gli aspetti relativi alla contaminazione ambientale è che il punto fusione è di circa 34°C.
Ciò significa che a temperature vicine a questa, che si possono tranquillamente raggiungere nelle abitazioni in special modo nei mesi estivi, la stabilità di stato ..... perde colpi e quindi qualche cosa comincia a passare nell'ambiente.
Non dimentichiamo poi che il principio attivo è veicolato in una soluzione solvente (quella si altamente volatile).
Resta poi da verificare la reale efficacia.
In passato l'ho usata, ma ormai sono passato alle oleoresine da tempo.
Per chiudere ti cito un aneddoto. Tempo fa, dopo aver effettuato la disinfestazione con permetrina e canonica camera a gas, sono passato alla fase di consolidamento con paraloid diluito in acetone. Ti avrei fatto vedere quante ......farfalline scappavano dai buchi mentre iniettavo il consolidante.

 
Pubblicato : 09/05/2010 11:48 am
(@marco75)
Post: 416
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Giusta la precisazione sull'antitarlo....cmq da quando ho scoperto le olioresine non uso più antitarlo!!! 😉

 
Pubblicato : 10/05/2010 12:29 am
(@E.N.Z.O.)
Post: 0
New Member
 

Giusta la precisazione sull'antitarlo....cmq da quando ho scoperto le olioresine non uso più antitarlo!!! 😉

scusate una domanda:
quindi voi usate olio su tutti i mobili, radiche, lastroni, massello, legni chiari o scuri insomma una mano santa.

ma spennelato, con iniezioni nei buchi ? a spruzzo? come? aspettare quanti giorni che faccia effetto?

no perche' sai il risparmio di chiudere in camera a gas, la puzza, il tempo, tutte cose che... chi me lo fa fare...un po dìolio e tutto a posto.

pero' dobbiamo dirlo anche ai restauratori di violini di questa scoperta del secolo,che poverini, nonostante il RUMORE che provoca lo strumento, le bestiole continuano a fere il loro lavoro sull'acero  sull'abete. Parlo di rumore perche' qualcuno sostiene che i mobili basta metterli in casa con la luce giusta e i rumori di tutti i giorni, per debellare l'anobio.

 
Pubblicato : 11/05/2010 11:09 am
(@fulvio)
Post: 354
Reputable Member
 

Caro ENZO
Pierpaolo Masoni ci ha illuminato più volte sull'uso delle oleoresine, se cerchi nel forum troverai conferme ben più autorevoli della mia.
In breve però ti dico come faccio io:
- linfoil diluito al 50% in essenza di trementina riscaldato a bagnomaria applicato a pennello, dopo un po' asportare con un panno gli eccessi non penetrati nel legno
- nei fori dei tarli vado con la siringa
- a questo punto ci vuole il Sole per favorire la polimerizzazione, in inverno uso la lampada di Wood
- dopo qualche giorno  ripeto dall'inizio (almeno due volte), e sottolineo almeno.
Vedrai che è facile e sicuro (soprattutto per i polmoni), le parti legnose mai trattate (in genere quelle posteriori, le interne, le basi dei piedi ecc, ......succhiano il linfoil che è una bellezza. (Anche perchè le oleoresine polimerizzate lo rendono piuttosto duro alla masticazione, oltre che ad...includere le uova in una coperta impenetrabile)
Io non sono un professionista ma solo un amatore (dei mobili s'intende) e ti assicuro che ho in casa un paio di pezzi ...merlettati dal tarlo che stanno li buoni buoni e senza alcun segno di cascole ormai da lungo tempo.
Provare per credere

 
Pubblicato : 11/05/2010 6:34 pm
(@lucaepatty)
Post: 51
Trusted Member
 

sulle patologie del legno di origine animale, ossia gli insetti xilofagi, invito gli interessati alla lettura del seguente link, di questo sito: http://www.inforestauro.org/index.php?option=com_content&view=article&id=1050&Itemid=152&limitstart=2

