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Chiedo un consiglio per come trattare le vecchie travi del tetto di casa.
Abbiamo appena finito un intervento di ristrutturazione completadell'immobile, per i quale si sono salvate solo le travi originali del tetto. Risalgono a fine '800, e sono in ottime condizioni, tuttavia è necessario pulirle, "idratarle" e proteggerle.
Ora, chiedo aiuto per risolvere questi dubbi che mi attanagliano:
- per rimediare alla loro secchezza, è sufficiente impregnarle bene con un impregnante all'antitarlo? oppure dovrei siringarle anche con dell'olio?
- pur essendo integre, hanno delle profonde spaccatutre, e poichè ho la fobia degli insetti, vorrei chiudere queste spaccature. Qual è il metodo più "rispettoso" e con garanzia di durata? Colla e segatura; cera e colore? stucco in pasta di legno?
- vorrei rifinirle con un trattamento a cera vergine e trementina ... è la cosa migliore? Posso passargliene più mani? Se sì, quante? e dopo quanto tempo?
Vi chiedo scusa per le domade a raffica, ma sono una "novellina" ed ho il timore di sbagliare e rovinare una cosa che amo molto della mia casa...
Grazie
Provo a risponderti io anche se non sono un'esperta in questo settore.
-L'olio rende il legno sempre più scuro perchè attire la polvere e non idrata il legno dal momento che penetra per pochi mm.
-Se vuoi chiudere le fenditure ti consiglio di non usare stucco che non da mai risultati estetici eccelsi ma inserti in legno. Io però non le stuccherei e da quanto ho potuto vedere in montagna non le stuccano.
_ cera vergne e trementina: risultato stupendo.
Forse dovresti tratytarle con antitarlo magari facendo impacchi e ricoprendoli con teli di plastica.
Spero ti diano dei consigli meno generici perchè io non so dirti altro.
Ciao e buon lavoro
Gentilissima Aporia,
ti ringrazio molto per il tuo consiglio ... il confronto è stato prezioso.
Ti rispondo solo ora, in realtà, perchè ho potuto tornare ad occuparmi del problema solo durante le ferie (che sto, ovviamente, passando a lavorare sulle travi, pilendole e cominciando a guardarle da vicino).
A questo proposito volevo chiedere a te, e a tutti quanti partecipano al forum, se vi è mai capitato di avere a che fare con del legno che si sfarina.
Mi spiego meglio: una trave tra tutte quelle del tetto presenta una particolare alterazione del supporto: quando la spazzolo con la spazzola di ferro, per pulire la superficia, salta la fibra superificiale del tronco e sotto si rivela una sorta di farina gialla ... ho cercato in diversi testi, ma nessuno parla di questo tipo di alterazione.
L'alterazione non scende in profiùondità, al max. va sotto di 2 cm dalla superficie della trave, ed ha un andamento irregolare ...
Pensabùvo di trattare quella parte con paraloid ... che ne pensate?
Grazie.
chiara
Cara ch64 non perderti d'animo. Per quanto riguarda il paraloid proverei, infatti io l' ho provato su di un mobile che erqa diventato (in alcune parti) poroso e il risultato è stato soddisfacente. ciao
io ti consiglierei di usare spazzole molto morbide (esiste una spazzolatrice della makita dotata di spazzola di saggina che va benissimo).
la parte ammalorata non la tratterei assolutamente con il famigerato paraloid che non lascia traspirare il legno e che a fine lavoro potrebbe dare delle alterazioni cromatiche.
se, tolta la parte sfarinante, il legno risulta mediamente duro, lo lascerei così, altrimenti lo tratterei con resina epossidica bicomponente liquida.
farei un'impregnazione con una olioresina, come si faceva in passato (il linfoil della geal da ottimi risultati); è importante darlo con criterio: una prima mano, o due, molto diluita con acquaragia, in modo che penetri in profondità; poi puro, fino a che il legno non ne assorba più; è importante che non filmi. perciò va dato abbondante e dopo qualche minuto si passa uno straccio o una pennellessa pulita, in modo da spostare le eccedenze dai punti di minor assorbimento a quelli che assorbono di più.
