
Benvenuto nel Forum
Accedi o Registrati per poter inserire domande o rispondere agli amici della Comunity.
Per qualsiasi problema scrivi a: inforestauro@virgilio.it
un saluto a tutti gli amici ho letto le vostre risposte e non sono daccordo con gran parte di voi. ho lavorato con un restauratore di oltre mezzo secolo di esperienza su mobili del 700 e 800. il procedimento dell' olio paglierino e' quasi obbligatorio in quanto il mobile sverniciato ,stuccato e affinato varie volte si sfibra e si fa secco, quindi l'uso dell'olio non fa altro che nutrirlo e rinvigorirlo , parliamo prima della lucidatura a tampone. per quanto mi riguarda i lavori sono sempre risultati eccellenti nel tempo,senza fioritura o macchie. le nuove tecniche non le conosco ma nemmeno le abolisco.
Concordo sul fatto che questa sia la tecnica usata dalla stragrande maggioranza dei restauratori con piccole varianti personali.
La mia obiezione è questa: prima del 1830 la gommalacca era usata pochissimo.
Le lucidature a tampone venivano effettuate con altre resine ed altre modalità.
L'uso dell'olio di lino cotto anzichè del paglierino da risultati notevolmente superiori sia a livello estetico che tecnico. Come sono convinto che l'artigiano raramente si fabbricasse le vernici, così sono convinto che si fabbricasse, invece, la maggior parte delle pitture. Non vi sono problemi tecnici come per le vernici. Il mio vecchio laccatore si ricorda ancora il nonno che frantumava in un mortaio la biacca che veniva poi mescolata con olio di lino. Questo olio è sempre stato presente nelle botteghe dei falegnami, e, date le proprietà che lo hanno sempre reso il migliore olio per vernici, è ovvio supporre che i falegnami lo usassero anche nelle lucidature.
L'uso di queste vernici oleose mi è stato raccontato da un vecchio restauratore umbro negli anni 70. Mi parlava di vernici a base di olio (diventate introvabili) che venivano date come fondo sia per la stoppinatura che per l'inceratura. Un esempio, oltre al Megilp che ho già citato, vi era la "Vernicetta piemontese". Ne trovai una bottiglia nel magazzino di una mesticheria di Orvieto. Probabilmente risaliva agli inizi del secolo. Era molto densa e bionda. Penso fosse fatta con standolio di lino. Essiccava nel giro di due giorni e dava una pellicola abbastanza elastica e resistente.
Insomma, la stoppinatura con gommalacca è una tecnica recente. Ha preso piede per la relativa facilità di esecuzione e per il suo basso costo. Ma non è l'unica e soprattutto non è tecnicamente la migliore. Sostituire il paglierino con il lino comporta qualche difficoltà in più, ma i risultati sono migliori.
pierpaolomasoni
Caro Pierpaolo...mi fai venire un dubbio... ??? ??? ??? perchè dici che l'uso del lino è più difficoltoso del paglierino!!!?!?!?!??!?!?IO sinceramente ho notato che le prime stamponate col lino sembrano un "casino", perdonatemi la parola, nel senso che la superficie sembra improvvisamente opaca e brutta, poi, continuando, diventa bellissima e più lucente..mi sembra!!!E' questa la difficoltà di cui parli??????
Grazie, come sempre!!
Queste questioni tecniche di procedura le lascio ad Aporia, certamente più ferrata di me. Io l'ultimo sacco di gommalacca l'ho regalato ad un collega anni fa. Da allora la ho abolita.
pierpaolomasoni
Aporiaaaa......ci puoi illuminare te, allora???? ;D
Avendo stoppinato con le schifezze commerciali più improbabili non ho riscontrato difficoltà nell'uso dell'olio di lino. Unica accortezza: non bisogna esagerare perchè altrimenti si fa velocemente spessore, la gl diventa troppo elastica e non asciuga più. A perte questo, trovo la lucidatura molto più rapida e facile.
1000 grazie...in effetti mi ero accorto che ne bastava molto poco ;D!!!