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Cari mici del forum
la scorsa settimana, andando alla ricerca di un mobiletto, sono capitato nel negozio di un piccolo antiquario che, a suo dire, restaurava da solo i mobili che vendeva.
Parlando del più e del meno siamo finiti nel suo piccolo laboratorio dove ho notato la presenza di una pistola incollatrice a caldo(di quelle che usano lo stik temoplastico).
Sopreso di trovare questo oggetto gli ho chiesto che uso ne facesse. Risposta: "Serve per incollare le parti strutturali quando c'è troppo spazio vuoto e la colla normale non riempie abbastanza".
Confesso che sono rimasto sconcertato. Giro quindi la mia testimonianza a voi per chiedervi se veramente è utilizzato questo prodotto.
Fulvio
P.S.
Tra l'altro sono molto scettico sulle sue capacità di resistenza meccanica.
ho gli stessi tuoi dubbi... mai visto usare gli stick a caldo nel restauro. Anche perchè, ammesso pure che la colla sia valida (dubito), dove sta l'utilizzo di materiali conformi all'epoca? L'unica colla a caldo sappiamo qual'è... però magari hai conosciuto una "sapone" (uno che sa tutto). Io preferisco aver dubbi che certezze, ma questa mi sembra proprio improbabile.
Sicuramente è la colla poliuretanica della quale chiedevo pure io info!!!!che riempie gli spazi è vero, perchè contiene isocianato che reagendo con l'umidità dell'aria sviluppa anidride carbonica...quindi si gonfia!!!
Se sia corretto e filologico usarla per il restauto dei mobili antichi credo proprio di no....però potrebbe far comodo in alcune situazioni "difficili"!!!!Aporia l'ha provata per esterni ed è rimasta soddisfatta...meno per l'incollaggio di sedie!!!Da fare delle prove e verificare..magari esistono diversi tipi per diversi scopi..non sò!!!! 😉
La colla poliuretanica non si usa ne con pistola ne a caldo. La pistola incollatrice a caldo usa bastoncini solidi che liquefano a caldo. Raffreddando diventa gommosa (lo so perchè il tecnico che mi ha installato la linea telefonica mi ha riempito muri, mobili, etc.!). Dubito possa servire nel restauro perchè non ha molta tenuta.
Come prevedevo i vostri interventi, che condivido, sono in linea con quanto pensassi.
Ricordo però che una volta ho utilizzato una colla, non filologicamente corretta, per incollare in una situazione del genere di quella descritta dal signor "sapone".
In quella circostanza utilizzai una colla epossidica bicomponente, un po' scomoda da maneggiare perchè deve essere usata rapidamente e prestando attenzione alle sbavature: ma ricordo che riempì perfettamente gli accoppiamenti grossolanamente imperfetti e dimostrò, in quella occasione, una elevata resistenza meccanica.
La funzionalità è un'istanza fondamentale nel caso di un mobile non da museo quindi è superiore a quella filologica. E' una semplificazione che in alcuni casi si può fare mentre in altri è necessario valutare entrambe.
Mio sucero ha usato la colla a caldo in stik per incollare una cornice di un quadro (da me sconsigliato) risultato si è scollata ;D.
Come volevasi dimostrare!