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Caratteristiche ed utilizzo delle oleoresine

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(@pierpaolomasoni)
Post: 2128
Noble Member
 

E' molto semplice: se crei un fondo con una olioresina, ti basta poco per lucidarlo con una stoppinatura a gl. Se poi sostituisci all'olio paglierino olio di lino, come dice Aporia, il film che ottieni è molto più resistente.

 
Pubblicato : 01/02/2012 1:37 pm
(@fulvio)
Post: 354
Reputable Member
 

Confermo, faccio così da un po' di tempo, come fondo uso il Linfoil, poi passo alla GL.
Per quel che vale la mia opinione i risultati mi paiono molto buoni.

 
Pubblicato : 01/02/2012 6:48 pm
(@cassiopea)
Post: 0
New Member
 

E ti pareva che spuntava il LINFOIL essenziale per chi non sa lucidare a tampone 🙂

Non è un impregnante che garantisce una buona lucidatura anzi non serve a niente se non si è capaci di utilizzare adeguatamente il tampone, ho utilizzato anch'io anni fa un impregnante prima della lucidatura, posso garantire che non serve assolutamente a nulla, anzi impedisce di ottenere ottime lucidature perchè si interpone tra il poro del legno è la gommalacca che l'artigiano va ad applicare.

 
Pubblicato : 01/02/2012 10:26 pm
(@fulvio)
Post: 354
Reputable Member
 

Cara Cassiopea, sarà certo come dici tu;  però le lucidature che ottengo mi paiono ottime.
Naturalmente rispetto le tue idee, che saranno anche migliori delle mie, ma credimi, prima di passare al Linfoil usavo l'olio di lino, e la differenza non la si vede (o almeno, più modestamente, io non sono capace di notarla).
Il fatto è che il prodotto in questione, che scoprii frequentando questo forum, ha altre qualità che in altri post sono state a lungo dibattute e sulle quali non torno per non tediare oltremodo gli utenti.
E debbo confessarti anche un altro....peccatuccio; l'ho consigliato anche ad un amico che ne è rimasto molto soddisfatto; ma anche lui, come me, non è un professionista del tuo livello, e forse questo spega tutto. Oppure no!

 
Pubblicato : 02/02/2012 11:43 am
(@cassiopea)
Post: 0
New Member
 

Fulvio non metto in dubbio le tue capacità, ma filologicamente parlando utilizzare come base un prodotto moderno c'entra poco col restauro, oltretutto non sempre indispensabile, se proprio vuoi dare una base meglio l'olio di lino, ti farò vedere una lucidatura fatta da me con un impregnante come base, l'ho fatta nel 2003 adesso non mi piace per niente, è una delle mie prime lucidature fatte un po di spessore, non è affatto resistente anzi.

 
Pubblicato : 02/02/2012 3:29 pm
(@pierpaolomasoni)
Post: 2128
Noble Member
 

Per capire occorre almeno una conoscenza elementare della grammatica. Un conto è un impregnante (sostantivo), ed allora si parla di una vernice a basso residuo secco i cui componenti sono un derivato del petrolio, una resina ed un diluente. Un altro conto è parlare di vernici impregnanti (aggettivo). In passato sui mobili di uso comune erano quasi sempre usate vernici date col sistema dell’impregnazione (vernici impregnanti). Ciò è dovuto a motivi chimici elementari (chi non capisce è invitato a comprarsi il piccolo chimico o a consultare le mie nipotine di 8 e 11 anni) di essicazione e di esigenze di durata della vernice stessa. Stabilito ciò, una mescola composta di olio di lino, olio di tung e resina, è da considerarsi a tutti gli effetti una vernice con le caratteristiche di una classica vernice antica. Ovviamente, per i motivi di essicazione che “Il piccolo chimico” può far intuire, a meno che non ci si munisca di lampade di wood, è preferibile darla, magari più volte, come impregnante (aggettivo). Spero, fin qui, di essere stato elementarmente chiaro. A questo punto, se si continua a giocare sull’equivoco “impregnante aggettivo”, “impregnante sostantivo”, significa essere in malafede.
Certamente usare un impregnante (sostantivo) come fondo per una stoppinatura è demenziale (ma ognuno è libero di fare gli esperimenti che vuole); usare una antica vernice come fondo per una stoppinatura non è così strano, ed a livello chimico –fisico è molto razionale perché crea un fondo già quasi lucido e adatto alla brillantatura finale.