 
Pubblicato : 11/05/2010 10:29 pm
(@pierpaolomasoni)
Post: 2128
Noble Member
 

rispondo ad E.N.Z.O.: non si tratta della "scoperta del secolo", ma di un semplice sistema che è stato usato per secoli, sistema di verniciatura e di conservazione del legno, quando un mobile doveva durare per generazioni, quando il legno era legno, e non un surrogato come ci impone l'industria (per la quale un mobile dovrebbe durare quattro anni). I moderni antitarlo sono stati formulati per combattere le aggressioni che inevitabilmente subiscono i legni moderni a causa di come vengono abbattute le piante, di come vengono tagliate le tavole, di come queste vengono disidratate, ecc....
e sono tutti biocidi, e tutti i biocidi sono tossici per l'uomo. E proprio per questo motivo sono state inventate le moderne vernici filmanti, cioè non traspiranti: si crea un legno ricettacolo di parassiti, lo si impregna di biocida e lo si impacchetta in una vernice non traspirante.
I legni antichi non sono amati dai tarli quanto i legni moderni; con ciò non dico che ne siano immuni, ma soltanto che il problema spesso viene esagerato, e combattuto con sistemi che non servono a niente se non ad intossicare l'uomo o a rovinare il mobile e ad arricchire certi imprenditori.
Qualunque parassita alligna quando trova un ambiente adatto, che di solito non è adatto all'uomo; un po come i topi che prediligono la sporcizia. quindi il primo deterrente è un ambiente sano e vissuto. Il secondo è un trattamento di finitura trdizionale che il più delle volte è dato da un'olioresina, cioè da una vernice tradizionale. Vorrei che E.N.Z.O. mi dicesse quali vernici usa su mobili del 600, lastronati o massicci ecc...
Di liutai ne conosco parecchi, e non ne ho mai sentito uno lamentarsi per infestazioni di tarli, se non per strumenti lasciati in abbandono per lungo tempo.
A me non risulta che al museo della liuteria di Cremona abbiano problemi di tarli; mi risulta invece che al Louvre come antitarlo usino dei rumorosi metronomi.

 
Pubblicato : 12/05/2010 7:41 pm
(@fdoncamillo)
Post: 255
Reputable Member
 

Era tempo che volevo fare questa domanda e prendo la palla al balzo, il legno impacchettato con vernici filmanti e che di conseguenza non respira a che tipo di deterioramento va incontro rispetto allo stesso trattato con le olio resine?

 
Pubblicato : 13/05/2010 12:15 pm
(@pierpaolomasoni)
Post: 2128
Noble Member
 

Se il legno non traspira possono formarsi delle muffe e si crea l'ambiente adatto ai tarli.
A volte mi è capitato di trovare soffitti in stanze contigue ed ho constatato che se non trattati erano sani, mentre se pitturati con smalti (come si usava negli anni 50) erano ottimi allevamenti di tarli. Un fenomeno analogo lo si riscontra sulle murature: quelle intonacate con calce (che è traspirante) restano sane; quelle intonacate con cemento o rivestite di pietra sono soggette ad ammaloramenti di vario genere, per non parlare dell'umidità di risalita che non potendo uscire arriva a staccare l'intonaco.
La mentalità dell'artigiano del legno è cambiata parallelamente a quella del muratore: prima dell'industrializzazione si teneva in gran conto la traspirazione dei materiali e quindi la loro durata nel tempo. Oggi le nostre casalinghe viaggiano con pseudodetergenti che non sono altro che biocidi, e ciò è dovuto anche a tutti gli allevamenti di microorganismi che riempiono le case moderne.

 
Pubblicato : 14/05/2010 7:54 pm
(@E.N.Z.O.)
Post: 0
New Member
 

avevo dato risposta ma mi sono imbattuto in  molti forum di restauro dove pierpaolomasoni sostiene (purtroppo) sempre le stesse tesi.

riporto tutto talquale:

Salute Pierpaolomasoni, ho parlato con il rappresentante, di Firenze, delle Geal  che è stato molto gentile nel darmi spiegazioni di carattere tecnico-commerciale, ( ti conosce ) i prodotti che la Geal usa per i suoi preparati sono purificati attraverso la chimica di sintesi, per ottenere dei prodotti moderni adatti alle esigenze moderne,in fatti sono prodotti per la Bioedilizia, ma che sono comodi e pratici per molti interventi, ma non per un vero restauro.

Tu il mobile lo devi restaurare, cioè lo devi riportare alle sue origini di tecnica di costruzione, utilizzando i prodotti che il periodo del mobile richiede, questo per il vero restauro.

Ora capisco perchè consigli i prodotti della geal, perchè hai perso amore, o forse non te l'hanno insegnato, il tuo ragionamento è un ragionamento da restauratore moderno non da un restauratore,  sono  finiti i restauratori,  è subentrata una nuova categoria di restauratori cioè quelli che non hanno amore per il vero restauro che non ricercano la verità , ( ,non che siano senza amore , ma non hanno maestri che gli insegnano, quindi non gli rimane che, <.. un forse va bene cosi, è meno faticoso e perdo meno tempo>.

Ma un buon olio di noce spremuto a freddo,  ti da una  bella colorazione del legno, è antisettico e antimicotico, previene l'attacco da tarli, che la Geal se lo sogna, o un buon olio di oliva spremuto a freddo di colore verde o giallo, è antisettico e antimicotico, previene l'attacco da tarli, da delle belle tonalità al ciliegio e alla noce di pianura qulla chiara, per preparare una verniciatura a tampone sia a gommalacca che a cera e olio, oppure solo olio di noce , mano dopo mano, un po di alcool , un po di cera, e cosi via... .