questa olioresina conferisce al legno la sua tinta naturale, lo consolida, è un ottimo deterrente nei confronti degli insetti xilofagi.
nemmeno io chiuderei le fessure, che in linea di massima non raccolgono insetti, soprattutto dopo il trattamento sopraddetto; ma se proprio vuoi, non usare stucco, poichè in linea di massima, la sua durata sarebbe molto breve. per le fessurazioni più importanta usa degli inserti di legno; per quelle più piccole della cera solida che, possedendo una certa elasticità, segue i movimenti del legno.
come trattamento finale puoi usare una cera liquida (la stessa ditta che produce l'olioresina ne ha una ottima) che non crea film e non raccoglie polvere o altro.
buon divertimento
pierpaolomasoni
Gentilissima Aporia,
ti ringrazio molto per il tuo consiglio ... il confronto è stato prezioso.
Ti rispondo solo ora, in realtà, perchè ho potuto tornare ad occuparmi del problema solo durante le ferie (che sto, ovviamente, passando a lavorare sulle travi, pilendole e cominciando a guardarle da vicino).
A questo proposito volevo chiedere a te, e a tutti quanti partecipano al forum, se vi è mai capitato di avere a che fare con del legno che si sfarina.
Mi spiego meglio: una trave tra tutte quelle del tetto presenta una particolare alterazione del supporto: quando la spazzolo con la spazzola di ferro, per pulire la superficia, salta la fibra superificiale del tronco e sotto si rivela una sorta di farina gialla ... ho cercato in diversi testi, ma nessuno parla di questo tipo di alterazione.
L'alterazione non scende in profiùondità, al max. va sotto di 2 cm dalla superficie della trave, ed ha un andamento irregolare ...
Pensabùvo di trattare quella parte con paraloid ... che ne pensate?
Grazie.
chiara
Mi è capitato di osservare un fenomeno simile, proprio nell'abitazione di mia sorella.
Si tratta di grosse travi ottocentesche che sostengono l'assito della volta del solaio.
Quando sono state eseguite le operazioni di sabbiatura per la rimozione delle molte mani di calce accumulatesi in oltre un secolo una delle molte travi per una lunghezza di circa 50 cm si è sfarinata per circa 2÷3 cm sul diametro.
Fortunatamente la sezione delle travi stesse è molto grande e lo sfarinarsi del legno non ha intaccato la stabilità del solaio.
Ritengo, almeno per il caso che ho potuto osservare, che il fenomeno sia dovuto a prolungate infiltrazioni di acqua a causa di una perdita del tetto, avvenute in tempi molto lontani.
A conforto di questa mia tesi, era possibile notare l'assito sopra la porzione di trave sfarinata completamente dissolto.
Appena possibile inserirò alcune immagini.
Ciao, Roberto.
😮
anch'io mi trovo alle prese con il restauro di travi, l'unico inconveniente è che sono travi DIPINTE a calce (CREDO) e ovviamente tendono tutte a esfogliarsi, ovvero il colore è sollevato in scaglie, infatti le travi non hanno una preparazione pittorica ma il colore è steso direttamente su legno.
la decisone che ho preso per il consolidamento è stata la seguente: una mano di paraloid alla massima diluizione e(dopo l'asciugatura) una o due mani di acril 33 anche lui diluito il più possibile.
la scelta è stata ottimale per quanto riguarda il mantenimento della colorazione originaria del soffitto, infatti non ha generato scurimento del colore o particolari macchie.
c'è stato un inconveniente però, appena terminata la fase di consolidamento le scaglie sembravano finalmente fermate, ma a distanza di qualche giorno in realtà il consolidamento si è rivelato solo parziale, numerose scaglie infatti, risultavano ancora sollevate.
cosa posso utilizzare?!!
il problema è trovare un consolidante idoneo , sufficientemente forte e che non generi macchie o aloni!!!
vi ringrazio!!!