 
Pubblicato : 02/02/2012 5:50 pm
(@cassiopea)
Post: 0
New Member
 

Pierpaolo non mi provocare non ti conviene......cerca di rispettare le opinioni altrui non sei un restauratore di mobili antichi non hai nessun titolo, capisco che hai fondato il tuo essere sull'utilizzo di un solo prodotto non sai discutere di altro, ma il restauro è un mondo,  non esiste solo l'opinione di Pierpaolo masoni quindi al posto tuo la smetterei non ti conviene è te lo dimostrato più volte....Buona Serata 🙂

 
Pubblicato : 02/02/2012 10:00 pm
(@antony)
Post: 295
Reputable Member
 

Ho provato il metodo con olio di lino e cera e devo dire che il risultato non è male, ma il metodo misto a mio parere da una finitura più bella... io poi dopo aver dato il mordente do sempre l olio con uno straccio prima di passare la gommalacca quindi la resistenza dell olio si può avere anche utilizzando la gommalacca... il metodo con olio e cera da una finitura naturale non modifica il colore, ma non ho notato tanta differenza tra passare solo olio  o passarlo con quel 30% di cera...

 
Pubblicato : 06/02/2012 11:05 pm
(@pierpaolomasoni)
Post: 2128
Noble Member
 

Dare olio con cera ha il senso di creare un fondo ceroso più resistente. L’olio fa da veicolo alla cera e la trascina all’interno del legno agendo anche da turapori, dandole quella elasticità che altrimenti potrebbe mancargli e mantenendo la giusta traspirazione. Le eventuali differenze di lucentezza sono dovute fondamentalmente alla levigatezza del legno ed a quanto si leviga la prima mano. Non bisogna aver paura di togliere: di cera per lucidare ne serve pochissima. La gl. da una pellicola che toglie naturalezza, come dici tu, al legno; in certi casi da un aspetto più finito, ma, anche se è data dopo l’olio, è senza dubbio più delicata della sola cera con olio.

 
Pubblicato : 07/02/2012 11:14 am
(@cassiopea)
Post: 0
New Member
 

L'olio non da resistenza Antony è un illusione, nessuna vernice dura in eterno, la cera è l'olio l'ho preparata anch'io e la sto provando con risultati non esaltanti, appena posso farò delle foto con dei confronti a dimostrazione. La gommalacca non toglie naturalezza anzi esalta il legno se ben data, è una resina naturale con i suoi limiti ma questo non è un demerito, trincerarsi sulla resistenza di un prodotto, nel restauro è un affermazione che ha poco senso.

 
Pubblicato : 07/02/2012 2:03 pm
(@pomacciolo)
Post: 351
Reputable Member
 

senza ritornare alla solita solfa dell'olio  olio di lino o linfo, la mia preoccupazione è qella d metter una base di oli e resine di dubbia natura che tendono sia a essiccare che a filmare.

L'olio di lino è siccativo, alcune resine contenute in certi prodotti possono essere filmanti lo è il benzoino perchè non dovrebbe esserlo una resina sintetica.
Il principio elementare di ogni licidatore è quello di riempire il poro in profondità a forza con il tampone,  anche i liutai lo fanno, e non solo a metà, rischio calature e perdita del lucido in poco piu di una settimana.