Giorno dopo giorno, con pazienza si prepara una verniciatura leggera fine morbida.
Ma quella che ti sto raccontando è una favola, bella, e che ha in se l'arte della sapienza che deriva dalla ricerca del meglio, per ottenere il meglio, ma che oggi non è più possibile, e sai perché, perché hanno perso la strada della conoscenza della verità delle cose, e non sanno più dove trovarla, a meno che un maestro gli insegni la via, ma non con molti libri ma con l'esempio.

Però sono convinto che il novello restauratore deve capire il sacrificio dell'apprendere l'arte, la conoscenza, e che, le associazioni dei restauratori dovrebbero salvare, come si salva un mobile dell'epoca romana, pezzo dopo pezzo, l'arte del restauro.
L'ultima cosa, il fatto che uno sia analfabeta non vuol dire che sia ignorante, la migliore scuola non sono i libri, o saper leggere, ma la pratica con un maestro che ti insegna la conoscenza dell'arte del restauro.
L'arte di fare i salami buoni è finita.

Ciao Pierpaolomasoni

 
Pubblicato : 15/05/2010 12:17 am
(@pierpaolomasoni)
Post: 2128
Noble Member
 

inorridisco quando sento parlare di “verità”: troppi delitti sono stati compiuti in nome di verità che il tempo ha rivelato false. Il “vero restauro” è una emerita stoltezza. Il restauratore, di fronte ad un pezzo antico si trova a dover operare scelte che sono inevitabilmente relative alla propria cultura ed alla propria visione del mondo, quindi qualunque azione operi, i suoi atti saranno atti di falsificazione. È su questa base che i nostri grandi del restauro hanno dettato alcune regole fondamentali che hanno trasformato il restauro ottocentesco in restauro moderno basato sui diversi concetti di conservazione e di reintegro. È giusto tentare di usare prodotti il più simili possibile agli originali, ma  non sempre ciò si rivela razionale.
I miei interventi sono sempre tesi a tentare di far capire alcuni concetti che il moderno artigiano spesso ha dimenticato. Per esempio quello di traspirabilità, e, quindi, la differenza fra vernici moderne e antiche. Francamente a me poco importa che un prodotto sia naturale o di sintesi; bado alla sostanza: per esempio le resine naturali hanno una grande discontinuità organolettica. Ed allora se vi è una resina sintetica che ha le stesse caratteristiche e continuità di resa, ben venga. Cito spesso i prodotti della Durga che sono costituiti da resine naturali, anzi, mi è capitato di lodare questa ditta per l’onestà nel citare dettagliatamente la composizione delle proprie vernici, e nei seminari che organizzo vi è sempre un cospicuo spazio riservato a tale ditta.
Reputo importante il risultato, soprattutto in funzione della conservazione dell’Oggetto nella sua integrità strutturale e storica. Non mi importa che un mobile restaurato sia bellissimo, ma piuttosto che racconti la sua storia con sincerità.
Le vernici anticamente venivano confezionate con un olio essiccativo ed una resina. Il migliore olio si è sempre rivelato quello di lino (con ciò sono stati usati un’infinità di oli, anche animali) per il fatto che polimerizzandosi forma un reticolo impermeabile all’acqua, ma permeabile al vapore: è l’olio che permette la maggior traspirabilità. Penso che nessun artigiano del passato si sarebbe mai sognato di usare un olio non essiccativo come quello d’oliva!!! O il paglierino. In quanto all’olio di noce è ottimo, ma per le sue caratteristiche è praticamente stato usato solo in pittura.
Abbiamo numerosi testi che parlano della composizione delle vernici, a partire dal” Vernices varias oleagineas preparandi praxes variae indicatur” del Teophilus risalente al 1000, al trattato di Alessio Piemontese del 1500, ai più recenti Zhan, Bonanni, Tingry, e potrei continuare…..e tutti danno una ricetta ricorrente: olio di lino ed una resina (la migliore è sempre stata considerata l’ambra per la resistenza e la brillantezza, anche se in epoca precristiana la più diffusa era la sandracca). Il linfoil è composto da olio di lino, olio di thung (quello che i cinesi hanno sempre usato per le laccature) ed una resina alchidica. I risultati sono ottimi e l’uso è semplice. Non è detto che tutto ciò che è naturale sia buono o non tossico. Capita di trovare salami genuini da mal di stomaco!
E per finire ribadisco: “riportare un mobile alle sue origini………” non significa restaurare; non secondo le direttive seguite dalle sovrintendenze sia in Italia che in tutt’Europa. Significa piuttosto falsificare sfacciatamente. È un po come liftare e siliconare il corpo umano.

 
Pubblicato : 15/05/2010 8:59 pm
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