a prtesto, Marianna
😮
anch'io mi trovo alle prese con il restauro di travi, l'unico inconveniente è che sono travi DIPINTE a calce (CREDO) e ovviamente tendono tutte a esfogliarsi, ovvero il colore è sollevato in scaglie, infatti le travi non hanno una preparazione pittorica ma il colore è steso direttamente su legno.
la decisone che ho preso per il consolidamento è stata la seguente: una mano di paraloid alla massima diluizione e(dopo l'asciugatura) una o due mani di acril 33 anche lui diluito il più possibile.
la scelta è stata ottimale per quanto riguarda il mantenimento della colorazione originaria del soffitto, infatti non ha generato scurimento del colore o particolari macchie.
c'è stato un inconveniente però, appena terminata la fase di consolidamento le scaglie sembravano finalmente fermate, ma a distanza di qualche giorno in realtà il consolidamento si è rivelato solo parziale, numerose scaglie infatti, risultavano ancora sollevate.
cosa posso utilizzare?!!
il problema è trovare un consolidante idoneo , sufficientemente forte e che non generi macchie o aloni!!!
vi ringrazio!!!
a prtesto, Marianna
cara marianna, dubito che la pitturazione della quale parli sia a calce; la calce sfarina, difficilmente esfolia. direi, piuttosto, che si tratti di un acrilico. in questo caso i risultati che denunci sono logici, essendo l'acrilico dotato di una certa impermeabilità che non ha permesso al (ancora una volta FAMIGERATO) paraloid di penetrare e, quindi, di riagganciare il film al supporto. in breve tempo tutto il film pittorico è destinato a staccarsi. nè saprei darti un consiglio per rimediare a ciò. a parer mio, l'errore di fondo è stato il conservare quell'acrilico (ammesso che fosse tale) che, oltretutto, rappresenta un intervento non originario. a conforto di questa tesi vi è il fatto che difficilmente venivano colorate soffittature senza aggiungervi decorazioni; sarebbe interessante sapere la zona ed il periodo al quale risale detto soffitto. ti sarei grato se potessi essere più precisa; anche l'essenza lignea è importante. grazie
pierpaolomasoni
la casa è del 1700, Monte Siro, comune di Besana Brianza (per chi non è della zona....vicino a MONZA).
l'essenza legnosa purtroppo non so individuarla, l'unico dato certo è che è stato fatto un intervento di restauro nel 1930 (ho trovato la firma dell'autore su una trave nascosta.....maledetto!)
infatti l'improvvisato restauratore ha ben pensato di ridipingere tutte le decorazioni del soffitto ligneo e delle finestre!
ormai l'intervento di restauro è stato svolto, il proprietario della casa ha voluto una ridipintura uqasi totale con colori a calce.
ma il problema etico per me rimane, infatti devo affrontare il restauro di un altro soffitto che presenta le stesse caratteristiche: si trova a Monza, villa del 1700, intervento di restauro del 1930.
l'unica cosa positiva è che in questo caso il soffitto risulta meno degradato ma comunque presenta ancora sfarinamento e scaglie sollevate di colore!
cosa consigli per il consolidamento?!!
Grazie! Marianna ;D
cara marianna, capita spesso di trovarsi a risolvere problemi creati più che dal tempo, da "quei maledetti degli inizi del '900".
le calci non sono la mia specialità, ma, per quel poco che ne so, direi che in un intervento degli anni 20-30 il "maledetto" ha usato prodotti di tipo moderno, per esempio calce adittivata con materiali cementizi o acrilici. fin dalla metà dell'ottocento, sia nel campo del lapideo che nel ligneo, l'industrializzazione ha agito pesantemente nel modificare quelle che erano le concezioni canoniche alle quali l'artigiano si era sempre attenuto, anche, per esempio, riguardo la traspirazione dei materiali, per non parlare della loro durezza in rapporto alle varie stratificazioni.
di regola, secondo le NORMAL, questi restauri andrebbero eliminati, ma mi rendo conto che con una committenza privata ciò non sempre è possibile. forse hai agito nel migliore dei modi; non saprei quale altro consolidante avresti potuto usare; perchè non fai un provino con la birra? per lo meno ti fisserebbe la calce e lo zucchero che contiene può servire da collante; o, se il cliente è particolarmente antipatico, con il latte che ha il vantaggio di lasciare quel buon aroma rancido...... scherzi a parte, se ti trovi a dover consolidare un acrilico o similare, probebilmente un paraloid molto diluito è la soluzione giusta, ma un conto è consolidare, un conto è reincollare. perchè, a questo punto, non provare con un fissativo di tipo acrilico?
buon divertimento pierpaolomasoni.