Senza contare molti alri inconvenienti ma lasciamo perdere...

a quelli in buona fede direi di imparare a lucidare, da qualcuno che lo fa bene e che per un mobile impiega anche 34 gg, in mezza giornata sara' dura avere un buon risultato

 
Pubblicato : 08/02/2012 3:10 pm
(@pierpaolomasoni)
Post: 2128
Noble Member
 

Confesso che fatico a capire il senso di queste affermazioni. Da che mondo è mondo le vernici sono composte da oli essiccativi: se non sono tali la vernice non asciuga.
Qualunque resina è filmante. Il problema della maggiore o minore filmazione è appunto dato dalla proporzione fra olio e resina.
Maggiore quantità di resina = maggiore filmazione.
Le vernici anticamente venivano date col metodo dell’impregnazione per ovvi motivi di essicazione e per evitare la filmazione che, se si voleva ottenere, la si otteneva mediante più mani successive. Dalle analisi fatte risulta che Stradivari come turapori e mano di aggancio usava olio di lino puro, e addizionato ad una resina (probabilmente ambra) nella mano successiva. Il problema di velocizzare l’essicazione veniva risolto esponendo lo strumento al sole (vi sono lettere che lo testimoniano); oggi abbiamo le lampade di Wood, se abbiamo fretta e vogliamo una notevole filmazione.
L’olio di lino funziona benissimo come turapori sui legni antichi che hanno già il poro chiuso; le vernici olio resinose vanno benissimo per i legni moderni col poro aperto in quanto la resina riempie meglio.
In quanto alla filmazione, basta togliere tutti gli eccessi co uno straccio e non farla formare!

 
Pubblicato : 08/02/2012 8:09 pm
(@pin8cchio)
Post: 357
Reputable Member
 

sarebbe opportuno mettere in conto almeno 15 gg, in due settimane di solito riesco ad avere una buona lucidatura, stoppino e fretta non vanno d'accordo.

 
Pubblicato : 09/02/2012 8:51 pm
 BLO
(@blo)
Post: 146
Estimable Member
 

Un chiarimento agli esperti/e : mi son riletto la discussione ed a proposito del preparare un composto semi-solido, miscelando olio di lino, cera e trementina , ci sono alcuni passaggi che mi sfuggono. In breve :

1 ) Applicando il composto su legno a nudo è comunque necessario prima ( come normalmente si fa con la cera ) dare un fondo di olio o se ne può fare a meno visto che l’olio è già presente nell’impasto?

2 ) Quando dite che  il preparato va trattato a stoppino a cosa vi riferite ?

Soluzione A) : Si prende una “ noce “ di composto,la si mette al centro di un fazzoletto di lino o cotone, lo si richiude a cipolla e lo si usa come applicatore sfregando sul legno per stendere la cera-olio. Una volta asciugato il composto va normalmente tirato e lucidato con un panno di cotone o di lana.

Soluzione B ) : Il composto si applica come si farebbe  normalmente con la cera : a pennello, lana d’acciao , panno. Una volta ben asciutto si tira la cera-olio con un panno di cotone e poi la si stoppina  come si farebbe con la gommalacca ( ma senza la resina )  lubrificando il tampone con qualche goccia di olio di lino ?

Grazie per le risposte.

 
Pubblicato : 29/03/2012 12:16 am
(@pierpaolomasoni)
Post: 2128
Noble Member
 

Il composto olio + 30% di cera veniva usato su legni particolarmente assorbenti (per es. pioppo) per creare un fondo che non assorbisse troppo la cera. Ciò per vari motivi: per es. la cera d’api tende e non essere traspirante; la durata dell’olio è superiore a quella della cera; la cera col tempo cristallizza e diventa rigida, mentre l’olio resta sempre elastico; non dimentichiamo poi che spesso le cere venivano adulterate e quindi, a fronte di un’ottima brillantezza iniziale, col tempo potevano deteriorarsi: con l’olio ciò avveniva meno. Non occorre dare una prima mano di olio, ma ciò non guasta.
Dato tale composto, ad assorbimento avvenuto, si deve asportare ogni eccedenza e lasciar asciugare. La successiva mano di cera verrà data come normalmente si da la cera. Lo stoppino non centra niente, a meno che non si usino cere particolari come la Manila della Colorlegno, che va stoppinata esattamente come con la gl. (è piuttosto liquida).
Poi vi sono casi particolari, per es. soffitti. Di solito, per condizioni di microclima, tali legni sono molto secchi. In questi casi conviene aggiungere alla cera una notevole quantità di olio che verrà assorbito dal legno e darà una tonalizzazione che resterà costante nel tempo.

 
Pubblicato : 29/03/2012 12:46 pm
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