???
quindi alla fine i materiali da usare sono sempre i soliti!!!!!
paraloid e sostanze acriliche!
purtroppo il legno non è il mio campo (principalmente mi occupo di restauro dipinti murali e decorazioni), infatti sono venuta su questo sito per documentarmi un po'.
ma anche Bresciani e CTS consigliano l'uso del Paraloid!
consultando le schede tecniche di altri materiali la solfa è sempre la stessa, sono tutti molto simili.
in realtà il problema è proprio il legno, essendo un materiale che reagisce continuamente con l'umidità e l'ambiente circostante è soggetto a maggiori degradi, malformazioni e caduta di colore.
purtroppo NON posso SCROSTARE (scusate la parola forte) tutto il soffitto...... forse l'unica è iniettare il consolidante a siringa, scaglia per scaglia come si usa nel restauro delle tavole dipinte?
AIUUUTOOOOOO
cara marianna, forse non ho capito il problema. sarò brutale:
se devi consolidare un materiale di tipo moderno trovo giusto andar giù con materiali sintetici, che magari hanno fatto moda, come il paraloid (quelli della mia generazione lo sanno bene; molti se lo iniettavano in vena.....) e che, tutto sommato, hanno le stesse caratteristiche della materia sulla quale devi intervenire (es. l'acrilico non è traspirante; il paraloid non è traspirante)
se devi consolidare un materiale tradizionale, penso che si debba cercare di risolvere il problema con sostanze tradizionali. se parliamo di consolidamento ligneo le olioresine sono fantastiche per consolidamenti non troppo avanzati. forse avrebbero risolto i problemi anche per il tuo soffitto settecentesco, dal momento che oltre che consolidare hanno anche potere incollante. date sulla calce tendono a tonalizzarla leggermente, ma la consolidano senza filmare e senza alterarne la traspirabilità; lo stesso capita su colorazioni acriliche.
perchè non fai una prova?
se devi consolidare una pitturazione a calce, non vedo perchè si debbano usare materiali che neutralizzano tutte le sue proprietà positive.
con questo non dico che non si debbano usare prodotti "moderni": a volte sono fantastici; mi è capitato di consolidare intonaci del 700 con silicato di etile con ottimi risultati, o legno ammalorato con resina epossidica; ma penso che questi debbano essere interventi estremi, non di routine. inoltre, ssrei curioso di vedere i risultati fra cinquantanni, poichè solo allora si potrà dire se l'intervento è riuscito, o se una qualche graziosa restauratrice mi darà del maledetto!!
trentanni fa andava di moda il paraloid, e col paraloid si sono rovinate un'infinità di opere. prima ancora, il vinavil, e con esso sono state inguacchiate un'infinità di opere; ora va di moda il silicato di etile; domani ci accorgeremo dei massacri che stiamo perpetrando con esso.
se deciderai di fare una prova con le olioresine, sarò lieto di darti qualche consiglio sul loro uso.
buon lavoro, pierpaolomasoni
ok, ci aggiorniamo dopo l'11 settembre, ovvero quando inizierò a fare le prove!
ti ringrazio per la pazinza!
Marianna 😀
Sono un restauratore di mobili di nuova generazione, nel senso che mi sono accostato a questo lavoro solo 6 anni fa, non ho mai approfondito il discorso delle olioresine, ma essendo um prodotto che lascia traspirare il legno ed essendo anche un prodotto ricavato da sostanze naturali (penso) mi piacerebbe, approfondire l'argomento e vorrei sapere oltre alle travi sopra citate in quale altro caso (ovviamente rimanendo nel campo ligneo) si possono usare.
Grazie ciao